giovedì 7 dicembre 2017

Gilda del Fuoco

🔥 Storia della Gilda
 

La leggenda vuole che la Gilda del Fuoco sia nata intorno al 400 d.C. alle pendici dell'Etna, fondata da Samael il Caduto.
Questa figura mistica del fondatore, spesso avvolta da un'aura intimidatoria di mistero e potere, è ripresa da diversi miti e religioni sia come demone che come angelo caduto o della giustizia.
La corporazione non ha sempre avuto il nome di Gilda del Fuoco: il termine "Gilda" come lo conosciamo oggi, infatti, non è stato coniato che a cavallo del primo millennio!
Inizialmente la corporazione portava il nome, forse un po' più criptico, di "Valore del Fuoco", il quale fu poi cambiato dal capo provvisorio Hans Hünd in "Gilda del Fuoco" giocando sulla parola germanica per valore ("gelten"), ed il suono ed il gioco di parole piacquero tanto che questo cambiamento rimase anche in seguito. 
Una Gilda è un'associazione fondata su uno spirito di fratellanza ed assistenza tra i membri, i quali condividono un mestiere o una confessione religiosa. La definizione è calzante; la Gilda del Fuoco condivide tuttavia non un mestiere, ma un'arte, quella del manipolare le fiamme. Non è da sottovalutare anche la connotazione religiosa con cui idolatrano il loro capo storico, Samael, considerato un giustiziere divino, per cui è parte dell'etica della Gilda impegnarsi a distruggere gli ingiusti e purificare i vili secondo una specifica morale.
Samael è da loro stessi chiamato col nome giocoso di "Capo Storico" per la sua capacità di reincarnarsi, e tornare generazione dopo generazione a guidarli. Nessuno gli ha mai disputato il ruolo, non solo per la sua abilità nel plasmare le fiamme, ma anche in virtù della lealtà che tutti i membri della Gilda gli tributano.

Se la coscienza di Samael, per un motivo o un altro, non si risveglia nel corpo ospite in cui si è reincarnato, il suo posto viene momentaneamente preso da un altro membro forte e particolarmente rispettato dai compagni di Gilda; grazie al particolare rapporto che si instaura tra i membri dell'associazione, di cui parleremo tra poco, la decisione è generalmente unanime.
Tra alcuni dei capi umani che avevano raggiunto maggior consenso nella storia ricordiamo:

Hans Hünd, inventore del nome odierno della Gilda. Era ambidestro e riusciva a padroneggiare il fuoco con entrambe le mani; storia vuole che riuscisse a generare fiamme dai palmi fino ad una gittata massima davvero impressionante;
Colin McPhire, scelto a settanta anni. Mediò con entrambi i Ministeri riuscendo ad instaurare una sorta di alleanza contro la Notte che Urla, per poi romperla spernacchiando i due ministri e fuggendo. Riusciva a riscaldare solo sè stesso, e morí di autocombustione;
Rhonda Burns, una delle pochissime donne divenute capo nella Gilda del Fuoco. Riusciva a sprigionare fiamme da tutto il corpo, motivo per cui spesso finiva per andare in battaglia praticamente nuda e assolutamente letale; aveva un carattere terribile, ma molto leale.
Karlo Hall, uno dei piú recenti, capo dal 2013 al 2017. Era in simbiosi con uno spirito raiju e perciò la sua potenza di fuoco era costante e accompagnata da scariche elettriche. Muore poco dopo aver perso la carica di capo con disonore mangiato da un drago arrabbiato davanti a tutti.
Thomas Wolf, l'attuale capo in carica. Incoronato tra il 22 e il 24 Marzo del 2019 dopo ben due anni di vuoto di potere, ha ottenuto il posto dimostrando di essere una delle reincarnazioni di Samael. È uno dei pochi licantropi mai divenuti capo.
 
La sede, inizialmente stabilita al di fuori dell'Etna, viene spostata all'interno del vulcano nel 700 d.C., in una grotta la cui entrata è protetta da una costante colata di magma plasmata dallo stesso Samael.
La Gilda rimase al di fuori del controllo dei Ministeri durante buona parte della Storia, principalmente a causa del loro rifiuto totale di accettare ideali di giustizia diversi da quelli impartiti da Samael; la protezione dell'Angelo della Giustizia e dei Gran Slatha (i capi-condottieri dei draghi rossi, che spesso si affiliavano alla Gilda) gli consentì di rendersi nemici pericolosi, per cui i Ministeri e le altre corporazioni evitavano lo scontro aperto.
A loro si imputa l'aver scatenato diverse guerre, sia minori che leggendarie, tra cui quelle che portarono ad eventi rilevantissimi, come la caduta dell'Impero Romano. Si diceva che Samael fosse solito aizzare i suoi sottoposti nel provare a scatenare scompiglio tra i popoli, per poi "rintracciare i violenti e i peccatori" e poter punire secondo la sua spaventosa concezione di giustizia i trasgressori che si lasciavano condizionare a scendere in guerra. Insomma, si creava i criminali da punire. Non tutte le guerre, però, gli furono amiche.

Durante la guerra contro Ermes To'Rvak, il leggendario drago oscuro, tutti i draghi tra le fila della Gilda perirono a causa di Ermes; proprio in quel periodo il corpo che ospitava Samael era inadatto a portare il suo potere e lui non era riuscito a "risvegliarsi" nella sua reincarnazione corrente per guidare la Gilda.
Alcuni tra i membri rimasero in disparte nel conflitto che infuriava, altri si schierarono accanto ai fratelli di Gilda e vennero uccisi.
Proprio a causa di quella guerra, al giorno d'oggi la Gilda del Fuoco è in lenta ripresa ed estremamente debole rispetto a com'era un tempo, specie se comparata agli anni d'oro iniziati poco dopo la sua fondazione, dal 450 d.C. al 1200 d. C.

I membri sono pochissimi e meno organizzati, e per tre generazioni consecutive Samael non si è ripresentato per guidarli.
Durante il 2019, dopo più di un secolo d'assenza, si è rivelato che il nuovo Re della Luce altri non era che il nuovo corpo ospite dei poteri di Samael. Il 30 novembre dello stesso anno Thomas Wolf, la nuova incarnazione, ha ripreso il suo giusto scettro di Capo della Gilda, ponendo per la prima volta l'associazione sotto l'effettivo controllo del Re della Luce.
I membri della Gilda sono entusiasti del ritorno del loro signore, ma quello che hanno davanti è davvero, completamente, Samael...?


🔥Membri

I membri della Gilda possono vivere sia dentro che nei pressi della sede o altrove, ma, in entrambi i casi, passeranno quasi tutto il loro tempo in compagnia di altri membri della Gilda. 
La gran parte degli affiliati stabilisce una gerarchia in modo del tutto ufficioso, per cui ogni membro acquista maggiore o minore importanza a seconda di simpatie e antipatie dei compagni e del rispetto che si guadagnano con le proprie imprese. 
Questa gerarchia ha però un vertice, espresso nelle tre figure del Capo Gilda e delle sue guardie personali (quasi sempre due), i Mangiafuoco.
Il Capo ha potere decisionale quasi assoluto; questa carica appartiene di diritto a Samael, ma in sua assenza qualunque altro dei nostri fuochisti può aspirare ad essere eletto. Ma come si sceglie un Capo?
La Gilda del Fuoco adopera una cerimonia di votazione abbastanza semplice: chi si è affiliato più recentemente (così, almeno in teoria, non ha motivo di fare favoritismi) ascolta da giudice imparziale mentre tutti gli altri gridano contemporaneamente i nomi dei loro candidati favoriti. Nessuna regola impedisce di votare sé stessi. La persona il cui nome si distingue più chiaramente è quella più amata dalla Gilda, e dunque quella che diventa Capo!
In passato questo metodo ha spesso favorito le scelte dei draghi, dato che la loro voce sovrastava facilmente quella degli altri. Perse così due volte la carica Fiammetta Rossi -- famosa per il record di essere umano protagonista del maggior numero di Viro Virtus (vedi Festività ed usanze tipiche) -- perdendo la prima volta in favore dell'energico Grugaur, appoggiato da tutti i suoi amici draghi, e del Gran Slatha del tempo la seconda.
Se l'elezione del Capo è popolare, l'unico modo per accedere alla carica di Mangiafuoco è essere eletti direttamente dal Capo Gilda.
Entrambe le cariche possono durare potenzialmente dall'elezione alla morte, posto che non vengano perse a seguito di un comportamento disonorevole o abdicazione. Non v'è cerimonia di dimissione dall'incarico: si passa direttamente all'elezione di qualcuno che ne prenda il posto.
La maggioranza dei membri della Gilda del Fuoco sono maschi, ma solo perché, in quanto elemento virile, la magia del fuoco si manifesta più frequentemente negli uomini (al contrario del suo elemento opposto, l'acqua, che è più frequentemente padroneggiato da donne). Escluse da questa regola sono specie come i draghi, gli spiriti del fuoco o i demoni, in cui il sesso è indifferente alla propensione per questo elemento. Al momento, la maggioranza degli affiliati è umana.
In risposta a questo fenomeno, nella Gilda del Fuoco si è sviluppato nel tempo un particolare culto della virilità, più associato ad un astratto principio maschile che al vero e proprio genere di una creatura. Infatti, le donne non sono affatto discriminate dai compagni, ma si adeguano comunque a queste aspettative come tutti gli altri.
Tratti lodati sono la forza, la lealtà, la propositività, l'intensità emotiva, la sicurezza di sé, il senso di giustizia, la vendicatività e, sopra ogni altro, il coraggio.
Non importa avere paura, ma bisogna affrontarla. Non importa vincere uno scontro, ma grande è il disonore del tirarsi indietro.
Anche se molti di questi tratti possono essere positivi, capita che vengano incoraggiati in maniera tossica all'interno di quest'ambito sociale; come risultato della convivenza che ne plasma il carattere, i componenti della Gilda del Fuoco sono spesso scalmanati ed aggressivi, talvolta puerili o arroganti nel voler dimostrare la propria forza. Non è raro che si arrivi agli estremi di "coraggioso fino alla stupidità", o di chi da giusto vuol farsi giustiziere.
Questo carattere non è legato al loro tipo di magia -- sebbene gli elementali del fuoco possano lavorare meglio col proprio elemento quando c'è dell'adrenalina in gioco -- ma proprio al fatto che vivano quasi sempre insieme, stuzzicandosi e spronandosi costantemente gli uni con gli altri.
I membri della Gilda sono molto uniti tra loro, ed i Capi incoraggiano l'instaurarsi di quel cameratismo. Un "fratello" di Gilda (non è raro che usino spesso questo termine tra loro, anzi, ci sono spesso connotati familiari, identificando anche il Capo come padre o madre della Gilda) deve sempre essere spalleggiato e difeso, purché non si renda indegno della Gilda col proprio comportamento.
Gli ideali dei membri finiscono per coincidere in tutto e per tutto con quelli della comunità, tra cui quest'antagonismo verso chi è esterno e una coesione tra fratelli e sorelle di Gilda.
Spesso capita che intere famiglie nascano e prosperino all'interno di questa comunità! Tra l'altro, seppure a distanza di molte generazioni, pare che buona parte degli umani dotati di poteri elementali del fuoco condivida un qualche grado di parentela con lo stesso Samael.
Questo diede brevemente ai componenti della Gilda il soprannome di "Figli di Samael", ormai in disuso.

Il fatto di essere uniti da parentele, carattere, convivenza, diversi slang e luoghi comuni che utilizzano insieme, li rende alla fine dei conti una vera e propria realtà culturale a parte.
Hanno festività e modi di dire unici: ad esempio, un insieme di membri della Gilda del Fuoco è detto un "Incendio", un componente del Ministero dell'Oscurità Ã¨ un "Grigigno" (per la loro riluttanza a farsi coinvolgere negli scontri, che li rende neutri, inspidi agli occhi dei Figli di Samael) e uno del Ministero della Luce è un "Signorino" (per i loro modi di fare pomposi). I rispettivi Ministri prendono il nome di "Gran Grigigno" e "Gran Signorino". Hanno una serie di battutacce pronte su tutti coloro che usano la magia al di fuori della Gilda, passando per stereotipi come il fatto - per citarne qualcuno - che gli stregoni che usano le arti oscure siano incomprensibili, mosci e futilmente complicati, e che quelli delle "arti bianche" siano tanto pomposi e prolissi da non riuscire poi a fare niente.
Ogni forma di antagonismo intestino è fortemente osteggiata perché, a causa della loro forte aggressività, i membri potrebbero creare delle faide pericolose per il vivere comune; le inimicizie sono costruttivamente incanalate in regolari manifestazioni sportive e gare, dove tutti possono sfogare senza freni la propria competitività. Se una faida prosegue oltre i giochi, viene concesso ai due di scontrarsi fisicamente con un moderatore che si assicura semplicemente che nessuno ammazzi l'altro, e i due si sfidano corpo a corpo fino a quando non si ritengono soddisfatti. Tuttavia, ogni crimine ingiustificato commesso contro un compagno viene punito con la morte o l'estromissione a vita. Una volta fuori dalla Gilda del Fuoco, la "parte della ragione" passa per gli ex-compagni automaticamente alla persona ancora dentro la Gilda.

🔥La prova del fuoco
La prova d'ammissione è chiamata (eh beh, che ci si aspettava?) la prova del fuoco.
Per superarla basta riuscire ad entrare nel covo principale della Gilda: per avere successo è necessario manipolare la cascata di magma che ne protegge l'entrata, perciò, se ci si riesce, si sono già dimostrate l'attitudine e perseveranza necessarie!
Una volta ammessi si viene sin da subito coinvolti in ogni attività della Gilda, e vengono conferite le fasce o gli anelli tipici che contraddistinguono i suoi membri (vedi Aspetto e stile). Se ci sono rivalità tra qualcuno che è già membro ed un aspirante affiliato, queste devono cessare nel momento esatto in cui i due diventano fratelli di Gilda. Questo è il motivo per cui molti degli aspiranti iniziati vengono uccisi o feriti gravemente (impuniti in questo caso) dai membri in caso di antipatie prima della prova di ammissione, visto che diventano poi intoccabili.

🔥 Aspetto e stile


La Gilda non ha un vero e proprio simbolo a distinguerla: un paio di anni dopo la sua fondazione, Samael aveva ideato un prototipo che comprendeva una fenice sul cui petto era posato un teschio, ma quando quella sua incarnazione morì il progetto fu accantonato e l'unico "simbolo" sul vestiario dei membri sono le fiamme che loro stessi tendono comunque a piazzarci a caso. Fu in seguito ideato un vessillo che reca l'immagine di una salamandra, ma molti membri, specie tra i più recenti, potrebbe addirittura non saperlo.
Tuttavia, un modo per distinguere a colpo sicuro un membro della Gilda del Fuoco c'è: tutti loro si adornano con disegni scuri sul viso. È un'usanza piuttosto antica: tradizionalmente erano realizzati con delle tinture al carbone (in onore della prima incarnazione di Samael, che fu accecata) che scurivano semplicemente l'area intorno agli occhi, ma modernamente alcuni preferiscono tatuarsi le proprie "maschere" tipiche piuttosto che tracciarle spesso, e i disegni sono divenuti molto più estesi, complessi ed unici all'individuo.
Le donne di aspetto particolarmente femminile se ne avvantaggiano tracciandosi sul volto decorazioni che imitano lineamenti virili fantasma, come zigomi pronunciati o tratti sul mento che emulano la barba.
Gli unici ad avere costumi tipici sono le due figure di autorità, Capo e Mangiafuoco, mentre tutti gli altri hanno assoluta libertà nel vestiario; si può comunque riscontrare la presenza di una certa estetica, parecchio appariscente, con abiti neri e rossi o piú raramente con capi gialli, dorati o grigi. Un'apparenza energica è considerata molto alla moda, quindi abbondando gli indumenti di pelle dal taglio deciso, maglie e jeans comodi, e accessori quali orecchini, piercing, collari e fasce di pelle a polsi e caviglie. Indossare abiti lunghi, gonne o vestiti che hanno un aspetto etereo e delicato è una terribile gaffe che può costare settimane di scherno e umiliazioni, mentre vanno forte giacche con le spalle rinforzate e stivali alti.
Questa vistosa, aggressiva estetica influenza anche il modo di acconciarsi: è comune tingersi i capelli (i colori più usati sono il rosso, ovviamente, o strisce arancio e bionde. Curiosamente tiene un quarto posto saldo l'azzurro), e si tengono generalmente corti e/o acconciati in punte, creste, undercut o persino scompigliati.
Ci sono membri che tengono i capelli lunghi, ma chi non li porta corti di solito li tiene mooolti lunghi, intrecciati.
Comuni sono anche lo smalto di colori accesi ed i tatuaggi.
Quando si passa la prova del fuoco, al neo-affiliato vengono donati due oggetti gemelli a scelta -- possono essere una coppia di fasce di tessuto, o due bracciali, o due anelli o piercing --, sempre l'uno rosso e l'altro giallo. Questi ornamenti indicano l'appartenenza alla Gilda e vengono indossati in prossimità del "punto di sfogo" del proprio potere: ad esempio, chi manipola il fuoco dalle dita porterà due anelli o fascette al dito medio della sua mano più abile, o se è in grado di sputare fuoco avrà i due piercing sul labbro o due fazzoletti sulla bocca o sulla gola.
Talvolta, in casi speciali, è consentito aggiungere un terzo elemento: il giallo e il rosso indicano la temperatura del fuoco che si è in grado di evocare, perciò se si riesce a padroneggiare un fuoco di una temperatura maggiore viene conferita come onorificenza la possibilità di portare un nuovo ornamento del colore della temperatura massima ignea raggiunta (azzurro, per esempio).
I Mangiafuoco generalmente decidono di non portare piercing al labbro perché, essendo più di frequente a rischi di combattimenti seri, rischierebbero di farli surriscaldare troppo usando il proprio potere.
Al di fuori dei loro cantucci caldi, come le loro case, i covi e l'Africa desertica, i partecipanti della Gilda del Fuoco sono costretti ad imbacuccarsi in vestiti pesanti perché sono molto freddolosi. 
 
🔥 Simboli legati alla Gilda  
Alcune creature ed oggetti sono particolarmente cari ai manipolatori del fuoco, spesso proprio in quanto legati a questo elemento. Perciò, oltre agli ovvi motivi di fuoco, fiamme e vulcani, possono apparire nell'iconografia correlata alla Gilda:
► La salamandra
► La Fenice
► Il drago
► Il bucaneve
► Il carbone
► L'ossidiana
► Riferimenti alle divinità Etna e Adrano

Gli sono anche stati associati erroneamente dei cactus fiammeggiati in passato, la cui immagine ha tappezzato le pareti della Storia, che però non sono tipici della loro storia o iconografia e andrebbero forse ricondotti ad altro.
 
🔥 Festività ed usanze tipiche
Le feste principali della Gilda del Fuoco non hanno cadenza fissa, dato che celebrano sia i successi personali degli affiliati sia quelli della Gilda come insieme; i successi individuali del Capo sono festeggiati e considerati alla stregua di quelli della Gilda intera, in quanto considerati di eguale importanza e in grado di coprire di gloria e vantaggi tutti i sottoposti.  
Le feste scalmanate della Gilda sono uno dei fattori che ha instaurato un pessimo rapporto con il Ministero dell'Oscurità; i successi della comunità vengono infatti celebrati con grandi riunioni notturne, in cui ci si veste vistosamente e solo di rosso, si organizzano grandi banchetti (sempre ricchi di alcool) e ognuno dimostra la propria abilità organizzando bellissimi spettacoli grazie alla padronanza del fuoco, creando giochi di luce o muovendo le fiamme in sforzi congiunti per creare grandi figure in contrasto con l'oscurità del cielo.
Il problema principale è che solitamente si procurano quest'immane quantità di fuoco appiccando incendi alle foreste dei druidi.  
Queste celebrazioni vengono chiamate tutt'oggi "Valore del Fuoco", richiamando il vecchio nome della Gilda. Le celebrazioni individuali hanno nome di Viro Virtus, chiamate anche giocosamente "Storie al Falò", e sono costituite invece da tre parti fondamentali: Captatio Benevolentiae, Narratio e Deprecatio. 
La prima fase consiste nel lasciar parlare gli amici di chi ha compiuto l'impresa, narrando come conoscono il festegggiato, le sue qualità e perché ne sono amiche. Nella seconda parte l'eroe della serata si fa avanti e narra per filo e per segno l'avventura che ha accresciuto il suo onore, accompagnandosi, come si può immaginare dal nomignolo della festa, con un falò, che manipolerà per ricavarne figure come una sorta di teatrino di fiamme che lo accompagnino nella narrazione. L'intento è sempre quello di celebrare l'impresa, ma in mancanza di creatività o di un'ottimo controllo magico questa fase può rivelarsi imbarazzante. L'atmosfera da qui si rilassa notevolmente: si mangia (principalmente carne) e si beve (molti alcoolici) e si passa alla terza parte della festa: la totale devastazione dell'immagine del festeggiano.
Si parla dei suoi difetti e delle sue figuracce e si cantano canzoncine riadattate per prendere in giro l'amico. In tempi piú recenti si è sviluppata l'abitudine di proiettare dei video ironici in cui figurano foto del malcapitato da bambino o immortalato in scatti particolarmente brutti. Se dopo questo assalto alla sua gloria l'impresa sembra ancora degna di nota, si torna tutti a casa, ma il festeggiato avrà una maggiore autorità, e potrebbe venire scelto come Mangiafuoco o addirittura Capo in mancanza di Samael. 
L'unica festa a cadenza più o meno regolare è una loro versione del Sol Invictus, che festeggiano intorno alla fine di dicembre. Esso dura circa una settimana e riunisce tutte le festività del periodo che i diversi credo dei membri potrebbero celebrare, per creare un'occasione di ritrovo generale, confluendo in una generica divinità-Sole che dona loro vita e calore anche nel bel mezzo della stagione più fredda (che loro soffrono moltissimo).
Per tutta la celebrazione si vestono di giallo e bianco, scegliendo di anno in anno come giorno culmine semplicemente il più caldo e soleggiato, svolgendo gran parte della festa all'aperto nonostante questo richieda loro un abbigliamento molto pesante.
La festa è una serie di rituali antichi di fedi varie unito ad usi moderni ed unici alla Gilda, come lo scambio dei doni natalizio che viene fatto a mezzanotte, dopo aver "Accompagnato il Sole". Negli ultimi minuti del tramonto tutti i membri si muniscono di una fiammella, generandola o accendendo una candela, e cominciano a rientrare verso la sede più vicina (ci sono molti punti di ritrovo, ma di solito si torna all'Etna) facendo rimpicciolire le fiammelle mano a mano che il sole tramonta e la luce ambientale diminuisce. Si aspetta fuori dalla sede fino a quando sia il sole che tutte le candele hanno smesso di brillare; dopo essere rimasti per un paio di minuti al buio completo, si rientra nel covo. In memoria del sole, che può tramontare ogni sera ma tornerà sempre ad illuminare il mondo, il ritrovo viene illuminato a giorno e si festeggia, mangia, ride, scherza e ci si scambia doni fino alla nuova alba.
Nella Gilda nascono e crescono famiglie intere, eppure non vi sono riti di matrimonio prestabiliti: la coppia interessata, che può essere composta da due innamorati di qualunque genere, può scegliere liberamente qualunque tipo di celebrazione ed invitare i co-membri.
Ovviamente anche qui, nel tempo, si è però venuta a creare una piccola usanza -- sobria come sempre -- che consiste nel controbilanciare lo spirito creativo di amore e vita dello sposalizio con la distruttività del proprio elemento: perciò in molti casi la felice coppia di sposi dedicherà la giornata a distruggere in modi fantasiosi i regali che gli invitati porteranno loro.
Tra i regali di matrimonio più gettonati in Gilda figurano spesso blocchi di cemento, oggettini di metallo e gli immancabili set di piatti da scagliare contro i muri.
Se il matrimonio è un rituale molto libero, i funerali sono un'altra storia: il corpo del morto viene restituito alla Gilda e viene creato un banchetto con i piatti e le bevande preferiti del defunto in sua memoria. Alla fine, alla presenza di tutti, i suoi familiari gli danno fuoco con sforzi congiunti, creando una fiamma controllata piú grande possibile. I parenti e gli amici vegliano sul cadavere finché la fiamma, che in questo caso rappresenta il loro dolore per la perdita subita e un modo per onorare il defunto, non si è naturalmente estinta. Tradizionalmente la veglia funebre finisce nel momento in cui la fiamma si spegne, spingendo i rattristati ad abbandonare il loro dolore e tornare con forza a vivere.
Nonostante sul calendario le feste della Gilda del Fuoco siano poche, esse vengono festeggiate con nessuna sobrietà e fin troppo, è il caso di dirlo, calore, facendo sì che siano molto temute dagli tutti quelli (in particolare dagli Oscuri) che hanno un briciolo di senno. 
 
🔥 Rapporto con le altre associazioni e i Ministeri
La Gilda del Fuoco ha una lunga storia alle spalle di pessimi rapporti con praticamente tutte le altre associazioni magiche ed in particolare con i Ministeri. Gli unici a fare eccezioni sono i maghi che hanno controllo sull'elemento dell'acqua, in grado di contrastare il loro e di natura essenzialmente mutevole e creativa, che si guadagnano quindi a prescindere il loro rispetto. 
Dal 2015 il Ministero della Luce e quello dell'Oscurità hanno provato a stabilire un qualche controllo e intimare rispetto alla Gilda, approfittando del fatto che non hanno attualmente né draghi tra le loro fila, né Samael, né demoni di particolare rilievo che possano opporsi; ma la vera svolta avviene con l'incoronazione di Thomas Wolf come Re dell'Immutabile Luce, che risana la frattura secolare tra Ministero della Luce e Gilda del Fuoco ponendosi a capo di entrambe.

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