Ed eccoci ancora una volta qui, cari germoglietti, con una nuova
recensione spinosa! Ignorando completamente tutti i validissimi
consigli che ci avete dato (tranquilli però, non ci dimentichiamo di
voi! Bolle tanta roba in pentola), ci siamo lasciati tentare da un
classico del fantasy che ci ha calamitati mentre eravamo alla ricerca
di qualcos’altro... eravamo lì, dei piccoli cactus felici in
biblioteca, alla ricerca del medesimo volume di Eragon che abbiamo
letto per la prima volta quando eravamo bambini (perché sì, vi
faremo anche la recensione di Eragon, quindi hype!), quando
abbiamo visto un volume tutto smangiucchiato, che sembrava pestato
con un bastone e ri-incollato insieme con lo sputo, e si sa che
quando i libri in una biblioteca hanno questo aspetto vuol dire senza
ombra di dubbio che sono stati tanto letti, tanto amati.
Il
libro in questione recava in copertina: il titolo “La Bussola
d'Oro”, il nome dell'autore “Philip Pullman” e una citazione
con un errore di battitura: «Da un'altezza incomparabilmente più
alta rispetto a ciò che volonterosamente è definito fantasy,
Philip Pullman riesce a vedere».
Si dice “volenterosamente”, non “volonterosamente”, abbiamo
pure cercato (e non ce n'era bisogno). E vabbé, libro picchiato,
errore pure in copertina, e il disegno sopra fa vedere un orso polare
enorme e arrabbiato che urla (ma di questo ne parleremo meglio nella
sezione dedicata alla copertina), quindi è stato deciso
immediatamente: il libro doveva venire a casa con noi.
A ben vedere, è
strano che degli appassionati di fantasy come noi non abbiano mai
letto la trilogia di cui la Bussola d'Oro fa parte, ovvero “Queste
oscure materie”. Non abbiamo neanche mai visto i film, niente.
Eravamo familiari solo con il concetto di daimon, così come espresso
nella serie, perché a noi piacciono tantissimo queste cose. E perché
tanto tanto tempo fa avevamo un librettino viola che era uscito come
sorpresa nei cereali (o nelle merendine?) con dentro un pezzetto
della narrazione che ci aveva catturati.
Che poi, anche
senza averlo mai letto questo libro, ci sembrava tutta una figata,
compreso il titolo della trilogia. Sentite come suona bene? Queste
oscure materie. Hmm, misterioso... da leccarsi i baffi. E poi lo
sapevate che questo titolo è tratto da un verso del Paradiso Perduto
di John Milton?
«In questo abisso selvaggio,
Il
grembo della natura e forse la sua tomba,
Né di mare, né
terra, né aria, né fuoco,
Ma tutti questi al concepimento
mischiati
Confusamente, e quindi sempre in conflitto,
Finché
il creatore onnipotente ordini loro
Da queste oscure materie
di creare altri mondi,
In questo abisso selvaggio il cauto
demonio
Sta ai margini dell'inferno e intanto
osserva,
Ponderando la sua traversata...»
Figata. Allora, con tutto questo
ambaradan di epicità, teologia, filosofia e orsi urlanti, il
contenuto non può, ripetiamo, non può, essere brutto. Passiamo
quindi immediatamente a parlare de...
La trama:
La protagonista del primo libro è Lyra
Belacqua (come lo leggete voi, questo nome? Come Lira o come Laira?),
una bambina ribelle che si diverte a correre sui tetti, infilarsi
nelle cantine, menarsi per strada con bimbi straccioni casuali, non
lavarsi mai, sputare, rubare barche ai gitani... ops, volevamo dire i
gyziani... inventare storie (alcune assolutamente formidabili) e
imparare poca, ma proprio poca, cultura dagli accademici presso cui
vive.
Bellissima la presentazione stessa
scritta da Pullman:
“
Per molti aspetti, Lyra era una selvaggia. Quello che più le
piaceva era arrampicarsi sopra i tetti del College insieme a Roger,
il garzone di cucina che era il suo amico del cuore, e poi sputare
noccioli di prugna sulla testa degli Accademici di passaggio o
ululare come gufi accanto alla finestra di un'aula dove si stava
svolgendo una lezione; oppure fare corse lungo i vicoletti, o rubar
mele al mercato, o fare la guerra.”
Ci troviamo in Inghilterra, in un mondo
alternativo, ma molto simile al nostro (anche se non moderno, siamo
tipo nell'epoca vittoriana, ma un po' steampunk), in cui ogni persona
è affiancata da un proprio daimon, un animale (generalmente del
sesso opposto al loro, ma esistono alcune curiose eccezioni) che li
accompagna sempre ovunque e che rappresenta la loro personalità e,
in un certo senso, la loro stessa anima. Quando gli esseri umani sono
ancora piccoli, il loro daimon è in grado di cambiare forma, ma in
genere dopo i dodici anni il daimon si stabilizza su una forma sola;
quello di Lyra, che è ancora piccina (ha undici anni) si chiama
Pantalaimon (abbreviato spesso come Pan) e la prima forma in cui lo
vediamo è quella di una falena, ma le sue trasformazioni sono
frequentissime e generalmente si tratta di animali di taglia
piuttosto ridotta.
Lyra viene cresciuta ed istruita dagli
accademici del Jordan College di Oxford, che è anche il luogo in cui
lei vive, per volere del famoso, potente, leonino e carismatico
esploratore Lord Asriel (il cui daimon è un fighissimo leopardo
delle nevi femmina di nome Stelmaria), suo zio.
Malgrado sia istruita a spizzichi e
bocconi, sappia un sacco di roba solo “per sentito dire” e fin da
pagina uno pensa solo a fare birichinate e infilarsi in posti in cui
non dovrebbe infilarsi, Lyra è una ragazzina estremamente furba e
intelligente. E come usa questa intelligenza? Per fare il male, è
ovvio! Infatti è sveltissima ad inventare bugie della peggio specie,
pianificare ladrocinio in piena luce, rubare barche e altre cose che
ci si aspetterebbe da un re dei ladri più che da un'undicenne.
Nonostante tutto, Lyra ha in realtà un
cuore buono: le sue bugie sono più d'intrattenimento che veri
inganni e di quella volta che ha rubato una barca dei gyziani è
pure un pochino pentita. Quanto alla sua capacità di infilarsi dove
non dovrebbe, le permette di salvare la vita di suo zio, Lord
Asriel, praticamente nel primo capitolo: da dentro un armadio, vede
il Maestro (non chiedete, roba di accademici) che versa una polverina
nel vino che suo zio Asriel avrebbe dovuto bere, per avvelenarlo, e
in seguito informa proprio lo zio, che procede a versare (“ops, che
incidente!”) la caraffa per terra, evitando che chiunque potesse
consumare la bevanda.
Da dentro l'armadio però vede anche
una riunione segretissima, in cui si parla di informazioni tanto
interessanti quanto oscure. Cosa sarà questa misteriosa Polvere, che
fa brillare la gente (ma solo se fotografata con particolari macchine
fotografiche) e che non si appiccica ai bambini? E perché sembra che
nelle fotografie portate da Lord Asriel ci sia una città sospesa nel
cielo? Ci sono davvero orsi corazzati e intelligenti che fanno da
mercenari, su nel gelido nord? Perché i tartari praticano dei buchi
nei crani dei loro nemici?
Sembra che tutte queste informazioni
comincino a diventare veramente importanti quando dei bambini
iniziano a scomparire per colpa di misteriose figure chiamate “gli
ingoiatori”. Circolano storie di infanti rapiti e portati al nord
per essere sottoposti a chissà quali terribili esperimenti... ma
quanto ci sarà di vero in tutto questo?
Lyra decide di
indagare, perché ovviamente una mocciosetta scatenata e geniale come
lei cos'altro potrebbe fare?
Si ritroverà a partire per il nord
portando con sé un oggetto molto speciale, che le è stato regalato
dallo stesso Maestro che ha cercato di uccidere suo padre: un
aletiometro, qualcosa che somiglia ad una bussola (la bussola d'oro
del titolo, ovviamente), ma è capace di una sorta di potere di
predizione o comunque di comunicare la realtà del mondo, non importa
quanto essa sia celata. Piccola curiosità: il nome aletiometro
deriva dal greco alétheia, che significa verità. Grazie Izi per
aver chiamato così il tuo terzo album, costringendoci ad andarci a
cercare che cosa significa (e no, Izi non è un personaggio del
libro, è un rapper italiano, quello che canta “Chic”).
Anyway, riuscirà Lyra a ritrovare
tutti i bambini rapiti, fra cui anche il suo amichetto del cuore
Roger Parslow, oppure arriverà troppo tardi? Cosa c'è di tanto
terribile e misterioso su nel gelido nord? Suo zio Asriel è davvero
suo zio e ci si può fidare di lui?
Boh. Leggetevi il libro e scopritelo,
sennò questa non è più “la trama”, ma “lo spoiler”.
Già che ci siamo, per intrigarvi
ancora di più, citeremo a caso anche alcune cose che compaiono
durante la narrazione, qui in ordine sparso e senza troppe
informazioni rivelatorie:
- Le streghe. Sì, le streghe, che
volano nel cielo sull'equivalente di manici di scopa. Spettacolari;
- Demoni intrappolati in insistenti
insetti meccanici che vi faranno sembrare le zanzare d'Agosto come
delle vere novelline. Hell yeah!
- Metafore sul senso della vostra
esistenza che vi manderanno in paranoia o quasi!
- Un pallone aerostatico guidato da un
texano;
- Un palazzo pomposo e puzzolentissimo
(ma davvero, puzzolente da far schifo) costruito dagli orsi;
- La bellezza struggente dell'aurora
boreale (e del grande nord);
- Polvere. Tantissima polvere. Anche
Polvere con la P maiuscola;
- Altre puzze varie oltre a quelle
molto variegate del palazzo degli orsi.
(Perché abbiamo usato il punto e
virgola in questo elenco invece della virgola e basta? Boh, ci
sembrava appropriato).
La copertina:
Di copertina per questo libro ce ne
sono state a valanghe, essendo un fantasy figo e famoso. In effetti
esistono pure fantasy famosi di cui di copertina ce n'è stata solo
una (tipo Eragon, che c'ha solo la copertina blu con il faccione di
Saphira, più o meno rielaborata in varie salse, ma alla fine sempre
uguale), ma questo non è il caso della Bussola d'oro, che ha fatto
venire agli editori un attacco di copertinite acuta (avete presente
quando si tirano fuori 3432434234 copertine diverse per lo stesso
libro, spacciandole per edizioni da collezione e roba così? Ecco,
quella è la copertinite acuta) che ha dato vita a così tante
versioni che non abbiamo né il tempo né la voglia di commentare
tutte. Vediamone alcune così, a caso, per sorridere.
1. La versione che abbiamo noi:
Non abbiamo scannerizzato la cover del libro che abbiamo preso in prestito perché era tuta smangiucchiata, ma abbiamo comunque trovato facilmente su internet un'immagine della stessa copertina. Carina, senza dubbio, ma c'è un errore: Lyra dovrebbe avere i capelli biondi, una cosa che è stata ripetuta 342423424 volte nel libro. BIONDI. E poi dov'è Pantalaimon? Comunque un plauso per l'orso che urla, molto carino.
2. Le edizioni tutte uguali:
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Sfondo grigio scuro e anonimissimo
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Sfondo golden per bussola golden
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Sfondo un po' più figo
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Cambia il
colore di sfondo, a volte cambia leggermente il font con cui sono
scritti titolo e nome dell'autore, ma essenzialmente sono identiche:
una bussola al centro, titolo sopra, nome sotto. Non abbiamo avuto il
tempo di approfondire se si trattasse delle edizioni americane o
meno, ma ci da proprio una vibe da “trovi queste versioni in un
walmart negli USA”, perché somigliano un poco ad alcuni libri di
Stephen King... comunque, per noi sono tutte da bocciare: un libro per
giovani, soprattutto uno favoloso come questo, si merita di meglio di
una serie di cover tutte identiche che sembrano più quelle di un
giallo (“il movente del delitto? Impadronirsi della preziosa
bussola d'oro, che sul mercato nero vale migliaia di dollari...”)
che di un urban fantasy steampunk metafora della vita umana.
3. La splendida copertina originale:
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Ti inseguiranno oltre la fine della Terra...
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La bussola d'oro, mirabilmente disegnata, probabilmente proprio come nella mente di Philip Pullman, campeggia al centro di questa che è la copertina originale del libro. Una curiosità: lo sapevate che il primo titolo era "Northern Lights" (Luci del Nord), ma che per meglio accompagnarsi ai titoli dei due sequel, entrambi dedicati a due oggetti magici e centrali per la trama.
4. Quella con l'orsetto coccoloso:
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Nasone bello di mamma! Pucciolone!
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Quell'orso ci sta fissando negli occhi. Vuole un pezzettino di prosciutto?
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Cover della trilogia. L'orso ci guarda attraverso un buco.
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Tre versioni in cui si da particolare enfasi a Iorek, l'orso polare guerriero che diventa amico di Lyra. E che invece di sembrare un guerriero feroce, dalla forza prorompente, serio e nobile, sembra un peluchone adorabile... ma ci piace tanto, tantissimo, perché a ben vedere è proprio questa la faccia che i veri orsi polari hanno.
La "tenerezza" delle cover sembra poi nascondere efficacemente la magia che permea questi libri: ha qualcosa da Harry Potter e qualcosa da The Polar Express, perciò ci piacciono tantissimo. Forse le nostre cover preferite! E poi c'è un piccolo Pantalaimon a forma di topolino di campagna che è coccolosissimo.
5. Quella "moderna":
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Patronus che escono da una bussola?
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Una di quelle copertine che per ora piacciono tanto, molto stilizzata, con piccoli elementi, decorativa... ma ahinoi, il titolo nel mezzo di sembra un po' confusionario in mezzo a quella bussola. Niente di irreparabile, è comunque una copertina davvero bella! Solo un po', ecco, impersonale... e non esattamente perfetta per il tipo di storia.
6. Quella trendy, per la tv:
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"Pan, perché siamo in prigione in questa cover?"
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Dalla saga è stata tratta una serie tv, che non abbiamo ancora mai visto, anche perché non abbiamo sky, e ovviamente non mancano le cover (sempre della Salani, fateci caso, ha fatto un casino di cover diverse) con immagini tratte dal telefilm. Ma hanno fatto Lyra castana? Pure qui? Ma perché? Dovrebbe essere bionda, BIONDA, è importante, perché in questo modo non si può confondere con i bambini gyziani. Però Pantalaimon è carinissimo... ciò non toglie che questa cover nun se po' guardà, non cattura lo spirito della narrazione e sembra un mero oggetto di marketing (cosa che, in effetti, è... ma nella maniera sbagliata, perché noi NON siamo invogliati a comprarlo solo per via di questa copertina).
7. Quella bella:
Sempre della Salani (ovviamente), ma complessa, più "adulta" e al contempo intrigante anche per i più piccini, da piccoli avremmo ammazzato qualcuno per possedere questa edizione. Non l'abbiamo mai vista dal vivo, chissà se capiterà mai...
Cosa ci è piaciuto:
E ora vi sorbite
il nostro entusiastico discorsone su tutte le cose fantastiche che ci
sono in questo libro, ecco. Immaginateci saltellanti, sorridenti e
gesticolanti. Immaginateci felici.
Bambini belli... bambini, il
worldbuilding voi non potete capire... o meglio sì, potete capire.
Ed è questo il bello! Un mondo simile al nostro, ma nel passato, ma
con i daimon, ma con la corrente elettrica (o meglio, ambarica come
la chiamano loro) nell'epoca Vittoriana ed è scritto benissimo. È
plausibile. Ci sono superstizioni, modi di fare, distinzioni
geografiche, modi di parlare, creature, un sacco di roba diversa da
quella del nostro mondo, ma che si incastra bene bene bene.
Voi lo saprete ormai che una delle cose
che amiamo di più in assoluto in un fantasy è il worldbuilding,
ovvero come un mondo è costruito, con le sue ambientazioni e le sue
creature. Ecco, Philip Pulman è stato bravo... non come J.K.
Rowling, va bene, non vi fa sentire l'odore della burrobirra e non vi
fa venire voglia di accoccolarvi sotto le coperte del dormitorio di
Grifondoro in una notte piovosa mentre leggete Storia di Hogwarts
alla flebile luce della vostra bacchetta, ma vi fa comunque provare
una bella immersione. E vi fa venire voglia di possedere un daimon.
I daimon, questi pezzi di anima che
prendono forma di animali, sono una delle cose più riuscite del
libro, un'idea azzeccata, ben descritta e assolutamente fantastica.
Dopo che avrete letto questo libro, una delle cose che desidererete
di più sarà un daimon, per non sentirvi mai, mai, mai più da soli.
E poi, proprio come dopo la lettura della saga di Harry Potter tutti
abbiamo finito per chiederci quale sarebbe il nostro patronus, allo
stesso modo ci chiederemmo quale potrebbe essere il nostro daimon,
per poi risponderci che, probabilmente, avrebbero la stessa identica
forma.
Abbiamo trovato delle sottili
somiglianze, effettivamente, fra patronus e daimon, ma questo lo
capirete anche voi leggendo, sebbene il concetto di base dei due sia
molto differente.
E poi c'è la protagonista, Lyra, che è
un punto di forza assoluto del libro: la ragazzina più sveglia,
forte, intraprendente che possiate immaginare, senza però essere
scritta come se fosse un'adulta! Conosce i propri limiti di bambina,
sa di essere debole, e proprio per questo gioca d'astuzia, un'astuzia
finissima, ben congegnata, che le permette di cavarsela da sola anche
quando sembra che non ci sia nessuna via d'uscita.
La narrazione è potente, ricca di una
bellezza selvaggia che esprime appieno la forza dei fenomeni
naturali, tanto quelli grandi, enormi, visibilissimi (valanghe,
aurore boreali, tempeste di neve) tanto quelli piccoli, intimi,
sottili eppure importantissimi (come i pensieri stessi che avvengono
dentro di noi, la solitudine, il battito d'ali di una farfalla, il
muoversi delle antenne di una falena) e questo è senza dubbio una
cosa che ci piace.
Ben lontano dallo scanzonato e dal
leggero, tutto qui è intriso di epicità, caratteristica
quest'ultima che potrebbe essere tanto buona quanto cattiva, tutto
dipende da chi sta leggendo il libro. Però una cosa c'è da dirlo:
mentre leggi, non ti senti solo, ma ti senti piuttosto come se il
mondo intero fosse alle tue spalle, come se la tua storia, la tua
ricerca, la tua avventura siano paralleli a quelli di Lyra, e puoi
quasi sentire il tuo daimon.
“Dietro
di loro c’erano dolore, morte e terrore; davanti dubbio, pericolo e
misteri insondabili. Ma non erano soli.”
Quanto poi alle metafore di cui questo
libro è zeppo... non le citeremo. Non ne parleremo. Non diremo se ci
sono piaciute o no, se le condividiamo o no, perché è come
addentrarsi in una selva, una foresta che meriterebbe un luogo più
comodo e onorevole in cui parlarne, una pagina di blog tutta dedicata
o qualcosa di simile, perché si tratta di qualcosa di estremamente
complesso. E non ci va di parlare di religione, ecco, che sennò
finiamo in pastoni teologici complessissimi e pesanti che
allungherebbero questa recensione di venti pagine. Finireste per
sbadigliare come scimmie (lo sapevate che gli scimpanzé hanno
sbadigli più lunghi di quelli degli esseri umani? Riescono a farlo
per circa sei secondi. Ecco, e al solo pensarci stiamo sbadigliando
anche noi) quando invece sarebbe molto più divertente per voi
leggervi direttamente il libro ed assorbire piano piano i concetti di
cui parla.
Viva l'avventura! Viva l'esplorazione!
Viva, ora e sempre, il libero arbitrio!
Cosa non ci è piaciuto:
Partiamo dal presupposto che si tratta
di un libro davvero, davvero buono... ma non è perfetto. O meglio,
potrebbe essere reputato perfetto da una bella fetta di popolazione,
solo che noi ci abbiamo trovato un difettino... non preoccupatevi, è
roba da niente. Quasi ci dispiace che non abbia più difetti, perché
trovarli è una delle nostre cose preferite nelle recensioni e di
solito quelli nei libri fantasy sono assolutamente esilaranti, come
buchi di trama, creature impossibili, leggi della fisica buttate nel
cesso o peggio ancora reazioni dei personaggi casuali e non
credibili.
La Bussola d'oro non ha nessuna di
queste cose, essendo un libro davvero buono, e l'unico difetto sta
nello stile di scrittura... e neanche in tutto, eh! Solo nella prima
parte, quando ancora non ci si è abituati e in più la storia va
(probabilmente in maniera voluta) a rilento.
Insomma, tutto questo papello di roba
(da voi si usa dire “papello”?) per dire che la prima parte è
lenta. Sarà lo stile molto “austero” che non prende subito,
abituati come simo alle letture scanzonate e fuori di testa che
strizzano l'occhio al puro intrattenimento, sarà che fin da subito
ci vengono date informazioni che ci interessano poco su cose che ci
interessano poco, le prima cento-centocinquanta pagine scorrono
piano, non viene voglia di correre veloci, di andare avanti, e
bisogna fare un piccolo sforzo... che però viene pienamente
ricompensato andando avanti. Ad un certo punto della lettura ci è
persino venuta voglia di ritornare indietro, al primo capitolo, dove
ci vengono date informazioni che avranno una rilevanza solo verso la
fine del libro. Insomma, è
una cosa ben strutturata, con un suo perché, ma che poteva essere
fatta ancora meglio di così. Fa sbadigliare.
Molti
pezzi vanno velocissimi invece e vorremmo saperne di più (ma sempre
nella prima parte del libro). La Bussola d'oro sembra vagamente uno
di quei libri iniziati così, tanto per, senza particolare
ispirazione (ma con un solido piano alla base), che lo scrittore ha
preso a scrivere perché doveva e non perché voleva, ma che durante
la scrittura ha preso gradualmente il volo man mano che Philip
Pullman si divertiva sempre di più a scrivere di Lyra. E lo capiamo,
eh! È un problema anche nostro, di certi nostri scritti, che
decollano piano piano, mentre altri ti catapultano nel meglio sin da
subito. Ci è capitato, ma riconosciamo che è un problema, tanto
nostro quanto di Philip... speriamo che questa cosa non si presenti
nel sequel, la Lama sottile, che non vediamo l'ora di leggere appena
potremo (cioè, dopo che avremo ri-letto e recensito Eragon. Oppure
anche prima)!
Nel complesso,
avremmo anche voluto che in certe cose si andasse più a fondo, che
si parlasse di più di certi concetti che sono solo accennati, ma in
questo caso non si tratta di un errore: è che a noi piacciono gli
spiegoni. Sì, quelli che fanno schifo a tutti. Se potessimo infilare
delle pagine di informazioni, a mo' di guida (tipo le schermate
dell'anime di Attack on Titan, quelle informative che compaiono a
metà puntata) in tutti i romanzi, lo faremmo.
Anzi,
perché non ci abbiamo pensato prima? Nella saga dello spazioporto
potremmo infilare pagine di informazioni fra un capitolo e l'altro,
magari non fra tutti i capitoli, però... ci avete capito, no? Così
evitiamo gli spiegoni noiosi, ma vi diamo comunque informazioni sul
worldbuilding che vi possano permettervi di orientarvi meglio in
quello che è letteralmente un
universo intero. Grazie Philip Pullman per averci ispirato questa
idea! (Anche se in realtà l'idea è tutta nostra e avremmo voluto
ispirarla noi a lui. Ma vabbè. Ma è mica morto Philip Pullman?
Dobbiamo ancora controllare, ma secondo noi è vivo. Boh,
probabilmente è immortale).
Voto complessivo: 89 su 100. Complimenti, sei promosso, libro bello! E con soli due punti in meno del libro che fino ad ora ha preso il punteggio più alto, ovvero
La Nave dei Sogni.
A chi lo consigliamo:
Grandi e piccini! Adulti e bambini! Adolescenti, prebuperali, anziani e chiunque voglia scoprire un mondo nuovo. Non lo consigliamo invece ai bigottoni che si scandalizzano se qualcuno gli tocca la chiesa, visto che il Magisterium (ovvero la chiesa) è praticamente il grande cattivo di questo libro. E poi ci sono anche alcune scene spaventose: noi vi abbiamo avvertiti.
Dove potete comprare il libro? Ma un po' dove vi pare, visto che è uno di quei classici che trovate anche nei centri commerciali, nelle mini-librerie indipendenti, probabilmente nei vecchi magazzini polverosi vicini ad un porto o nella soffitta di vostra nonna.
Caso vuole che abbiamo anche
un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere
in casa un libro con una bambina in prigione in copertina, potreste dare
un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate
proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla tranne che è più
comodo perché vi basta far click dal link che vi lasciamo, mentre noi ci
guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo.
Ecco il link!
Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non
dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle
vostre biblioteche!
Che cosa ne pensate del libro? Siete
d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po'
cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo
stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
P.S.: Suggeriteci
libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma
accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il
titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di
titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare
una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò
per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro?
Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente
leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia
del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito,
ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi
consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per
bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da
voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)