lunedì 8 giugno 2015

Testa di Cocco II, la vendetta - stavolta si scaglia su cani e gatti


Testa di Cocco (che per chi non avesse seguito il resto del diario è la mia genitrice femmina naturale, ma non considero affatto la mia mamma) è una persona odiosa, irresponsabile, infantile e senza cuore. Lo sapevo già, lo sapevate già, ma oggi mi è arrivata un'altra stoccata: poiché il gatto, gliel'ho detto chiaro e tondo, non è il suo, allora non si può tenere nella sua casa. Come se la casa fosse sua, certo. Ovviamente la ignoreremo, perchè è solo una stupidotta e abbiamo l'appoggio di papà, ma mi capite quando dico che ha pianto, sbraitato, rotto le scatole perchè un micino era stato buttato nell'immondizia e ora quello stesso micino è abbandonato da lei per un capriccio stupido e infantile che dovrebbe, teoricamente, portarmi a dire che il gatto e suo?
Ma col cavolo che mi arrendo alle strategie idiote da quattro soldi inventate da un scema da quattro soldi. Solo che poi mi ha detto che lei è “un leader, amata e temuta”. Io non la temo e non la amo, la disprezzo. È una bestiaccia rabbiosa da sopprimere, ma un animale con la rabbia di piccola taglia, diciamo una volpina, che puoi ammazzare con un colpo di spranga e quindi non fa paura.
E poi mi chiedono come posso non amare mia madre: vorrei vedere chiunque al posto mio.
Vabbè, ora devo uscire: mi si sono usurati e spaccati i sandali, ne comprerò un paio da montagna al Decathlon.
[Più tardi]
Sono tornata dal Decathlon, ho comprato sandali da montagna che non dovrebbero spaccarsi solo perchè passo su una pietra e sono serena. Ora dovrei disegnare un poco, ma sto aspettando che saltino fuori alcune foto promozionali per Primavera, la prossima puntata di Hannibal, dove finalmente si rivede quello che è stato l'eroe della prima stagione e il co-protagonista della seconda, Will Graham.
[Più tardi]
Sono dovuta rimanere fuori tutti il pomeriggio. E per la sciocchezza delle sciocchezze supreme. Ancora una volta un problema con Testa di Cocco, ancora una volta riguardante gli animali... in pratica, come sempre, abbiamo passeggiato insieme ad un cagnetto di nome Alvin, il cagnolino di una mia ex-compagna di classe, ed al suo amichetto riccioluto che noi chiamiamo “Violentino”. Niente di che, roba da tutti i giorni. Alvin aveva una ferita di qualche genere sul petto, un'abrasione che aveva prodotto una crosta, ma non ci abbiamo fatto troppo caso perchè, beh, per ora pare proprio che abbia trovato un cane con cui litigare spesso.
Arriviamo a casa e fino a casa lui ci accompagna, come sempre. Chiedo a mio padre un pezzetto di pane vecchio (ne avevamo, da buttare) per ringraziare Alvin e Violentino della compagnia quando Testa di Cocco inizia a strillare perchè a.) ho in mano un sacchetto con dentro alcuni moscerini per Kreacher, che lei ha chiamato “vermi” e mi ha detto che sono sporchi b.) perchè ha visto Alvin e ha detto che ha le zecche e la rogna. Che? Le zecche e la rogna? Ma dove? Ma se ha il pelo corto, biondo e pulitissimo? Comunque, ha gridato così tanto e così forte, ma non sto qui a raccontarvi per filo e per segno tutte le parolacce che mi ha detto, mi ha minacciata di chiudermi fuori, così sapete che abbiamo fatto, io mia sorella e i due cagnetti? Ce ne siamo andati.
Che poi si notava vividissimamente che Testa di Cocco aveva pure paura dei cagnolini, perchè non li voleva davanti casa ma non gli ha fatto nemmeno “sciò!”, insomma, dovevamo essere noi a spostarli, ma senza toccarli... per fortuna che sono buonissimi e obbedienti!
Così siamo rimasti fuori fino all'ora di mangiare, perchè nel frattempo mio padre stava cercando di fare ragionare mia madre, che ha fatto una scenata napoletana di paranoia urlante, e dunque stare in casa significava perdere i timpani.
Poi, dopo mangiato, prima ho finito di leggere Cujo di Stephen King (un libro che consiglio, consiglio consiglio, è intenso e parla pure di cani), poi la Mimma mi ha mostrato delle storie breve che ha scritto per un concorso. Una mi ha commossa, l'altra mi ha fatta ridere. Lei ha un dono assurdo, un talento che non riesco a concepire senza un filo di invidia, quello di scrivere storie inventate così, su due piedi, e usare proprio le parole giuste per toccarti il cuore (o meglio, lo stomaco, perchè è lì che i sentimenti albergano, non nel cuore)... e il secondo racconto era proprio ispirato a Testa di Cocco, per questo era un capolavoro che avevo bisogno di leggere e che pubblicherò nei prossimi giorni sul blog.
Vabbè, con un sana calma e una risata nel petto, mi congedo dalla pagina di diario di oggi.

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