sabato 24 marzo 2018

Sunset 17. Vampiri nei sogni e su internet




Dissi a Carlo che dovevo fare un sacco di compiti, afferrai una bottiglietta di succo di frutta e un gelato alla crema e salii in camera mia, chiudendo con delicatezza la porta. Papà era molto agitato per un'imminente partita di basket, di cui io non riuscivo a cogliere il fascino, perciò per lui era ok se mi ritiravo in camera mentre lui e Billy Black si sarebbero messi a urlare al telefono contemporaneamente una sorta di radiocronaca.

Frugai tra il disordine della scrivania in cerca delle mie vecchie cuffie, ma non le trovai.

«Cuffie... dove siete cuffie? Cuffiette belle, andiamo, saltate fuori!» Cantilenai, guardando in ogni angolo.

Alla fine le trovai, tutte aggrovigliate e con segni di masticatura, sotto il lettino di Dracula.

«Gattaccio!» Lo apostrofai, bonariamente, poi collegai le cuffie al mio vecchio lettore CD.

Scelsi un disco che Phil mi aveva regalato per Natale. A suo dire era uno dei suoi gruppi preferiti, ma c'erano troppi bassi e strilli per i miei gusti. Lo inserii nell'apparecchio e mi lasciai cadere sul letto, subito seguita da Dracula. Indossai le cuffie, schiacciai play e alzai il volume al livello spaccatimpani. Chiusi le palpebre, ma c'era ancora troppa luce: mi coprii gli occhi con un cuscino.

Mi concentrai al massimo sulla musica, cercando di capire i testi e di seguire le figure complicate della batteria. Al terzo ascolto avevo memorizzato finalmente le parole dei ritornelli e con mia grande sorpresa scoprii che, superato il primo impatto con il rumore assordante, il gruppo mi piaceva molto. Dovevo ringraziare meglio Phil, che mi aveva regalato anche un secondo CD, in lingua rumena se non sbagliavo... e visto che il primo disco mi era piaciuto, decisi di ascoltare anche il secondo.

Le canzoni di questo nuovo disco avevano ancora più urla del primo. A Phil dovevano piacere davvero gli strilli, ma qui si sfiorava il ridicolo: in un brano di cui riuscivo solo a distinguere le parole "Oh, padelle dandala" (e non ero sicura che quello fosse il testo autentico della canzone, ma diceva molto chiaramente padelle dandala), il ritornello era praticamente composto di urla acutissime di donne che recitavano più o meno "iu iu iu caiù oh uo yu yu" o qualcosa del genere.






Ascoltai senza sosta queste nuove canzoni, ridendo ogni volta, finché non mi addormentai.

Aprii gli occhi in un luogo familiare. Un cantuccio della mia coscienza mi diceva che stavo sognando, ma a me sembrava di essere di nuovo in mezzo alla luce verde della foresta. Sentivo lo sciabordio delle onde sulla costa rocciosa. E sapevo che se fossi riuscita a trovare l'oceano, avrei rivisto il sole. Cercavo di seguire il suono dei cavalloni, ma ad un tratto spuntò Jacob Black, che mi prese per mano e mi trascinò nell'angolo più buio della foresta, protetto da piante contorte e muschiose e festonate di ragnatele pallide.

«Jacob, c'è qualcosa che non va?» Chiesi.

Sembrava impaurito e mi tirava verso di sé con tutte le sue forze; io non volevo entrare in quell'oscurità, volevo andare alla spiaggia e rivedere il sole.

«Corri Bella, devi correre!» Sussurrò lui, spaventatissimo

«Da questa parte, Bella!» urlò qualcun altro e riconobbi la voce di Mike, che mi chiamava dal cuore cupo della vegetazione, ma non riuscivo a vederlo

«Perché?» chiesi, cercando di divincolarmi dalla presa di Jacob, che però era troppo più forte di me, troppo persino per un essere umano.

Lui mi lasciò comunque andare, improvvisamente, e iniziò a tremare e a strillare peggio di quella volta che gli avevo raccontato la storia del terrore. Infine, come se non potesse più sopportarlo, si accasciò sul terreno scuro della foresta. Lo guardavo terrorizzata: era in preda agli spasimi, i più violenti che avessi mai visto.

«Jacob!» Urlai.

Ma lui non c'era più. Al suo posto era comparso un grosso lupo rossiccio con gli occhi neri. Il lupo si voltò verso la spiaggia, con il pelo ritto sulla schiena, e un ringhio cupo risuonava tra le sue fauci.

«Bella, corri!» Gridò Mike alle mie spalle.

Ma decisi di non correre. A me i lupi piacevano e mi piaceva anche Jacob, dunque che differenza faceva se era un ragazzo umano o un ragazzo lupo? Ovviamente nella vita vera mi sarei fatta quattro domande in più su quella questione, ma questo era solo un sogno.

Osservavo una luce che dalla spiaggia veniva verso di me.

E poi, come una madonnina agli occhi di una suorina fedele, dalla vegetazione apparve Edward. La sua pelle irradiava una luce fioca, i suoi occhi erano neri e minacciosi. Con la mano sospesa mi invitava ad avvicinarmi.

Il lupo ai miei piedi ringhiò.

Feci un passo avanti, verso Edward. Mi sorrise, i canini erano lunghi e affilati.

«Fidati di me» Disse, con voce vellutata.

Feci un altro passo. Per colpirlo. Volevo colpirlo, volevo distruggere a pugni la sua stupida faccia brillante da madonnina.

Il lupo fu più veloce di me e si lanciò nello spazio che intercorreva fra Edward, il vampiro, e me.

«Ammazzalo!» Urlai «Ammazzalo!».

Ma Edward era veloce come la luce e aveva afferrato la gola del lupo e...

«NO!» Urlai, alzandomi di scatto sul letto.

Avevo ancora le cuffie in testa e con uno strattone avevo scaraventato il lettore CD sul pavimento, dove Dracula lo stava mordicchiando. La luce era ancora accesa, io ero seduta sul letto, vestita, con tanto di scarpe ai piedi. Diedi un'occhiata disorientata all'orologio sulla cassettiera: erano le cinque e mezza del mattino.

Sbadigliai, mi stesi a pancia in giù e calciai via gli stivali. Ma stavo troppo scomoda per tentare di dormire. Rotolai a pancia in su e mi sbottonai i jeans, tentando goffamente di toglierli restando sdraiata. La treccia in cui avevo raccolto i capelli mi infastidiva, la sentivo premere come uno spuntone sulla nuca. Mi voltai su un fianco e strappai via l'elastico, districando i capelli ciocca per ciocca con le dita. Mi ricacciai il cuscino sulla faccia.

Ovviamente, non servì a nulla. Il mio subconscio riportava a galla le immagini che avevo disperatamente cercato di scacciare. Mi sarebbe toccato affrontarle di petto, ora.

Mi chiedevo se anche agli altri capitassero cose del genere, se avessero mai avuto sogni che desideravano di non aver mai ricordato? Sogni imbarazzanti o violenti o che rivelano cose sui vostri pensieri e meccanismi nella vostra mente che non avreste mai voluto vedere?

Mi sedetti e, per un minuto, mentre il sangue rifluiva mi girò la testa. Una cosa alla volta, dissi tra me e me, afferrando il beauty case.

Purtroppo la doccia non durò quanto avevo sperato. Mi presi anche del tempo per asciugare i capelli, ma esaurii in un baleno le cose da fare in bagno. Avvolta nell'asciugamano, un po' troppo ruvido per i miei gusti, ritornai in camera.

Non capivo se papà fosse ancora addormentato o se fosse già uscito. Guardai fuori dalla finestra e notai immediatamente che l'auto della polizia non c'era. Era forse di nuovo andato a pesca?
Mi vestii lentamente, indossai i miei pantaloni della tuta preferiti (decorati a piccole, adorabili faccine di alieno) e rifeci il letto. Non avevo altra maniera di ritardare... o almeno così credevo.

Mi accomodai alla scrivania e accesi il vecchio computer. Odiavo usare Internet lì. Il modem era tristemente sorpassato, il mio abbonamento gratuito scadente: solo per connettermi mi ci volle così tanto che feci in tempo a scendere in cucina e prepararmi una tazza di cereali. Fra l'altro, quando il modem si connetteva faceva anche un mucchio di rumorini buffi e sembrava un incrocio fra un fax, una stampante e la slitta di Babbo Natale.

Mangiai piano, masticando con cura ogni boccone. Finito lo spuntino, lavai la tazza e il cucchiaio, li asciugai e li riposi al loro posto. Salii le scale con passo pesante. Prima di tutto sistemai il lettore CD, lo sollevai da terra e lo piazzai esattamente al centro del tavolo. Staccai le cuffie, che tornarono dove avrebbero sempre dovuto essere, ovvero dentro al cassetto della scrivania.

Poi feci partire il solito disco rumeno, abbassando il volume finché non diventò un semplice rumore di fondo.

Un altro sospiro e tornai al computer. Ovviamente, lo schermo era pieno di pop-up pubblicitari perché ogni volta che papà usava il computer finiva in posti strani e si spaventava e cliccava tutto contemporaneamente ottenendo l'alquanto fastidioso fenomeno dei pop-up che spuntavano all'accensione di internet.

Seduta sulla poltroncina rigida, chiusi tutte le finestre, anche se rimasi un attimo a guardare inebetita la pubblicità di un gioco in cui bisognava trovare parole come "gofo" e "lufo" che, visti i disegni da cui erano accompagnati, dovevano significare "gufo" e "lupo". Boh. 



 Alla fine, dopo tantissimi sforzi, riuscii a raggiungere il mio motore di ricerca preferito (DuckDuckGo) e digitai una sola parola


Alla fine, dopo tantissimi sforzi, riuscii a raggiungere il mio motore di ricerca preferito (DuckDuckGo) e digitai una sola parola.

Vampiro.

Al solito, l'attesa fu snervante. La lista di risultati, quando apparve, era ricchissima e includeva film, spettacoli televisivi, il noto wrestler Vampiro (di cui ero e sono una fan), gruppi metal sconosciuti, cosmetici per un trucco dark, illustratori e fumettisti. A dire il vero, il primo, il secondo, il terzo risultato e anche la foto con la descrizioncina di Wikipedia che sta sul lato destro dello schermo erano tutti dedicati al wrestler Vampiro. Non che mi dispiacesse, ma dovevo trovare creature mitologiche, così mi misi a cercare più a fondo...

Mi persi nella navigazione e finii in uno strano sito tutto arancione che si chiamava "Wattpad" nella quale lessi gli incipit di una dozzina di bruttissime storie sui vampiri in cui i vampiri erano umani con i denti un poco più lunghi che dicevano parolacce e per il resto si comportavano esattamente come ragazzi maleducati normali... beh, a parte il dettaglio dei denti a punta un po' più lunghi, sembrava la descrizione dei Cullen.

Mi persi letteralmente dentro Wattpad. Diamine, non sapevo che esistesse un posto dove leggere migliaia e migliaia di libri completamente gratis! Era impressionante. Dimenticandomi per un po' dei vampiri, mi misi a leggere una storia chiamata "Joy I Call Life" che mi fece sospirare e mi strappò un paio di lacrimucce, ma quando arrivai al sesto capitolo mi ricordai che dovevo fare una ricerca sui vampiri non sui redattori newyorkesi transgender, quindi misi fra i preferiti l'indirizzo di Wattpad, ripromettendomi di andarci insieme a Mike, e continuai la mia ricerca.

Trovai un sito apparentemente promettente: Vampiri A-Z. Aspettai con impazienza che le pagine si caricassero, chiudendo alla svelta tutte le finestre di pubblicità che apparivano. Infine, ecco la schermata completa: un semplice sfondo bianco con caratteri neri, chiaro segno della mancanza di professionalità del web-designer o taccagneria da parte dei creatori del sito che non hanno voluto pagare un web-designer oppure non erano neanche in grado di mettere uno sfondo o delle immagini.

Un sito di vampiri senza immagini, diciamocelo chiaro chiaro, fa schifo.

Tuttavia decisi di non giudicare troppo un libro dalla copertina (o un sito dal suo design) e gli diedi una chance.

Ad accogliermi sulla home page c'erano due citazioni, una del Reverendo Montague Summers e una di Rousseau, che dicevano qualcosa del tipo "i vampiri esistono perché non abbiamo prove che non esistono e i vampiri sono fighi", ma ovviamente con termini più forbiti.

Il resto del sito (lo scarno resto del sito) era un elenco, in ordine alfabetico, di notizie di vampiri ricavate dalle tradizioni di tutto il mondo. Il primo link che cliccai parlava del Danag, un vampiro filippino, indicato come il responsabile dell'introduzione del taro sulle isole (io non sapevo cos'era un taro. Ma non è che si siano premurati di spiegarmelo). Secondo il mito, il Danag lavorò per molti anni al fianco dell'uomo, ma la collaborazione cessò quando un giorno una donna si tagliò un dito e il Danag, succhiandoglielo, gradì il sapore del sangue talmente tanto da prosciugarla.

Studiai ogni descrizione con cura, in cerca di elementi familiari, per non dire plausibili. Sembrava che la maggior parte delle storie di vampiri riguardassero bellissime donne nella parte dei demoni e bambini nei panni delle vittime: a pensarci bene, sembravano proprio teorie costruite ad arte per spiegare l'alta mortalità infantile e trovare una scusa all'infedeltà dei mariti.

Tutto molto maschilista.

Alcuni racconti parlavano invece di spiriti incorporei (in tal caso non avrebbero dovuto essere spostati su un sito di fantasmi, anziché di vampiri?) e raccomandazioni contro le sepolture improprie. Avevano poco a che fare con i film che conoscevo e non tutti i vampiri citati erano assetati di sangue umano, il che mi convinse ancora di più che quelle creature non dovessero stare nella lista dei vampiri.

Tre voci catturarono immediatamente l'attenzione, perché mi erano familiari: I Varacolaci rumeni (io li conoscevo da prima come "Vrykolakas"), I Nelapsi slovacchi, creature tanto forti e veloci da riuscire a massacrare un intero villaggio nella prima ora dopo la mezzanotte e infine i più interessanti, gli Stregoni Benefici.

Perché erano i più interessanti? Perché il nome era scritto proprio così, Stregoni Benefici, in italiano... e l'italiano è la mia lingua e la mia cultura, ma non avevo mai e dico mai sentito parlare di questi "Stregoni Benefici".

La definizione relativa a questi ultimi era molto breve.

Stregoni Benefici: vampiri italiani, che secondo la tradizione stanno dalla parte del bene e sono nemici mortali dei vampiri malvagi.

Mai sentiti nominare. Erano irrealistici, alquanto, e conoscendo la tradizione italiana... non ero sicura che esistessero. Tuttavia ero una che dava chance a destra e a manca come caramelle, dunque diedi una chance anche a questo sito scarso in conoscenze e in grafica e digitai sul motore di ricerca DuckDuckGo "Stregoni Benefici".

I risultati furono inequivocabili: solo altri due siti li citavano, due siti affiliati con Vampiri A-Z e per giunta scritti in inglese. Nessun sito italiano li menzionava anche solo per sbaglio, dunque era chiaro che questi Stregoni Benefici non esistevano nel nostro folklore e se li erano inventati quei poveracci di Vampiri A-Z giusto per inserire almeno una razza di vampiri buoni nella lista.

Appurato che quel sito faceva pena esattamente quanto sembrava, decisi di fare una ricerca più seria.

Entrai sulla pagina di Nonciclopedia intitolata "Vampiro", così, per farmi quattro risate.

Essa recitava:

"Il vampiro è una specie animale vivente e non vivente, morto e non morto. Insomma la vita dei vampiri (o non vita?) è un gran casino.
La loro complessità ha reso inutili molti tentativi di scoprire tutto ciò che li riguarda. Ma i nostri ricercatori sono troppo furbi e hanno raccolto comunque diversi dati.
"

Seguivano questi "diversi dati". Mi feci quattro risate, ma non era quello che cercavo. Ah, le insidie del web: inizi a fare una ricerca e finisci che stai trovando un testo dove dicono che una papera è pericolosa quanto un vampiro, se non di più, oppure il test di Chicavampiro per sapere se sei un vampiro. Ero tentata dal fare il test, ma decisi di continuare la mia ricerca facendo finta di essere una ragazza studiosa e seria.

Finalmente trovai un sito, chiamato Vampiri.net, che aveva una grafica: era tutto bordeaux e nero, con le scritte bianche a caratteri piccoli, e oltre ad avere anch'esso una lista (molto più completa di quella di vampiri A-Z) di razze di vampiri, aveva anche sezioni dedicate ai miti, alla caccia ai vampiri, alla protostoria medica, ai giochi di ruolo, le rassegne stampa, la relazione fra animali e vampiri, narrativa e chi più ne ha più ne metta. Ecco, questo era un sito interessante!

Cliccai su Miti e Leggende, poi su Origine e significato del termine vampiro.

In particolare era interessante l'inizio del testo:

"Con il termine "vampiro" si identifica lo spirito di una persona defunta o del suo cadavere, una creatura-simbolo delle forze del male che si agitano in una specie di vita quando "la luce del Sole é morta".
L'origine del Vampiro
è antichissima e con diverse varianti, si perde nella notte dei tempi ed ha un notevole ruolo nella cultura di quasi ogni popolo.
L'origine del Vampiro si perde nella notte dei tempi, certi metodi osservati nelle necropoli preistoriche in cui grosse pietre sono piantate sul corpo dei morti per impedirgli di tornare dall'aldilà fa presupporre la credenza nel Vampiro.
"

Continuai a navigare nel sito, alla ricerca di qualcosa che potesse confermarmi che davvero i Cullen erano una famiglia di vampiri oppure smentirmi e avvalorare la tesi che erano un gruppo di persone pesantemente drogate.

Alla fine, pur non avendo trovato nulla, iniziai ad inquietarmi per colpa di tutte quelle accurate leggende e delle dissertazioni pseudo-scientifiche che parlavano di malattie realmente esistenti, quindi chiusi il sito scuotendo la testa, con un po' di ansia, e andai nel posto più sicuro del mondo: Wikipedia. Lì, di sicuro, nessuno avrebbe intitolato una sezione "orrore e morte" oppure avrebbe iniziato a parlare dei vampiri come se in quel momento potessero essere alle mie spalle.

Secondo Wikipedia, i capelli di un vampiro potevano continuare a crescere dopo la sua morte, mentre era nella tomba, e questo spiegava perché quasi tutti i Cullen avevano chiome asimmetriche, spettinate, chiaramente fuori dalla lunghezza desiderata.

Tuttavia leggendo tutto il resto del testo capii come Edward e compagnia non potevano in alcun modo essere vampiri: da nessuna parte si citava che essi potessero essere duri come marmo o che fossero autentici psicopatici, né che vivessero in grandi ville bianche, che si riunissero in famiglie o che dovessero forzatamente dare il tormento a ragazze come me. Avevo confrontato scrupolosamente con ogni mito un piccolo catalogo di elementi salienti: velocità, forza, bellezza, colorito pallido, occhiaie, occhi cangianti, le caratteristiche elencate da Jacob come freddi e nemici dei licantropi, ma c'erano poche descrizioni che coincidessero con più di una sola caratterisica per volta.

Arrivai ad una conclusione: Edward e la sua famiglia potevano essere tante cose, ma di certo non si trattava di vampiri.

Cercai "pelle dura come il marmo", ma il primo risultato era "come pulire e lucidare il marmo in modo naturale", il secondo "come pulire il mortaio in marmo".

Più scendevo lungo la pagina, più mi accorgevo che non c'erano pagine che parlavano di cose simili, neppure a carattere medico. Che cosa poteva causare una pelle durissima, come quella che avevo riscontrato in Alice? Era una sindrome così rara da essere introvabile su internet? No, certo che no! Non sembrava una sindrome, Alice si muoveva come una persona normale e la flessibilità della sua cute, nonostante la durezza, sembrava ottimale.

Ero confusa e vagamente spaventata, anche per colpa di quel sito, Vampiri.net, che mi aveva messo in testa idee orribili.

Spensi il computer direttamente dall'interruttore, senza aspettare di chiudere correttamente la sessione. Oltre che ansiosa, mi sentivo un po' imbarazzata per me stessa... che cosa stupida, ero seduta in camera mia a fare una ricerca sui vampiri perché non riuscivo a capire cos'erano i Cullen. Cosa c'era che non andava in me?

Decisi di prendermi una vacanza, anche breve, anche di un solo pomeriggio. Dovevo uscire di casa, ma tutte le mete che desideravo davvero raggiungere distavano almeno tre giorni di viaggio. Infilai comunque gli stivali, senza una destinazione chiara in testa, e scesi al piano di sotto.

Mi strinsi nell'impermeabile senza nemmeno controllare che tempo facesse e uscì a grandi passi.

Il cielo era coperto, ma ancora non pioveva. Ignorai il pick-up e proseguii a piedi verso est, oltre il nostro giardino, diretta alla foresta sempre rigogliosa. Non mi ci volle molto per smarrire la visuale della casa e della strada e sentire soltanto il rumore della terra viscida sotto le suole e gli schiamazzi improvvisi delle ghiandaie.

All'interno della foresta c'era uno stretto lembo di terra che faceva da sentiero, senza il quale non avrei rischiato di avventurarmi così lontano. Il mio senso dell'orientamento era inesistente: in un luogo meno accogliente mi sarei quasi certamente persa.
La stradina si insinuava nel profondo della vegetazione, perlomeno verso est, mi pareva. Serpeggiava attorni agli abeti sitka e a quelli canadesi, ai tassi e agli aceri. Conoscevo i nomi degli alberi che mi circondavano e lo dovevo a papà, che me li indicava sempre durante le nostre gite, quando ero più piccola. Amavo quegli alberi, ma ce n'erano ancora alcuni che non riconoscevo e altri di cui non ero sicura, perché erano ricoperti da erbacce verdi e macchie espanse di licheni.

Continuai a camminare finché la rabbia che provavo per me stessa mi diede energia. Quando iniziò a passare, rallentai. Dalla cappa protettiva del bosco filtrava giusto qualche goccia, ma non capivo bene se fosse pioggia oppure acqua rimasta sospesa tra le foglie dal giorno prima, che ritornava alla terra gocciolando piano.

Un albero caduto di recente – lo capii perché dove avrebbero dovuto trovarsi le sue radici la terra era tutta smossa e si vedevano ancora le forme di queste ultime – era appoggiato addosso al tronco di uno dei suoi fratelli e creava una piccola, graziosissima, panchina naturale, un riparo a pochi passi dal sentiero. Attraversai i cespugli e mi sedetti con cautela, tirandomi la giacca a vento in modo che proteggesse dal fondo umido i miei vestiti, quindi appoggiai la schiena e la testa coperta dal cappuccio contro l'albero vivo.

Avevo scelto il posto sbagliato? Forse. Ma dove altro potevo andare? La foresta era verdeggiante, similissima all'ambientazione del sogno della notte precedente, e proprio per questo non mi stava concedendo la pace che avevo sperato. Ora che non si sentiva più il rumore dei miei passi nel fango, il silenzio era straziante. Anche gli uccelli tacevano e la frequenza delle gocce aumentava, probabilmente aveva iniziato a piovere sul serio. Da seduta, le felci erano più alte di me, se qualcuno fosse passato lì davanti dal sentiero non mi avrebbe vista.

In mezzo agli alberi era molto più facile credere alle assurdità che in camera mia mi avevano fatta vergognare. La foresta era la stessa da migliaia di anni, imperscrutabile, verde e selvaggia, e i miti e le leggende di centinaia di luoghi diversi, in centinaia di lingue diverse, sembravano molto più plausibili lì che tra le quattro pareti di una stanza.

I Cullen non erano vampiri, ma erano comunque qualcosa. Qualcosa di impossibile da definire razionalmente si stava chiarendo. Che fossero i freddi di cui parlava Jacob?

Infine, il quesito più importante di tutti: come mi sarei comportata, se quella fosse stata la verità?

Di una cosa, tra tutte, ero sicura: l'Edward oscuro, il vampiro, del mio sogno era un riflesso della mia paura per ciò che aveva detto Jacob, nonché della paura perché avevo scoperto che quel ragazzo era uno psicopatico, uno stalker, una sorta di vampiro emozionale che voleva prosciugare la mia felicità.

Guardai in alto, fra le fronde verdissime che si chiudevano sopra la mia testa come un tetto di giada, cantante di mille gocce d'acqua.

Cosa avrei fatto, come avrei potuto salvarmi, se i Cullen fossero stati veri demoni?

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Note sul capitolo: Poiché l'intero capitolo è basato sulla ricerca online, abbiamo davvero ricercato online e non fatto finta come Stephenie Meyer (che a quanto pare c'ha i pop-up che si aprono da soli quando accende il computer, boh, noi abbiamo dovuto inserire la storiella del padre che cerca online e si spaventa per giustificarla), che si è inventata una cosa ridicola come gli Stregoni Benefici. Perché, che diamine, siamo italiani e non ci piace che inventino i nostri miti, ok? OK? Ovviamente scherziamo su questa cosa. Chiunque può inventare un mito, però non sarebbe stato molto più figo se davvero la Meyer avesse usato una leggenda italiana vera? Se avesse fatto conoscere un po' della nostra storia? Se si fosse sforzata giusto un filo di rendere più interessante anche questa ricerca online? Domanda retorica.
Per il resto, tutto quello che abbiamo nominato in questo capitolo riguardo alle cose che Belarda cerca online, esiste davvero. Cercare per provare, ma mi raccomando, con DuckDuckGo!



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 Aggiorneremo la storia su questo blog un pò più lentamente che su wattpad, quindi se avete la app di wattpad, oppure vi piace leggere direttamente da quel sito, continuate a leggere la storia da qui


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