domenica 26 ottobre 2014

Il Ciclo dei Marini - L'inizio

Scrivere fa bene. Anche fisicamente.
Io sto scrivendo per riscaldarmi le dita prima di tornare a disegnare (si, fra le tante cose disegno. Ho pure un account su Deviantart, non so se conoscete il sito...).
E piano piano, tac tac, le dita mi si stanno scongelando...
Sono or ora di ritorno dalla montagna. Abbiamo trovato delle russule di diverse specie, fra cui un paio di colombine auree, e un bel porcinotto nero giovane e pesante. Spero che mangiarli in risotto non sia troppo pesante per le mie attuali condizioni di salute... ma no, sicuramente no. Non esagererò con la quantità, questo è ovvio, ma non devo precludermi le prelibatezze, giusto? Altrimenti lo stomaco mi si disabitua e questo non va bene. Lavorate succhi gastrici! Lavorate! 
Ah, è comunque una bella soddisfazione averli trovati, questi funghi! Almeno per le fotografie. In cui (e giudicate pure anche voi) almeno il porcino è venuto glorioso:


Purtroppo il mio cervello non è ancora del tutto, completamente, radicalmente libero dall'influenza delle tossine prodotte dal mio intestino disbiotico, quindi non ero al cento percento, ma di sicuro è stato molto, molto meglio dell'ultima volta in cui vagavo da un albero all'altro come uno zombie cercando di capire come mai il mio cervello facesse pensieri tanto profondi e non fosse invece invaso dalla solita euforia pseudo-romantica che mi coglie ogni volta che cammino in mezzo ai boschi.
Non bisognerebbe pensare troppo, in mezzo ai boschi, perchè in quelle situazioni, a mio parere, il cervello è in grado di apprezzare la complessità della bellezza della natura senza bisogno che ci rimuginiate... bisogna solo guardare la luce e respirare, respirare a fondo, e sentire l'odore della resina che solletica le narici.
Comunque la situazione sta migliorando.
Mentre scrivo, sto bevendo una bella tazzona di tè verde, cannella e limone (pare che il tè verde, oltre che buono, sia anche purificante... sarà vero? Nel dubbio continuo, come ho sempre fatto, a consumarne quantità industriali, tanto la teina non mi ha mai tenuto sveglia...).
E vabbè.
Comunque, finalmente iniziamo a parlare di letteratura, dopo questo probabilmente tediosissimo pezzo sulla mia tediosissima salute e sul mio senso estetico e sui funghi...
Da domani ricomincio a scrivere (a penna, signore e signori, esistono ancora scrittori che lavorano con la penna e poi trascrivono tutto al computer, anche se è un tedio) il Ciclo dei Marini, che avevo interrotto perchè pensavo che scriverlo mi mettesse ansia (quando invece era una condizione patologica).
Ovviamente nessuno di voi sa che diavolo sia il Ciclo dei Marini, non penso di averlo raccontato a nessuno (a parte mia sorella, con cui lo sto scrivendo in collaborazione, e LadyDarknessObscure su Deviantart, una cara amica virtuale, che fra un altro pò saprà le cose prima ancora che le sappia io).
Si tratta di una raccolta di storie basate sulla gente del mare, i merfolk (tritoni e sirene), apparentemente scollegati fra loro, ma in realtà tessere di un grande, enorme puzzle che sarà visibile nel suo insieme solo ad opera completata.
 
Il popolo del mare (merfolks) rappresenta una delle civiltà più varie e vaste del pianeta insieme a quella umana. Le popolazioni hanno usi e costumi molto diversi a seconda della zona in cui si sono stabilite e creano città sottomarine generalmente piuttosto ampie, ma i cui edifici sono capaci di mimetizzarsi con il fondale marino.
Una cosa che accomuna tutti i merfolk è la volontà e capacità di non essere scoperti dagli umani: sono estremamente riservati e sanno che il popolo sulla terraferma ha la brutta abitudine di uccidere e inquinare.
Quasi nessun individuo del popolo dei merfolk mangia pesce: essi considerano infatti i pesci come loro fratelli e mangiarli sarebbe come un atto di cannibalismo.
Le sirene e i tritoni possono avere dimensioni estremamente variabili, proprio come gli esseri umani, e sono presenti sia fenomeni di nanismo che di gigantismo. La lunghezza massima registrata di un tritone è di tre metri e settantacinque centimetri, ma non ci si stupirebbe di trovare esemplari più grandi in qualche città ubicata nelle profondità abissali.
Il colore delle code è generalmente tendente al blu o al verde, colori “mimetici” nell'acqua, ma in alcuni luoghi virano anche al bruno o persino al rosso.
Generalmente essi si nutrono di alghe, crostacei e molluschi, ma non hanno una cucina particolarmente elaborata (infatti, essendo sott'acqua, non è possibile usare il fuoco per cuocere).
Invece hanno un senso dell'olfatto incredibilmente sviluppato (come pure ce l'hanno molti pesci).
Non depongono uova, ma partoriscono uno o due piccoli vivi (come fanno molte specie di squali) che possono essere indifferentemente chiamati “bambini” o “avannotti”.
Appena nati, i piccoli hanno l'aspetto di neonati umani, ma con una corta codina da pesce che si allunga man mano che crescono, esattamente con le gambette dei bambini.
Tritoni e sirene sono famosi per le loro voci estremamente armoniose, che riescono quasi a stregare gli esseri umani e che hanno dato origine a molte curiose leggende: in molte zone è infatti fondamentale per loro saper cantare bene, in quanto questo è il criterio della scelta del partner. Non è tuttavia così per tutte le culture, in Brasile, ad esempio, si preferisce un compagno/compagna particolarmente atletico (e si, che sappia giocare bene al gioco del calcio, hehe).

Il principale antagonista (almeno nelle prime storie) sarà lo stregone del mare Hannibal (nome che ha preso in prestito dal molto più celebre cannibale letterario di Thomas Harris, Hannibal Lecter), una misteriosa, possente creatura metà uomo e metà piovra che sembra completamente priva di sensi di colpa e assolutamente inarrestabile.
Non esiste un vero protagonista, inteso come "eroe positivo", che cambierà in ogni storia (e in molti casi morirà alla fine del racconto), ma fra i personaggi ricorrenti troveremo il dottor Ken Perfect e il folle Teo, entrambi umani, e il giovanissimo principe Will, un tritone che è stato rinnegato dalla sua stessa gente per essersi innamorato di un'umana.
A farla da padrone c'è il "mistero della riproduzione" degli stregoni del mare, i quali hanno tutti trecento anni, sono tutti fratelli e sorelle e nessuno di loro ha la benchè minima idea di come si faccia a riprodursi e tutta la magia oscura di questo mondo non riesce comunque ad aiutarli perchè gli stregoni del mare, come tutte le creature magiche, non sono replicabili con la magia perchè essi stessi ne sono impregnati...
Il cattivo principale, il nostro Hannibal, è anche un ricercatore: e mentre tutti i suoi simili, che lo odiano, se ne fregano altamente del problema riproduttivo, lui cercherà di creare un esercito di suoi simili, di figli, invincibili per conquistare tutte le acque e persino le terre emerse.  Peccato per lui che ci sarà qualcosa di ancora più grosso nascosto dietro questo mistero e che lui, il più forte degli stregoni, sia solo come un piccolo pesce fra tanti pesci minuscoli, in un mare in cui nuotano degli squali...
E per ora è questo un piccolo "teaser" (inutile visto che ancora nessuno legge ancora  questo neonato blog, ma va bene comunque, mi faccio i teaser da sola...) e concludo, salutandovi tutti e augurandovi tanta salute e tanta ispirazione.

Ta Ta
-E

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