venerdì 30 settembre 2022

Iris Letalis 7. Il pugile tradito

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Elodie e Marracash sedevano in attesa, su un divanetto del Suave.
«Secondo te Cattelan verrà?» Domandò la donna, accavallando le lunghe gambe
«Verrà. Credo» rispose l'uomo «Ho parlato con Mika al telefono e sembrava lui. Aveva l'accento»
«Bene».
L'uomo diede un bacio leggerissimo sulle labbra della donna, poi raccolse le gambe sul divanetto e appoggiò la testa sul grembo di lei, che prese ad accarezzargli i capelli.
«Quest'anno il Luna Loca sarà un successo» Disse Elodie
«Aspettiamo, amore, prima di cantare vitoria. Se quelli dell'X-Factor dovessero venire a saperlo troppo in anticipo potrebbero avere il tempo di organizzarsi e metterci i bastoni fra le ruote»
«Ormai manca troppo poco. Ce la faremo»
«Io ho un po' di timore...»
«Non devi averne. Mai. Stiamo diventando più forti amore mio, siamo il futuro che avanza»
«A proposito del futuro che avanza, se mettessimo un juke-box nell'angolo vuoto? Uno con un mix di canzone nuove e canzoni vecchie, sai...»
Elodie rise e arruffò i capelli dell'uomo.
«Siamo nell'era di internet» Rispose «Se vogliono sentirsi una canzone basta solo che si connettano ad internet, per questo i juke-box sono diventati obsoleti»
«Lo so. Ma è solo che mi piacciono i juke-box».
In quel momento si udì bussare alla porta.
«Ecco Cattelan» Commentò Marracash «Vado io».
Elodie lo guardò alzarsi, prendere un cipiglio serio ed andare ad aprire alla porta.
«Cucù!» Disse Cattelan «Ehi, ciao gran bastardo capo! Posso entrare?»
«Vieni avanti» sbuffò Marracash, facendosi da parte
«E guarda chi ti ho portato! Eh!» Alessandro fece il gesto delle pistole con entrambe le mani, poi lasciò che Mika entrasse.
Il pugile si guardava intorno, quasi annusando l'aria, esplorando il nuovo ambiente.
«È un onore averti qui» Disse Marracash, con le mani dietro la schiena ed un tono vagamente formale.
Mika spostò la testa come un serpente, le pupille fisse e ferme sul proprietario del locale. Sembrava che avesse visto un fantasma.
«Sei alto» Disse Marracash, accennando un sorriso
«Lo so. Tu sei quello con cui ho parlato col telefono?» domandò Mika
«Sì. Io sono il proprietario del locale in cui ci troviamo. Puoi chiamarmi Marracash. O Marra, se preferisci»
«That's okay»
«Entra, tranquillo. Fai come se fossi a casa tua, feel at home, please».
Mika lo superò e si accasciò di lato ad un tavolino per esaminarlo.
«Ehi!» Esclamò Cattelan, schioccando le dita «Fai il bravo!»
«He said that I can» sibilò Mika «Posso»
«Siamo ospiti qui. Fai il bravo» Alessandro scosse la testa e si rivolse a Marracash «Non so se sono le botte che ha preso in testa o se è un po' matto così, naturale... è selvatico, il ragazzo»
«Me lo aspettavo più basso» commentò il proprietario del locale «Ma effettivamente sembra lui».
Mika andò a sedersi sul divanetto, accanto ad Elodie.
«Ciao!» La salutò, agitando una mano
«Ehi! Non disturbare la signora!» gli gridò Cattelan
«Va tutto bene» assicurò la donna, lanciando un'occhiataccia al manager «Io mi chiamo Elodie. Tu sei...?»
«Mika. Michael Holbrook Penniman Junior» si presentò il pugile
«Vuoi qualcosa da bere, Michael?»
«Mika. Mika va bene»
«Vuoi qualcosa da bere, Mika?»
«Una birra, per favore».
Elodie schioccò le dita. «Nicky!» Chiamò.
Il giovane cameriere comparve servizievole. «Sì, signora?»
«Una birra per il nostro ospite» ordinò lei «Hai qualche preferenza, Mika? Una bock? Un'IPA? Doppio malto?».
Il pugile si grattò il collo, un po' a disagio.
«Una... una birra» Disse «Gialla. Normale»
«Sì signore, arriva subito» garantì Nicky, facendo un piccolo inchino e poi allontanandosi a passo svelto.
«È un bel ragazzo, vero Marra?» Commentò Elodie ad alta voce
«Non l'ho guardato bene» rispose l'uomo, in tono un po' assente
«Guarda che occhi: grandi, scuri. Ciglia da cervi. Elegante, giovane».
Mika divenne di una delicata sfumatura a metà fra il gamberetto e la buccia di pesca, le orecchie in fiamme e un sorrisetto imbarazzato che metteva in mostra gli incisivi. Marracash gli si avvicinò.
«Guarda me, per favore» Gli disse, sollevandogli il mento con due dita, lentamente «Di dove sei, eh Mika?»
«B-Beirut» rispose il pugile, ancora più rosso «Papà però è americano e... e...»
«Sì» Marracash annuì, le labbra pressate in una sottile linea «Ha gli occhi da mediorientale».
Cattelan si avvicinò al divanetto sbracciandosi per farsi notare, facendo su e giù sulle punte dei piedi
«Potete cercare di mettere un po' di pepe alla vostra vita di coppia più tardi?» domandò ironico «Quando non ci sarò potete farci quello che volete, ma ora possiamo, per favore, parlare di affari?».
Elodie si alzò in piedi e quasi istintivamente Alessandro fece un passo indietro. Avanzò verso di lui.
Alle sue spalle arrivò il cameriere, che servì una corposa birra bionda alla spina a Mika e poi sgattaiolò via.
«Cattelan» Disse la donna «Tu vuoi sempre affrettare le cose quando non ce n'è bisogno e per contro vai lento quando c'è bisogno di andare veloce»
«Ma, non so, ma ho come l'impressione che volete portarvi a letto il mio pugile» scherzò Alessandro
«Il tuo pugile» ripeté lei, minacciosa
«No, aspetta, insomma, sono il suo manager, eh...»
«Il tuo pugile?»
«Sono il suo manager, è il mio pugile, aspetta, non capisco cosa c'è di sbagliato, ne possiamo parlare...»
«Non era questo l'accordo, Cattelan. Forse tu non ti ricordi le cose, ma io sì»
«Ero in ospedale, avevo preso un pugno in faccia, certo che non mi ricordo le cose»
«Il patto era chiaro: tu ci portavi Mika, ti prendevi il sette percento del ricavato e ti scordavi di lui. Te lo ricordi questo? Sei stato tu a proporlo. "Porterò Mika al Suave, ma da lì in poi dovrete essere poi a vedervela con lui", hai detto così, testualmente»
«Caspita, ti ricordi tutto tu, eh! E ora che me lo citi sì, potrei iniziare a ricordare qualcosa...»
«Visto che hai fretta, ora portiamo Mika giù, fino al ring, dove lo metteremo alla prova. Da lì te ne potrai andare a casa. Quando ci sarà l'incontro di Mika ti faremo avere il sette percento degli introiti, stanne certo, ma tu a lui te lo devi scordare: è il nostro pugile, non il tuo».
Cattelan deglutì, sfregandosi le mani come se avesse avuto freddo.
«Va... va bene» Disse «Vi piace proprio questo Mika. Tenetevelo. Tanto è un piantagrane che vi farà diventare matti».
Fece per girare sui tacchi e andarsene quando Marracash lo afferrò per un braccio.
«Vieni ad assistere all'incontro dimostrativo» Sussurrò il proprietario del locale «Poi, se vuoi, te ne vai al diavolo».
Cattelan rabbrividì, ma non aveva altra scelta che accettare: scese con loro nel sotterraneo.
Lo stanzone in cui si sarebbe svolto il torneo era praticamente una piccola arena, con spalti di cemento, due file di sedie di plastica blu attorno al ring, il quale campeggiava al centro del locale, ed enormi luci alogene che in quel momento erano spente, lasciando ad illuminare la stanza solo alcuni tubi al neon a parete.
Cattelan vide che c'era qualcuno sul ring, ma c'era troppo buio per capire chi fosse: doveva trattarsi del pugile che avrebbe messo alla prova Mika... da quanto tempo li stava aspettando laggiù, nell'oscurità?
Qualcuno strinse la mano di Alessandro.
«Sant'Iddio!» Sobbalzò l'uomo «Oh, sei tu Mika!»
«Vuoi lasciarmi da solo perché sono stato cattivo?» chiese il pugile in un sussurro, senza lasciargli le dita «Ti ho fatto diventare matto?».
Cattelan sospirò. Si sentiva come un cattivo di serie z, scritto male, interpretato male e comunque malvagio.
«No» Rispose a voce altrettanto bassa «È che se non ti lascio a loro mi fanno sparire dalla circolazione. Non preoccuparti: tu sei stato bravo e loro avranno cura di te»
«Ma tu sei il mio manager!»
«Shh! Sh, per favore Mika, per favore, loro sono pericolosi più di quello che sembrano, loro sono...»
«Che cosa confabulate lì dietro?» li interruppe Elodie
«Niente» rispose prontamente Mika, con un sorriso smagliante «Catellan ha dimenticato i miei guanti e gli stivaletti nella macchina. Io gli dicevo "vai a prenderli"»
«Sì, infatti» si affrettò a confermare Cattelan «Corro a prenderli e arrivo!».
Mentre il manager si precipitava su per la sale, Mika fu accompagnato in un piccolo tour dell'arena
«Aspetta, ora accendiamo la luce» Disse Marracash, camminando adagio verso un grande pannello di controllo
«Questo è tutto vostro?» volle sapere Mika
«Sì, certo. Noi siamo appassionati della nobile arte, il pugilato, e abbiamo voluto creare un nostro... tempio, possiamo chiamarlo tempio, dove mettere in scena scontri che altrimenti non potrebbero esistere»
«Bello»
«Ovviamente c'è un prezzo da pagare per tutte le cose belle, che nel nostro caso è la segretezza» Marracash fece un gesto con la mano aperta, mostrando l'intera stanza «Quello che facciamo qui dentro non lo raccontiamo fuori, e saremmo felici che anche tu non lo facessi».
Mika non disse niente, guardando verso la persona che stava sul ring, gli occhi stretti nel tentativo di mettere a fuoco qualche dettaglio.
«La temperatura è di tuo gradimento?» Chiese Elodie
«Eh?» fece Mika, battendo le palpebre
«Hai caldo oppure freddo? Stai bene?»
«Sì. Io non ho freddo»
«Puoi toglierti la maglia, per favore?»
«Io... sì. Devo?»
«Vuoi combattere vestito?»
«Ah, è per la boxe!» Mika sorrise, cominciando a sbottonarsi i pantaloni, sotto cui aveva indossato i suoi nuovi calzoncini arcobalenati «Mi preparo subito!».
Mise i pantaloni da parte, su una sedia, poi si sfilò anche la maglia. Le luci bianche dei neon sembrano tagliare, scolpire brutalmente il suo torso asciutto, gli addominali lunghi e stretti, i muscoli dorsali guizzanti, le belle spalle rotonde. Aveva una spolverata appena di peli neri sul petto.
«Poca massa» Commentò Marracash «Asciutto e funzionale: hai l'aspetto di un vero pugile».
Mika, contento, mostrò i bicipiti flessi. In quel momento, alcune persone iniziarono ad entrare nel sotteraneo; erano un gruppetto e alcuni di loro avevano in mano pacchetti di pop-corn.
Facendosi spazio fra di loro arrivò anche Cattelan, con una busta di carta grande che recava stampato il logo di una profumeria.
«Permesso... scusate, scusate... Marra!» Alessandro si avvicinò trotterellando «Ma che, ci sono anche spettatori?»
«Sì» ghignò Marracash «Ci sarà qualche spettatore»
«Tu non me la stai contando giusta per niente, perché me lo dici con quella faccia lì?».
Un altro gruppo di persone, questa volta ragazze ridacchianti con al seguito un paio di preadolescenti truci, era appena entrato.
«C'è il pubblico? Marra?! Elodie?! Perché c'è il pubblico?» Domandò allarmato Cattelan
«Abbiamo venduto i biglietti per l'evento di oggi pomeriggio» spiegò serafica Elodie «Prezzo ridotto speciale, solo un euro. Tanto ci rifacciamo con le consumazioni»
«Quindi alla fine credevate in me! Eravate sicuri che avrei portato Mika!»
«Per niente, Cattelan»
«Allora cos'è che la gente è venuta a vedere? Cioè, con solo un euro di biglietto lo capisco che chiunque sia anche solo un minimo assetato di sangue si precipiti qui, ma se il match è scarso voi non vi fate buona pubblicità, no? E questa cosa del biglietto a un euro mi sa di trovata pubblicitaria, tipo che volete convincere qualcuno a tornare anche per il Luna Loca, esatto?»
«Esatto. Dovresti lavorare in un'agenzia pubblicitaria»
«Ci ho provato, non è che non ci ho provato, eh»
«Il pubblico è venuto a vedere lui» Elodie indicò il ring, dove il misterioso pugile riposava all'angolo, appoggiato sulle corde mollemente «Di Mika non ne sanno niente. Si aspettano un incontro in cui il loro beniamino schiaccerà qualunque avversario gli si metta contro, perciò anche se ci avessi portato un Mika finto andrebbe bene».
«E se non vi avessi portato nessuno?»
«Avremmo fatto combattere direttamente te, cocchino»
«B-beh, l'ho scampata direi... questa settimana ne ho presi pure troppi di pugni in faccia. E comunque, chi è il tizio sul ring?»
«Non lo hai ancora riconosciuto?»
«Dovrei mangiare più carote e mirtilli, perché ho una visione notturna davvero terribile. No, chi è?».
Altra gente continuava ad arrivare in un flusso continuo, vociando e prendendo posto sugli spalti.
«Fai preparare Mika» Ordinò Marracash «Guanti e stivaletti, su, su Cattelan!»
«Non si è neanche riscaldato!» si lamentò Alessandro
«E allora riscaldalo. Un paio di jumping jacks, un bel massaggio, ma lo voglio pronto in cinque minuti»
«Okay, tiranno!».
Cattelan posò a terra la busta, fece sedere Mika e iniziò tirando fuori gli stivaletti.
«Ascoltami» Disse, inginocchiandosi per sfilare le converse al pugile «In questo ring ho visto succedere di tutto. E non intendo cose belle, non cose brutte, terribili. Non tutte le persone che partecipano a queste cose sono brave persone, anzi, la maggior parte non lo sono, mi capisci?»
«Sì» sussurrò Mika, spingendo un piede in uno degli stivaletti che il manager gli teneva fermo
«Ora, fra meno di cinque minuti salirai su quel ring. Non è importante che tu questo incontro lo vinci o lo perdi, conta solo che ne esci vivo e tutto intero, mi capisci?»
«Sì»
«È molto importante che, quando sei lassù, tu mi ascolti. Io posso vedere dall'esterno che cosa sta succedendo e posso aiutarti. Ma tu mi devi ascoltare, perché questa situazione è pericolosa, capisci?»
«Sì»
«Anche il tuo avversario riceverà dei consigli» Cattelan iniziò a bendare con cura la mano sinistra di Mika «Tu pero li devi ignorare. Devi sentire solo quello che ti dico io, non quello che ti dice l'avversario, non quello che ti dice il manager dell'avversario e neanche il pubblico. Non devi ascoltare nessuno, solo me. Capisci?»
«Sì»
«Hai fatto pipì? Prima che ti metta i guantoni devi averla fatta»
«L'ho fatta»
«Altre cose di cui hai bisogno? Caffè?»
«No. Voglio solo... solo salire sul ring» gli occhi del giovane pugile brillavano
«Okay, tigre. Sono contento che almeno tu sia pronto a questa cosa. Sai cosa?»
«Cosa, cosa?»
«Sei davvero una persona... un pugile...»
«Prima guardami combattere» lo interruppe Mika, determinato.
Cattelan annuì, i denti stretti, finendo di preparare quello che lui ancora considerava il suo pugile. Sì, lo sapeva che era ridicolo essersi affezionato in quel modo ad un piantagrane che conosceva da così poco tempo, che per giunta lo aveva insultato e picchiato, ma non poteva farci proprio niente: si sentiva come Filottete con il suo Ercole.
«Vai e stendilo, tigre!» Esclamò, poi ci ripensò «No, aspetta, prima sciogliti un po' il collo e saltella, non vogliamo che ti fai male così, okay?».
Mika si alzò e sciolse i muscoli, fece scrocchiare il collo (e rabbrividire Cattelan), alcuni piegamenti sulle gambe e cinque flessioni, poi saltellò sul posto facendo cozzare un guantone contro l'altro.
«Sono pronto, ready as I'll ever be!» Disse con energia.
Il suo avversario continuava a non fare niente, come un gatto morto all'angolo.
«Mika!» Esclamò una donna, alle spalle del pugile e del suo manager (facendo sobbalzare quest'ultimo)
«Emma!» gridò Mika, girandosi di scatto
«Lo sapevo che questo incontro a sorpresa puzzava di te!» commentò lei
«E sei qui per vedermi!»
«E come no. Per vedere come ti farà il culo a strisce, tesoro».
Emma indossava un giubbotto di pelle nera quella sera, e intorno agli occhi esibiva un trucco nero, sfumato, come due vecchi ematomi.
«Senti» Si intromise Cattelan «Se sei qua per distrarmelo e fargli ridurre la faccia come quella che hai tu, meglio che te ne vai subito»
«Neanche un "ciao" tu, eh» Emma si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Comunque ciao, Alessandro»
«Ciao e arrivederci, allora»
«Ma fa sempre lo scemo così, anche con te, Mika?».
Il pugile, saltellando, si strinse nelle spalle. «Sì» Disse.
Cattelan alzò un indice ammonitore «Ma come sì? Ma da che parte stai tu?» Ringhiò
«Dalla nostra» rispose Mika «Di me e di te»
«Sì, di me e di te... guarda in "nostra" dovrei esserci anch'io!»
«Vabbé» Sussurrò Emma, afferrando Mika per un polso «Sta arrivando un sacco de gente e non mi lasciano il posto, che voglio vederti dalla prima fila. Io vado»
«Okay» il pugile si chinò verso di lei, gli occhi quasi allo stesso livello «Dopo ci vediamo, sì?»
«Certo» lei gli diede un bacio sulla guancia, poi si defilò per occupare uno dei pochissimi posti in prima fila che non erano ancora occupati.
Cattelan sbuffò. «Vi baciate anche adesso, Michael?» Chiese ironico.
Per tutta risposta, Mika raddrizzò la schiena e si massaggiò la guancia.
Un faretto a occhio di bue si accese ed illuminò la figura di Elodie che stava in piedi al centro del ring, con in mano quello che sembrava un microfono da annunciatore vecchio stile, di metallo argentato e con il filo.
«Signore, signori e ogni declinazione della razza umana» Disse con voce alta e chiara, che si diffondeva in ogni angolo amplificata dalle casse «Benvenuti tutti all'incontro di pugilato di stasera, una gemma del combattimento che potete ammirare solo qui, al Suave!».
Il pubblico, gasato, rumoreggiò. Qualcuno, nelle ultime file, gridò: «Sei bellissima! Voglio i tuoi figli!».
Dopo qualche istante si sentì un suono di pugni, un grido soffocato e un rumore di trascinamento nel buio. Elodie continuò ad annunciare:
«Un metro e novantatré centimetri di altezza per ottantasei chilogrammi di peso, all'angolo rosso del ring abbiamo un vero campione, il beniamino del popolo, il multiforme, il sorprendente. Direttamente da Roma, fra Glam e provocazione, torna ACHILLE LAURO!».
Cattelan boccheggiò. «Oh no» Riuscì solo a gorgogliare.
Tutte le luci dell'arena sotterranea si accesero contemporaneamente. Il pugile all'angolo del ring si drizzò in tutta la sua altezza, abbandonando le corde su cui era stato appoggiato fino ad ora, e si esibì in un inchino elaborato a favore del pubblico, che urlava il suo nome ad intervalli regolari.
Aveva capelli lisci, spettinati, rasati corti ai lati e tinti biondi, le braccia coperte di tatuaggi, tatuaggi in faccia e l'enorme disegno di un drago e di una tigre che si sfidavano sul suo petto. Quando si rialzò dal suo inchino, Cattelan poté notare il trucco rosso sangue intorno ai suoi occhi.
«E ora lo sfidante!» Annunciò Elodie, facendo con la mano un cenno in direzione di Mika
«Vai, sali, sali sul ring!» si affettò a dire Cattelan, spingendo il suo protetto
«Un metro e novantadue centimetri di altezza per ottanta chili di peso...»
«Ma quand'è che ti hanno misurato? Tirando ad indovinare così, a occhio?»
«... All'angolo blu del ring abbiamo una leggenda vivente, o forse dovremmo dire una leggenda metropolitana! Il Rivoluzionario Parigino!».
Il pubblico scoppiò in un urlo collettivo di sorpresa e gioa.
«Il Pazzo Londinese!» Rincarò Elodie.
Un altro urlo, più forte, più accorato ora che altra gente stava intuendo.
«Il Fulmine di Beirut!».
Qualcuno strillò come se gli avessero sparato, fra il pubblico si levarono canti confusi e ansiti animaleschi.
«Per la prima volta sul ring del Suave, Mika!».
Cattelan afferrò una caviglia del suo pugile per non farlo avanzare subito.
«Stai attento» Disse rapidamente, persino più del solito «È un professionista vero, fa pugilato vero, non dovrebbe essere qui, è il prossimo sfidante per una cintura. Ora vai, forza!».
Mika avanzò fino a fronteggiare Achille, al centro del ring. Fra di loro, a separarli, Elodie.
«Non c'è un arbitro sul ring» Spiegò la donna «Ma voglio un match pulito. Sono solo tre round da dieci minuti. Il pubblico decreterà a votazione chi ha vinto. Siete pronti?»
«So' nato pronto» rispose Achille, strascicando le parole con accento romano
«Sì» fece Mika, annuendo
«Bene. Toccate sportivamente i guantoni per salutare. Oppure no, imbruttitevi, fate un po' quello che volete, basta che aspettate il suono della campanella prima di darvele».
Elodie scese dal ring, portandosi via il microfono.
«Io so' Achille, piacere» Disse il biondo, rilassato
«Io Mika» risposte il brunetto
«T'ho visto in un filmato raro amatoriale che gonfiavi tutti in una rissa in Francia, cioè, fighissimo»
«Grazie. Io ti ho visto in televisione, versus Hell Raton»
«Aò, so' onorato».
La campanella suonò tre volte. Achille istantaneamente alzò la guardia e indietreggiò. Al contrario di Mika non saltellava vigorosamente, ma molleggiava quasi pigramente sulle gambe, stando sollevato sugli avampiedi. I guantoni, viola e tempestati di glitter, luccicavano lasciando piccole scie di luce nell'aria.
Mika partì all'attacco, furioso, inaspettato, costringendo Achille a parare e indietreggiare ad ogni colpo, rendendo le schivate troppo pericolose.
«Smettila di martellarlo così!» Gli gridò Cattelan «Ti stanchi Mika, poi quando reagirà non avrai fiato!».
Il pugile bruno indietreggiò, la guardia ben alzata.
«'Tacci» Ansimò Achille «M'hai già sfracagnato le bracci, oh!»
«Vuoi arrenderti?» ghignò Mika, tirando un paio di jab all'aria
«Neanche per sogno, teso': io so' una vecchia pazza e tutti sanno che le vecchie pazze so' irriducibili!»
«I-rri-du-ci» non fece neanche in tempo a provare a ripetere quella parola che Achille gli girò intorno con un passo repentino, muovendosi come una donnola, e lo colpì alla parte bassa del fianco con un colpo micidiale.
Mika approfittò dello spiraglio nella guardia dell'avversario per assestargli un gancio alla testa così violento da scaraventarlo a terra. Tutto il pubblico trattenne il fiato.
Mika zoppicò indietro, piegato: il fianco colpito pulsava dolorosamente, le ramificazioni di quella sensazione che gli si infilavano fra muscoli e ossa fino alla schiena.
«Bravo Mika! Bravo Mika!» Gridava Cattelan, aggrappato al bordo del ring.
Il pugile bruno notò che anche all'angolo del suo avversario c'era un uomo, un ragazzo magro, dai lineamenti scavati, con le occhiaie e i capelli corti tinti di blu elettrico, che batteva i pugni al tappeto.
«Achille! Achille, eddai Achille!» Gridava costui, a ritmo con le percussioni delle sue mani.
Il biondo, sfidando il conto di dieci (che Marracash stava facendo ad alta voce) si alzò con flemma. Aveva la bocca sporca di sangue, il labbro inferiore arrossato come se fosse stato truccato. Alzò la guardia.
«Viecce» Disse, cupo.
E Mika, urlando, prese a martellarlo, un colpo dopo l'altro, guantoni contro guantoni, e poi sui fianchi, sulle braccia, un animale deciso ad abbattere la preda. Achille si difese per qualche istante, poi iniziò a colpire anche lui. Mika schivò, ma aveva un problema, un vizio di forma: quando evitava un pugno abbassava le braccia, quasi esse fossero d'ostacolo al movimento. Dopo tre prove, Achille se ne accorse e, uno-due, lo colpì con il sinistro per farlo schivare e con il destro al petto, quando Mika aveva le braccia basse. E poi ancora un pugno al volto, uno alla spalla, finché Mika non riuscì a riprendere il controllo spezzando la catena di colpi, così ben protetto da sembrare raggomitolato.
«Te so' piaciuti, bello de zia?» Lo punzecchiò Achille
«Sì» Mika annuì, nascosto dietro i guantoni
«Allora dài bello, che n'arrivano artri».
Iniziò in realtà una fase di studio, in egual modo difensiva da parte di entrambi. Achille sapeva, per quel colpo che aveva preso all'inizio e che ancora gli faceva fischiare le orecchie, che Mika era assolutamente in grado di reagire anche se era in svantaggio, anche se il nemico era oltre la sua guardia, e perciò gli usava cautela, mentre Mika stava cercando di recuperare dopo l'ultima serie di pugni.
La campanella suonò. «Fine primo round!» Annunciò Elodie.
Achille lasciò ricadere le braccia, la faccia sudata, arrossata e sorridente, poi trottò a parlare con l'uomo dai capelli blu al suo angolo.
«Mika!» Gridò Cattelan «Vieni qua!».
Il pugile bruno si inginocchiò al tappeto per guardare in faccia il suo manager.
«Che c'è, Alessandro?»
«Ascolta, hai fatto un primo round ottimo. Buono, davvero buono, specie contro uno come Lauro. Però quando schivi non devi tenere le braccia basse, lo capisci? No, le braccia basse no!»
«Non lo faccio apposta» il pugile si accigliò
«Lo so. Senti lo so, lo capisco, sei abituato così. Avrai tempo per levarti questo vizio, ma questo tempo ti serve e ora tempo non ne abbiamo. Quindi sai cosa devi fare?»
«No. Cosa?»
«Non schivare. Non schivare più, para soltanto per ora, va bene?»
«Sei...»
«Sì, sono sicuro. Basta schivare, così gli levi l'unico vantaggio che ha».
Mika guardò in direzione dell'altro angolo. Achille si era seduto per terra, a gambe larghe con la schiena appoggiata al paletto, e il suo manager gli parlava fitto fitto, tutto proteso verso di lui.
«Quello lì è uno forte» Commentò Cattelan «Non ti fare ingannare dai glitter. Non ho idea del perché sia qui, di quanto l'abbiano pagato per essere qui... non dovrebbe. Vuoi bere?»
«No» disse il pugile
«E ora bevi lo stesso» il manager estrasse una borraccia dalla busta di carta e si arrampicò a bordo ring per tenderla alla testa del suo protetto «Bevi!».
Mika fece una piccola smorfia di disappunto, ma obbedì, prendendo un paio di sorsi d'acqua.
«Secondo round tra dieci secondi! Pugili al centro!» Esclamò Elodie nel microfono.
Achille ritirò le lunghe gambe e si alzò in un balzo, scuotendo la testa come un cane bagnato. Mika avanzò, raggiungendolo al centro del tappeto.
«L'ho già visto da qualche parte il tuo manager» Disse Achille
«Io no. Solo da poco lo conosco» rispose Mika.
La campanella suonò. Il biondo alzò la guardia, facendosi repentinamente indietro per schivare un gancio di Mika. Iniziò una danza di affondi, schivate, parate, aprendo un secondo round molto più equilibrato del primo.
«AOUH!» Strillò all'improvviso Achille, in tono minaccioso.
Mika si coprì istintivamente la faccia, lasciando scoperti i fianchi. Pum pum! Si beccò due pugni, uno a destra ed uno a sinistra sulle reni. Indietreggiò barcollando fino alle corde, sibilando fra i denti serrati.
«Te piacciono?» Lo provocò Achille, molleggiando.
Mika si scagliò in avanti, ma il suo avversario schivò, si abbassò, con un pugno lo centrò sugli addominali, si fece di nuovo indietro.
«Che fai, Mika? Che diavolo fai?» Gridò Cattelan «Prima non ti saresti fatto beccare da colpi del genere! Ripigliati!».
Mika gli lanciò un'occhiata velenosa, ma bastò quella minuscola distrazione perché Achille mettesse a segno altri due colpi.
«Te sei rincretinito?» Domandò, una risata nascosta fra le parole «Che c'hai? Tutto questo era il grande Mika? Come te chiamano? Er Pallone Gonfiato dell'Iraq?»
«Fulmine di Beirut» ansimò Mika, strascicando i piedi all'indietro «Non posso schivare»
«Non ti mettere a parlare con lui!» ordinò Cattelan, secco
«Non puoi schiva'? Perché, sei un robot e ti s'è rotta la schivata automatica?» scherzò Achille.
Mika gli sferrò un colpo diretto al volto, ma il biondo lo parò senza troppa difficoltà.
«Gioco di gambe! Gioco di gambe, Mika!» Urlava Cattelan «Ora che ti serve non lo fai? Ti sei stancato prima? Forza, gioco di gambe, tu sei veloce, prendilo in contropiede!»
«Ecco, prendime 'n contropiede» ghignò Achille.
Mika sbuffò e torse il corpo intero in un gancio micidiale. Anche se Achille aveva parato, la forza del colpo fu tale da spingere il suo stesso guantone contro la sua faccia. Il biondo indietreggiò stordito, la bocca spalancata da cui non usciva alcun suono e Mika non perse neppure un millesimo di secondo, ma colpì ancora e ancora, mentre Achille teneva le braccia alte, così da alte da avere gli avambracci davanti alla testa.
Mika caricava e rilasciava, una molla d'acciaio con due pugni micidiali, poi abbassò la testa, in tensione come una lancia, e nel momento in cui entrambe le mani dell'avversario ricaddero ai lati del corpo, scagliò un affondo alla bocca del suo stomaco. Il rumore, un sordo "thomp!", riempì l'arena sotterranea nel silenzio del pubblico. Achille si piegò in due, poi come un albero tagliato, cadde rigido a terra.
«Uno!... Due!...» Iniziò a contare ad alta voce Marracash.
Mika, in piedi, continuava a tenere i guantoni alzati ed ansimava. Gli tremavano un po' le spalle per via dello sforzo così concentrato in poco tempo. Guardò a terra, cercando di capire se il suo avversario ci sarebbe rimasto oppure no. Achille mosse la testa, strusciando la guancia al tappeto, rivolse lo sguardo a lui e... gli fece l'occhiolino.
«Quattro!... Cinque!....».
Mika si guardò intorno, frenetico. Sembrava che nessuno avesse notato il gesto anomalo.
«Bravo Mika! Bravo! Vedi che se mi ascolti funziona? Dai che ci portiamo la vittoria a casa, dài, sì!» Esultava Cattelan.
Mika abbassò le braccia. «Alzati!» Gridò, rivolto ad Achille «Alzati, get up!».
Il biondo gli sorrise e si lasciò andare completamente al tappeto, chiudendo gli occhi.
«Otto!... Nove!... Dieci!».
La campanella suonò. Incredulo, Mika si guardò intorno, poi cercò di aprirsi un guantone con i denti.
«Il vincitore dell'incontro di stasera, per knock out, è Mika!» Annunciò Elodie.
Cattelan passò fra le corde, correndo ad abbracciare il suo pugile.
«Abbiamo vinto! Mika, hai vinto!» Esclamava, dando pacche sulla schiena sudata del giovane.
Mika riuscì a buttare a terra un guantone, poi a sfilarsi l'altro con la mano libera.
«Alzati! Get up, Achille!» Gridò, precipitandosi a strattonare l'uomo a terra «It's not over! It's not over, Achille! Not over!»
«Lascialo stare Mika, non ce la fa più» lo pregò Cattelan
«It's not over! NOT OVER!» ruggì il giovane pugile, girandosi solo un istante verso di lui, le pupille dilatate, prima di tirare in piedi Achille a viva forza.
Cattelan si morse un labbro. Non gli piaceva quello che aveva visto negli occhi del giovane, tanto quanto non gli piaceva la piega che stava prendendo la situazione.
Marracash era salito sul ring. «Lascialo, è finita!» Ordinò.
Mika sferrò un pugno a mano nuda al volto di Achille Lauro.
«Ma che sei matto?!» Strillò Cattelan, afferrando un braccio del pugile per tirarlo indietro, imitato da Marracash che agì sull'altro lato.
Achille ricadde a terra rotolando, con la testa buttata all'indietro, la gola esposta.
«It's not over!» Ruggì Mika, strattonando per liberarsi dai due uomini che lo tenevano fermo e riuscendoci dopo neanche due secondi.
Gli uomini della sicurezza salirono sul ring, tutti a cercare di fermare il pugile impazzito, poi arrivò un collaboratore del Suave, un cameraman e un fan, e alla fine c'era una piccola folla a spingere e trattenere Mika, il quale svettava su di loro schiumante, sempre più arrabbiato per ogni secondo che passava.
«It's not over, Achille! Achille, ACHILLE!»,
Il pugile bruno fu sollevato di peso da otto persone, mentre Cattelan cercava di tenergli a bada le mani e lo rassicurava.
«È finita Mika, hai vinto, è finita, tranquillo, è finita» Gli ripeteva, evitando ceffoni.
Poi un monito, un grido, lacerò l'aria: «GLI SBIRRI! GLI SBIRRI!».
La gente iniziò a riversarsi fuori alla rinfusa, a nascondersi nei bagni, a infilarsi dietro gli spalti.
Qualcuno fece sparire la campanella, qualcun altro smontò le corde, e in tutto quel trambusto Achille Lauro si alzò come se niente fosse e si allontanò con il suo compare dai capelli blu.
Sembrava che nella confusione nessuno se ne fosse accorto... tranne Mika, che non gli levava gli occhi di dosso.
«Achilleeee!» Strillò come un'aquila, scalciando abbastanza da rovesciare a terra due di quelli che lo tenevano sollevato, sgomitando con furia, liberandosi.
«Mika! MIKA!» Allarmatissimo, Cattelan provò ad afferrargli un polso, che però gli scivolò dalle dita «Non possiamo permettercelo! MIKA, pazzo di manicomio, torna qui!».
Ma il pugile aveva attraversato la sala in poche rapide e lunghe falcate, lanciandosi su per le scale, appresso al suo avversario... ma invece di raggiungerlo, si trovò di fronte a tre agenti di polizia, due maschi e una femmina, che parlavano con un Marracash serafico.
«Ah» Disse l'agente donna, indicando Mika «E che ci fa a questo DJ set questo qui, tutto sudato e in pantaloncini?»
«Pantaloncini arcobaleno» precisò Marracash, con un sorriso affabile «Ballerino, ovviamente. Cubista. Non sei un cubista, Mika caro?»
«Dov'è Achille?» domandò il pugile, guardandosi in giro
«Il tuo ragazzo? L'ho visto uscire con un altro, a dire il vero... uno con i capelli blu» Marracash si rivolse di nuovo alla poliziotta «Abbiamo fatto una serata gay. E come al solito ci sono quelli che vengono a rimorchiare e si dimenticano, ops, accidentalmente di avere un ragazzo. Achille era quell'altro che avete visto passare prima»
«Quello con i lividi in faccia e il labbro spaccato?» volle chiarire uno degli agenti maschi
«Già. Sono volate un po' di botte... c'è stata una piccola colluttazione, fra Mika e Achille. Achille si era anche truccato per farsi carino» Marracash scosse la testa come a dire "oh, agenti, con che gente devo vedermela..." «E il suo ragazzo non lo ha retto. Nessuno dei due sapeva che l'altro fosse qui. Credo che siano questi i "disordini" che vi hanno denunciato, ma abbiamo sedato la rissa sul nascere. Se però Mika vuole sporgere denuncia... Mika, vuoi sporgere denuncia? I nostri amici agenti possono aiutarti».
Mika scosse la testa, le narici dilatate.
«Voglio prendere Achille» Disse, a denti stretti «Lo voglio...»
«Ah, la passione!» scherzò Marracash, ridendo nervosamente
«... Ammazzare. Mi ha preso in giro. Anche tu, ti ha preso in giro. E io lo spacco».
Marracash fece un sorrisetto agli agenti, come per dire loro "siate indulgenti, è solo un ragazzo tradito".
Gli agenti non furono indulgenti.

sabato 24 settembre 2022

Arboreal pircio

(Hai perso la strada, viandante? Se stai cercando questa pagina in italiano, puoi trovarla QUI!)

Arboreal pircio
(Pethra anthimus arborus) 
 



 


Origin
Arboreal pirci are small animals originated on the planet Furioh, a rocky celestial body located in a far solar system that rotates around a red star: the Lilyar System.
This species, originated and mainly present around the area of the Big Puddle, collects in itself a series of traits that makes its survival to this day a real mystery. However, from a series of fossil findings it was easy to estabilish that this is actually a relatively ancient species, descending from the pirciocyon, an ancestor that sported charactertistics apparently much more useful to its survival in nature. How it happened that the pirciocyon had later evolved to become this poor creature constitues another logical challenge for the researchers, still unsolved.

Etymology
The arboreal pircio owes its name to the furiohus physicist Arboreus, which discovered this species and the force of gravity at once when he literally stumbled upon it.
“Pethra”, the Latin name that distinguished its family, comes from their habit to sleep balled up that, due to their gray color, ends up making them look like stones.“Anthimus” is a Latin word that only indicates the arboreal pircio, and it means "one that doesn't like to stay on the ground". When pirci are on the ground, indeed, they're clumsy, and easy prey of their natural enemies, the Shabatt. Their problem is that they don't fare much better on trees.
A single individal is called a "pircio", more than one are "pirci".


Average life span

The exact life span of a pircio is unknown, since these small animals have never been bred in captivity and get predated, or die of non-natural causes, all the time before the natural conclusion of their life cycle. Studies about it will soon get conducted.

Appearance

The pircio is a small sized animal, which scores from five hundred grams to a kilo of weight, for twentyfive-thirty centimeters of max length, including its slim, long tail covered in thin hair. This tail doesn't get used for balance at all, being the pircio completely devoid of it. Normally, indeed, it keept it slightly lifted from the ground, and he moves it only when it's scared or in an alarmed state. The real use of the pircio's tail will be revealed only later on during its biological cycle, only for a certain period of its life: it's used to cling to other pirci in the water, when the current is very strong and threatens to drag them away.
Although potentially both the male and the female could reach a good size, males are more often able to reach the maximum dimension of the species.
The profile of its rounded body is reminiscent of the one of an animal from the Arvicolinae family, but its muzzle is thicker and heavier, ending with a strongly pigmented nose and characterized by big, black eyes (the white of the sclera isn't visibile). Although a pircio can seem related to dormice at first glance, it's actually genetically closer to a canid.
The pircio is covered in a thick, partially hydrorepellent gray fur, which fades to white on its belly and to brown on their back, and which isn't considered useful nor precious in the fur sector.

Behavior
The arboreal pircio, despite its name, is terrible on the ground and is completely inept at climbing. To avoid falling while it walks, the pircio adopts a typical slow, cautious gait, that become arythmic and wobbly when it goes faster.
On the other hand, the pircio is a splendid swimmer, a skill that helps it survive n his favorite environment but is otherwise useless seeing its lack of memory, intelligence, and sense of direction.
Pirci are famous for their phobia towards blonde people, probably traceable up to the terrible Shabatt, a predator from Furioh that occupies the same habitat as pirci: these animals are covered in a blonde fur and are easy to find at a certain height, clinging to trees. This generates some confusion in the pircio's mind, which probably sees the hair of blonde people as Shabatts ready to devour them.
Arboreal pirci aren't bred as pets, both because they seem to be totally uninterested in creating bonds with species other than their own, and due to how hard it is to make them survive (even if they're fairly hardy, they're virtually unable to understand the dangers surrounding them and avoid them). It has been observed in nature that their social life can only be focused on one species at a time: the specimens that have been raised by other species, like the young pirci stolen from the amisci owls, show no attachment to their species of origin.
So, nobody wants them in their home.

Birth and growth
Pirci's lair are small holes in the ground, that have a use only during the raising of their babies, and in the last months of the mother's pregnancy. These holes are dug almost under the roots of plants that produce nuts or berries, in order to hide and cover their lair with leaves and easily find food at the same time; the shrubs under which it's easier to find them are the hay spheres, tasty berries that have overabundant nutrients that will sustain both mother and offspring during the cold seasons. Due to this, the hay spheres have also gained the name of pirci-spies, because it looks like they're always peeking inside the holes dug by these animals.
The burrows of arboreal pirci are simple, because otherwise, seeing their scarse sense of direction, they wouldn't know how to come out of them.
Baby pirci are born in the cold season, after four months of gestation. It's usually two puppies at a time, that the mother will have to care for on her own since, once their reproductive season in autumn is over, males forget about having a family and leave.
However, pirci barely manage to bear the cold, and the mother, which has trouble even in finding food for herself alone, isn't able to keep alive both the puppies. Usually, the weakest of the two doesn't reach the two months of life; sometimes, though, they're found by amisci owls, which are famous for taking care of young that aren't their own, that will bring them away and care for them.
The fight between mother pircio and owl doesn't happen at all, alas, since the mother is not even able to go after her opponent.
Even after the family is being lightened from a vulnerable member, one way or the other, it's still hard to overcome winter due to the food competition with the terrible pikadons and the predators always lurking.
After three months, the little survivor starts to waddle outside of the burrow and the loving mother runs away, leaving the pup on its own.
Even if it lacks the support of its parent, it's now instinct that helps the little pircio, indicating it to search for water, in which it will be able to move freely. However, for how helpful instinct may be, the sense of direction of pirci is still pitiful and it will force the baby to wander for months before reaching any spring, river, or lake.
They usually manage to reach water in the middle of summer, during which waters become a gray swarming of pirci. For a young arboreal pircio, this is the first occasion to see another adult of its kind that isn't its mother.
Since they usually gather in the rivers of a certain area, which have notoriously strong currents, pirci get dragged away easily; their youth and lack of experience doesn't allow them to resist it. It's now that they use their tail to cling to other pirci and stay in the same point of the river! Due to their poor organization skills, though, the only change operated will be that they will now be dragged away in block.
This is how pirci unknowingly help the distribution of their species in all of their area and in the close valleys, avoiding overpopulation.
But even when they're in the water, the environment in which they feel safer, dangers aren't over: here wait their aquatic predators, the cocofunsies, and many pirci are killed by fisherfolks that confuse them for little stones and pass over them with their boats, often unaware of their mistake.
However, this moment of their life is relatively less dangerous than the rest, and even having a cocofunsie invade their territory is a pretty rare event.
After spending the last half of summer splashing in the water, dealing with not being the last survivors of an extinct race, being dragged away by water, and meeting possible lost siblings (which, having been raised by amisci owls with rodents, have become bigger, aggressive and prone to cannibalism, and will have a very short life because too much meat is bad for them), finally autumn arrives.

Courtship and reproduction

During this season, after recovering from the dismay of leading a life in group, pirci start looking for a partner among those left, and, once found, they get out of their beloved water in favor of the mainland, on which they're clumsy and uneasy. Here, away from the risk of floodings, they will dig their burrow together.
Pirci courtship isn't particularly spectacular. They just try to convince a pircio of the opposite sex to follow them, and the first to accept will be their mate for the season. It' fairly common that the couples will be composed by the first pircio of the opposite sex of which one specimen has clung to with their tail in summer.
At the beginning, scholars tried to understand why there was no form of sexual selection or valid courtship from any of the two partners, but, to be fair, even reaching the end of summer is already proof enough of the worth of the pircio and makes it a veteran.
At the end of summer, the male will go away and search for water again, while the female will follow his example only when the puppy will be able to go out of their den on its own. Due to their horrible sense of direcion, both of the parents will have forgotten the water's location, and they will probably find it again only in the middle of the next summer.

 
Habitat and diet

The habitat of the pirci varies depending on the season, but in general it's easy to find them not too far from water, unless you have a sense of direction worse than the one of a pircio.
These tiny animals are omnivores, with a strong herbivore tendence. This means that they're able to digest meat, which they're only able to find in nature by stumbling upon animals that are already dead, but they're absolutely unable to make of it their main food source.
They have a sweet tooth for berries instead, of which their favorites are, of course, the hay spheres. They favor berries that don't have a strongly sweet taste, and they also eat small, unripe fruits that fall precociously from trees.

Distribuzione e conservazione
Somehow, this isn't an animal under threat of extinction. It's found in every area near the Great Puddle, and despite the huge demographic fluctuations, the pirci population still manages to remain rather stable, most likely thanks to the intervention of the amisci owls.

 
Magic
Probably none.

Trivia 

  • The arboreal pircio is without a doubt the most unlucky one among all Pethra:  in fact, several rethoric figures are inspired by it, among which "throwing pircio", which is a synonym for casting the evil eye, sending bad luck someone's way, and "to dance like a pircio" or "to walk like a pircio", referring to the wobbly walk of this creature, is of course used to describe someone that lacks grace and balance.

  • A block of pirci that are holding each other by the tail and getting dragged by the river's water together are called "mattula".

     

🌵🎨 All the drawings in this page (and probably in all other pages, if not differently specified) were realized by our artists, FuriarossaAndMimma. You can see more of their works and support them on their Patreon page. Become patron of the arts! 🌵🎨

mercoledì 14 settembre 2022

Angel dragons

(Hai perso la strada, viandante? Se stai cercando questa pagina in italiano, puoi trovarla QUI!)

 

Draghi angelo
(Verusdraco sapiens alba x aurea)

Origin
Angel dragons are born from the crossbreeding of a white dragon and a major golden dragon.
Hybridization between these two races happened enough times to ensure that this creature gained a name, evidence in history, and even stereotypes about it; however, since all angel dragons are in fact infertile, they can't be considered their own Verusdraco subspecies.
The term "angel dragon" was attributed to them both referring to the light hues of their bodies, which often show colorations with abundant white and golden, and to their behavior that is commonly thought as protective, good-natured, and endowed of a strong moral sense.
The first time the words "angel dragon" have been used explicitly referring to this kind of Verusdraco was in a text from 1289 (in the Bestiarium Raritatis, "The Bestiary of Rarities", a tome in Latin of which the last copy left is located in the town of Bareblia), although there's some previous, rare descriptions in some draconic tales that could, indeed, be about angel dragons, proving their existence from since before they received a name.

Appearance
Angel dragons are medium to big-medium sized dragons; they can include in their colorations white, light blue, peach pink, and golden.
Their appearance rarely gives an impression of homogeneity: angel dragons often show different colored areas that contrast with each other, some more opaque and some more metallic, a build that's more massive in certain points and thinner in others (in particular, they often inherit a slim tail from white dragons). Despite the fact that this often doesn't gift them with an especially elegant or mimetic look, they're actually considered to be beautiful creatures due to the complexity of their appearance. Build, size, and looks are fairly variable from an individual to the other, dictated by the genetic cocktail inherited by their parents, although they often happen to get the slow metabolism of golden dragons and their tendency to accumulate fat and water in body tissues.
Their scales, flexible and hardy, have round edges; the skin underneath is light brown or liver colored, sometimes mottled with lighter hues like sand or pink.
Their back is covered by a row of sharp keratin thorns, and, sometimes, a variable number of spines adorn their cheeks, hocks, and base of the neck. The black horns on their head are straight and pointy, extending behind their skull following the line of the forehead.
Angel dragons can have a little horn growing between their nostrils, more or less developed: sometimes it's just a dark plaque. Claws, horns, and thorns are generally black or dark brown, with rare exception of golden, and they're smooth and sharp.
The eyes of angel dragons, described in the Bestiary of Rarities as "clever, cunning even, but benevolent", are always light blue or golden.
Their wings have hollow bones and are pretty big as a rule, which allow these dragons to perform remarkable aereal sprints, with one or two keratin hooks on the top.
Considering the specimens' variability it's pretty difficult to identify a sexual dimorphism, if not for the fact that females tend to reach greater size and weights compared to their male counterparts; the record for maximum height ever scored belonged indeed to a female, named Roclippì, which measured exactly seven meters (twenty-three feet); she had an impressive wingspan of twenty-eight meters (almost ninety-two feet), for a weight of a little over five tons.
Their ears lack auricles, and the eardrum is protected by the auroscale: a modified, translucent scale that prevents the eardrum from vibrating too much during flight and from getting dirty.
Angel dragons often have partially differentiated teeth, like major golden dragons, but the mix with the genetics of white dragons seems to bring a special emphasis on their canines, which are particularly showy in some specimens.
Angel dragons' fire is often pink or pale yellow; some of them are also able to produce a dense saliva, sticky as glue.

Behavior
Angel dragons are distinctly social creatures, able to quickly interiorize quirks and mannerisms of species other than their own and to fluently use this new "language" when interacting with them. They love company, and their iron memory allows them to easily remember names and informations, which also gives them an advantage when learning new idioms.
When they're raised with care and love, it's natural for them to estabilish an empathic contact with animals, dragons of other species, and human beings; this is also why almost every angel dragon ever witnessed has bonded with at least a human, accepting them as their dragoneer.
They're usually sunny and balanced dragons, intelligent, compassionate, but they have a big weakness: the vulnerability to gold greed.
Angel dragons love to collect books and precious stones, which compose their personal hidden treasures and of which they're very jealous, but gold has a special impact on them: its only presence makes them exalted, greedy, reason for which a good portion of angel dragons try to avoid entering in contact with this substance.
In the most severe cases, if an angel dragon has managed to hoard a gold treasure and hits a moment of particular psychological fragility, the situation can degenerate in a real psychosis, in which the individual will start isolating from everyone else and living in their treasure chambers, believing they have to defend their fortune from everything and everyone, or it will be stolen from them.
Despite being considered good, wise dragons, it's also due to this impulsive side of them that they never manage to occupy high political offices among dragons, since those require to show strong self-control and discipline.
 
Birth and growth             
Angel dragon hatchlings are born from eggs, that have to be incubated for a variable period that goes from two weeks to two months.
If they're lacking the adequate heating, these eggs can remain quiescent even for hundreds of years before hatching.
The eggs from which the little angel dragons will be born usually look like a common egg of the mother's species (if the mom is a golden dragon, it will look like a "cheeseball", a golden dragon egg, while if the mom is a white dragon the egg will look just like a regular one of her species), but if the mother is a white dragon the difference becomes apparent from the fact that the baby doesn't need the presence of the human they will bond with to hatch.
Newborn angel dragons have a special keratin tooth, which falls shortly after birth, that they use to help themselves opening the shell of their egg from inside. Newborn hatchlings weigh between 500 and 900 grams, and they're already curious and active, ready to explore the world.
Angel dragons grow moderately slow, reaching full maturity and the ability to reproduce around sixteen years of age. At this point, some angel dragons considerably slow down almost to an halt, while others only reduce their growth rhythm and continue growing until they reach their max weight, around five tons.
From that moment on they'll keep on growing anyway, but so slowly that it's impossible to perceive unless it's from one millennium to another.
Like all dragons they're extremely long-lived, so much so that no angel dragon has ever died of old age.

Social life and courtship
It's extremely rare for an angel dragon to be able to interact with another angel dragon, especially in their first years of life, so their first teachings about morality, religion, and hyerarchy will be imparted from the family in which they'll grow up... be it an adoptive species, the eccentric, noisy familial culture of golden dragons, or the accademic, moral education of white dragons.
All angel dragons are sterile; some don't even feel the impulse to reproduce and don't let themselves be involeved in courtships, while others mate for recreational purposes, especially if raised in golden dragon communities, but once they discover their own infertility they usually engage in such activities only outside of the reproductive season.
 
Habitat and diet
Angel dragons easily adapt to both cold and warm weather, and they seem to have a fondness for islands and coasts, estabilishing their lairs inside grottos and marble caves that aren't too far from the sea, despite the fact that nor white dragons nor major goldens usually live in similar habitats.
Angel dragons love food, and they're prevalently carnivorous omnivores. They mainly feed on fish and meat, but they don't disdain almost any kind of aliment; they enjoy fat foods like avocadoes, nuts, and oil seeds, but they mainly consume them as babies, due to the exiguous size of these aliments compared to their adult tonnage.
They tend not to kill any creature that they deem particularly intelligent, like octopi, humans, and dolphins, on which they can feed in case they find freshly dead bodies. If they were raised by white dragons, though, they inherit from them the taboo that prevents them from eating humans in any case.

Famous angel dragons
  • Roclippì
  • Atrebor


Trivia and facts

  • The last known angel dragon egg, survived to the extermination caused by the Pater Inferorum, was initially identified as a major golden dragon egg, revealing the truth only several centuries later when it hatched.
  • The last and only angel dragon of the current century is named Atrebor, and at the moment she's living in the marble caves of Patagonia.
  • Many angel dragons have a certain affinity for music and singing, a talent that helps them climb hyerarchies among major golden dragons.
  • Some attribute a mystical aura to angel dragons, due to their looks and rarity, so, even if they're often excluded from prestigious political offices, if they wish for it they easily obtain religious ones.

 
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lunedì 12 settembre 2022

Draghi angelo

(Did you get lost, wanderer? If you're looking for this page in English, you will find it HERE!)

 

Draghi angelo
(Verusdraco sapiens alba x aurea)

Origine
I draghi angelo nascono dall'incrocio tra un drago bianco e un drago dorato maggiore.
L'ibridazione tra queste due razze è avvenuta un numero sufficiente di volte da assicurare a questo incrocio un nome, testimonianze e persino luoghi comuni che lo riguardano; tuttavia, essendo tutti i draghi angelo praticamente sterili, la loro non è considerabile una sottospecie a sé stante.
Il termine "drago angelo" gli è stato attribuito sia in riferimento alla livrea chiare, che spesso contiene bianco ed oro in abbondanza, sia al carattere voluto dall'immaginario come protettivo, bonario e dotato di un forte senso morale.
La prima volta che la parola "drago angelo" è stata usata riferendosi esplicitamente a questo tipo di drago è stato in un testo del 1280 (nel Bestiarium Raritatis, "Il Bestiario delle Rarità", un tomo in latino di cui l'unica copia rimasta si trova nella cittadina di Bareblia), ma vi sono sporadiche descrizioni antecedenti in certi racconti draconici che potrebbero riferirsi proprio ai draghi angelo, testimoniandone l'esistenza anche da prima che gli fosse attribuito un nome.

Aspetto
I draghi angelo sono draghi di taglia da media a medio-grande, che possono comprendere nella loro livrea il bianco, l'azzurro, il color pesca e il dorato.
Il loro aspetto raramente dà un'impressione di omogeneità: spesso presentano aree di colore diverse che spiccano sulle altre, alcune più opache ed altre più metallizzate, un fisico più massiccio in alcuni punti e più leggero in altri (in particolare, spesso ereditano la coda sottile dei draghi bianchi). Nonostante in molti casi questo non gli doni un aspetto elegante o particolarmente mimetico, sono generalmente considerati creature molto belle proprio per la complessità del loro aspetto. Costituzione, taglia ed aspetto sono discretamente variabili da un esemplare all'altro, dettati dal mix genetico che ereditano dai genitori, anche se prendono frequentemente il metabolismo lento dei draghi dorati e la loro tendenza ad accumulare grasso ed acqua nei tessuti.
Hanno squame dal bordo tondo, flessibili e resistenti; la pelle sottostante è color fegato o marrone chiaro, talvolta maculata di gradazioni più chiare come rosa e sabbia.
La loro schiena è percorsa da una fila di punte cornee affilate, e talvolta un numero variabile di punte orna le guance, i garretti o l'attaccatura del collo. Le corna nere sul capo sono dritte e appuntite, e si prolungano dietro al capo seguendo la linea della fronte.
Possono avere un piccolo corno fra le narici, più o meno sviluppato: talvolta si tratta semplicemente di una placca scura. Artigli, corna e spine sono generalmente nere o brune, con rare eccezioni che contemplano l'oro, e sono lisce, affilate e senza nodi.
Gli occhi dei draghi angelo, descritti nel Bestiario delle Rarità come "intelligenti, anche in maniera furbesca, ma benevoli", sono sempre azzurri o dorati.
Hanno ossa cave ed ali generalmente molto grandi, che li rendono in grado di notevoli scatti aerei, con uno o due uncini cornei sulla sommità.
Vista la variabilità degli esemplari è molto difficile individuare un dimorfismo sessuale, se non nel fatto che le femmine tendono a raggiungere peso e taglia maggiori delle loro controparti maschili; il record per l'altezza massima registrata da un drago angelo va infatti ad una femmina, chiamata Roclippì, che misurava esattamente sette metri ed aveva un'apertura alare di ben ventotto metri, per un peso di poco superiore alle cinque tonnellate.
Le orecchie non possiedono padiglione ed il timpano è protetto solo dall'auroscala, una squama traslucida modificata che impedisce al timpano di vibrare troppo durante il volo e di sporcarsi.
I draghi angelo hanno spesso denti parzialmente differenziati, come i draghi dorati maggiori, ma il mix con la genetica dei draghi bianchi sembra portare un accento particolare sui canini, che in alcuni esemplari sono particolarmente vistosi.
Il fuoco dei draghi angelo è generalmente rosa o giallo pallido; alcuni esemplari sono anche in grado di produrre una saliva densa e appiccicosa come colla.

Comportamento
I draghi angelo sono creature spiccatamente sociali, capaci di interiorizzare in fretta i modi di fare di specie diverse dalla propria ed usare fluentemente questo nuovo "linguaggio" nell'interagire con loro. Amano la compagnia e la loro memoria ferrea consente loro di ricordare facilmente nomi ed informazioni, cosa che li avvantaggia anche nell'apprendere altre lingue.
Quando vengono cresciuti con cura e affetto, è per loro molto naturale stabilire un contatto empatico con animali, draghi di altre specie ed esseri umani; anche per questo, quasi tutti i draghi angelo di cui si hanno testimonianze si sono legati almeno ad un essere umano, accettandolo come loro dragoniere.
Generalmente sono draghi solari ed equilibrati, compassionevoli ed intelligenti, che hanno però una grande debolezza: la suscettibilità alla bramosia dell'oro.
Amano collezionare libri e pietre preziose, di cui fanno veri e propri tesori personali nascosti e di cui sono molto gelosi, ma l'oro ha una presa speciale su di loro: la sua sola presenza li rende esaltati, bramosi, ragione per cui buona parte dei draghi angelo tendono ad evitare di entrarvi in contatto.
Nei casi più gravi, se un drago angelo è riuscito a mettere di lato una fortuna in oro e si trova in un momento di particolare fragilità psicologica, la situazione può degenerare in una psicosi vera e propria, per cui l'individuo tenderà ad isolarsi da tutti gli altri e vivere nelle proprie stanze del tesoro, nella convinzione di dover difendere il proprio bottino da tutto e tutti o ne sarà derubato.
Nonostante siano considerati draghi buoni e saggi, è anche per questo loro lato impulsivo che non riescono mai ad occupare alte cariche politiche tra i draghi, che richiedono di dimostrare forte disciplina ed autocontrollo. 
 
Nascita e crescita              
I cuccioli di drago angelo nascono da uova, che vanno incubate per un periodo variabile dalle due settimane ai due mesi.
Se non vengono adeguatamente scaldate, queste uova possono rimanere quiescenti anche per centinaia di anni prima di schiudersi.
Le uova da cui nasceranno i piccoli draghi angelo hanno generalmente l'aspetto di un comune uovo della specie della madre (se la mamma è un drago dorato avrà l'aspetto di un "formaggione", un uovo di drago dorato, se invece la mamma è un drago bianco sarà tale e quale ad un normale uovo della sua specie), ma se la madre è un drago bianco la differenza diventa palese dal fatto che il piccolo non necessita della presenza dell'umano a cui si legherà per schiudere.
Alla schiusa i piccoli draghi angelo hanno uno speciale dente di cheratina, che cade poco dopo la nascita, con cui si aiutano ad aprire il guscio dell'uovo da cui usciranno. I cuccioli neonati pesano dai 500 ai 900 grammi, e sono già attivi e curiosi, pronti ad esplorare il mondo.
I draghi angelo sono mediamente lenti a crescere, per cui raggiungono la piena maturità e la capacità di riprodursi intorno ai sedici anni. A questo punto alcuni esemplari rallentano considerevolmente il loro ritmo di crescita, fin quasi a fermarsi, mentre altri rallentano leggermente ma proseguono fino al raggiungimento del peso massimo, che si aggira attorno alle cinque tonnellate.
Da quel momento in poi continueranno comunque a crescere, ma in maniera tanto lenta da essere impercettibile se non da un millennio all'altro.
Come tutti i draghi sono estremamente longevi, tanto che nessun drago angelo è mai morto di vecchiaia.

Vita sociale e corteggiamento
È estremamente raro che un drago angelo riesca ad interagire con un altro drago angelo, soprattutto nei primi anni di vita, quindi i primi insegnamenti riguardo la moralità, religione e gerarchia gli saranno impartiti dalla famiglia di appartenenza in cui crescerà... che sia una specie adottiva, l'eccentrica, rumorosa cultura familiare dei draghi dorati o l'educazione morale ed accademica dei draghi bianchi.
Tutti i draghi angelo sono sterili; alcuni non provano neppure l'impulso di riprodursi e non si lasciano coinvolgere nei corteggiamenti, altri si accoppiano a scopo ricreativo, specie se cresciuti in comunità di draghi dorati, ma una volta scoperta la propria infertilità di solito si dedicano a tali attività solo al di fuori del periodo riproduttivo.
 
Habitat e dieta 
I draghi angelo si adattano facilmente sia al caldo che al freddo, e sembrano avere una predilezione per coste ed isole, stabilendo le loro tane dentro grotte o cave di marmo non molto distanti dal mare a dispetto del fatto che né i dorati maggiori né i bianchi vivono di solito in simili habitat.
I draghi angelo amano il cibo, e sono onnivori a prevalenza carnivora. Si nutrono principalmente di pesce e carne, ma non disdegnano quasi nessun tipo di alimento; amano i cibi grassi come avocado e frutta secca, che consumano però principalmente da cuccioli vista la taglia esigua di questi alimenti rispetto alla loro stazza da adulti.
Tendono a non uccidere nessuna creatura che reputano particolarmente intelligente, tra cui polpi, umani e delfini, di cui possono comunque nutrirsi nel caso ne trovassero cadaveri freschi. Se cresciuti da draghi bianchi, ne ereditano il tabù che impedisce di nutrirsi di esseri umani in qualunque caso.

Esemplari famosi
  • Roclippì
  • Atrebor


Curiosità

  • L'ultimo uovo di drago angelo conosciuto, sopravvissuto allo sterminio causato dal Pater Inferorum, era stato inizialmente identificato come un uovo di drago dorato maggiore, rivelando la verità solo diversi secoli dopo, alla sua schiusa.
  • L'ultimo ed unico drago angelo dell'ultimo secolo si chiama Atrebor e si è stabilita al momento nelle cave di marmo della Patagonia.
  • Molti draghi angelo hanno una certa affinità per la musica ed il canto, un talento che li aiuta nelle scalate gerarchiche tra i draghi dorati maggiori.
  • Alcuni attribuiscono un'aura mistica ai draghi angelo, dovuta al loro aspetto ed alla loro rarità, per cui, anche se sono spesso esclusi da ruoli politici particolarmente prestigiosi, se lo desiderano ottengono facilmente cariche religiose.

 
Galleria d'immagini (Clicca per ingrandire!)

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giovedì 1 settembre 2022

Agosto 2022 - Cosa abbiamo creato?

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Carnalis (webcomic)
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Poledancing monster | Upside down gamer | Anthro Lucha | No thoughts, just blep | Prof, you're, uhm, naked |
 
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