lunedì 26 gennaio 2015

Raccontro breve - Wendigo

Le tracce portavano fino a quell'anonimo punto sotto un anonimo albero nella foresta. Poi finivano completamente: qualche ultima goccia di sangue, come se un rubinetto aperto fosse stato chiuso e avesse sputato fuori le ultime gocce, e le impronte delle piante nude dei piedi impresse sul terreno.
Il commissario Sacco, un tipo tarchiato, capelli corti e grilletto facile, illuminava quel punto con una torcia elettrica. Era la prima volta che gli capitava di vedere qualcosa di simile dal vivo e da quella prospettiva. Scoprire le tracce, un caso grosso, quasi sovrannaturale.
Dietro di lui c'erano Alfredo, l'uomo che aveva scoperto le tracce, la sua ragazza Francesca e un altro agente di polizia, Primo.
Alfredo dimostrava quarant'anni portati male, tutto ossa e con i capelli grigi, e ne dichiarava venti. La sua ragazza, di contro, avrebbe potuto averne al massimo ventidue, bella, capelli lunghi biondo cenere e maglioncino a collo alto sopra i jeans attillati. Primo invece era sulla trentina, capelli neri, spalle larghe e braccia forti.
Primo sospirò
«Questo qui, dicono, che è il quinto che scompare così» disse
«Lo chiamano il Wendigo» si azzardò a parlare Francesca
«Chi, quello che è scomparso?» domandò Sacco, alzando un po' troppo la voce
«Ma no! No! L'assassino»
«Ah. Perchè lo chiamano il Mandingo?»
«Wendigo» lo corresse Alfredo, con voce calma.
Primo si limitò a guardarli in silenzio. Lui sapeva tutto di quel caso, fin nei più piccoli dettagli, e non aveva alcun bisogno di sapere perchè mai lo chiamassero il Wendigo. Era ovvio.
«Uccide nei boschi» Spiegò Francesca
«Lo so» grugnì il commissario «So come uccide, signorina. Saperlo è il mio lavoro»
«E poi non ci sono tracce e nessuno ha idea di come sia fatto» continuò Alfredo, visto che la sua ragazza aveva smesso di parlare, intimidita «Ricorda il mito dei cacciatori cannibali che vengono posseduti da uno spirito e danno la caccia agli umani che...»
«Bla, bla, bla. Sciocchezze»
«Lo so!» ribattè piccato Alfredo «So che sono stupidaggini, ma è per questo che lo chiamano il Wendigo!».
Il commissario lo guardò come se fossa idiota, ma Alfredo non arrossì, sebbene una sensazione di inadeguatezza e rabbia si stesse impadronendo lentamente di lui.
«Allora, quando avete trovato le tracce?» Chiese Primo, interessato
«Erano più o meno le sette e mezza di sera» rispose Francesca «Avevamo fatto un picnic e poi... beh, siamo andati a fare una passeggiata. All'improvviso abbiamo visto dei vestiti sporchi di sangue sul terreno e abbiamo sentito come se qualcuno si lamentasse e un rumore di... trascinamento»
«Ah ah...»
«E quindi siamo venuti a controllare. C'era sangue dappertutto e poi via abbiamo chiamati e...»
«Signorina» disse autorevole Primo «So che starebbe al commissario Sacco il compito di dirvelo, ma sapete che voi due verrete con noi in centrale per dei controlli, vero?» il poliziotto abbassò gli occhi sulle mani della ragazza, illuminandole con una torcia «Lo vede che sono sporche di sangue, vero?».
Le punte delle sue dita, si, erano scarlatte.
«Ma no! Questa è solo salsa! Stavamo facendo un picnic e poi camminando ci siamo portati un panino e...»
«Basta così!» ruggì Sacco «Questa scusa è ridicola! Un uomo scompare, voi due seguite tracce misteriose che scompaiono nel niente, chiamate la polizia per rendervi insospettabili e...»
«La volete finire là sotto?» domandò una voce assonnata, da in mezzo ai rami scuri dell'albero.
Tutti alzarono la testa. Una figura umana, magrissima, era appostata in mezzo al fogliame, come un mostro pronto a balzare su di loro. Alla luce della torcia, però, apparve essere un ragazzino che nemmeno li guardava, con la voce piena di sonno e i capelli scompigliati.
«Che ci fai lassù?» Ringhiò Sacco
«Dormo nel mio sacco a pelo, voglio vedere l'alba domani, l'ho trascinato quassù, dannazione, e mi sono mangiato un panino e voi mi svegliate e dite tutte quelle scempiaggini sul fatto che sono morto ucciso...».
Il commissario arrossì violentemente e diede la colpa ad Alfredo e Francesca
«Ci avete chiamati per nulla! Quale Mandingo o Wendigo o quello che è!» ringhiò, allontanandosi poi insieme a Primo, il quale sussurrò alla coppietta, poco prima di allontanarsi
«Scusatelo. Fa sempre così»
«Sissignore!» esclamò Alfredo, con un sorriso sollevato.
Francesca si strinse al suo ragazzo, afferrandolo per il gomito, e gli sussurrò contenta
«Insospettabile, non è vero?».
Quando la rappresentanza delle forze dell'ordine se ne fu andata, Alfredo raccolse da terra un bastone e con quello colpì il cadavere del ragazzo, che cadde dai rami dell'albero insieme al registratore vocale che teneva fra le braccia. Pezzi di carne mancavano dal petto e dalle braccia.
«Finiamo il nostro picnic, tesoro?» Domandò con delicatezza Alfredo.




----------------

 Per il contest di ArteScritta:iconartescritta: sul tema "Insospettabilità".
Abbiamo deciso di usare Alfredo perchè, beh, è il genio della serie, quello che fa le cose più "insospettabili". Sinceramente non siamo completamente soddisfatti del pezzo, abbiamo tagliato tutte le descrizioni che rendevano in modo più chiaro la tensione psicologica, abbiamo dovuto lasciare dei nudi fatti per via del limite di lunghezza (e alla fine non abbiamo neanche fatto il conteggio, speriamo solo che siano meno di 6000 caratteri...).
Comunque non è male e ho avuto la possibilità di scrivere qualcosina...

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi