mercoledì 27 febbraio 2019

Tiraturi

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Tiraturi
(Antaianthus Pugnax)


 
Il tiraturi comune è una pianta perenne, caratterizzata da una grande infiorescenza a capolino che la rende immediatamente riconoscibile.
Sebbene sia una pianta che cresce nelle zone endocontinentali di Mimmum, ed abbia dunque ricevuto una classificazione tassonomica diversa da quella terrestre, per moltissimi versi può essere accomunata ad una pianta della famiglia delle Asteracee.
 
Il tiraturi è rinomato per la sua capacità di individuare con precisione le creature che gli si muovono intorno e, soprattutto, di usare tutto ciò che ha intorno come proiettile da lanciargli contro; comincia a reagire a circa tre metri di distanza, ma la gittata effettiva è di un misero metro, e solo a distanza ravvicinata un singolo lancio del tiraturi può essere seriamente pericoloso, grazie ad una serie di accorgimenti fisiologici della pianta adibiti proprio allo scopo. 
Questo suo comportamento è detto ectropismo, dalle parole greche εχθρός (echthrós) “nemico” e τρέπομαι (trépomai) "mi volgo".
Per questo motivo il tiraturi è anche conosciuto comunemente, al di fuori dell'ambito sacro, anche come "erba vandala" o "fiore violento".

Aspettative di vita media
Il tiraturi è una pianta perenne, che può arrivare in genere
ai sei anni di età.

Etimologia
Il nome scientifico terrestre del tiraturi usa sia il greco che il latino nel tentativo di arrangiare alla lingua terrestre la classificazione tassonomica in voga su Mimmum.
Antaianthus è l'unione delle due parole greche antaios (ανταίος), il cui significato è “opposto, ostile” e antheia (άνθεια), “fiore”. Pugnax, dal latino, vuol dire “pugnace, combattivo”.

Descrizione
Il tiraturi è una pianta erbacea ad alto fusto. È un'emicriptofita (cioè una pianta alla cui base si formano delle gemme che sopravvivono alle stagioni più rigide svernando al livello del terreno, protette dalla lettiera o dalla neve, mentre il resto dell'organismo appassisce).
Presenta un asse fiorale eretto ed il fusto, dritto ed ascendente, arriva al metro e mezzo d'altezza e dall'uno agli otto centimetri di diametro. 
 
Mentre il fusto ha una superficie liscia e lucida, le foglie sono coperte da una sottile peluria cosparsa di una sostanza oleosa ed appiccicosa che gli consente di afferrare gli oggetti che usa come proiettili. 
Una volta che la foglia aderisce al proiettile improvvisato (un sasso ad esempio, o un bastoncino, o foglie da un'altra pianta) si attiva una risposta tigmonastica della pianta allo stimolo e quella gli si curva automaticamente attorno per garantire una presa più salda. Infine, il tiraturi scaglia l'oggetto contro “l'avversario” percepito; accade spesso che parte della peluria sulla pagina fogliare rimanga attaccata al proiettile, perciò dall'osservazione di queste piante si può capire se la zona è popolata da animali di una certa dimensione. Infatti i tiraturi non reagiscono alla presenza di animali troppo piccoli, come rane o lucertoline, ma iniziano a trovare bersagli plausibili quelli grandi come un grosso coniglio o un dodo.
 
Il modo in cui percepisce le creature intorno a sé è ancora oggetto di studio. Una delle spiegazioni è che il fenomeno sia possibile grazie alla disposizione particolare delle radici: esse vengono divise in primarie e secondarie e sembrano svolgere ruoli diversi. 
Le radici primarie sono fittonanti e si sviluppano in profondità, occupandosi principalmente di mantenere riserve e trovare il nutrimento necessario alla sopravvivenza della pianta. Se vengono danneggiate la pianta può soffrirne gravemente, specie se in fase di sviluppo.
Le radici secondarie sono invece più sottili e creano una fitta rete che si estende in ogni direzione sotterranea a partire dalla pianta, spostandosi principalmente vicino alla superficie e circondando sassi, zolle di terra e addirittura radici di altre piante; le radici secondarie hanno probabilmente il compito di tenere la pianta ancorata ancora più saldamente al suolo e “mappare” la zona circostante per scoprire la presenza ed il peso di potenziali nemici saggiando la pressione esercitata da questi sul terreno in cui si sono infiltrate, oltre ad essere a loro volta in grado di fornire un po' di nutrimento. Se le radici secondarie vengono danneggiate, la pianta non sembra risentirne affatto ed è in grado di ricrearle in fretta.
 
Le foglie del tiraturi, simmetriche e di un bel verde bottiglia intenso, sono grandi e spesse, a disposizione alterna nella parte bassa del fusto e a disposizione opposta nel resto della pianta. La forma è lanceolata-ovale, allungata, con apice acuminato e margini regolari, attraversate da un solo nervo che sostiene la foglia. Sono lunghe dai dodici ai diciassette centimetri.
A venire impiegate per raccogliere gli oggetti sono unicamente le foglie sulla parte inferiore del fusto, dato che le foglie sulla parte alta tendono ad essere più sottili e coperte da peluria più rada.
 
Infiorescenza e frutti
Il tiraturi prepara l'infiorescenza immediatamente alla fine della stagione fredda, con precisione matematica, tanto che in passato era utilizzato dagli abitanti dell'endocontinente come punto di riferimento stagionale. Il capolino sfiorisce nel periodo delle pioggie del primo autunno.
L'infiorescenza non è un fiore unico, ma un capolino costituito da una serie di minuscoli fiori di colore giallo intenso. All'interno del capolino è custodita una superficie liscia, su cui sono posti due minuti organi di senso che funzionano come occhi estremamente rudimentali, costituiti da una membrana delicata capace di stabilire con precisione la luminosità ambientale.
Dapprima si credeva che questi occhietti, che hanno l'aspetto di due macchiette scure al centro del capolino, servissero a far sì che la pianta potesse determinare il clima, ma la teoria è stata scartata in favore di quella per cui il loro scopo è di determinare l'avvicinamento di creature volanti che potrebbero volersi cibare dei semi ancora acerbi ed allontanarli (preferibilmente a sassate). È un meccanismo molto preciso, in quanto gli animali volanti non possono essere avvertiti dalle radici secondarie e questi “occhietti” si sono evoluti praticamente al solo scopo di ovviare a questa mancanza, scopo a cui adempiono finché i semi non sono del tutto maturi. 
 
Un tiraturi non sviluppa mai più di un capolino per pianta.
La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un asse floreale carnoso sorregge un involucro composto da più brattee (delle foglie modificate). Le brattee dell'involucro sono spesse e vellutate, di un colore giallo canarino estremamente appariscente. Dato che gli “occhietti” del tiraturi sono molto delicati, durante i temporali o in presenza di agenti esterni pericolosi le brattee centrali si piegano per coprirli.
Quando i piccoli fiori nel disco del capolino maturano, diventando dei frutticini arancioni a punta di freccia compressi ai lati, circondati da una pula (una specie di guscio). La superficie del guscio è vellutata. I semi hanno colori e dimensioni diverse, ed in generale quelli più corti contengono più olio. I colori vanno dal giallo paglierino fino all'antracite. Il frutto è grande dai sei ai tredici millimetri.


Riproduzione
La riproduzione del tiraturi avviene principalmente attraverso la fecondazione per impollinazione entomogama (tramite gli insetti) e poi disseminazione dei semi caduti a terra ad opera di piccoli animali (gli animali più grandi non ne hanno la possibilità, per ovvi motivi).

Distribuzione e habitat
Nonostante sia una pianta sufficientemente rara, può crescere in tutto l'areale interno di Mimmum, prediligendo le zone rocciose.

Variabilità
Il tiraturi è una pianta ben poco variabile. Possono essere talvolta riscontrate piccole differenze cromatiche, ma in generale è una pianta che non presenta grandi variazioni.

Nel piatto
Il tiraturi non è una pianta molto versatile in cucina, tuttavia l'olio prodotto dai suoi semi – attraverso un processo lungo e molto complesso – è utilizzato per rituali che si pensava potessero ristabilire la salute della pelle. Si pensava questo perché è effettivamente vero; inoltre, se usato come condimento, dà un sapore delizioso e vagamente pungente alle pietanze.
Quest'olio è generalmente di colore arancio-ambrato, e particolarmente amato come condimento dei piatti speziati, mentre è considerato disgustoso se usato nelle pietanze dolci.

Nella cultura popolare
Il tiraturi è una pianta sacra al culto della Sterei, dato che il suo capolino dai colori vividi ricorda la figura del sole. Questa pianta è tanto sacra che è considerato un affronto sradicarne dal terreno una già cresciuta, tuttavia non è impossibile crescerne una a casa. Bisogna però aspettare che la pianta faccia i semi, ed evitare i numerosi oggetti contundenti che questa tira addosso a chi gli si avvicina.
Il tiraturi è una pianta difficile da coltivare, perché se non si controlla la crescita delle radici secondarie in modo da non calpestarle per sbaglio, essa cerca di assassinare il suo coltivatore. Per il resto si adatta bene a molti tipi di terreno e se ben coltivata può sfiorare i due metri di altezza. È una pianta eliofila e adattabile.
Si tende a non disegnarlo nelle nature morte, in quanto da un'impressione di vigore a chi lo ha almeno visto una volta dal vivo.

Specie simili

  • Antaianthus perennis, il fiore ostile comune. Non presenta un ectropismo spiccato come quello del tiraturi. Rabbrividisce se viene toccato.
  • Antaianthus liberalis, o tiraturi generoso. Somiglia molto al tiraturi, quasi da poter essere confuso con quest'ultimo da un occhio inesperto. Al contrario del tiraturi, l'ectropismo del tiraturi generoso si dimostra solo nel momento in cui i suoi frutti sono maturi. In quel caso si scrolla e usa le sue stesse foglie per spargere i propri frutti in giro, nella speranza che l'animale in avvicinamento riesca a portare ancora più lontano i suoi semi. È una specie molto rara, perché di solito gli animali li mangiano invece, anche se sono di sapore più sgradevole rispetto a quelli del tiraturi.
  • Helianthus pauciflorus, un tipo di girasole selvatico dalle foglie lanceolate.
  • Helianthus annuus, il girasole comune. Anche se i Mimmi negano, i terrestri ci vedono una certa somiglianza, tanto da valere il nomignolo ironico al tiraturi di “girasole matto”.
Curiosità
  • Se bruciate, le sue foglie possono avere un leggero effetto psicotropo.
  • Sembra che il loro corpo sia in grado di una rudimentale forma di apprendimento, in quanto la medesima pianta risponde allo stesso stimolo in modi diversi a seconda dell'età. Ad esempio, dopo almeno un anno di convivenza, i tiraturi potrebbero riconoscere i passi dei loro coltivatori e smettere di cercare di assalirli.
  • I tiraturi sono in grado di sollevare oggetti fino al peso di quattro chili.
  • Gli animali più grandi sono considerati un pericolo dai tiraturi, ma gli animali un po' più piccoli vanno bene come proiettili.

🌵🎨Tutti i disegni in questa pagina (e molto probabilmente anche in tutte le altre pagine, se non diversamente specificato) sono stati realizzati dalle nostre artiste, Furiarossa e Mimma. Potete vedere altri loro lavori e/o supportarle (e supportare così anche tutti i Cactus di Fuoco ;)) sulla loro pagina Patreon. Diventate patroni delle arti!🌵🎨

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