sabato 21 marzo 2020

Un boccaccio di Amuchina - 9. Non vogliono pagare


+Non vogliono pagare, una storia di Rosina Gomblotti +

Hai finito? Il signorino scostumato ha finito?
Bene, allora lasciate parlare una vecchia che ha tanto da dire. Anzitutto, grazie al signor Lazzaretti per questo rapimento: la casa è veramente brutta, ma il sedile, qui, è comodo, si capisce che lei ha i soldi.
Lo fa di professione? Il rapitore, intendo?
Ah no? E che bisogno c’è di alterarsi? Chiedo soltanto. Però, già il fatto che abbia negato così sappia che mi ha detto tutto quello che dovevo sapere. Non si preoccupi, che non lo dico a nessuno, io, finché continuiamo così bene. Ma al primo sgarro me la paga, lo giuro su tutti e quattro i miei nomi.
Qua si sta facendo sera e ancora solo Giangiorgio e quel bambino sproporzionato hanno raccontato delle storie che avevano un poco di praticità, che ci serviranno a qualcosa per quando usciremo di qui. Storie belle anche le altre, per amor di Dio, però troppo astratte. Ah, e ci tengo a ripetere che quel bambino non mi è parente, ma proprio no.
Giangiorgino mio sì che è parente, sì che è mio nipotino. Giangiorgino, lo so che tu vuoi farli tutti più esperti e perdi tempo a raccontargli le cose dall’inizio, fin dall’alba dei tempi, ma io non voglio raccontarvi delle cose che vi distraggano dal disastro che c’è là fuori, come fanno tutti questi telegiornali, politici e benpensanti.
Io vi racconto di come stanno davvero le cose ora!
Poi, a nonna, Giangiorgino, tu gli puoi raccontare le storie di quello che ci sta in mezzo tra il presente e quel tuo Simbad Admin o come cavolo si chiama lui.
Allora, dovete sapere che tutti i politici sono malvagi, quindi sono tutti coinvolti in un modo o nell’altro nei guai in cui ci troviamo. Governo ladro! Non se ne salva neanche uno! Però credo che, anche se sono coinvolti tutti, questo casino è partito da uno solo di loro, ma gli altri sono d’accordo ormai.
Io ho i miei diritti di cittadina e non voglio che me li tolgano, perciò vado a votare anche se non mi piace nessuno di loro. Però non voglio dare sostegno a questi poteri forti che credono di averci in pugno, così voto a modo mio.
Ogni anno, così, io glielo scrivo, proprio così: “Io so tutto, poteri forti”, e firmo tutte le caselle.
I miei voti non li prendono mai sul serio, ma almeno so di avergli fatto paura.
Dovete sapere anche che io sono una vecchia con un grande spirito di osservazione. Avevo iniziato a sospettare di una possibile epidemia già dagli anni settanta, e infatti, dopo più di trent’anni, si è capito che avevo ragione io. Sono lungimirante.
Un bel giorno mi ero addormentata sul divano di casa davanti alla tivù, e una visione mi è venuta in sogno. Dovete sapere che le donne della mia famiglia a volte fanno dei sogni speciali, e quindi tengo sempre un occhio di riguardo per queste cose: una volta la nonna di mia nonna ha sognato un delfino che saltava fuori dal mare con del basilico in bocca, e suo marito è morto due giorni dopo. Sembra incredibile, vero? Eppure era riuscita a prevederlo!
Zitto scimunito, tu evidentemente non sai leggere i segni. Manco le lettere normali saprai leggere, figurati se puoi interpretare i sogni.
Comunque stava dormendo, e nella visione mi appare… Matteo Salvini. Era addormentato anche lui, ma era sul suo letto che invece che sul divano come ero io, e addosso aveva un pigiama a righe blu e bianche. E già in quel momento mi dico: Rosetta, questo è un brutto segno. Salvini stava sicuramente sognando il suo pupino perduto di Zorro, che però gli dava cattivi consigli, perché quando si svegliò aveva già in mente un piano malvagio e lo disse ad alta voce:
«Facciamo il coronavirus».
Allora mi svegliai di soprassalto. La mia preoccupazione è diventata reale in quel momento: alla tivù stavano passando un documentario sui delfini.
Allora mi ero messa a rimuginare su cosa volesse dire quel sogno. Sapete, ci sono due tipi di sogni: quelli che vanno interpretati e quelli che vanno presi alla lettera, e dovevo pensarci per bene per essere sicura di capire in modo corretto cosa il mio sogno stesse cercando di dirmi.
A pensarci bene, che senso aveva che Salvini facesse una cosa del genere?
Forse, da solo, non l’avrebbe fatto. Ma più ci pensavo, più mi convincevo che avesse senso che tutto fosse partito dal nostro governo stesso. Non dai cinesi, non dagli americani, ma proprio qui da noi, in Italia.
Anzitutto, le persone che muoiono per questo virus non sono mica i lavoratori, ma quelli a cui la società deve pagare le pensioni e le cure mediche: noi vecchi e gli ammalati. Oh quanti soldi avrebbe risparmiato il Governo se fossimo morti tutti di cause misteriose!
«Giangiorgino» Dissi allora al mio nipotino «Imprestami il tuo personel compiuter, che devo fare delle ricerche per scoprire i piani del governo».
Giangiorgino è un bravo nipote intelligente, al contrario di tutti voi, e infatti ha subito lasciato il suo compiuter alla nonna ed è andato a giocare e studiare con lo smarfon.
Così ho fatto un po’ di domande al Web e man a mano che mi informavo, ho capito come stanno le cose.
Il primo indizio era il colore del pigiama di Salvini nel mio sogno: era blu e bianco, quindi questi due colori erano fondamentali. Così ho cercato “loghi blu e bianchi” e mi sono messa a scorrere per vedere se qualcuno di questi poteva essere colpevole. Mi erano usciti Feisbùc, che è un gran cospiratore e ci vuole controllare e spiare nelle case, ma ci tiene che siamo tanti, sennò nessuno fa i profili social e non si può spiare nelle case di nessuno, e quindi non poteva essere. Quello aveva fatto altre cose. Neanche la birra Corona e l’UNICEF mi sembravano candidati plausibili, ma mentre vedevo tutti i loghi mi si è materializzato un altro nella mia testa, come un’epifania, così tutto è andato finalmente al suo posto...
Quale ente avrebbe interesse a fare morire questi vecchi ed ammalati per non pagarci la pensione? Quale ente avrebbe potuto trovare un politico con cui mettersi d’accordo per far sì che ci fosse una nuova malattia a danno degli italiani, che però sarebbe stata diffusa pubblicizzandola come se fosse arrivata dall’esterno, così si poteva dare la colpa a tutti i non-italiani sul territorio?
Salvini doveva essere in combutta con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
L’INPS, ovviamente!
Ci sono tutte le prove del mondo! Oltre a quello che vi ho detto, pensateci bene, il virus si è diffuso in Italia prima dalla pianura Padana. E quante volte avete visto nelle news degli italiani intrappolati a Wuhan durante la quarantena? E se non fossero stati semplicemente intrappolati? Avrebbero benissimo potuto lavorare per l’INPS ed essere stati loro a portare il coronavirus in Cina! Se ci pensate, si possono prendere due piccioni con una fava così.
Non solo si possono incolpare poi i cinesi di essere stati loro a portare il virus, ma si può pure dare una botticella a quella loro economia, che mi sembra che guadagnino troppo e ci siano troppe persone che lavorano da loro.
Come se non bastasse, di certo quando tutto questo sarà finito cercheranno di rifilarci tutti i loro vaccini pieni di metalli e di polistirolo. Polistirolo nelle nostre vene! La gente non sarà neanche costretta a prenderli, si precipiteranno tutti a pesce su quelle invenzioni del male per vaccinarsi di loro spontanea volontà, ma io no, no signore. Io non cederò certo alla loro campagna del terrore.
È inutile che mi fa la predica, signor Lazzaretti, proprio lei che io lo so che si prende i pilloloni: ai miei tempi, se qualcuno si sentiva poco bene ci si bagnava il gozzo con vino quanto basta per riscaldarlo, finché o noi non sentivamo più l’affanno o i nostri vecchi non sentivano più noi, e siamo cresciuti tutti benissimo. Arrivateci voi alla mia età!
Ora che avevo individuato il nemico, non mi restava che organizzarmi per attaccare. Ma mi ci voleva un diversivo, e non potevo portare con me il mio caro Giangiorgino, era troppo pericoloso.
Così ho chiamato tutti i vecchi che avevo in rubrica e gli ho detto:
«Signori, quegli schifosi dell’INPS hanno detto che c’è stato un disguido e dovete ritirare ora le pensioni, subito, sennò da domani non saranno più disponibili per tutto il mese».
Ha funzionato così bene che quando sono arrivata anche io, con il mio rampino e la borsa piena, era tutto pieno di anziani tra cui mi mimetizzavo benissimo ma era diventato molto difficile anche passare. Tutte quelle vecchie assembrate a parlare ad alta voce, tutti quei vecchi con le mani dietro la schiena, non ho avuto altra scelta che farmi spazio a botte!
Questo però è stato un po’ un errore, perché qualche vecchio spia ha cominciato a sgridarmi per il mio “comportamento inappropriato” a voce alta e davanti a tutti, quella prugna rinsecchita col riporto. Diverse persone hanno iniziato ad accorgersi di me e a cercare di assembrarsi ancora più forte per non farmi passare, temendo che potessi entrare a riscuotere la mia pensione per prima.
Cosa? Sì, certo che il coronavirus era già in giro quando sono successi i fatti, altrimenti non avrei potuto capirne la causa.
L’assembramento, eh? Non avremmo dovuto metterci tutti vicini? Ah, ingenua! Noi vecchi siamo al di sopra della legge. Se arrivi a vivere quanto noi è un diritto che ti sei guadagnato, di andare dove vuoi quando vuoi. Ecco perché siamo cittadini scomodi e la gente vuole ucciderci. Alcuni ignorantelli sembra che se lo scordino a volte, ma è così che gira il mondo. Arriva alla mia età e poi ne parliamo.
Comunque, il muro di vecchi stava diventando sempre più compatto e soffocante, e se non fossi riuscita a passare in fretta la mia occasione sarebbe stata persa per sempre! Poi avrei dovuto farmi spazio a colpi di rampino e di certo si sarebbero accorti di me: non ne sarebbe più valsa la pena.
Così mi misi a correre con tutta la forza che queste vecchie gambe mi consentono quando…
I carabinieri! Le forze dell’ordine erano arrivate perché si erano resi conto che qualcosa non andava e che, spinti dalla paura che io fossi potuta entrare per prima, tutti gli altri vecchi stavano cercando di forzare le porte dell’INPS.
«Perché prendete d’assalto quest’ente?» Ci disse uno degli agenti
«Non ho mai visto una gang di vecchi criminali» fece l’altro, mi sembrava anche con un po’ di ammirazione
«E poi sono tantissimi, ma dovete fermarvi, in nome della legge!».
Avevo capito che il mio diversivo mi si era ritorto contro, ma sarebbe andato tutto secondo il mio piano perfetto se la prugna col riporto si fosse fatto gli affari suoi. A pensarci bene, era vestito di bianco e blu e non potevo averlo chiamato io, perché non lo conosco affatto. Non può essere una coincidenza: sono sicura che lavorasse per l’INPS, e appena si è accorto del fatto che avevo un piano ingegnoso ha pensato di sabotarmi, il maledetto.
La mia finestra di opportunità si era appena chiusa, quindi sono scappata via con la mia auto anche se i poliziotti mi avevano detto di fermarmi, mentre loro arrestavano tutti quegli altri vecchi. Sì, sono andata contro la legge. Ma la legge è ingiusta, e poi io sono una vecchia e posso. Già che c’ero sono passata a prendere Giangiorgino.
Dopo il mio colpo fallito l’avevo lasciato vulnerabile alle trame del governo e se qualcuno mi avesse riconosciuta, lo sapevo, l’avrebbero cercato e avrebbero potuto fargli del male o usarlo contro di me, così avevo capito che non potevo lasciarlo da solo. Ed è in quel momento che mi avete incontrata e rapita. Ma so che voi non siete affiliato con loro: non siete vestiti di bianco e blu e, può sembrare niente, ma questi sono i dettagli che contano.
Il vostro rapimento, vi dico la verità, è capitato proprio a pennello.
Per adesso riposo qui, ma sto facendo un nuovo piano, migliore, e quando sarà pronto e sarò uscita di quei riuscirò finalmente a vendicarmi. I miei sogni mi aiuteranno, ne sono certa, ma soprattutto, lo farà la mia mente attenta.
Perché a me non interessa se non vogliono pagare. Io gliela farò pagare.
E la pagheranno cara!

 +Indice +

Successivo (capitolo 10) >

Nessun commento:

Posta un commento