Secondo episodio del Diario (o delle cronache, fate un po' voi) della Capitana
Mimma: viaggi (veri!) raccontati in modo difficilmente comprensibile al
di fuori della nostra cerchia, ma che speriamo vi faranno ridere lo
stesso.
Cronache della Capitana Mimma, il ritorno!
Partiamo alle nove e mezza, dopo aver fatto un salto dai cani per salutarli. Non c'è un'anima, per un momento sembra davvero giunto il momento utopico in cui la popolazione principe della regione è quella uliva. Poi arriviamo agli imbarchi. Piove e i cartelli ci salutano sballottati dal vento; i venditori stranieri affrontano il maltempo riparandosi dietro le loro pennette USB e scimmie finte che si appendono agli specchietti. Siamo circondati da camion e furgoncini e i gabbiani in aria cercano di volare ma sono immobili, finché una nuova folata di vento non li acchiappa dal becco e con uno YEET ventoso li scaglia verso nuovi lidi. Aspettiamo in fila. E aspettiamo. E aspettiamo. Stanotte sognerò Furgotto, il furgone verde che "non si ferma mai" e mi chiede di noleggiarlo fermo davanti a noi, nella fila alla nostra sinistra. Dopo venti minuti, io e papà siamo tanto prede della noia che facciamo le foto ad un ragno piccolo che si è intrufolato nell'abitacolo e ce le mandiamo a vicenda, anche se non abbiamo Internet e lo abbiamo fotografato entrambi.
Allego prova fotografica del ragno piccolo.
A mezz'ora papà guarda torvo attorno e declama " 'Aziati 'aziati. Domani al TG sentiranno che Peppuccio u pacciu ha picchiato tutta la fila e quando mi chiedono perché dico 'ero nervosetto'. Hanno fatto salire tutti e noi no, abbiamo aspettato du' navi. Che schíiifio."
Alla fine ci fanno salire sulla nave, fuori continua a piovere e ci hanno fatto ritardare un'ora e ancora non sono partiti.
Nonostante il vento, la traghettata è abbastanza liscia. Noi e Furgotto scendiamo a Messina; papà mi fa notare che abbiamo incontrato solo semafori rossi e ritardi e non posso fare altro che dargli ragione. Però finalmente siamo in Sicilia. Per un momento parole come "broccia" e "pittopia" svaniscono quietamente dalla mia mente e guardo Nettuno reggere un piccione sulla mano. Poi chiamiamo te! Uiiii! Con la radio a tenerci compagnia viaggiamo verso quel pezzo di cielo azzurro dritto davanti a noi...
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