mercoledì 2 maggio 2018

Sunset 38 - Mini preludio di una giornata lunghissima



Quando rientrai nella stanza, fui accolta dalla visione dei due Cullen ancora immobili nell'esatto punto in cui li avevo lasciati, che guardavano però un diverso telegiornale. Questo voleva dire che uno dei due si era mosso almeno una volta per cambiare canale prima, ma erano riusciti a riprodurre le pose originali con fedeltà assoluta.
Il servizio trasmesso era piuttosto innocuo, e parlava di un'associazione che, grazie all'aiuto dei cavalli, praticava con successo della ippoterapia sui ragazzi affetti da severe forme di autismo ed aveva appena ottenuto la certificazione ufficiale che ne attestava la validità in campo medico.
«Che bella cosa» Dissi
«E allora, perché hai paura?» mi disse Jasper, in tono perplesso. Poteva percepire le mie emozioni, ma non riusciva a coglierne l'origine.
«Perchè ho visto la tua faccia». La mia voce era un flebile sussurro, ma di certo riuscivano a sentirla «E poi siete sempre negativi. Sono anche contenta perché i cavalli aiutano i ragazzi autistici. Ci possiamo concentrare un attimo su questa bella informazione? Sarebbe...».
A interrompermi fu Alice, che mi sfiorò la guancia con le dita fredde. Ommioddio, tutti i vampiri mi toccavano, ed erano freddi e io non potevo sopportarlo. Mi scansai con un saltello, mentre lei mi diceva dolcemente «Edward è rimasto solo per quasi un secolo. Ora ha trovato te. Dopo tutti questi anni passati insieme a lui, certi cambiamenti non ci sfuggono, e lui è diverso, adesso. Pensi che avremmo il coraggio di guardarlo in faccia per i prossimi cent'anni, se ti perde?»
«Vabbò che è brutto, ma non così brutto che non lo potete guardare per i prossimi cent'anni».
Alice contrasse la mascella.
Malgrado la calma mi stesse invadendo, però, sapevo di non potermi fidare delle mie sensazioni se c'era in giro Jasper.
«'Notte» Dissi in fretta, e sfuggii alla malefica e fredda presenza degli osservatori compulsivi di TV andando ad infilarmi nel lettuccio pulito della camera. Se fossi stata un po' meno stanca avrei riflettuto su tutte le strane cose che mi erano successe quel giorno, e sull'aver incontrato nuovamente Undertaker, che non pensavo di poter incontrare mai più, o sul fatto che mio padre stesse pensando che salvavo gattini tutta la notte, o al segugio vampiro che mi voleva morta.
Ma ero stanchissima, e caddi come corpo morto cade.
Quella seguente, fu una giornata lunghissima.

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Note degli autori: Siamo tornati! Belarda è tornata! Ditelo, che siete tutti su di giri, vero? E da oggi, ogni giorno pubblicheremo un capitolo, fino ad arrivare alla fine del libro.


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