giovedì 17 settembre 2015

Elogio funebre ad un fasmide senza nome


Oggi è spirato il mio insetto stecco, di cui non ricordo più neanche il nome. Dunque, ecco il suo elogio funebre...

Elogio ad ignoto insetto stecco

Oh, innominato fasmide! Oggi sei passato a miglior vita, oppure anche no, ma speriamo tutti di si, per colpa di una maledetta muta andata male. Forse non avevi abbastanza umidità atmosferica? Forse ne avevi troppa? Non lo so, perchè fino ad ora ti era sempre andata bene, eri diventato grande e forte, anzi eri diventata perchè eri femmina. Non sono neppure sicura che gli insetti stecchi facciano la muta, ma poiché ti stavi levando uno strato di pelle e ci sei rimasta intrappolata, immagino proprio di si. Nel dubbio controllerò su Wikipedia.
Ma dicevo... oh, insetto stecco! Quanti bei momenti abbiamo passato insieme! Mi ricordo quando mettevamo le canzoni con il cellulare, poi ti posavano su un dito e bastava scuoterti un po' perchè tu ti mettessi a ballare a ritmo (anche se in realtà stavi semplicemente oscillando come fanno tutti gli insetti stecco per imitare un rametto scosso) facendoci ridere e sentire contente di averti insieme a noi. Per te ho raccolto rovi freschi in ogni condizione atmosferica, sotto la pioggia o sotto il sole rovente, bagnandomi e cuocendomi, perchè ci tenevo a te e tu mi riempivi d'orgoglio crescendo e sembrando sempre di più un rametto. Ricordo che proprio il giorno prima della tua morte ti portai in campagna e ti posai fra le piante di peperoncino mentre pulivo il tuo terrario, poi ci misi un bel po' a ritrovarti, perchè pensavo che tu fossi scappato e invece eri fermo nello stesso punto, solo che eri un insetto stecco e quindi eri mimetizzato proprio bene.
Oh, fasmide innominato senza una zampa! Chissà come la perdesti, prima che ti trovassimo... fu un gatto a menomarti in tal modo? Fu un insetto predatore che se la mangiò? Rimanesti schiacciato per errore? Ma tu non ci badasti e vivesti la tua vita come se avessi sei zampe e non cinque (e poi la zampa menomata ti ricrebbe. Solo a metà, e tutta stortignaccola, ma ti ricrebbe).
Addio, fasmide! Non credo nell'inferno o nel paradiso, ma spero che tu ti sia reincarnato in ciò che più di ogni altra cosa al mondo tentavi di essere: un ramo. E che sia il ramo di una quercia che crescerà gloriosa e vivrà migliaia di anni.
Non ti ho fatto abbastanza fotografie, ahimè solo due, e di ciò mi pento perchè non potrò mai mostrare a nessuno quanto eri diventato grande, quindi nessuno mi crederà e celebrerà con me la tua gloria di prodigio del travestimento, il tuo essere così perfetto da rispecchiare la bellezza di madre natura nel tuo corpo verde e affusolato, nel tuo fascino di creatura evoluta per sorprendere.
Addio, fasmide innominato! Rimarrai per sempre nei nostri cuori. 


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