Breve introduzione
Siete qui per imparare a
scrivere, cari i nostri lettori, sebbene alcuni di voi credano di
essere qui solo per farsi qualche risata o, più blandamente, per essere
intrattenuti da una lettura leggera. Ah ah, leggera. Credeteci.
Lo sappiamo, ci sarà non
poco umorismo nei vari capitoli di questo saggio e siamo d'accordo con
voi: anche se non volete imparare a scrivere, ridere fa bene.
Tuttavia, vogliamo chiarire, anche voi che siete qui per l'umorismo imparerete a scrivere.
Magari non diventerete
dei novelli Tolkien, magari non vincerete un premio nobel, ma il tocco
dei Cactus di Fuoco è magico e le loro parole insegnano all'anima.
Come lo sappiamo? Anche noi siamo stati toccati dalle loro parole e ora scriviamo storie niente male, modestamente.
I Cactus di Fuoco sono
creature assai strane e senza dubbio meravigliose. Noi, che battiamo
questi tasti, siamo solo i loro prestavoce... loro non possono battere i
tasti, poiché essendo dei cactus non possiedono dita, ma spine. Per di
più, essendo fiammeggianti, darebbero fuoco al computer. O alla macchina
da scrivere. O al foglio di carta, soprattutto al foglio di carta.
E ora sarete giustamente
curiosi riguardo a questi fantomatici "Cactus di Fuoco". Ci chiederete:
Chi sono? Cosa vogliono? Perché fate loro da prestavoce (o meglio, da
prestaparolescritte?).
La loro prima
descrizione fedele in una storia scritta è avvenuta nel primo capitolo
di "A Writer's Tale – Quello che i Cactus raccontarono", una raccolta di
storie che potete trovare sul nostro profilo Wattpad (e che sarà presto
disponibile anche in formato cartaceo ed e-book, con alcuni racconti
inediti extra ed illustrazioni!).
La riportiamo di seguito:
"Le loro
figure si stagliavano contro il cielo, quasi dolorose agli occhi, di un
verde striato d'oro e rosso, tremolanti e avvolte da fili di fumo grigio
che vorticavano nell'aria. Il loro odore assaliva le narici, bruciante e
acre, ma con note sorprendentemente dolci. Il calore da esse emanato
era tanto forte da poter essere percepito dalla poca pelle nuda della
viandante come se fosse a pochi centimetri da quelle cose.
Erano dei cactus, ma
dei cactus ben strani, avvolti di fiamme che ardevano senza consumare le
piante e che agli occhi della donna sembravano così grandi, così
imponenti, da riempire l'intero panorama.
Forse si trattava di un gruppo di quelle piante che venivano chiamate "Cardón", gli Echinopsis atacamensis,
il cui legno era abbastanza robusto da poter essere usato per costruire
edifici e mobilio, ma nulla sarebbe bastato a spiegare come mai quelle
piante fossero davvero ammantate di autentiche fiamme senza però
bruciare.
«Cos...» Fece per
dire la viandante, ma qualcosa di più forte delle percezioni sensoriali,
che pure erano già intense, la interruppe.
Voci, voci nella sua
testa, che raccontavano mille cose contemporaneamente: voci dei morti e
voci dei vivi che cantavano il fiume della vita.
Mosé un tempo parlò,
sulla cima del monte Oreb, con il celebre arbusto infuocato che era
messaggero della voce di Dio... ma neppure un dio, non il più potente di
loro, avrebbero potuto avere tante voci nello stesso istante. Sarebbe
stato un dio schizofrenico.
«Uno alla volta, uno alla volta!» Li pregò lei, prendendosi la testa fra le mani."
Quindi, come avrete
capito, i Cactus di Fuoco sono Cactus. Cactus psichici. Strane creature
fiammeggianti che hanno il dono di passare metafisicamente da una
dimensione all'altra e di viaggiare nel tempo e che, cosa più
importante, hanno come hobby quello di ispirare i poeti, gli scrittori,
gli artisti, parlando loro di altri mondi e di altre menti, sussurrando
alla loro anima di cose invisibili e visibili.
Perché siamo i loro
prestavoce? Perché la loro è la voce più bella. Inoltre perché grazie a
loro non conosciamo cosa sia il blocco dello scrittore, le storie
fluiscono dalle nostre dita a grandi velocità e ne abbiamo sempre una
pronta. Inoltre, che non è poco, siamo anche capaci di illustrare le
nostre storie da noi, anche se in questo libro tratteremo ben poco del
disegno e molto di più delle creature che ritraggono.
Anche voi sarete così,
quando avrete finito di leggere questo corso: mai piagati dal blocco
dello scrittore, sempre accompagnati dal dono di saper cosa raccontare,
quando raccontarlo e soprattutto in che modo.
Oppure siete gentaglia a cui non piacciono le piante grasse e i Cactus non ci parlano con quelli lì.
Noi vogliamo lettori
capaci di amare, di vedere le meraviglie del mondo: solo attraverso i
loro occhi da naturalisti, i loro occhi da amanti, possiamo raggiungere
il cuore.
Pensate di essere adatti?
Siete stanchi delle
storie in cui i personaggi sono prevedibili, scontati, stereotipici, in
cui i mondi sono esplorati superficialmente, in cui l'amore non è amore,
la guerra non è guerra, e tutto è colorato, scintillante e vuoto, senza tinte intermedie e sfumature delicate?
Allora cominciate insieme a noi questo viaggio nel mondo della scrittura che è, a ben vedere, un viaggio in tutte le cose.
Note finali:
I Cactus di Fuoco
possono "dettare" storie su qualsiasi argomento e in qualsiasi stile,
dal più aulico al più romanaccio tamarro, dall'ottocentesco al magico
Rowlinghiano. Non aspettatevi neanche lontanamente che tutto il resto
dei capitoli del libro abbiamo lo stesso tono dell'introduzione o che
siano altrettanto retorici.
Inoltre i Cactus di
Fuoco non possono insegnare la grammatica. O meglio, possono, ma si
scocciano tantissimo a farlo. Forse vi daranno una leggerissima
infarinatura e sicuramente qualcosa imparerete anche da questo libro, ma
la grammatica è una cosa noiosa e loro non hanno tempo da perdere con
cose che non sono storie.
Sono immortali, va bene, ma si annoiano.
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