sabato 13 agosto 2022

Recensione - Novecento (Alessandro Baricco)

Germoglietti, torniamo in scivolata per darvi in pasto la recensione di un agile, intenso libretto che abbiamo avuto il piacere di leggere di recente.
Il libro in questione ci è stato consigliato da La-Socia, che ovviamente ringraziamo per la collaborazione e a cui questa recensione è dedicata. Grazie del suggerimento! 
Questo volumetto ci ha sorpresi un po', perciò volevamo fare un piccolo gioco con voi prima di iniziare la recensione vera e propria. Ora noi vi lasceremo qui il titolo e la copertina dell'edizione che abbiamo letto noi (che, comunque, commenteremo per bene nella sezione apposita delle recensione che c'è più avanti). 
 
Vi trovate davanti cosa? Il titolo "Novecento", l'autore, Alessandro Baricco, ed una nave stilizzata. 
Per giocare con noi, quello che vi chiediamo di fare è di provare ad indovinare di cosa parli il libro solo da questi tre elementi. Pensateci, scrivete un commento e solo dopo proseguite con la storia. 
(Se lo avete già letto, non barate e non fate anticipazioni! Se volete partecipare, potete dire l'impressione che ne avete avuto prima di leggerlo). 
 
Ci siete? Fatto? 
 
Abbiamo voluto fare questo giochino semplicemente perché, sebbene siano coerenti con la storia, titolo e copertina ci avevano dato l'impressione di stare per leggere qualcosa come un saggio storico sulle emigrazioni italiane verso l'America di inizio novecento; la prospettiva sulla storia cambia però completamente quando scopri che "Novecento" non è solo un periodo storico, ma il nome del protagonista. 
Non ci resta che spiegarvi finalmente la trama, così potrete confrontarlo con la vostra ipotesi e vedere quanto è vicina alla realtà.
Se ci avete azzeccato avete l'autorizzazione a festeggiare con balletti e autoproclamarvi nuovo Oracolo della vostra città.
 
 
1. La trama
Novecento non è né un romanzo né un saggio: è un monologo teatrale, che l'autore descrive come un incrocio tra "una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce". 
La voce narrante è quella di Tim Tooney (scritto per essere interpretato dall'attore Eugenio Allegri, di cui fu effettivamente l'ultimo ruolo a teatro prima di passare al piccolo schermo. Sì, è appena apparsa una curiosità teatrale del '94 selvatica, perché le Recensioni Spinose sono divertimento e cultura); che, oltre ad avere il nome che potrebbe avere un personaggio della Warner Bros, è un trombettista professionista imbarcatosi sul piroscafo Virginian per lavorare con l'orchestra di bordo ed intrattenere i passeggeri.
Lì incontra il protagonista della storia: un pianista dal sobrio nome di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, che però è magnanimo e per abbreviare, dovendo scegliere tra il farsi chiamare con due consonanti che fanno il suono di una notifica su cellulare, un agrume, un numero o un nome da persona, sceglie ovviamente di farsi chiamare Novecento.
È un uomo la cui abilità al pianoforte è quasi sovrannaturale: è in grado di incantare il pubblico, suonare anche in mezzo alla tempesta, eseguire brani impossibili senza che nessuno glielo abbia mai insegnato...
D'altra parte, la sua personalità è comune e sobria tanto quanto il suo nome, e, sebbene il suo bel carattere lo renda presto un grande amico di Tim Tooney, il caro Novecento non manca di stranezze. Ad esempio, non ha mai lasciato la nave in vita sua: è stato trovato ancora neonato dentro lo stesso pianoforte che suonerà da grande dal fuochista Danny, probabilmente nato ed abbandonato sulla Virginian. L'uomo lo ha preso, adottato ed allevato come suo sulla nave (e gli ha anche dato il nome in un delirio avantgardistico degno delle peggiori password per e-mail). Novecento ha iniziato da piccolo a suonare prodigiosamente il piano ed a guadagnarsi così da vivere, ma lì, sul piroscafo, ha trovato il suo posto e messo radici così profonde da non azzardarsi a conoscere di più del mondo oltre la Virginian se non nelle proprie fantasie. 
E ora sembra proprio che abbia tutta l'intenzione di passare la vita intera sullo stesso piroscafo, abbandonando la fama e la fortuna che otterrebbe portando il suo talento da musicista sulla terraferma...
Il monologo, pur essendo un volumetto agile ricco di jazz e marinai, segue tutta la storia della vita di Novecento dal suo inizio alla sua fine, accennando di tanto in tanto all'arrivo di altri personaggi secondari che passano nella vita di Novecento; ma i protagonisti rimangono lui, il suo pianoforte e la sua amata Virginian, in quella che sembra una simbiosi indissolubile.
 
2. La copertina
Quella che vi abbiamo mostrato all'inizio è la vecchia edizione della Feltrinelli, che ci sembra essere ormai stata sostituita in pianta stabile da questa:
 

Dell'altra ci piacevano i colori forti, ma l'idea del fumo e dell'acqua composti dalle parole del libro è davvero carina, soprattuto perchè è estetica ma quando ti sforzi di leggere tutte le paroline ondulate puoi già iniziare a ridere senza manco aprire il libro.
La composizione però è sbilanciata, lasciando lo spazio vuoto sopra la nave un po' troppo vistoso. Piazzateci un gabbiano, un pianoforte volante, Novecento che rotea, ma non lasciatelo così, su.
 
La Feltrinelli è l'unica casa editrice italiana ad essersi occupata di Novecento, ma si è divertita nel tempo a fare diverse varianti che, per brevità, non potremo riportare tutte. Anzi, il libro sembra aver riscosso parecchio successo anche all'estero, perchè praticamente ogni paese ha la sua versione della copertina, che sono tutte variazioni sul tema di "nave nel mare" con occasionali aggiunte di pianoforti o note musicali sopra, sotto, e di lato, perciò ne riporteremo solo alcune.
Questa è una delle tante:

Onde sonore (ba dum tss 🥁)
 
Per questa particolare storia, nonostante noi abbiamo un evidentissimo debole per le copertine complicate, intricate, fitte di dettagli, possiamo apprezzare design più semplici. Il Baricco sceglie con cura le parole da usare e ne usa poche, pesate, senza descrizioni particolarmente cinematografiche, perciò stili più leggeri si adattano bene alla sua prosa.
Questa qui l'abbiamo trovata proprio carina, con la Virginian che cavalca le note, però non riesce ad avere la stessa "ruvidezza" della precedente e rispecchia di meno la storia, pur restando veramente graziosa ed a tema. Se avessero unito quello stile a questa composizione, probabilmente sarebbe stata una copertina perfetta.
 
Nel frattempo i francesi erano molto preoccupati che non si capisse bene che Novecento era un pianista, quindi hanno fatto la cosa più minimale che hanno trovato e cambiato il titolo, che non è più "Novecento" (nel caso potessi confonderti e pensare che si tratti di un numero nell'ordine delle centinaia e non un musicista), ma "Novecento: pianiste", con una mano che suona i tasti bianchi e neri.
Probabilmente la prima idea era "Novecento = IL PIANISTA CHE SUONA IL PIANO" in francese, ma avranno deciso di andarci un po' più delicati.
 

Ci sembra giusto dare uno spazietto anche alla variante rumena, che esilia Novecento a prua ma almeno gli da' uno spazietto per comparire. È una delle più complicate, con delle belle tinte calde. Caruccia.

 
Ed ora attenzione, perchè volevamo finire in bellezza. La recensione si tinge di romantica intensità, perchè l'hot take di Anagrama, la casa editrice ispanica, era che la copertina di "Novecento" dovesse essere fatta esclusivamente con una grafica che è un mix di quella dei siti sugli angeli custodi, un Harmony e una slide di Power Point.
Intensa. Sconvolgente.
Anzi, "Novecento" non era abbastanza drammatica, quindi andava aggiunto "la leyenda del pianista en el océano", e presa una bella illustrazione con un tipo che sembra stare impalato così, sull'acqua. Chissà cosa farà, il pianista leyendario, in quali posti andrà sotto questo cielo rosa con quattro nuvole lunghe messe strategicamente per non oscurare la luna. Vai pianista leyendario, facci sognare, dacci le ali. Chissà se anche noi saremo en el océano come te un giorno...

"Oh! Chissà se mi noterà mai, il Transatlantico-senpai..."


3. Cosa ci è piaciuto 
Lo stile eccentrico del monologo, a tratti buffo a tratti serissimo, è fondamentale nel mettere la meraviglia ed il mistero che abbelliscono la strana storia di Novecento. Nonostante sia un monologo teatrale e, dunque, scritto diversamente da un romanzo "classico" -- in fondo si suppone essere un lungo discorso portato avanti dallo stesso personaggio -- riesce a trasformare la parzialità del punto di vista di Tim in uno strumento per rendere la narrazione più interessante.
La psicologia di Novecento è molto particolare: è un personaggio giocoso, curioso, per certe cose ancora bambino, ma con motivazioni e idee forti a spingerlo. Non possiamo approfondire oltre per non entrare nel territorio minato degli spoiler, però abbiamo gradito il modo in cui è stato gestito.
Va anche detto che, nonostante la brevità in cui si svolge e quindi il poco "tempo" a sua disposizione, lo scrittore non lascia nessuna domanda in sospeso e chiude l'intera storia con una scena finale d'impatto.
 
4. Cosa non ci è piaciuto 
La vistosa, fosforescente assenza di personaggi femminili. Le donne non vengono mai citate come personaggi, ma come parte di un ambiente -- ad esempio, le donne ricche appaiono come passeggere di contorno della Virginian -- o come ideali vaghi: viene talvolta citata solamente l'idea di "trovare moglie" e la cosa finisce lì. 
Non c'è un'amica, una cuoca, una ricca, una serva, una parente che abbia un qualunque peso nella storia. Un gran peccato. 
È vero che agli inizi del novecento le donne non avevano ancora raggiunto certe libertà e ruoli lavorativi come oggi, ma che il cinquanta per cento della popolazione si volatilizzi è... abbastanza strano.

Voto complessivo: 72 su 100. Congratulazioni, monologo teatrale bello, sei stato promosso!
 
A chi lo consigliamo: A chi vuole una lettura snella ma interessante, un libricino da leggere in un pomeriggio e che si può portare in spiaggia, sotto un albero in campagna, sull'autobus o anche spaparanzati a casa. È un libro "conveniente", che dà molte più emozioni del tempo che vi prende. 
Probabilmente, se vi piacciono le storie meno demenziali di Stefano Benni o quel piccolo tesoro de "Il gabbiano Jonathan Livingstone", questo libro potrebbe regalarvi bei momenti.
Se leggete praticamente solo high fantasy potrebbe invece non colpirvi, perché quel pizzico di atmosfera misteriosa, che per noi ha arricchito la narrazione, è mescolata ad un'ambientazione molto più realistica e "secca", che per un attimo promette magia e poi potrebbe non mantenere rimanendo molto indietro rispetto ai certi elfici standard.

Dove potete comprare il libro? 
La migliore possibilità di ottenerne una copia velocemente è su internet: noi vi indirizziamo ai buoni prezzi e le spedizioni veloci di Amazon, con cui caso vuole abbiamo un’affiliazione. 
Perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro sulla cui copertina c'è un piroscafo transatlantico (come potete chiamarvi collezioniste/i di libri se non avete un libro con un piroscafo transatlantico in copertina?), date un’occhiata all’inserzione da link che vi lasciamo qui!
Così, voi pagate proprio gnente in più e non vi cambia nulla (tranne che cliccare sull'indirizzo che vi lasciamo è più comodo), mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi extra. Consideratelo. Ecco il link!
Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!
Questo libro, poi, ha avuto anche una serie di adattamenti sia teatrali che cinematografici, quindi potreste persino seguire la storia da un media diverso (c'è pure un audiolibro letto da Stefano Benni!), ma noi ci limiteremo a parlare della nostra cosa preferita: la pagina scritta.
 
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione! 
P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). 
 
Nota: in tanti si limitano a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo. Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate". 
 
Cercate i nostri segni, trovate l'ispirazione, e alla prossima recensione! 🌵🔥

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