giovedì 5 marzo 2020

Un boccaccio di Amuchina - 4. Come nacque tutto



+ Come nacque tutto, una storia di Giangiorgio Gomblotti+

Non so quanto le persone che sono sedute qui con me siano coinvolte in questo sequestro, se ne siano vittime come lo sono io o se siano complici dalla parte del signor Lazzaretti, o cosa mi accadrà in questa grande casa. So che almeno due di voi sono cattive persone.
Va bene, so che è stato tutto orchestrato per avere qui me e la nonna, lo so.
Parlerò.
Anzi, c’è proprio bisogno che io parli: la libertà di un uomo finisce dove la sua bocca non dice più le parole che vorrebbe pronunciare, ma è costretta a ripetere quelle d’altri, o a tacere.
Cosa? No, che vuol dire? No che i muti non sono schiavi, possono comunicare benissimo in altri modi! Anche se… ora che mi ci fai pensare, è una cosa su cui dovrò fare delle ricerche quando, e soprattutto se, riuscirò mai ad uscire di qui con tutte le mie facoltà mentali.
Io lo so che un uomo come il signor Lazzaretti può aver orchestrato tutto questo solo per due ragioni: o per sapere quanto ne so prima di mettermi a tacere, non so se per sempre o asportandomi le mie memorie, o per sentire il materiale del mio audiolibro e rubare le mie idee, lo so.
Vada avanti, faccia pure se questo la fa stare meglio! Io non ho paura dei suoi muscoli. Io lo so che un normale umano non può raggiungere quella forma bozzuta senza l’aiuto di sostanze chimiche, e quindi so che i suoi muscoli sono vuoti come la sua casa e il suo cuore.
No, non voglio fare a braccio di ferro. Lei mi vuole assalire: lei, signor Lazzaretti, è un bruto.
Per ora mi piegherò al suo volere, ma non crediate che sia perché ho paura dei suoi bozzi, tutt’altro: lo sto facendo perché ho sentito ogni sorta di inaccuratezza da quando sono entrato in questa casa da tutti voi, e approfitterò di quest’occasione per spiegarvi in che razza di mondo viviamo.
Per capire al meglio le stravolgenti informazioni che ho su Caltaleone e che ho deciso di condividere con voi però, – sì, proprio questa città che ritenevate tanto sonnacchiosa ed innocua! Ma scommetto che non avete mai sentito parlare della Porta dei Triangoli Occulti! E che mi dite del Morto col Maquillage? Sorpresi, eh? – fino ad arrivare alle vere origini del complotto Coronavirus, dovrò partire da molto, molto tempo fa. Dall’inizio.
Ecco a voi la storia di come ebbe inizio tutto.
In principio l’universo era come un enorme scatolone quadrato in cui stavano due grandi biglie compatte che rotolavano dappertutto, una bianca e una nera: la prima era la materia, la seconda era l’anti-materia.
Gli scienziati vorrebbero farvi credere che all’inizio di tutto non ci fosse niente, e invece no! Sappiamo che niente si genera dal niente, dall’osservazione coi nostri propri occhi, quindi quella del Big Bang è una teoria stupida.
Lo scatolone doveva essere quadrato per forza, perché se fosse stato tondo le due biglie avrebbero potuto continuare a rotolare per sempre; invece c’erano degli angoli e rimbalzando le due biglie si scontrarono e, siccome erano opposte in tutto e per tutto, provocarono un’esplosione e un’anti-esplosione: l’anti-esplosione scombinò ciò di cui erano fatte le biglie, mentre l’esplosione le proiettò per tutto lo scatolone.
No, non è la stessa cosa del Big Bang. Ignorante.
Per sua natura, l’anti-materia non può toccarci senza generare un’anti-esplosione, e la materia è fatta per indagare e conoscere solo il resto della materia, perciò non poteva succedere altrimenti che la materia e l’anti-materia si evolvessero allo stesso momento ma del tutto separate, generando un universo e un anti-universo. Purtroppo non abbiamo modo di sapere come è fatto questo Universo Nero e se somiglia al nostro perché non lo possiamo percepire con i nostri sensi materiali, ma vi assicuro che c’è.
Siete scettici? E come mi spiegate i buchi neri, che si chiamano anche “neri”? Ah ah, scacco matto.
Ora, quando le due biglie bianca e nera si erano toccate per la prima ed ultima volta, un po’ di materia ed anti-materia si erano fuse insieme creando una terza cosa mai vista prima, il Principio Unico ed Inscindibile del Concetto Attivo Universale del Perfetto. O “Il Perfetto”.
Il Perfetto, avendo caratteristiche sia della materia che dell’anti-materia e potendo interagire con entrambe, era proprio… perfetto, e fu grazie alla sua influenza – che subiamo tutt’oggi, attenzione – che si originò un universo funzionante, frutto quindi di un disegno intelligente.
Se prima l’universo non funzionava? Ottima domanda, Pinocchio. Prima l’universo faceva schifo perché erano solo due palle scolorite che hanno finito per sbattersi addosso, quindi certo che no, bambino ignorante. Mi hai dato un calcio? Tu, bambino, mi vuoi aggredire. Tu sei un bruto.
Dicevamo: così l’universo, piano piano, iniziò a prendere forma.
Facciamo finta di viaggiare alla velocità della luce, saltiamo eoni in cui le rocce cominciavano ad attaccarsi insieme per fare delle rocce molto più grandi e la nascita di pochissimi ambienti adatti alla vita ed alla anti-vita, e arriviamo al momento in cui le prime persone escono dal brodo primordiale, tutte sporche, che ancora non sanno sbucciare le mele.
Anche loro si evolvono come tutti gli altri animali, guidati dal Perfetto, ma infine si elevano e, nei primi anni ‘90, nasce da quella nobile stirpe di animali intelligenti quello che diventerà il mio idolo: Kadam Admon!
Nasce da una famiglia che viveva nelle campagne, senza molto cibo ma con moltissima acqua, e nel verde della natura osserva il mondo e comincia a capirne gli ingranaggi. Non va a scuola, dove nessun insegnante può mettergli in testa delle false nozioni pilotate dal governo, e arriva con mente limpida e serena all’età di giovane adulto. Allora diventa guardiano di fiumi per professione, e con i primi soldi che guadagna con questa professione, decide che è il momento di comprarsi una macchina fotografica, per quanto costose fossero all’epoca. Comunque lui era molto bravo a guardare i fiumi, e quindi i soldi non gli mancavano.
La sua famiglia non capisce questa scelta e cerca quasi di ostacolarlo; è allora che nasce il celebre litigio da due frasi con il padre:
«Ma figlio» gli dice il padre «Non preferiresti una bici o un giornale con delle donne provocanti?»
«No» risponde Kadam. E così la ebbe vinta lui.
Questa macchina fotografica si rivela una risorsa di incredibile valore per il giovane Kadam, che si mette a scattare foto a raffica e a spendere tutti i soldi che guadagna fissando i fiumi per farle sviluppare. Dato che non gli rimane soldi per altro, campa con tre caramelle e una mela al giorno, oltre ovviamente a tutta l’acqua che vuole. Le foto dell’epoca che lo ritraggono ci mostrano infatti che era un giovane adulto molto sciupato, nonché l’inventore del selfie.
Osservando queste foto che scatta del mondo, che si appende sulla tesa del cappello per allenare la visione periferica e per poterle confrontare con la realtà che lo circonda, Kadam si rende conto di molte leggi fisiche: tipo il fatto che ci sono quattro stagioni che si susseguono, che a volte gli alberi muoiono e che le nuvole si muovono in cielo. Fino ad allora, ad esempio, molti alberi erano ritenuti immortali… e invece Kadam poté dimostrare che così non era.
Ma soprattutto, durante una giornata invernale in cui il suo fiume si è ghiacciato e quindi esserne il guardiano è ancora più faticoso perché, si sa, il ghiaccio può essere rotto, Kadam sente uno strano rumore provenire dal cielo. Fa così: wuhan wuhan wuhan.
Quando alza lo sguardo però, in cielo non c’è niente di niente tranne molte nuvole bianche. Così, dopo averle fotografate, decide di andare a controllare di persona cos’è che che continua a produrre quello strano rumore mai sentito prima.
Kadam si incammina, portando con sé la sua fida macchina fotografica. Ad un certo punto quella strana vibrazione smette, ma Kadam vede delle luci in cielo, così, sospese. All’inizio pensa che, siccome sta calando la sera, siano le prime stelle che si fanno vedere, poi si rende conto che sono grosse come un vitellino e allora decide di scattargli una foto per vedere meglio di che si tratta o potere, se ce ne fosse bisogno, mostrarla ad altri in cerca di consiglio.
Fu lì, signori miei, che venne scritta la storia! Lì cambiò tutto, tutto quello che credevamo di sapere venne stravolto nel tempo d’uno schiocco di dita!
Nella foto si vedeva un’astronave! Una di stile classico, un disco volante a tutti gli effetti, con tanto di piccolo alieno dai grandi occhi magro quasi quanto Kadam che salutava da uno dei finestrini.
Dalle foto che scattò quel giorno e dalla sua esperienza, Kadam Admon riuscì a ricomporre tutti i tasselli mancanti del puzzle: noi non eravamo l’unica civiltà intelligente che si era formata nell’universo.
Dalle parti di Zeta Reticuli, a seguito dell’evoluzione dell’anti-materia, dagli anti-brodi primordiali erano nate delle anti-persone!
Queste prime anti-persone, ad ogni modo, hanno dei vantaggi che noi creature materiali non abbiamo: mentre noi siamo del tutto ignari della loro presenza nel nostro stesso universo loro non solo sanno che ci siamo, ma possono anche osservarci tranquillamente senza paura di essere scoperti dato che la materia non può percepire, per sua natura, l’anti-materia, ma loro non possono toccarci direttamente senza generare un’esplosione!
Il fatto di poter osservare tutto, però, sia materia che anti-materia, ha fatto sì che questi esseri incredibili ed alieni si evolvessero molto più in fretta di noi, così al giorno d’oggi hanno anche un sacco di tecnologie avanzatissime e mezzi di trasporto per raggiungere la nostra Terra ed osservarci.
La cosa interessante e del tutto scientifica però, è che la luce è un’energia, e perciò interagisce sia con noi che con loro e noi materiali possiamo percepirla tranquillamente: ecco perché quel giorno Kadam vide le luci dell’astronave ma non il disco volante stesso, ed ecco perché invece riuscì a vedere la foto, perché era ormai solo colore e luce che veniva da un apparecchio materiale, quindi visibilissimo per lui!
Le foto scattate da Kadam sono ancora disponibili su Internet e su fonti del tutto rispettabili, come il profilo Facebook del dottor Truffaldonis, ufologo, sui siti “Alieni ed extraterrestri” e “Complotti Incredibili (ma veri)” e sul mio blog. Alcuni scettici e persone di scienza dicono che la foto non è attendibile perché è un poco sfocata, ma non tengono conto che Kadam non aveva nessun cavalletto o treppiedi con sé, quindi è normale che lo scatto sia venuto un pochino mosso.
E comunque, in realtà sia l’astronave che l’alieno sono facilissimi da distinguere, basta piegare la testa a quarantacinque gradi a destra, strizzare l’occhio destro più del sinistro e non respirare per una decina di secondi et voilà, li vedi subito, come averli davanti. Certe persone non sono pronte a fare nessuno sforzo per vedere la verità.
Credo che per percepire l’anti-materia ci voglia una certa quantità di Perfetto nella propria anima che rende più sensibili alla percezione di tutti i fenomeni, che questi uomini di scienza non hanno.
Comunque, dopo quell’incontro Kadam decise di allontanarsi dalla propria famiglia per non metterla in pericolo e venne a studiare proprio qui, a Caltaleone, dove dicono ebbe molti altri incontri con queste forme di vita extraterrestri e di diversa materia, ed inventò un ingegnoso metodo di comunicazione luminoso per poter parlare con loro.
A Caltaleone è morto serenamente di vecchiaia, dopo aver negoziato una pace momentanea con gli alieni che però si è infranta al momento della sua morte… e ve ne narrerò le conseguenze.
Si lasciò dietro un libro intitolato pressapoco “Memorie di un guardatore”, che è un po’ difficile da decifrare. Alcuni dicono che è perché era un illetterato che non è mai andato a scuola, ma io so che l’ha codificato per far sì che solo persone degne possano capire il suo lavoro e proseguirlo, e riuscirci è il mio sogno! Kadam Admon è diventato ai giorni nostri un vero eroe per tutti noi che cerchiamo la verità: il mio eroe.
Ed è così che, dopo avervi raccontato come è nato tutto e come è stato capito com’era nato tutto, arriviamo ai giorni nostri.
Ed alla grande, spaventosa verità: Caltaleone è la città più importante del mondo.
To be continued… Sì, l’ho detto ad alta voce, qualche problema?
Ora avete le basi per capire quello che vi dirò nelle prossime storie, ma attenzione, perché adesso portate come me il fardello della conoscenza. Riuscirete a sopportarlo?
O... impazzirete?
Wuhan, wuhan, wuhan.



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