Gli umani sono fatti per condividere, dovremmo vivere in "branchi" che si scambiano le risorse con altri branchi. Qui in Sicilia, fino a non troppi anni fa, si viveva nei bagli in campagna, in strutture dove tutte le case erano costruite intorno ad un cortile interno, e diverse famiglie lo condividevano. Si lavorava la terra insieme, si allevavano le galline insieme, alla sera si cantavano le canzoni intorno ad un focolare, ci si raccontavano storie, si ballava, ci si innamorava...
Purtroppo, in tempi più recenti, con la generazione dei nostri genitori, questa consuetudine ha incominciato a perdersi, con sempre più persone che vivono nelle città, ma sono contenta di vedere come moltissimi giovani stanno decidendo in realtà di tornare alle campagne.
Recentemente abbiamo visitato un baglio che alcune persone di un'associazione culturale stanno restaurando, allo scopo di andare a viverci con i loro amici... e che dire, un pensierino ce lo stiamo facendo pure noi. Sarebbe bello, tornare a vivere come vivevano i nostri nonni, nelle campagne, in spazi aperti e condivisi, con un ritmo umano.
Il diverso è un valore aggiunto. Il quindici sera (qui da noi diciamo così, non la sera del quindici, ma il quindici sera...), qui da noi in piazza ci sarà un evento in cui persone di diverse culture condividono (gratuitamente) il cibo delle loro nazioni d'origine, anche nelle variante che sono state create in Sicilia, integrando i nostri ingredienti tipici.
Il modo in cui l'abbiamo saputo è interessante... letteralmente in un salottino letterario privato, dove tutte le persone all'interno, tranne noi, erano arbëreshë, ovvero italo-albanesi, e ci hanno caldamente invitati a partecipare. Sarà una vera festa per tutti!
E sai di cosa abbiamo discusso, in quel salottino traboccante di libri, dove le bimbe giocavano sul pavimento? Di come la gloria della Sicilia venga dalla sua immensa diversità, di come la visione del singolo debba essere inclusa, celebrata, ascoltata, allo scopo di capire realmente il mondo, e di come la mia diversità non toglie nulla alla tua e viceversa... oh, e anche di come sarà la diversità unica dei caratteri, e delle visioni artistiche, che schiaccerà l'AI molto presto, visto che da sempre, storicamente, sono le visioni uniche, e non quelle omologate, a brillare.
Abbiamo conosciuto una scrittrice arbëreshë durante il festival dei libri di una città del trapanese, abbiamo partecipato ad un piccolo seminario di scrittura creativa che ha organizzato lei... e abbiamo incontrato così tante persone diverse! C'era un pittore francese che ha deciso di rimanere in Sicilia per via dell'unicità del territorio, del modo di viverlo che hanno le persone (ed era pure un pittore bravissimo), una ragazza che è nata in Marocco, ma che parla italiano perché è cresciuta qui, e ci ha raccontato della meraviglia della campagna di sua nonna... e abbiamo ascoltato un ragazzo con la chitarra assolutamente eccezionale e un'insegnante che parlava con l'accento siciliano più pesante che abbia mai sentito, ma che al contempo scriveva in modo sublime.
Eravamo tutti diversissimi! Non è neanche una cosa che siamo in grado di raccontare così, in breve...
E quindi domani sera si va a mangiare cibo albanese, se tutto fila come deve filare.
Noi, a dire il vero, non siamo i più grandi socializzatori del mondo... non è colpa nostra, è il modo in cui ci hanno cresciuti. Ma proveremo a fare del nostro meglio... e a portare anche un pezzettino di noi in un posto dove ognuno porta una parte di sé.
Perché l'insieme, a volte, è più grande della somma delle sue parti.
Peace and Love!
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