martedì 7 dicembre 2021

Recensione - La canzone di Achille (Madeline Miller)

Bentornati alle Recensioni Spinose, germoglietti!
I vostri vasi sono ben rincalzati di terra e pacciamati per l’inverno? Avete bevuto abbastanza?
Mentre ci pensate, sappiate che sia questa rubrica che la nostra esperienza sono state arricchite di una nuova storia grazie a-jeonbiscuits-, che ci ha consigliato questo libro; grazie per la dritta, Charlotte!
Oggi parliamo de “La Canzone di Achille”, romanzo d’esordio del 2011 di Madeline Miller. Quest’opera è la riscrittura romanzata (anche se pure l’originale non si suppone fosse una true story) della storia di Patroclo, uno dei personaggi più importanti dell’Iliade, vista dai suoi occhi. Ripercorriamo con lui tutti gli eventi significativi della sua vita, dall’infanzia fin dopo la morte del suo corpo terreno; viviamo così i burrascosi accadimenti della guerra di Troia e vediamo il primo incontro con il prode Achille, l’addestramento e il consolidarsi del fortissimo amore che li unisce.
E no, non sono cugini.
La Canzone di Achille si prodiga per essere letteratura di guerra, romanzo storico, storia d’amore e fantasy tutto insieme, considerato che si attiene ai miti senza lesinare su dee, centauri e fiumi antropomorfizzati che danno botte da orbi. Ma lo fa bene?
L’ultimo libro che abbiamo recensito è stato il ben più popolare Percy Jackson e Il Ladro di Fulmini, anche quello a tema mitologia greca, che però è uscito dalla nostra recensione zoppicante e punto dalle nostre spine impietose. (Anche noi, come il dio del fiume, diamo botte da orbi). Insomma, non siamo stati gentili col povero Percy.
Riusciranno il Pelide Achille e Patroclo Meneziade ad evitare la furia di noi Káktos tis Fotiás?
 
1. La trama
Il piccolo Patroclo nasce principe di Opunte, in Grecia, tanti tanti anni fa.
Ma nonostante il sangue blu, il bimbo è gracile e inadeguato e suo padre si rifiuta di dargli la propria approvazione e passa la maggior parte del tempo ad ignorarlo o a guardarlo con schifo. Anzi, è esattamente il tipo di persona che indica i figli degli altri e fa “Oooh, guarda, Patrocchio! Queeello è un figlio! Mica tu”. Sì, c’è… c’è una scena più o meno così nel libro.
Povero, povero Patrocchi- ehm, Patroclo.
Al re ad un certo punto viene anche una bella idea; Elena di Sparta, la donna più bella della Grecia, cerca marito, perciò tutti i più muscolosi, fighi e facoltosi principi della Grecia si presenteranno per chiederne la mano. Patroclo ha tipo otto anni ed è forte come un petauro dello zucchero, ma Menezio lo squadra ben bene e decide che è il pretendente perfetto, perciò lo porta con sé per proporlo come marito.
Lì tira una brutta aria: i pretendenti si presentano uno dopo l’altro e sono uno più ricco e arrabbiato dell’altro. Con gli occhi a palla e la mascellazza contratta. Ad un certo punto arriva il guerriero Aiace, uno più permaloso della gatta Miette che ha dei muscoli che riempie mezza stanza e un broncio con rughe così profonde che ci si può giocare a vedere le figure come con le nuvole.
Così il furbo Odisseo (amore, ma ciao! Uno dei nostri prefe della mitologia!) si fa avanti e propone che, per non scatenare invidie e rancori, sia Elena a poter scegliere il proprio sposo tra i presenti e gli altri principi dovranno promettere di proteggere l’unione dei due promessi, chiunque sia il fortunato. Tutti giurano col sangue, anche Patroclo, ed a papà Menezio e il figliolo tocca tornare a casa a mani vuote visto che Elena sceglie un certo Menelao.
I guai però sono dietro l’angolo, perché al ritorno in patria, Patroclo uccide un altro bambino bullettino che voleva rubargli i dadi. Ooops…?
Il crimine è del tutto accidentale, ma dato che si tratta di un giovane aristocratico, Menezio punisce il figlio spogliandolo del titolo di principe e lo abbandona spedendolo in esilio. Praticamente orfano e tormentato dai sensi di colpa, Patroclo abbandona la terra di Opunte e viene accolto dal re Peleo, un gattaro che invece di micetti raccoglie tutti i bambini orfani ed esuli che riesce e se li mette in casa.
Il piccino non riesce ad integrarsi facilmente con gli altri bambini di Ftia, il regno su cui governa Peleo, e ce n’è uno di questi bimbi che gli sta sulle scatole più di tutti gli altri. Si tratta del giovane Achille, figlio legittimo del re e della ninfa Teti, un piccolo semidio di una bellezza mozzafiato, amichevole, carismatico, forte, agile e con capelli biondi che brillano come oro. Che antipatico!
E-e non è che a Patroclo piace, baka!
Tutta l’attitudine tsunderina di baby Patroclo sparisce nel momento in cui Achille lo sceglie come proprio compagno preferito di giochi, e non ci mette molto ad iniziare a ricambiare sinceramente il suo affetto. I due crescono insieme, ma una profezia nefasta aleggia sul futuro dei due: si dice che Achille sia l’aristos achaion, il migliore dei greci del suo tempo, e che solo lui potrà risolvere le sorti di una guerra in procinto di scoppiare…
Achille combatterà per la gloria o accetterà una vita tranquilla ma dimenticabile? Quale sarà il ruolo di Patroclo in tutto ciò? La madre di Achille, Teti, riuscirà ad accettare il legame del figlio con un mortale? Peleo curerà il suo hoarding compulsivo e riuscirà a non adottare altri settecento bimbi? Basta Peleo, basta! No, quel bimbo non è tuo. No, non puoi chiamarlo Briciola.
Cioè, il problema con una rielaborazione della mitologia è che tutta Italia ha studiato l’Iliade a scuola e, chi più chi meno, ci ricordiamo come continua! O peggio ancora, come finisce.
E poi non è che questo romanzo sia la storia dei sandali di Deidamia, cioè una cosa super secondaria, ma tratta di Patroclo, il cui intervento cambia la sorte dell’intero poema…
Comunque, la cosa interessante è vedere come gli eventi si svolgono, quindi il libro non ne viene penalizzato anche se sapete già cosa potrebbe succedere a nostro avviso.
 
2. La copertina
Quando posi troppo vicino all’obiettivo… (sonzogno o sondesto?)
Questa è la copertina italiana, una panza armaturata e un pezzo di stoffa rosso forse presi da Shutterstock, che crediamo sia un mantello. Colpo d’occhio d’effetto, anche se la analizzi troppo a lungo alcune scelte risultano un po’ deboli; comunque l’effetto “libro-sulla-Grecia-Antica” che voleva trasmettere lo trasmette senza mai scadere nel Fotosciop scipito e il font è carino, quindi va più che bene così.
Tra l’altro la versione italiana è l’unica che si è filata un commento della Rowling a riguardo, tutti gli altri citano sempre tale Donna Tartt, tanto che avevamo il sospetto che se lo fossero inventato e ci avessero schiaffato un nome famoso a caso scelto tra J.K. e Barack Obama (comunque la Jo lo ha davvero consigliato, ma quel commento non l’abbiamo trovato. Boh).
Il prossimooo!

Quando posi troppo vicino all’obiettivo, ma dorato.

La copertina inglese non si distacca molto dal concetto e realizzazione nostrani, ma guarda com’è DoRaTo!
Di copertine ce ne sono diverse altre che si possono trovare sull’Internet, tutte abbastanza minimali, tipo con soltanto un elmo dorato o con un arco bianco isolato, che forse sarebbe stato interessante includere nella lista.
Ma dato che non le volevamo commentare per non allungare troppo il brodo (comunque sono eleganti e carucce, ma non abbastanza ricche né trash per entrare in lista), per chiudere volevamo riproporvi un’altra copertina della Bloomsbury che ci era piaciuta per l’inclusione della lira:
Ghirigoro del mio cuoro, come sono belle le copertine con i ghirigori!

Ci è sembrata particolare l’idea di mettere la lira dorata su un libro che parla di guerra, anzitutto perché questo strumento avrà davvero un ruolo importante all’interno del racconto, ma anche perché ci abbiamo visto un riferimento a quel “cantami, o Diva” che invoca la Musa all’inizio dell’Iliade. Bella, insomma!
 
3. Cosa ci è piaciuto
Premettiamo che i personaggi dell’Iliade non iniziano e non esauriscono le loro storie in quel poema. Il panorama artistico dell’Antica Grecia ha avuto il tempo di partorire ogni sorta di mito intorno ad Achille e compagnia, a volte anche contrastanti tra loro, quindi un lavoro che va riconosciuto all’autrice è stato di dover selezionare e cucire insieme le vite dei personaggi, una storia alla volta, fino ad avere una trama sensata ma che rispettasse anche la mitologia originale.
In qualche modo è riuscita, praticamente ogni volta, a usare il mito che preferivamo tra i papabili. Ah, che goduria!
Bella anche l’enfasi sulla maestà delle creature divine e la cura dei dettagli storico-culturali dei popoli di cui si parla. Si impara anche qualcosina sui vecchi costumi leggendo La Canzone di Achille, che non guasta mai!
Ci sono piaciute tante cose, per esempio, ci piace Patroclo dolce. Il protagonista è empatico ma anche furbo, più intelligente di quanto si reputa essere, e anche queste sono caratteristiche accurate al Patroclo dell’Iliade, che viene proprio descritto come “sempre dolce” da uno dei personaggi del poema.
Sono curati anche i suoi rapporti con gli altri, particolarmente tenero quello con Briseide, ma anche intenso quello con Achille. Tant’è che a noi l’Achille originale sta abbastanza antipatico (anche perché tifavamo per Ettore), però il Pelide diventa carismatico e desiderabile nella sua imperfezione, vedendolo dagli occhi di questo Patroclo: chapeau!
Oh, altra piccola nota stilistica interessante: la scrittura risulta sempre fresca perché evita come la peste similitudini comuni e frasi fatte. Anche questo ci piasce.
 
4. Cosa non ci è piaciuto
Alcuni dettagli sembravano un po’ off con tutta la cura che era andata nel resto del libro. Ad esempio, c’è una scena in cui viene descritta una malattia stranissima per cui dei cavalli hanno tutti i sintomi del mondo e muoiono dopo pochissimo. Ah, e vomitano. Però i cavalli, nella realtà, non sono capaci di vomitare!
Essendo una pestilenza provocata da mano divina ci sta anche che sia grave, però stona un po’ con la precisione del resto. Cioè, è talmente grave che muta la fisionomia interna dei cavalli?
Ci sono anche altri piccoli dettagli stonati, ma niente di vistoso. Dobbiamo trovarlo o no il pel(ide)o nell’uovo?
 
Voto complessivo: 87 su 100! Oooh, ma che bravo libro bello, sei stato promosso!
 
A chi lo consigliamo: È praticamente un must per chi è affascinato dai miti e dalla storia dell’Antica Grecia, e lo consigliamo anche a chi piacciono le storie d’amore, a chi vuole leggere storie romantiche con due protagonisti dello stesso sesso non-cringe e a chi là fuori shippa Patrochille. Ma un po’ a tutti, va’.
Attenzione solo al fatto che certe scene trattano temi crudi e/o delicati. Detto questo, è un buon libro, leggetevelo!
 
Dove potete comprare il libro?
Per motivi a noi sconosciuti – visto che è bellissimo – non è un libro che figura in ogni libreria esistente su un cuscino di velluto attorniato di rose damascene e scritte dorate in greco antico che ti dicono “leggitelos”. Anzi, ci è capitato ben di rado di vederlo in negozio dal vivo, perciò, se volete procurarvene subito una copia, rivolgersi alla rete potrebbe essere una saggia scelta.
Caso vuole che abbiamo un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro sulla cui copertina sta la panza di un soldato greco con una tendina, potreste dare un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla (tranne che cliccare sul link che vi lasciamo è più comodo), mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo. Ecco il link!

Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!

Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!

P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".



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