mercoledì 18 giugno 2025

Reclute del Team Flare nel trapanese - Update sul progetto Trinacria

Stiamo procedendo un po' a rilento.

Vorremmo fare di più, ma purtroppo si è sollevato contro di noi un nemico difficile da sconfiggere: il caldo torrido. Queste temperature, unite alla forte luminosità del giorno, ci rendono più sonnolenti (sì, siamo creature della notte)... più pigri, più lenti, forse anche un po' depressi (e qualcuno di noi è già bello inguaiato, questa situazione, ahi ahi, peggiora le cose).

Ma nonostante tutto, non ci stiamo arrendendo. Immaginate adesso che abbiamo appena scritto la vostra frase motivazionale preferita (oh, già che ci siete, se volete commentatecela! Abbiamo un gran bisogno di frasi motivazionali) e che, con occhi ardenti di fiamme, stiamo stringendo i pugni e guardando verso l'orizzonte.

Abbiamo iniziato a pubblicare sul sito di Pokémon Trinacria qualcosina riguardo ai personaggi... rivelando anche alcuni dei primi overworld sprites (ovvero i personaggini fatti di pixel che si muoveranno sullo schermo durante l'esplorazione del gioco), in particolare quelli di tre personaggi fortemente connessi alla regione di Kalos (quella di Pokémon X e Pokémon Y, per intenderci), ovvero due reclute del Team Flare e il professor Platan.

Il professor Platan che cerca il Bar 900. Purtroppo non sa chiedere indicazioni perché parla solo Kalosiano, così fa finta di niente e vi da il buongiorno.

 

(Questo significa che dobbiamo fare pure il Bar 900? E scriptarci dentro almeno un paio di eventi? Ecchecavolo!)

La novità, per quanto riguarda le reclute, è che questa volta... hanno un nome. E sono soltanto due, invece di un team intero: Dorian e Ionica. Chissà, magari riuscite anche ad indovinare qual'è l'ispirazione dietro i loro nomi!

Ma che cosa ci fanno delle reclute del Team Flare a Trinacria, vi chiederete... beh, sono in vacanza, è ovvio! Quindi, questa volta, niente strani piani per sterminare la popolazione (forse), ma solo una storia di connessione.

Oltre alla presentazione di tre personaggi (con relativa pixel art), stiamo lavorando anche alla storia del gioco, nonché ai tileset (ovvero ai "mattoncini" base che andranno a comporre l'ambiente), i quali dovranno catturare al meglio l'atmosfera della Sicilia e al contempo amalgamarsi bene con i tileset originali di Pokémon, che saranno ancora presenti, mischiati ai nuovi ambienti.

E se ve lo state chiedendo (ma non ve lo stavate chiedendo, probabilmente), sì, ci sarà l'Etna. E sì, ci saranno dei pokémon mitici molto speciali sul vulcano. Ma prima di arrivare fino all'Etna ci vorrà un po'... perché stiamo iniziando dalla Sicilia occidentale, dalla zona del trapanese.

Sì, la cosa bella di questa hack rom è che ci sono le reclute del Team Flare che fanno cose in provincia di Trapani. Voi chi vorreste vedere in questa vacanza? C'è un personaggio che vi piace in modo particolare e a cui vorreste dare una vacanza rilassante (e assolutamente senza disastri naturali, genocidi, razzismo, e una trama matura ideale per i videogiocatori adulti, no no, tranquilli, no, rilassatevi, tranquilli, sedetevi... cosa... no, certo che no, quello script che indicate, e che sporge da sotto il nostro tappeto, non parla assolutamente di un team di villain così cattivi che tutti i cattivi dei giochi precedenti li trovano spregevoli, eh eh, certo che no, cosa state pensando...)?

Vorremmo darvi di più, più in fretta, davvero, perché questo è un progetto proprio carino.


 

sabato 14 giugno 2025

Update su Regis Irae e Pokemon Trinacria: idee per gli starter, concept per Opurino

Come promesso, è tempo dell'update di oggi riguardo a quanto stanno andando i nostri progetti, in particolar modo quello di Regis Irae e quello di Pokémon Trinacria.

Non abbiamo mai fatto una hack rom prima d'ora, è un modo di raccontare tridimensionale, che fonde l'arte visiva a quella della scrittura... è un po' come un fumetto, ma in cui la persona che legge può camminare, spostarsi, decidere in che ordine parlare con gli altri personaggi, e già che c'è fare qualche battaglia pokémon... ovviamente, questo significa che dobbiamo imparare un po' di informatica extra, you know, per riuscire a mettere insieme tutti gli elementi di questa storia.

Perciò oggi non siamo andati troppo avanti con il lavoro di produzione e scrittura, ma abbiamo principalmente lavorato di concetto per due cose: capire come realizzare e applicare gli scenari e i personaggi all'interno della rom (non è minimamente facile come sembra! Provate a cercare dei tutorial a riguardo, c'è davvero da impazzire!) e capire in che direzione deve andare la nostra storia, a partire proprio dai tre starter.

Per ora, proprio come fa anche la vera Pokémon Company, non possiamo darvi troppe informazioni riguardo ai nuovi starter (che comunque sono diversi da quelli del Progetto Regis Irae, che abbiamo già svelato mesi fa, ma tanto voi ve li siete persi, ah!), non finché non avremo deciso di svelare ufficialmente i loro design, ma possiamo dirvi che saranno basati... sull'arte. E non su correnti artistiche qualsiasi, ma sull'arte dei popoli che hanno colonizzato la Sicilia, la cui estetica variegata moderna è un'amalgama di tutte queste cose fighissime.

Tuttavia, l'arte non sarà l'unico tema degli starter... perché il secondo tema sarà il viaggio.

Abbiamo discusso nel dettaglio nomi, aspetto, concept degli starter, alcuni NPC, la valenza dei colori utilizzati nell'overworld, e abbiamo deciso anche che la scena iniziale della storia sarà... un po' diversa dal solito.

Vorremmo tanto avere già qualcosa di più da mostrarvi, ma ci sono giornate in cui il lavoro deve essere concettuale e basta. Non abbiamo scritto o disegnato praticamente niente, per ora è tutto nelle nostre teste, e crediamo che sarà bello tornare a questi post fra qualche mese, quando ci sarà più materiale disponibile, magari una demo di Pokémon Trinacria...

No, aspettate, ci dicono dalla regia che in realtà un concept c'è già! Si tratta di uno dei pokémon semi-mitici (ma poi cos'è un mitico? Cos'è un semi-mitico? Intendiamo, nel canon di Pokémon) della regione, l'adorabile Opurino!

 

Il nome Opurino deriva da una fusione delle parole "Opuntia" (il nome scientifico del fico d'india, pianta simbolo di Trinacria, è Opuntia ficus-indica), "puro" e "ino" (come in "piccolino", il tipico suffisso che si usa per definire qualcosa di piccolo). Opurino è un pokémon di tipo erba il cui corpo sembra composto di cladodi, ovvero le sezioni di cui sono formate le piante di fico d'india, ed è assolutamente unico al mondo per via del suo peculiare modo di... crescita. Infatti, al contrario degli altri pokémon intorno a lui, che evolvendosi cambiano completamente aspetto, Opurino aggiunge soltanto sezioni al suo corpo, diventando sempre più lungo, e assumendo un'andatura bipede.

Nella sua regione, questo pokémon è considerato essere prezioso, con una particolare connessione con il mondo dei morti e con la resurrezione: alcuni credono infatti che lo spirito di certi esseri umani, dopo il trapasso, ritorni sulla terra come questa creatura pura, senza ricordi, apparentemente inumana, ma che crescendo somiglia sempre di più, con la sua andatura, proprio ad un essere umano.

Vabbé, quindi un update per voi ce l'avevamo!

Ma sappiate che è solo la punta dell'iceberg. Fate il tifo per noi, se volete vedere di più! (No, davvero, è un progretto enorme, abbiamo un pochino bisogno di sapere che qualcuno interessato alla cosa c'è... )

I bagli, la Sicilia, il modo in cui vivevano i nostri nonni

Gli umani sono fatti per condividere, dovremmo vivere in "branchi" che si scambiano le risorse con altri branchi. Qui in Sicilia, fino a non troppi anni fa, si viveva nei bagli in campagna, in strutture dove tutte le case erano costruite intorno ad un cortile interno, e diverse famiglie lo condividevano. Si lavorava la terra insieme, si allevavano le galline insieme, alla sera si cantavano le canzoni intorno ad un focolare, ci si raccontavano storie, si ballava, ci si innamorava...

Purtroppo, in tempi più recenti, con la generazione dei nostri genitori, questa consuetudine ha incominciato a perdersi, con sempre più persone che vivono nelle città, ma sono contenta di vedere come moltissimi giovani stanno decidendo in realtà di tornare alle campagne.

Recentemente abbiamo visitato un baglio che alcune persone di un'associazione culturale stanno restaurando, allo scopo di andare a viverci con i loro amici... e che dire, un pensierino ce lo stiamo facendo pure noi. Sarebbe bello, tornare a vivere come vivevano i nostri nonni, nelle campagne, in spazi aperti e condivisi, con un ritmo umano.

Il diverso è un valore aggiunto. Il quindici sera (qui da noi diciamo così, non la sera del quindici, ma il quindici sera...), qui da noi in piazza ci sarà un evento in cui persone di diverse culture condividono (gratuitamente) il cibo delle loro nazioni d'origine, anche nelle variante che sono state create in Sicilia, integrando i nostri ingredienti tipici.

Il modo in cui l'abbiamo saputo è interessante... letteralmente in un salottino letterario privato, dove tutte le persone all'interno, tranne noi, erano arbëreshë, ovvero italo-albanesi, e ci hanno caldamente invitati a partecipare. Sarà una vera festa per tutti!

E sai di cosa abbiamo discusso, in quel salottino traboccante di libri, dove le bimbe giocavano sul pavimento? Di come la gloria della Sicilia venga dalla sua immensa diversità, di come la visione del singolo debba essere inclusa, celebrata, ascoltata, allo scopo di capire realmente il mondo, e di come la mia diversità non toglie nulla alla tua e viceversa... oh, e anche di come sarà la diversità unica dei caratteri, e delle visioni artistiche, che schiaccerà l'AI molto presto, visto che da sempre, storicamente, sono le visioni uniche, e non quelle omologate, a brillare. 

Abbiamo conosciuto una scrittrice arbëreshë durante il festival dei libri di una città del trapanese, abbiamo partecipato ad un piccolo seminario di scrittura creativa che ha organizzato lei... e abbiamo incontrato così tante persone diverse! C'era un pittore francese che ha deciso di rimanere in Sicilia per via dell'unicità del territorio, del modo di viverlo che hanno le persone (ed era pure un pittore bravissimo), una ragazza che è nata in Marocco, ma che parla italiano perché è cresciuta qui, e ci ha raccontato della meraviglia della campagna di sua nonna... e abbiamo ascoltato un ragazzo con la chitarra assolutamente eccezionale e un'insegnante che parlava con l'accento siciliano più pesante che abbia mai sentito, ma che al contempo scriveva in modo sublime. 

Eravamo tutti diversissimi! Non è neanche una cosa che siamo in grado di raccontare così, in breve...

E quindi domani sera si va a mangiare cibo albanese, se tutto fila come deve filare.

Noi, a dire il vero, non siamo i più grandi socializzatori del mondo... non è colpa nostra, è il modo in cui ci hanno cresciuti. Ma proveremo a fare del nostro meglio... e a portare anche un pezzettino di noi in un posto dove ognuno porta una parte di sé.

Perché l'insieme, a volte, è più grande della somma delle sue parti.

Peace and Love!

 

 

 


giovedì 12 giugno 2025

Benvenuti a Trinacria, una nuova regione Pokémon!

È ormai un po' troppo tempo che non vi aggiorniamo sui nostri progetti... in teoria questo blog era nato proprio con questo scopo, quello di farvi dare un'occhiata "dietro le quinte" e tenervi sempre al corrente dei nostri progressi (anche per motivarci, oltre che perché è figo vedere come le cose vengono create). 

E allora sapete cosa? Da oggi torneremo ad aggiornarvi.

E cominciamo proprio con una cosa grossa ;)

Il logo (ancora da rifinire) di Pokémon Trinacria


Quando l'ispirazione colpisce, noi facciamo le cose in grande.

Ma in grande in grande, eh. Vorremmo che i nostri progetti non fossero così mastodontici, perché almeno potremmo rilassarci, dire che abbiamo finito un sacco di cose e non essere continuamente in ansia perché stiamo procrastinando (procrastinando: leggasi "stiamo lavorando su altri progetti, o facendo la spesa, o guardando un cartone animato per staccare dieci minuti, ma abbiamo la brama di finire tutto e subito e non riusciamo a smettere di pensare a quell'altro grosso progetto che dobbiamo finire").

E per ora siamo un po' appassionati di Pokémon... sarà perché stiamo lavorando anche noi ad una sorta di creature collector (il progetto Regis Irae, che sarà una serie di libri, un gioco in pixel art, un gioco di carte, un intero universo narrativo... avete capito il tipo di cosa, e alcuni di voi che ci seguono saranno già familiari con il progetto), sarà perché si sta approcciando l'uscita di Pokémon Leggende ZA, che ci interessa per una serie di motivi, sarà perché vogliamo scrivere una lettere d'amore "speciale" a quella che è la casa di quasi tutti i Cactus di Fuoco, ovvero la Sicilia... e vabbé, abbiamo deciso di creare una regione Pokémon.

Esatto, con luoghi, personaggi, capipalestra, leggende e soprattutto pokémon (in questo caso fakémon) originali.

E sarà giocabile. Avete sentito bene: l'ambizioso progetto si trasformerà infine in un'hack rom che potrete scaricare gratuitamente e giocare grazie ad un emulatore (oppure, che ne sappiamo, se siete dei veri smanettoni potete montare il file su una cartuccia e giocarlo direttamente su game boy, portandolo sempre con voi).

Ma prima che diventi un gioco completo, ci sono un bel po' di altre cose da sbrigare, in primis la creazione di tutte le creature, con le loro descrizioni, i loro habitat, i loro sprites in pixel art (fronte, retro, icona), le loro mosse... ed è per questo che abbiamo deciso di lasciarvi dare un'occhiata dietro le tende del progetto creando, eh sì, un pokédex online.

Si chiama Trinacridex, in onore della regione che stiamo creando, ovvero Trinacria, lo stand-in per la Sicilia. Sapete, no, come Pokémon usa veri luoghi come base per i suoi giochi? Tipo Kalos, che è la Francia (con tanto di bandiera tricolore francese) o Paldea che è la spagna? Ecco, noi facciamo Trinacria, che è un modo un po' particolare di dire Sicilia.

A proposito, lo sapete che cos'è la Trinacria? Non sappiamo se l'avete mai vista, ma è fatta così:

Sì, questa è la bandiera ufficiale della Sicilia.
Sì, il leggendario di Trinacria sarà ispirato da questa cosa.
 

Questo progetto è un "gemello" di quello di Regis Irae, tant'è che condivideranno alcune creature e persino alcuni personaggi. Insomma, saranno un po' crossoverati, anche se le vicende accadono in due universi diversi (uno nella nostra main saga, quella del Cammino delle Leggende, mentre l'altra è letteralmente un fan-project di pokémon) ci fa piacere l'idea di far comparire certi nostri OC (in particolar modo quelli che sono legati al viaggio dimensionale... ovviamente!) nel mondo Pokémon, adattandoli per farli diventare allenatori, villains o persino creature catturabili con le vostre fide pokéball! 

Insomma, se volete dare iniziare a dare un'occhiata ai siti, eccoli qui:

- Quello di Trinacria (un po' vuoto per ora, ma già carino);

- Quello del progetto Regis Irae (c'è qualcosina, ma proprio un cicinin', in più, però l'intero sito è in inglese). 

 

 


Vi terremo aggiornati sull'aggiunta di pagine riguardo entrambi i progetti qui! E speriamo che vi piacciano... ricordate, lavoriamo sempre per voi, notte e giorno. Per un mondo migliore, più ricco d'arte, più ricco di comprensione :)

 

domenica 1 giugno 2025

Maggio 2025 - Cosa abbiamo creato?

Maggio 2025 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!


+++DISEGNO++++
 
Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs|
 
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Recensioni
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Caro diario - foto di alberelli | Feraligatr, Meganium ed Emboar... kalosiani? (Speculazioni sui possibili design/concept di Pokémon Leggende Z-A) |
 
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venerdì 23 maggio 2025

Sketch strambi di Pokémon

Hey! Volete dare un'occhiata dentro i nostri sketchbook, pieni di roba stupida fatta a penna? Normalmente non li posteremmo (non lo facciamo per gli altri fandom), ma abbiamo l'impressione che voi pokéfans abbiate il senso dell'umorismo ;)

1. Dedenne! Dedenne, un sacco di Dedenne! E anche pikachu e un wooper. 

2. Direttamente dalla nostra prima visione dell'anime di XY, un mucchio di rapidissimi sketch per "familiarizzare" con gli outfit dei personaggi (anche lo sketch precedente, quello con i dedenne, come questo è stato realizzato durante la visione dell'anime). Ovviamente corredati da nomi pesantemente distorti e che non hanno alcun senso (tranne alcuni, che però sono giochi di parole cretini con l'italiano).


 

3. Uno scambio di ouftit fra il nostro Monarca e Lysandre. Vladislav Korolkrovi è l'unico tizio capace di fare sembrare Lysandre piccolo... a parte AZ, ovviamente. Il Monarca e AZ sono alti più o meno uguali invece, ma c'è una netta differenza di... bodybuilding.


 

4. Non dobbiamo spiegarvi questa pagina, vero? VERO? Sono quelle cose che si fanno negli sketchbook senza motivo. Featuring: il Chairman Rose, Archie, Maxie (come si chiamano in italiano questi due? Boh), Diantha, il professor Platan, Lysandre, Lusamine, Litleo e Sudowodoo.


 

Mini bonus in digitale, che non vengono dai nostri sketchbook ma sono comunque sketch casuali:

1. I CEO (+ Perrsker) tutti insieme. Lysandre + Rose + Lusamine.

 

2. Chairman Rose. Così, senza motivo.

3. Rose fa un massaggio alle spalle di Lysandre. Essere alti e andarsene in giro tutto il giorno a piedi deve essere un po' massacrante per la schiena... per fortuna Rose ha le mani d'oro e sta aggiustando il suo collega. (Sì, non abbiamo mai headcanon normali. Grazie per essere venuti al nostro Ted Talk).




 

venerdì 16 maggio 2025

Feraligatr, Meganium ed Emboar... kalosiani? (Speculazioni sui possibili design/concept di Pokémon Leggende Z-A)

Tutti a bordo dell'hype train per Pokémon Legends Z-A! Abbiamo deciso di fare una cosina in pixel art, perché speculare è sempre bello, e anche quando non ci azzecchiamo finiamo comunque per esserci divertiti.

Ovviamente ecco come abbiamo immaginato le mega (oppure le varianti regionali? Che importanza ha, quello che conta è che sono le versioni kalosiane) di Meganium, Feraligatr e Emboar, gli stadi evolutivi finali dei tre starter del gioco!

Abbiamo deciso di usare un tema un po' particolare per accomunarli fra loro... quello della rivoluzione, della resistenza al potere, un tema che è molto caro alla Francia, e che speriamo abbia una certa importanza anche in ZA!

Feraligatr kalosiano

Feraligatr: le sue scaglie dorsali adesso sono più estese, tanto da formare un cappuccio, che copre la sua faccia... un po' come una persona che cerca di proteggere la sua identità mentre protesta. Ha due spine sul petto, che gli permettono di "speronare" chi ha di fronte (e somigliano anche al "fiocco" delle due estremità del cappuccio legato). Il cappuccio in questione ha anche la prima "punta" curva in avanti, in modo da ricordare un berretto frigio, un importante simbolo di libertà, avvenire e progesso. Un berretto simile era indossato dai galeotti di Marsiglia liberati nel 1792, e fu il simbolo dei giacobini nel corso della Rivoluzione francese. Se da un lato sembra cercare di nascondere la sua identità, con la testa coperta dalle scaglie, sembra anche cercare di attirare l'attenzione, grazie non solo al colore rosso intenso del suddetto cappuccio, ma anche alle sue squame catarifrangenti, che si estendono sul suo ventre in due righe... e che, chissà come mai, ricordano così tanto le strisce dei gilet gialli ;)

Questo Feraligatr è sempre pronto a fare rumore e ad attaccare gli altri per far rispettare il suo territorio. Sembrerebbe perciò essere molto territoriale, ma in realtà condivide pacificamente le sue terre con gli altri pokémon; l'unica cosa che non può sopportare sono quelli che si appropriano delle risorse che sono sue senza averne necessità, o che rubano cibo e acqua agli altri pokémon con cui condivide la casa.

A volte è possibile trovare folti gruppi di questi Feraligatr kalosiani che nuotano tutti insieme nel fiume che attraversa il centro della città, e allora bisogna stare molto attenti! Questi ragazzoni sembrano darsi coraggio gli uni con gli altri ed essere notevolmente più forti quando sono in branco. Hey, sembra che i Feraligatr kalosiani siano ideali da utilizzare nelle lotte in doppio!

 

Meganium kalosiano

Meganium: il suo fiore, che in altre regioni è rosa, qui è curiosamente... nero e rosso? Non vi ricorda qualcosa? Ah, sì... l'arma finale di AZ. Ma non è questo il solo riferimento che salta alla mente dei locali, quando osservano questo bestione camminare lentamente fra le strade di Lumiose city.

Meganium kalosiano sparge un profumo delizioso nell'aria, che ispira componimenti arditi ai poeti... ma attenzione a non inspirare troppo quel delizioso effluvio, perché sembra che possa provocare dipendenza! In un tempo passato, una categoria molto specifica di persone si accompagnava ai Meganium kalosiani: erano i cosidetti poeti maledetti, che sembrava consumassero un distillato dei petali che crescono sulla schiena di questo pokémon e ne traessero visioni.

Anche se Meganium kalosiano sembra non essere direttamente un rivoluzionario, in realtà spinge sottilmente gli umani all'azione, espandendo le loro coscienze... inoltre non può tollerare che la bellezza venga sciupata, che i fiori vengano distrutti, i parchi urbani cementificati, e per proteggere il mondo che ama può, in casi estremi, tirare fuori la sua personalissima "arma finale": il "cannone" ad energia solare che si trova sulla punta della sua coda, che normalmente riposa in forma di un fiore chiuso, ma che sboccia grazie alla rabbia di Meganium, bellissimo e letale. I locali lo chiamano "fleur du mal", ovvero fiore del male.

 

Emboar kalosiano
Emboar: ah, se i maiali potessero volare... come dite? Emboar kalosiano può? Sembra proprio di sì, grazie al suo doppio tipo, fuoco/volante, che lo trasforma in una specie di piccolo aeroplano vivente. Questo Emboar è un testardo, che pensa di poter realizzare anche l'impossibile, e crede che ogni essere vivente, umano o pokémon, può raggiungere il suo sogno con impegno; è un sognatore, un rivoluzionario, e nonostante abbia un carattere apparentemente più mite rispetto alla sua controparte di Unima, con la sua "testa dura" può sostenere sforzi prolungatissimi e realizzare cose che agli altri pokémon sembrano impossibili.

La sua sciarpa di fuoco ricorda quella di un aviatore, le sue ali e la sua coda sembrano ricalcate su quelle di un aereo, le placche cornee sui suoi occhi (simili a degli occhialoni di aviatore) proteggono i suoi delicati occhietti dal vento, ed Emboar kalosiano può incanalare la sua immensa potenza di fuoco attraverso i tubi che sporgono dai suoi gomiti e dalle sue caviglie, direziosandosi quando si trova in aria. Sebbene i suoi decolli possano sembrare goffi, in aria si libra con grande agilità, ed è velocissimo, tanto da essere soprannominato "freccia rossa".

Alcuni dicono anche che somiglia ad un certo porco, anche lui rosso, di un cartone animato di origine Giapponese... ma chissà se è vero. Quello che è certo, è che tutti e due questi "porci" hanno un odio sconfinato per chi vuole imporre agli altri come vivere la propria vita.


Ci sono ancora altre cose da dire riguardo a questo trio, ma per ora vi lasciamo così... magari sarete in grado voi stessi di fare i collegamenti che abbiamo fatto anche noi ;)

 

🌵🎨 Tutti i disegni di questa pagina (e probabilmente anche delle altre, se non è diversamente specificato) sono stati realizzati dalle nostre artiste, Furiarossa e Mimma! 🌵🎨


lunedì 12 maggio 2025

Caro diario: foto di alberelli

Stamattina abbiamo chiesto a nostro padre, che vive in una regione differente dalla nostra, di mandarci delle fotografie di piante in fiore, per vedere in che modo la differenza climatica ha effetto sulle piante locali. Insomma, visto che quaggiù da noi crisantemi e margherite, fioritura di malva e di viperina, sono già abbondanti, volevamo sapere cosa sta succedendo da lui.

Nostro padre, che come al solito ha capito perfettamente le istruzioni che gli sono state date, è andato in giro per la città a fotografare alberelli. No, non alberelli fioriti, degli alberelli a caso.

Una piccola palma dentro ad un recinto. Interessante scatto da mandare a qualcuno che ha chiesto foto di fiori... una palma recintata con un sacco di piante, rigorosamente prive di qualsivoglia bocciolo, intorno. Spettacolare.
 

Ha poi proceduto a mandarci foto di svariati alberelli, tutti rigorosamente senza fioritura. C'era anche una pianta grassa in un vaso, che non sappiamo a chi appartenga, anche questa senza alcuna traccia di fioritura.

Alcune piccole agavi, in condizioni neanche eccellenti, in un vaso. Non è esattamente una pianta da fiore, forse... vabbé.

 La cosa più vicina all'obiettivo prefissato sono i fiori di tarassaco (presenti in numero di cinque) sotto un alberello di olivo; bisogna però ricordare che la loro presenza è una totale casualità, e che non sono il soggetto scelto da nostro padre per la fotografia. I soggetti scelti sono infatti, come avrete capito, gli alberelli.

Alberello di olivo. Sotto di esso, nel prato, potete scorgere, se strizzate gli occhi, alcuni fiori gialli di una composita che potrebbe, o non potrebbe, essere tarassaco. Vabbé.

 Grazie padre. 

(No, grazie veramente. Aldilà dell'adorabile e totale cannamento della missione, che ci ha fatte fare una risata, e speriamo l'abbia fatta fare anche a voi, c'è il fatto che si è messo a fotografare alberelli in giro per mandarceli. L'impegno è lì, e non è una cosa scontata, nel 99% dei casi)

giovedì 1 maggio 2025

Aprile 2025 - Cosa abbiamo creato?

Aprile 2025 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!


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Dalle finestre dell'Hotel Z puoi vedere la fine del mondo
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Ghost of love
 
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Caro diario - un amico che vuole doppiare |
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martedì 8 aprile 2025

Caro Diario - Un amico che vuole doppiare

Oggi un nostro amico (che abita in America, negli Stati Uniti per essere precisi) ci ha detto che ha avuto un'idea: vuole entrare nel mondo del "voice acting", ovvero del doppiaggo, e desiderava sapere la nostra opinione.

Il doppiaggio è un'arte, una delle nostre preferite se dobbiamo dire la verità. 

Fin da quando eravamo piccini, noi giocavamo ad impersonare personaggi vari, cercando di dare loro voci quanto più simili a quelle originali, viste in tv, ed è diventata poi un'evoluzione naturale della cosa che dovessimo inventare nuove voci per le "comparse" e per i personaggi originali che poco a poco iniziavano ad entrare nelle avventure.

Ma il doppiaggio è anche un'arte difficile e, almeno nel paese in cui viviamo, è terribilmente legata ad alcune famiglie che "tradizionalmente" sono nel mondo del doppiaggio... è difficilissimo diventare doppiatori, anche se si è davvero bravi.

Non abbiamo idea di come funzioni in America (o forse ce l'abbiamo, ma è comunque troppo vaga per potere dire che sappiamo davvero qualcosa sull'argomento), se il mercato è più "libero" che in Italia, ma da quel poco che abbiamo visto, soprattutto nelle grandi produzioni, i voice actor professionisti vengono usati sempre di meno a favore di "star" di altro tipo, come gli attori o i cantanti. 

Insomma, è un percorso sicuramente bellissimo, e fare il doppiatore sarebbe un lavoro dei sogni, se solo fosse... fattibile. Ma, ripeto, che ne sappiamo noi? 

Ci sembra difficilissimo, quasi impossibile per i progetti grandi, ma non è detto che non lo sia per piccoli progetti indipendenti.

La passione che ci vuole per fare un lavoro del genere deve essere davvero, davvero sconfinata. E oltre alla passione c'è anche un altro dettaglio importantissimo: l'impegno tecnico. Se già è difficile farcela per chi è davvero bravissimo, per degli appassionati "amatoriali" che non hanno alle spalle studi professionali è probabilmente ancora più difficile. Lungi da noi il dire che è impossibile, ma... bisogna tenerlo in conto.

Chissà come gli andrà. Siamo curiosissimi di sapere se riuscirà nel suo sogno oppure no... e, in un certo senso, di documentare questo difficilissimo viaggio.

martedì 1 aprile 2025

Marzo 2025 - Cosa abbiamo creato?

Marzo 2025 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!


+++DISEGNO++++
 
Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs
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Pokémon

Gentlemons |

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Furry, anthro and animals (not commissions)  
Specter the wereraptor | Post lunch relax |
 
Danny Phantom

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Watchtower

Prologo | 1. 10 Marzo 1958 – Istituto Bedstone | 2. 20 Aprile 1958 – Sebastian e famiglia | 3. 21 Aprile 1958 – La fuga | 4. Referto medico | 5. L'e-mail |


Bloodhound - The Man without silence

14. This love that is a lie | 15. Father, I want a dog | 16. A big beast named Hannibal | 17. Defense dog | 18. Classroom kidnapping | 19. Death to the president! | 20. The president is dead | 21. The (evil) genius complex | 22. Goliardic | 23. Appearing in the story, disappearing from the story | 24. Powerful young man | 25. Computers disguised as watermelons |

Danny Runner and the Phantom Crown

11. Rivelarsi agli amici [ITA] / 11. Friend's revelation [ENG] |
 
Schede dei personaggi, specie, luoghi e varie (Blog) 
 
La questione della tuta di Bastion | Caro Diario - Cose impossibili che però succedono, tartaruga edition | Caro diario: ho partecipato ad un sondaggio sulla pubblicità. È stato noioso. Ti racconto come è andata. |
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domenica 23 marzo 2025

Recensione: Cent'anni di solitudine (Gabriel García Márquez)

Cent'anni di solitudine

È passato così tanto tempo dall'ultima recensione spinosa che abbiamo fatto... si può dire che vi abbiamo lasciato soli, senza consigli di lettura e senza farvi ridere, per un periodo di tempo piuttosto lungo... sì... hmm... quindi che cosa dovremmo recensire adesso, per farci perdonare? Ma ovviamente, ovviamente, Cent'anni di solitudine!
Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez, è quel libro che, apparentemente, tutti hanno letto tranne voi. Cent'anni di solitudine è quel libro che tutti ti consigliano. "Ah sì, è bellissimo, è così intrigante, che atmosfere magiche poi..." "Ah, ma non puoi capire finché non l'hai letto...". E poi nessuno ti dice mai che cosa c'è davvero nel libro. Pure se lo cerchi online, hai solo una vaga idea di cosa possa esserci fra le pagine di questo classico (che poi è un classico? Non lo è? Cos'è che definisce un classico? Questa è una domanda a cui potremo dare risposta un'altra volta), con gente che ti parla di chiaroveggenza, di solitudine e tutte queste cose qua. Poi lo leggi e... ed è tutta n'altra roba.
 
[Nota: In realtà su Wikipedia trovate la trama del libro. Ma siccome la trama del libro è il libro stesso, in questo caso, è lunghissima, dettagliatissima e full-spoiler, quindi non possiamo considerarla come un semplice consiglio di lettura o riassunto].
 
In teoria Cent'anni di solitudine è uno di quei libri fighi, ma così fighi, che noi poveri Cactusini, che siamo scrittori emergenti e che non abbiamo ancora vinto neanche un premio Strega, non ne potremmo parlare, e neanche potremmo farlo scherzando come facciamo sempre (e come faremo anche questa volta), ma noi non crediamo in queste stupidaggini classiste e, nel pieno spirito del libro, ci interessa più vivere le cose che stare attenti a comportarci come gran aristocratici.
Senza altri indugi, passiamo perciò direttamente a...
 
1. La trama

C'è della gente che vive.

Sì, in teoria questa è l'unica possibile trama no-spoiler che si possa fare di un libro del genere. Perché? Perché è un libro straordinario. Invece di starsene lì ad inventare svolte artificiose per una trama che sta insieme su degli stecchini, Gabriel García Márquez si rimbocca le maniche e decide di raccontare la storia di sette generazioni di persone nella famiglia Buendìa. E siccome queste persone sono, appunto, persone, le cose che succedono sono talmente tante, talmente imprevedibili, che non è che la trama si possa riassumere.

Avete mai provato a partecipare ai Wattys? Soprattutto negli ultimi anni (prima che, disgraziatamente, Wattpad decidesse che i Wattys in lingua italiana non si fanno più... e vabbé, l'avete già visto che ora abbiamo iniziato a scrivere pure in inglese...), per partecipare ti è richiesto di compilare una scheda riguardo al libro con cui stai cercando di partecipare. Nella scheda in questione, devi dichiarare: chi è il protagonista, qual'è il suo obiettivo, chi sono i personaggi principali, e soprattutto devi fare due sinossi, una brevissima e una "lunga" che però è sempre breve.

Ecco, questo significa che Gabriel García Márquez non avrebbe mai potuto vincere un premio Wattys, perché il suo libro non ha UN protagonista, ne ha sette generazioni (e tutti i loro amici), non ha un obiettivo, se non raccontare la loro vita, e la sinossi di un tale colosso sarebbe del tutto impossibile nelle poche righe di spazio che vi vengono date per farlo.

Okay, quindi... la trama. Proviamo a ridurla all'osso senza dire semplicemente "c'è della gente che vive".

Allora...

C'è della gente che vive in Sud America. Sono i Buendìa, e fondano il villaggio di Macondo insieme a ventuno amici con le loro famiglie, per un totale di trecento persone. E qui iniziano a vivere.

C'è un tizio che vuole scoprire le verità più profonde e studia l'alchimia per ottenere la pietra filosofale, una matrona perspicace, chiaroveggente e pragmatica che deve farsi carico delle sorti della famiglia, una bambina che si mangia le zolle di terra (e poi le fa male, ovviamente, il pancino, e bisogna farla smettere), un italiano aggraziato con i pantaloni attillati che impartisce lezioni di ballo animando tutta la casa (sarà gay? Non lo sarà? La risposta potrebbe sorprendervi!), uno (anzi, più di uno) che fa i combattimenti di galli, amanti sfortunati, amanti fortunati, gli zingari che portano meraviglie incredibilii come i tappeti volanti, e fra loro Melquiades che conosce il futuro ed è amico dei Buendìa in un modo che non vi aspettereste, case da ristrutturare e ridipingere (e se vogliono costringere la matrona a dipingerla di blu, invece che di bianco, si sbagliano di grosso!), un colonnello leggendario che ha avuto troppi figli, un marinaio le cui scoregge fanno appassire i fiori (testuale) e che sopravvive grazie a prestazioni sessuali da superdotato, una tipa che sale in cielo portandosi le lenzuola e un'altra che prega ogni giorno di poterle riavere, queste lenzuola che sono salite al cielo, le formiche che si mangiano la casa, gli indigeni, i pesciolini d'oro, le tartarughe, gli animaletti di caramello, i figli ripudiati, una guerra, i comunisti, i conservatori, la morte, la nascita, il cerchio del tempo, un ragazzo seguito ovunque da farfalle gialle, medici che possono operare telepaticamente (ma sarà poi vero, oppure solo una truffa?), una donna che crede di esser nata per diventare regina, un entomologo che va in bicicletta e guida l'aeroplano, e ancora non avete visto niente!

Bon. Fatto. Una cosa che però non spiega mai NESSUNO (forse neanche Wikipedia) è che il titolo e l'intera narrazione, con tanto di flash-forward, è funzionale a quello che succede nel finale, che dà senso a tutto. Alla fine della lettura, dopo aver capito perché si chiama "cent'anni di solitudine", dopo aver scoperto il segreto con cui ti punzecchiano fin dalle prima pagine, sentirai dentro di te uno scuotimento interno che ti costringerà a ragionare sulla natura delle cose, sul perché delle dinastie, su quale sia il motivo per cui vivi.

Sempre se sei quel tipo di persona... beati voi che riuscite a non farvi tante pare per dei libri!

 
2. La copertina 
 

Come tutti i grandi classici, anche Cent'anni di Solitudine ha un mucchio di copertine diverse da cui pescare. 

L'edizione che abbiamo letto noi non è moderna, l'abbiamo ottenuta attraverso uno scambio di libri nel nostro club del libro (ah, quanto vorremmo coinvolgere anche voi, germoglietti! Potervi vedere in faccia, scambiare con voi libri, magari farci una partitella con le carte dei Pokémon!), perciò probabilmente non troverete questo libro commercializzato in questa veste grafica, ma è la prima a cui dobbiamo dare un giudizio: 

 

I fiori e gli uccelli. Sì, effettivamente è di questo che il libro parla. In modo trasversale. (Ammirate la scannerizzazione tutta storta del nostro libriccino!)

Ah, che nostalgia, i Miti Mondadori! Sembravano tempi diversi, quelli in cui ad essere trendy erano i libri, quelli in cui i genitori ancora spingevano i proprio figlioli, adolescenti e non, a leggere questi cosini economici e tascabili, invece di fregarsene altamente... scusateci, scusateci, ci è entrata un po' di boomerite cronica nell'occhio... comunque si tratta di una copertina che, senza infamia e senza lode, fa di base il lavoro che deve fare. Non c'è una sola faccia umana, benché la storia parli principalmente di persone, e si decide invece di metterci fiori e colibrì (non ricordiamo di aver mai letto di un singolo colibrì all'interno del libro, ma magari ci sbagliamo noi, eh!). Ti fa pensare che sia un libro sulla natura sudamericana (e un po' lo è, quindi non è troppo fuori strada).

"Dalle memorie di Macondo l'esotico incanto del continente sudamericano" è evocativo, ci sta. Approvato.

 

Sono un libro importante. Un libro serio. Un libro che non ti piacerà.

La seconda copertina che abbiamo scelto di osservare e giudicare, come gli impietosi dèi che siamo, è quella dell'edizione spagnola del 2017, 'na roba che se la guardate pensate che possa essere del 1717, ma invece no, è proprio del 2017. Che l'editori detesti dal profondo del suo cuore Gabriel García Márquez, desiderando che nessuno sulla faccia della Terra (beh, più probabilmente solo della spagna) legga questo libro? Il progetto grafico è... minimale. Un minimale da vecchio che fa parte di un'associazione culturale e deve fare un poster per un evento che si avvicina (se non siete mai stati nella stessa associazione culturale con dei vecchietti che non hanno mai accesso un computer non potete capire, ma se capite questo riferimento, condoglianze).

Secondo questa copertina, dunque, il contenuto del libro è... uhm... verde. Sì, probabilmente è verde. Sarà la storia di un secchio di vernice. Un secchio di vernice estremamente anziano. Passiamo alla prossima!

 
Toh guarda il miracolo della vita... e dei baffi.

Perché ha qualcosa di così... di così... siciliano? Cioè, quello che vogliamo dire è che è una buona copertina per descrivere quello che c'è dentro al libro: l'albero genealogico, i bambini, la natura... e allora perché... perché invece del sudamerica sembra un quadro che la signora *redatto* di *redatto* potrebbe aver fatto per esporlo nella più recente riunione degli Artisti del Corso? 

Comunque, interessante, intrigante, il bambino super-decentrato nel ventre della madre, disegnato sul bianco, è un fantastico brivido. Belli anche i fichi d'india e lo spermatozoo volante sulle terre di Scopello.

 3. Cosa ci è piaciuto

Il modo in cui racconta dell'umanità, fondendo caratteristiche di trivialità alle nebbie del mito. Gli esseri umani sono strani, alcuni lati sono, a volte, terribilmente sgradevoli, e la narrazione si limita a riportarli così come sono, senza edulcorarli. L'incesto, l'attrazione verso i minori, la brutalità, il tedio, la depressione, la prostituzione (e c'è persino della prostituzione maschile! Ammirevole, includere qualcosa del genere, anche se riguarda un solo personaggio), la crudeltà verso gli animali, l'incuria, lo sfruttamento dei lavoratori sono temi che non puoi non toccare, se stai cercando di fare un ritratto realistico dell'umanità, l'altro lato della medaglia che, se mancasse, renderebbe la narrazione insincera.

E ci sta che alcuni racconti lascino fuori queste cose, ma ciò non toglie che, facendolo, si strappa dall'umanità un pezzo di ciò che la rende tale, quello viscidino e untuoso e brutto... quello che fa splendere il resto delle caratteristiche umane. E anche quelle belle, sì, anche quelle ci sono tutte: la caparbietà, la curiosità, la forza, la socialità, l'amore.

Un calderone che fa intristire e che fa ridere (ma ridere sinceramente, di cuore, di fronte a certe assurde situazioni, a certe assurde battute).

Ora, mini-spoiler per farvi capire (con un po' di trivialità, non ce ne vogliate, non farebbe ridere se non fosse così):

Ad un certo punto, c'è una tizia (una giovane Buendìa) che dice ad un'altra tizia (che si è sposata un Buendìa, e dunque vive con loro, ma che è stata cresciuta con l'idea che un giorno diventerà regina, ed è dunque spocchiosa e altera), che lei è una di quelle che "confonde il cazzo con l'equinozio".

Molto più avanti, in un altro capitolo, la tizia spocchiosa si lamenta torrenzialmente di tutte le cose che ha dovuto subire nella casa dei Buendìa, e ricorda come una di loro le abbia detto che sia una che "non sta distinguere il membro maschile dall'equinozio".

L'uso del linguaggio, il modo in cui questa cosa ritorna a sorpresa dopo diversi capitoli, il contesto di questa lunghissima tiratona su come lei sia trattata, creano una situazione così ironica che, almeno a noi, ha fatto sorridere... ma che sorridere, abbiamo riso proprio! Quante volte vi capita, di avere un libro in mano che vi fa ridere ad alta voce, anche se solo per alcuni secondi?

E poi c'è anche un'altra cosa, una cosa assolutamente magica che avviene soprattutto nelle prime pagine: il modo in cui viene descritta la natura. Da brividi. Bellissimo, che vuoi essere lì e annusare l'aria, come se fossi anche tu uno di quel gruppo di sventurati che cercano il mare, attraversando la densa, gracidante, meravigliosa giungla sudamericana.

4. Cosa non ci è piaciuto

Che, con il nostro stile di recensione, comunque non capirete niente lo stesso di quello che c'è dentro al libro. Se lo leggerete, vi ritroverete a pensare che anche noi alla fine, come tutti gli altri recensori su internet, non siamo riusciti a capire l'essenza di ciò che c'era nei libri. Ma c'è così tanto da dire, così tanto! Non sarà una recensione, breve per giunta, a darvi l'idea di che cosa possa nascondersi fra le pagine di un libro scritto fitto fitto, con pochissimi "a capo" fra i paragrafi, tonnellate di nomi (stranamente molto simili fra loro... oppure anche non stranamente, perché chi siamo noi per giudicare cosa è strano e cosa no, nella vita di un villaggio sudamericano?).

Insomma, forse siamo stati noi, a non esserci piaciuti, non il libro. Il libro è okay. Non è colpa tua, è nostra (detta così sembra che stiamo mollando il nostro fidanzato, che per puro caso è anche un libro).

Forse un'altra cosa, però, sono proprio... i nomi, che sono ripetuti ancora e ancora e ancora. Ci saranno tipo venti tizi che si chiamano tutti Aureliano, e non stiamo scherzando, saranno almeno VENTI! Di sicuro, diciannove di loro riusciamo a ricordarli. Alla fine però è una cosa caratteristica, e anche se non è idealissima in un libro, è della realtà (o di una versione magica e romanzata di essa) che stiamo parlando, quindi gliel'abbuoniamo. Va bene lo stesso, tanto per quanto ci siano venti Aureliani, quello che conta davvero davvero davvero è solo uno, e quello lo noterete facilmente.

Voto complessivo: 83 su 100. Complimenti, hai passato il test, libro bello! Ti classifichi, piantando ben bene le tue paludose zampette, fra l'olimpo di quelli che superano gli ottanta punti, che sono veramente, veramente pochi.

A chi lo consigliamo: A chi vuole veramente perdersi nella lettura, e non ha nessun problema con i libri in cui viene prima (molto molto prima) la storia e dopo (molto, molto dopo) le descrizioni. Chi ha uno span di attenzione molto corto, forse, dovrebbe astenersi, se non altro per non confondere tutti i nomi dei personaggi gli uni con gli altri... oppure anche no. Spegnete quei telefonini con ticche e tocche e i balletti e i trucchi e le Stanley Cup e riappropriatevi della vostra capacità di attenzione leggendo un bel classico del passato! Sarà difficile, ma ne varrà tanto, tanto la pena. 

Dove potete trovare il libro?
È un libro, e il nostro consiglio è di cercare per prima cosa in biblioteca, dove quasi sicuramente potreste rinvenirne una copia. potrete sicuramente appropriarvene in diversi negozi fisici o online, come Ibs, Amazon, Mondadori Store, Feltrinelli e, almeno, mentre stiamo scrivendo questa recensione, anche sul Libraccio, come usato e nuovo. Insomma, ci siamo capiti: se lo cercate lo trovate.
E siccome abbiamo l'affiliazione con Amazon, se lo comprate a questo link qualche centesimo arriva pure a noi!

 

Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto).
 
 
Nota: in tanti si limitano a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo. Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate". 
 
Cercate i nostri segni, trovate l'ispirazione, e alla prossima recensione! 🌵🔥

giovedì 20 marzo 2025

Caro diario: ho partecipato ad un sondaggio sulla pubblicità. È stato noioso. Ti racconto come è andata.

A****n (non scrivo il nome dell'azienda perché non voglio che la loro semprepresente e semprevigilante AI trovi questo review, ma voi potete tranquillamente immaginare di chi sto parlando) mi ha chiesto di partecipare ad un sondaggio sulla pubblicità. Siccome sono una cliente difficile, e ho una passione per il mondo pubblicitario, ho cliccato sì... volevo vedere cosa mi propongono, quanto sono bravi.

Mi hanno fatto vedere il più americano (inteso come spiccatamente statunitense nei toni), stucchevole, fasullo video su A***a (l'assistente vocale di A****n) che possiate immaginare, con una tizia che non conosco, ma che aveva più filler negli zigomi dell'intera industria internazionale dei peluche.

In seguito, mi si presenta un questionario, dove posso cliccare cosa mi è piaciuto (o dis-piaciuto) riguardo all'ad (ma perché abbreviano così tanto le parole?) e in quale quantità. Ovviamente, sono stata sincerissima a riguardo (non comprerei mai un prodotto pubblicizzato in questo modo, e anche riguardo al prodotto stesso ho molte, molte riserve). La domanda successiva, a risposta libera, è "cosa ti è piaciuto di più riguardo all'ad?".

E mo', ho pensato, che rispondo? Insomma, mi ha fatto schifo. Tutto, dalla presentazione al prodotto, è quanto di più lontano da me io possa immaginare. Ma perché il sondaggio funzioni devo essere sincera, giusto? 

E allora:

"Mi è piaciuto che il video fosse chiaramente visibile e che persino io, che sono italiana, ne comprendo la pronuncia facilmente." 

Oh, bisogna sempre trovare il lato positivo nelle cose, giusto? In seguito, però, ecco che arriva la mia, gnagmgnamgnam, salsina. "Cosa ti è piaciuto di meno dell'ad"?

Allora, da dove cominciare... chiaramente vuole vendermi un prodotto che non mi serve, che non mi è mai servito e che non mi servirà mai. Io non ho una grande casa da "controllare" come se fosse un robot, non ho dei bambini di cui devo sentire il respiro mentre dormono, non me ne frega niente di inserire un assistente vocale nella mia vita. La persona che lo pubblicizza è ricca sfondata, ma invece di farmi invidiare il suo stile di vita, sottolineando quanto è fico avere tutti quei soldi, mi fa capire che anche ad avere dei soldi le donne hanno comunque sempre troppo da fare, tanto che lei ha bisogno di un assistente vocale (io non ho neanche un telefono cellulare, non mi piace l'idea che la tecnologia mi segua ovunque) per fare tutte le cose, quando invece, vista la casa che ha, potrebbe benissimo dare lavoro a qualcuno che la aiuti, una collaboratrice domestica, una baby-sitter... non ha neanche una sorella, un fratello, un marito, un amico che possa vivere con lei ed aiutarla, al posto di quella diavoleria robotica e probabilmente connessa con una schifosa AI, che per giunta le ruba i dati tutto il tempo?

Gli americani sono fin troppo disconnessi fra loro, ed è come se questa pubblicità volesse alimentare l'epidemia di solitudine che già loro vivono. È fredda, inumana, dietro ad una facciata di luci dorate e di sfarzo (in una presentazione lontanissima dalla vita dello statunitense medio) possiamo chiaramente vedere la disconnessione fra le persone e la crescente dipendenza da prodotti che sono stati creati per soddisfare bisogni artificiali.

Non mi è piaciuto il fare da "televendita" della signora, e lo dico da persona a cui piacciono le vere e proprie televendite, proprio perché il "contorno" di questo fare voleva essere in qualche modo naturale, ma non lo era neanche lontanamente.

Traduco tutta 'sta roba, la copia-incollo, premo invio. Ho rischiato di mettermi a fare un paragone fra le pubblicità degli anni '50 e questa qui, ma per fortuna sono riuscita a trattenermi.

La prossima domanda che mi fanno è:

"Quando pensi alla tecnologia smart home, quali marchi ti vengono in mente? Elenca i primi tre marchi che ti vengono in mente, separati da virgole."

Penso ad un solo marchio, a dire il vero. Ed è quello che mi ha propinato questa pubblicità.

Poi mi domanda quanto familiare sono con certi altri assistenti vocali. Oh, vi ho detto che non so niente! Rispondo e procedo.

"Di seguito sono riportati alcuni dispositivi smart home. Per quanto ne sai, quale/i assistente/i vocale/i può/possono controllare ciascuno dei seguenti dispositivi smart home?".

Termostati, macchine per il caffè, porte, chi più ne ha più ne metta... oh, fratellini, ma non avete paura a far sì che una macchina, e dunque 'na roba fallibile che si rompe ogni tre per due (e voi ci guadagnate pure, a farle rompere, per poterle sostituire) vi controlli tutta la casa? Ah, se poi vi prende fuoco tutto, compresi i bimbi che dormono, so' cavoli vostri, mica miei.

Mi fanno altre domande, domande a cui mi vedo costretta a rispondere in modo vago o negativo... no, non voglio che i cosi smart controllino la mia casa, ve l'ho già detto. Non è neanche mia, sono in affitto, che diamine.

"Quanto è probabile che nei prossimi 6 mesi acquisterai nuovi dispositivi per la smart home?"

Forse non avete capito, fratellini: se me li regalano, li butto.

Dopo aver dovuto rispondere no ad una pletora di domande sulla conoscenza che ho di una serie di dispositivi "smart", arriva una parte dove mi fanno delle domande che dovrebbero essere personali. La prima domanda è... se uso i dispositivi AI. No, fratellini, no. Non li voglio, non li uso, quando arriva una parte un minimo interessante? Temo che non ci sarà...

Mi chiedono se sono familiare con un mucchio di nomi di star americane. Conosco solo Ryan Reynolds, e comunque non comprerei niente solo perché lo pubblicizza lui, si chiaro.

Domande personali, solo qualcuna, tipo con chi vivo, se guardo la tv, se ascolto podcast, se cerco la roba su internet... e poi finalmente una cosa mezza interessante: Perché hai scelto di partecipare a questo studio?

Oh, fratellini! Mi interessa il mondo della pubblicità, il modo in cui funziona la mente umana, la "magia" di essere capaci di vendere qualcosa a qualcuno. Mi ritrovo spesso a guardare pubblicità, anche (e soprattutto) di altri tempi, perché ritengo che la pubblicità fatta bene sia un'arte. Speravo di vedere qualcosa di interessante e di sperimentale, magari di poter mettere a confronto diverse pubblicità fra loro, non mi aspettavo assolutamente che mi avrebbero solo fatto vedere un singolo video non particolarmente brillante e poi che mi facessero un mucchio di domande da tipica indagine di mercato. Ma avrei dovuto aspettarmelo, probabilmente. 

Inoltre immagino che anche persone un po' "fuori dal coro" come me debbano dire la loro in questi casi, no? Non potete mica solo avere risposte da persone che amano il marcio e possiedono già speaker e AI e smart home technology e tutta quella roba lì. Le persone come me, in una buona indagine di mercato, devono esistere. La maggior parte degli altri come me non risponderanno ai vostri sondaggi, perché non hanno alcun interesse nella pubblicità E nel prodotto.

"Hai qualche feedback su questo sondaggio? Se sì, condividi il tuo feedback qui sotto."

Direi... rendetelo meno noioso. Un pochino, almeno, meno noioso. Mettete qui e lì qualche domanda inaspettata... anche se non vi serve. Per mantenere alta l'attenzione del cliente e fargli chiedere "perché lo fanno? In che modo rivoluzioneranno il mercato? Perché queste informazioni gli servono?". Avrei altri feedback interessanti, ma me li tengo per me... non vorrete mica che sia io a dovervi dire come fare queste cose, vero? ;)

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