giovedì 4 agosto 2022

Draghi costali

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Draghi costali
(Verusdraco sapiens litoribus)



Origine
I draghi costali sono considerati una delle ultime razze “classiche” ad essersi evolute, in termini di tempo, si tratta quindi di un drago semi-moderno. La sua livrea, una delle più vistose e armoniose fra quelle di tutti i draghi, si è evoluta specificamente per confondersi con il colore del mare e della schiuma delle onde, ed è unica nel panorama dei Verusdraco, curiosamente condivisa solo con alcune specie di draghi marini (che non hanno alcuna parentela con i veri draghi).
Secondo alcuni ricercatori, i draghi costali discendono da un'antichissima popolazione di draghi grigi, vissuta al tempo in cui possedevano ancora una testa ornata da corna, che si è stanziata presso le isole Diomede, nel mezzo dello Stretto di Bering; si tratta di una mera congettura, ma è comunque possibile che draghi grigi e draghi costali siano imparentati fra loro.

Aspetto
I draghi costali sono draghi piccoli, di colore azzurro e blu, con innumerevoli screziature bianche e, talvolta, un'iridescenza intorno alla base del collo e della coda. Le corna, che si prolungano dietro al capo seguendo la linea della fronte, sono di colore bianco, lisce, e in numero variabile da due a sei, più comunemente quattro. Possono avere un piccolo corno affilato che cresce alla fine della canna nasale, ma nelle femmine è più spesso solo una placca di colore bianco o pesca.
La schiena è percorsa da una fila singola di punte cornee vistose, proporzionalmente più grandi di quelle degli altri Verusdraco, piatte invece che a sezione rotonda, e spesso irregolari nella forma e con un aspetto “spezzato”.
La loro pelle, se privata delle squame, è di colore viola scuro o nero. Una particolarità delle sue squame è che esse sono di origine dermica e ossificate, più simili alle scaglie dei pesci che non alle squame dei rettili; hanno il bordo rotondo ed è possibile notarne la crescita dell'osso lamellare che crea cerchi concentrici (simili agli anelli di accrescimento degli alberi) da cui si può dedurre l'età dell'esemplare.
Gli occhi, grandi e definiti generalmente con un'espressione grintosa, con rime palpebrali scure, e possono essere di differenti colori: gialli, azzurri, verdemare, verdi, bianchi o rossi; curiosamente, il colore rosso è il più diffuso.
Sono draghi leggeri, rapidi, con zampe slanciate e testa affusolata.
L'altezza massima mai registrata da un drago costale è di due metri e settantasette centimetri, con un'apertura alare di dieci metri e quarantadue centimetri.
La loro coda è sottile, particolarmente lunga e senza accumuli di grasso, con la parte finale che si assottiglia e termina sempre con una lunga punta cornea, estremamente resistente e utilizzata come arma o come “lancia” quando desiderano pescare dalla riva.
Le loro dita hanno unghie imponenti e sono palmate, per migliorare il movimento in acqua.
Il loro fuoco è di colore giallo, anche per via degli accumuli di cloruro di sodio che spesso si trovano sugli angoli delle loro bocche e sulle punte delle loro lingue.

Comportamento
I draghi costali hanno una forte identità di razza, tanto che difficilmente li si vedrà “mescolati” ad altri draghi, sebbene condividano le loro spiagge e le loro scogliere con viverne, Maregens e demidraghi. Il loro isolamento è dovuto parzialmente anche ad una particolarità linguistica: parlano un dialetto del draconico, il minidraconico (Pilisodor do Draco), caratterizzato da suoni profondi e grezzi e che molto somiglia all'antico draconico grigio, con proposizioni lunghissime, articolate e frequenti ruggiti bassi detti “rombi”, del tutto incomprensibile agli esseri umani e non particolarmente apprezzato dai draghi che si considerano più “nobili”.
I draghi costali non hanno divinità vere e proprie, ma una sorta di culto del mare è strettamente intrecciato alla loro cultura e non è raro sentire frasi (ammesso che possiate comprendere il minidraconico) come “grazie al Mare!” o “che il Mare ti protegga”. Scrivono la parola “mare” (“Maurrrrooourr” in minidraconico) sempre con l'iniziale maiuscola.
I draghi costali hanno inoltre un comportamento focoso e sanguigno, non sono minimamente inclini al mantenimento dei segreti o agli intrighi di corte, non eleggono un leader e amano giocare nel cielo e sott'acqua, grazie alle grandi e agili ali che li rendono incontrastati nei cieli e che funzionano anche da eccellenti pinne.
Contrariamente a molti degli altri draghi maggiori, che cercano attivamente un umano a cui legarsi, i draghi costali aspettano che siano gli umani a trovarli; non spediscono i propri giovani a formarsi in scuole che li mettono a contatto con i bambini, ma piuttosto preferiscono interagire con le comunità locali. Il 65% dei draghi costali non si lega mai ad un essere umano.
Qualora un drago si leghi ad un essere umano è quest’ultimo ad entrare a fare parte del branco e non il drago ad allontanarsene, anche se può capitare che drago e dragoniere partano insieme per lunghe avventure prima di ritornare al branco, che comunque li ri-accoglie senza problemi.

Nascita e crescita
I cuccioli di drago costale nascono, come la maggior parte dei draghi, da uova che vengono incubate per un periodo variabile. Le uova di drago costale sono relativamente fragili se paragonate a quelle di altri draghi, con una scorza che può avere svariati colori, dall'azzurro al blu notte, screziate di vene rosee, e possono conservarsi quiescenti anche per centinaia di anni.
Alla nascita, un cucciolo di drago costale ha già il numero definitivo di corna dell'adulto e ali funzionali, pesa da 200 grammi a 800 grammi. La grandezza dell'uovo e del cucciolo dipendono dall'età e dalla taglia della madre. Le femmine depongono da due a sei uova per volta e hanno cicli fertili ogni sette-dieci anni.
Il cucciolo non viene allontanato dal gruppo, come succede con molti dei draghi che vivono nell'entroterra, ma cresce all'interno del branco e viene istruito nell'arte della pesca dall'intera comunità. Molto spesso i draghetti non sanno neppure chi siano i loro veri genitori: crescendo in piccoli gruppi misti, di cui tutti si prendono cura, è difficile ricordarsi da quale nido provengano e i genitori stessi, nel tempo, diventano incapaci di distinguere i propri piccoli.
I draghi costali sono lenti a crescere e raggiungono la piena maturità e la capacità di riprodursi appena raggiunti i quaranta-cinquanta anni di età.
Visto il lungo periodo in cui essi sono ancora cuccioli fragili, i draghi costali hanno statisticamente la percentuale di mortalità infantile più alta fra tutti i draghi.

Vita sociale e corteggiamento
I draghi costali sono estremamente sociali ed è impossibile trovarne uno che viva isolato dal resto del mondo o che non abbia contatto alcuno con i suoi simili. Vivono in branchi con complessi rapporti interpersonali, in cui maschi e femmine godono di doveri e diritti simili nonostante le femmine siano più grandi, alte e forti, nonché magicamente più dotate.
Per conquistare le femmine, i maschi danno sfoggio delle proprie incredibili abilità di volo, giostrando nel cielo e scagliandosi gli uni contro gli altri per poi virare proprio all'ultimo secondo; può sembrare un gioco pericoloso, ma anche i corteggiatori più giovani hanno in realtà avuto almeno quarant'anni per allenarsi nel volo e gli incidenti sono rarissimi. Sbattere in volo gli uni contro gli altri, a quella velocità, rischierebbe di uccidere il drago sul colpo o comunque di menomarlo in maniera grave.
Le femmine, più goffe dei maschi e generalmente più feroci, non giostrano nel cielo, ma rimangono spettatrici sulle scogliere, da cui si godono le bellissime acrobazie. Esse possono scegliere da uno a tre maschi con cui accoppiarsi durante la stagione primaverile. Se un maschio è particolarmente abile e bello, può capitare che sia desiderato da molte femmine ed in tal caso si scateneranno rumorose risse sulla scogliera, in cui sarà la femmina vincitrice a decidere con chi il maschio si accoppierà e quante volte: potrebbe ad esempio concedere ad una sua amica un paio di accoppiamenti, alle altre nessuno e a sé stessa tutti quelli necessari per essere fecondata.
A vincere la rissa è l'ultima femmina che rimane in piedi sulla scogliera, mentre tutte le altre sono state lanciate (o sono cadute) in acqua. L'uso delle ali è vietato durante i combattimenti non solo perché li protrarrebbe di molto e rischierebbe di renderli più brutali (impedendo alle femmine di gettare le avversarie in acqua, esse dovrebbero invece utilizzare denti e artigli per ferirsi a vicenda), ma anche perché ferire le ali degli avversari, che sono fragili abbastanza da potersi spezzare, impedirebbe loro di pescare e di nutrirsi, qualcosa che sarebbe considerato barbaro da qualunque drago costale.

Habitat e dieta
I draghi costali vivono principalmente negli arcipelaghi sub-antartici, oltre che sulle coste di Horn Blu Island, e sopportano eccezionalmente bene il freddo, ma non si spingono mai nelle vere e proprie zone antartiche, verso cui provano un timore reverenziale. Carnivori quasi esclusivi, si nutrono di petrelli, pinguini (in particolar modo quelli reali e quelli crestati), merluzzi, stercorari, squali e foche, ma non disdegnano anche carcasse di cetacei spiaggiati.
I cuccioli si nutrono principalmente di piccoli pesci e, al contrario degli adulti, non danno mai la caccia agli uccelli.

Esemplari famosi

Skye


Curiosità

  • Quasi la totalità dei dragonieri umani che si legano ai draghi costali sono pescatori.
  • I draghi costali si vantano di essere grandi esperti di idromanzia, l’arte di predire il futuro attraverso l’acqua. Se questo sia vero o meno rimane una questione dibattuta.

Galleria d'immagini (Clicca per ingrandire!)

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