lunedì 14 febbraio 2022

Il Diario della Capitana Mimma: 1. Stornmi e Mamù

Primo episodio del Diario (o delle cronache, fate un po' voi) della Capitana Mimma: viaggi (veri!) raccontati in modo difficilmente comprensibile al di fuori della nostra cerchia, ma che speriamo vi faranno ridere lo stesso.

Cronache di viaggio di Capitana Mimma! 🧭⚓ 
 
Partiamo all'alba. L'alba è bellissima. 
L'alba è meno bella quando la strada che segui ti rivolge al sole sorgente, che nel cielo ancora quasi buio è una palla fosforescente color salmone e poi oro e poi bianco che ti pugna gli occhi, ma quando puoi vedere il cielo ne vale la pena. Allego prove fotografiche.


 
Stormi di storni (stornmi) si librano sopra di noi, com'esuli pensieri nel vespero migrar. C'è un po' di cielo in questo stornmo.
Durante le prime due ore di viaggio, a costo di rimettere le stesse tre canzoni fino al rincretinimento becero, ascoltiamo solo MyDrama e commentiamo trecento volte il fatto che la sua voce vibra e che canta bene e che no, l'autotune al trenta per cento non c'era. 
Concessi Vergo e Martina alla terza ora, alla quarta, mentre aspettiamo che ci imbarchino, mi stanco e metto Levan Polkka e Je Pais Envie; da noi stessi ci salva il traghetto, guidato dall'erede spirituale di Hamilton che fa fischiare l'imbarcazione, probabilmente grida tra sé "I AM SPEED" e parte già a tutta manetta. In tipo quindici minuti abbiamo attraversato lo stretto e ci sono papà e uno Yorkshire mordace, anche lui passeggero, che hanno gli occhi a palla e non vogliono rientrare in macchina perché se questo intoppa da qualche parte almeno possono nuotare fino a riva. Alla fine l'erede di Hamilton manipola le leggi d'inerzia e in qualche modo la nave frena. Scendiamo immediati e passiamo gallerie su gallerie, tutte urlando più o meno melodici "Mi sento chiuso dentrOoOoOu" con aria affranta. 
Il navigatore non collabora. A Messina ci suggerisce di andare verso Papandro invece, forse per gentilezza forse per suo maligno gaudio di tecnologico fuoco fatuo, solo che è difficile trovare Papandro al centro di Messina e allora andiamo dritti. Allo sbarco in Calabria ritenta il trick e sempre alla stessa curva dell'altra volta ci impartisce di "svoltare a destra, subito". Visto che ci rifiutiamo di schiantarci e diventare graffiti post-moderni su un muro grattato, si imbroncia e non ci parla per venti minuti.
Papà esulta perché c'è Mamú in radio (Mahmood). Aspettiamo con ansia un featuring con il protetto di Mika, Flo (Nota: sarebbe "Fellow". Papà lo chiama Flo). 
Comunque già scesi dal traghetto si vede il cielo coperto e ci sono due gradi in meno, Calabria terra di Dissennatori. Forse controintuitivamente, papà si leva lo strato-tuta, ma tanto ha altri strati, altri tre in effetti. La benedizione dell'erede di Hamilton deve averci dato un boost perché alla fine della canzone di Mamú (Inuyasha) siamo già a Gioia Tauro! È tempo record di arrivo, cinque ore! E tutto liscio (◕ᴗ◕✿) 
 
A presto con altre (forse? Boh? Non mi prendo st'impegno ufficiale) avventure della capitana Mimma!
 

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