lunedì 27 ottobre 2014

Pesci rossi in bianco e nero

Hello hello! Sono le nove di sera (con il vecchio orario sarebbero le dieci e ora come ora è dura abituarsi a quello nuovo...) e di lato a me c'è una tazza gialla con disegnati gli occhi e la bocca (che da chiaramente l'impressione di stare bevendo dalla testa di qualcuno) piena di thé verde alla cannella e limone, una bevanda assolutamente splendida che dovrebbe aiutarmi nella termogenesi, ovvero nella produzione di calore.
Molta gente sfrutta questo potere del thé verde per dimagrire, io invece cerco sempre di sfruttarlo per quello che è: combattere il freddo senza dovermi coprire. Giuro che funziona! Nella gita del quinto superiore siamo andati a Praga e in certi momenti c'erano ben sette gradi sotto lo zero! Molti dei miei compagni sembravano pronti lì lì a morire di freddo, nonostante cappelloni, sciarpe e guantoni riscaldati.
E io? Una tazza di thé verde al mattino e partivo con lo stesso cappottino che metto qui in Calabria, nè più nè meno, e credo proprio di essermi goduta la vacanza più di tutti loro.  Ah, bei tempi, bei tempi! Ma di questa fantomatica, grandiosa, gloriosa gita ve ne parlerò un'altra volta più nel dettaglio perchè se la merita una pagina tutta per sé.
Il freddo, qui e adesso, non accenna a diminuire, ma non cederò mai e non mi metterò le maniche lunghe: dopotutto l'anno scorso non l'ho fatto, perchè dovrei quest'anno? Ah, già, l'anno scorso è stato particolarmente caldo...
E particolarmente proficuo in fatto di funghi, cosa che quest'anno è ancora da vedersi. Ovviamente qualcosina cresce sulla nostra amata montagna, qui e lì si vedono spuntare i cappelli fucsia e violacei delle russule, molto più raro il porcino, qualche mazza di tamburo palesemente rachitica e qualcuno di quelli che noi chiamiamo "funghi di filici" (funghi di felce), che non sono proprio fantastici, ma vabbè...
L'anno scorso, invece, dovevamo stare attenti a non superare il limite massimo di quattro chili raccolti in una sola volta e questo praticamente tutti i giorni. Era favoloso. L'anno scorso è stato favoloso dall'inizio alla fine.
Sto per partecipare a un concorso d'arte con premi piuttosto succosi (5000 dollari per il primo classificato! Woohooo!) su Deviantart, avevo fatto un disegno con tanto amore, ma mi sono accorta in ritardissimo che ho sbagliato il formato (e quindi nel disegno rimane un bordo nero, ma vabbè). E ho pure disegnato l'acquario (il soggetto del disegno) al contrario.
Ma partecipo lo stesso al contest, che diamine! Anche se, ovviamente, non vincerò nè ora nè mai. Non mi prendo neanche la briga di colorarlo, questo disegno...
Ed eccolo qui il risultato! Un acquario con pesci rossi (in bianco e nero) e angle(palesemente alghe stilizzate, anche se magari non proprio alghe, magari sono normali piante acquatiche...) fatto al contrario e con un bordo nero che non c'entra un cavolo:
Mentre normalmente dovrebbe essere così:
Lo so, avrei potuto essere più attenta all'anatomia.
Lo so. Lo so. So tutti gli errori che ho commesso, va bene?
Ma è stato solo per... divertimento. Mi piace disegnare puramente per divertirmi. E amo i pesci rossi. Ne ho sei (in casa, perchè in laghetto ne ho una cinquantina) e adoro ognuno di loro: sono animali estremamente intelligenti, checchè se ne dica. E sapete che non è affatto vero che hanno una memoria breve? Anzi, a volte è persino più efficiente di quella degli esseri umani.
Sono animali complicati, interessanti, con una loro personalità, e possono vivere fino (ed oltre, attenzione attenzione) a cinquant'anni.
Perciò quando un pesciolino muore entro pochi mesi nella boccia, quella mostruosa trappola infernale che lo fa soffrire anche di disturbi psichici, pensate che è come se aveste ammazzato un cucciolo. Un cucciolo che pensa, soffre, vive come un piccolo di qualsiasi altro animale.
I pesci rossi, fra l'altro, soffrono molto anche la solitudine, quindi andrebbero come minimo tenuti in coppia, anche se l'ideale sarebbe un gruppetto. NON vanno bene le bocce, neanche quelle un pò più grandicelle, perchè la forma è sbagliata e perchè, chiaramente, non esistono bocce di cento litri.
Si, si e si. Hanno bisogno di così tanto spazio. O questo o il laghetto.
Vi linko fra l'altro un sito davvero utilissimo dove potrete leggere tutto quello che vi serve per allevare i vostri pesci rossi e parlare con persone disponibilissime che amano davvero questi animali e sapranno consigliarvi come tenerli al meglio (fra di loro, beh, ci sono anch'io...):
Goldfish World

domenica 26 ottobre 2014

Il Ciclo dei Marini - L'inizio

Scrivere fa bene. Anche fisicamente.
Io sto scrivendo per riscaldarmi le dita prima di tornare a disegnare (si, fra le tante cose disegno. Ho pure un account su Deviantart, non so se conoscete il sito...).
E piano piano, tac tac, le dita mi si stanno scongelando...
Sono or ora di ritorno dalla montagna. Abbiamo trovato delle russule di diverse specie, fra cui un paio di colombine auree, e un bel porcinotto nero giovane e pesante. Spero che mangiarli in risotto non sia troppo pesante per le mie attuali condizioni di salute... ma no, sicuramente no. Non esagererò con la quantità, questo è ovvio, ma non devo precludermi le prelibatezze, giusto? Altrimenti lo stomaco mi si disabitua e questo non va bene. Lavorate succhi gastrici! Lavorate! 
Ah, è comunque una bella soddisfazione averli trovati, questi funghi! Almeno per le fotografie. In cui (e giudicate pure anche voi) almeno il porcino è venuto glorioso:


Purtroppo il mio cervello non è ancora del tutto, completamente, radicalmente libero dall'influenza delle tossine prodotte dal mio intestino disbiotico, quindi non ero al cento percento, ma di sicuro è stato molto, molto meglio dell'ultima volta in cui vagavo da un albero all'altro come uno zombie cercando di capire come mai il mio cervello facesse pensieri tanto profondi e non fosse invece invaso dalla solita euforia pseudo-romantica che mi coglie ogni volta che cammino in mezzo ai boschi.
Non bisognerebbe pensare troppo, in mezzo ai boschi, perchè in quelle situazioni, a mio parere, il cervello è in grado di apprezzare la complessità della bellezza della natura senza bisogno che ci rimuginiate... bisogna solo guardare la luce e respirare, respirare a fondo, e sentire l'odore della resina che solletica le narici.
Comunque la situazione sta migliorando.
Mentre scrivo, sto bevendo una bella tazzona di tè verde, cannella e limone (pare che il tè verde, oltre che buono, sia anche purificante... sarà vero? Nel dubbio continuo, come ho sempre fatto, a consumarne quantità industriali, tanto la teina non mi ha mai tenuto sveglia...).
E vabbè.
Comunque, finalmente iniziamo a parlare di letteratura, dopo questo probabilmente tediosissimo pezzo sulla mia tediosissima salute e sul mio senso estetico e sui funghi...
Da domani ricomincio a scrivere (a penna, signore e signori, esistono ancora scrittori che lavorano con la penna e poi trascrivono tutto al computer, anche se è un tedio) il Ciclo dei Marini, che avevo interrotto perchè pensavo che scriverlo mi mettesse ansia (quando invece era una condizione patologica).
Ovviamente nessuno di voi sa che diavolo sia il Ciclo dei Marini, non penso di averlo raccontato a nessuno (a parte mia sorella, con cui lo sto scrivendo in collaborazione, e LadyDarknessObscure su Deviantart, una cara amica virtuale, che fra un altro pò saprà le cose prima ancora che le sappia io).
Si tratta di una raccolta di storie basate sulla gente del mare, i merfolk (tritoni e sirene), apparentemente scollegati fra loro, ma in realtà tessere di un grande, enorme puzzle che sarà visibile nel suo insieme solo ad opera completata.
 
Il popolo del mare (merfolks) rappresenta una delle civiltà più varie e vaste del pianeta insieme a quella umana. Le popolazioni hanno usi e costumi molto diversi a seconda della zona in cui si sono stabilite e creano città sottomarine generalmente piuttosto ampie, ma i cui edifici sono capaci di mimetizzarsi con il fondale marino.
Una cosa che accomuna tutti i merfolk è la volontà e capacità di non essere scoperti dagli umani: sono estremamente riservati e sanno che il popolo sulla terraferma ha la brutta abitudine di uccidere e inquinare.
Quasi nessun individuo del popolo dei merfolk mangia pesce: essi considerano infatti i pesci come loro fratelli e mangiarli sarebbe come un atto di cannibalismo.
Le sirene e i tritoni possono avere dimensioni estremamente variabili, proprio come gli esseri umani, e sono presenti sia fenomeni di nanismo che di gigantismo. La lunghezza massima registrata di un tritone è di tre metri e settantacinque centimetri, ma non ci si stupirebbe di trovare esemplari più grandi in qualche città ubicata nelle profondità abissali.
Il colore delle code è generalmente tendente al blu o al verde, colori “mimetici” nell'acqua, ma in alcuni luoghi virano anche al bruno o persino al rosso.
Generalmente essi si nutrono di alghe, crostacei e molluschi, ma non hanno una cucina particolarmente elaborata (infatti, essendo sott'acqua, non è possibile usare il fuoco per cuocere).
Invece hanno un senso dell'olfatto incredibilmente sviluppato (come pure ce l'hanno molti pesci).
Non depongono uova, ma partoriscono uno o due piccoli vivi (come fanno molte specie di squali) che possono essere indifferentemente chiamati “bambini” o “avannotti”.
Appena nati, i piccoli hanno l'aspetto di neonati umani, ma con una corta codina da pesce che si allunga man mano che crescono, esattamente con le gambette dei bambini.
Tritoni e sirene sono famosi per le loro voci estremamente armoniose, che riescono quasi a stregare gli esseri umani e che hanno dato origine a molte curiose leggende: in molte zone è infatti fondamentale per loro saper cantare bene, in quanto questo è il criterio della scelta del partner. Non è tuttavia così per tutte le culture, in Brasile, ad esempio, si preferisce un compagno/compagna particolarmente atletico (e si, che sappia giocare bene al gioco del calcio, hehe).

Il principale antagonista (almeno nelle prime storie) sarà lo stregone del mare Hannibal (nome che ha preso in prestito dal molto più celebre cannibale letterario di Thomas Harris, Hannibal Lecter), una misteriosa, possente creatura metà uomo e metà piovra che sembra completamente priva di sensi di colpa e assolutamente inarrestabile.
Non esiste un vero protagonista, inteso come "eroe positivo", che cambierà in ogni storia (e in molti casi morirà alla fine del racconto), ma fra i personaggi ricorrenti troveremo il dottor Ken Perfect e il folle Teo, entrambi umani, e il giovanissimo principe Will, un tritone che è stato rinnegato dalla sua stessa gente per essersi innamorato di un'umana.
A farla da padrone c'è il "mistero della riproduzione" degli stregoni del mare, i quali hanno tutti trecento anni, sono tutti fratelli e sorelle e nessuno di loro ha la benchè minima idea di come si faccia a riprodursi e tutta la magia oscura di questo mondo non riesce comunque ad aiutarli perchè gli stregoni del mare, come tutte le creature magiche, non sono replicabili con la magia perchè essi stessi ne sono impregnati...
Il cattivo principale, il nostro Hannibal, è anche un ricercatore: e mentre tutti i suoi simili, che lo odiano, se ne fregano altamente del problema riproduttivo, lui cercherà di creare un esercito di suoi simili, di figli, invincibili per conquistare tutte le acque e persino le terre emerse.  Peccato per lui che ci sarà qualcosa di ancora più grosso nascosto dietro questo mistero e che lui, il più forte degli stregoni, sia solo come un piccolo pesce fra tanti pesci minuscoli, in un mare in cui nuotano degli squali...
E per ora è questo un piccolo "teaser" (inutile visto che ancora nessuno legge ancora  questo neonato blog, ma va bene comunque, mi faccio i teaser da sola...) e concludo, salutandovi tutti e augurandovi tanta salute e tanta ispirazione.

Ta Ta
-E

Oggi andrò a funghi

Oggi andrò a funghi.
Con questa premessa apro questa nuova pagina, contenta e felice come una pasqua perchè sto sempre meglio.
La mia cura per la disbiosi intestinale, ovviamente, continua, ma dovrà andare andare avanti per almeno tre mesi, quindi non c'è fretta, solo il sollievo per essere di nuovo in grado di dormire (e sognare) la notte.
E proprio stanotte ho sognato la mia terra, la Sicilia, e in particolar modo una visita ad Alcamo... con occhi nuovi, come quasi sempre nei viaggi onirici, ho visto  le sue chiese maestose, il suo lungo corso costellato di negozi, il chioschetto dei gelati in piazza, le palme che da lontano sembrano innalzarsi dal nudo lastricato, il convento in disuso, ormai divenuto gigantesca biblioteca, le cui mura trasudano atmosfere sacre e arabe e calde.
Voglio la mia Sicilia.
Attualmente abito in Calabria e fa freddo... non molto freddo, per intenderci, tengo ancora le maniche corte (ma io tengo sempre le maniche corte, non le dismetto neppure a gennaio e neanche quando vado in montagna e ci sono cinque gradi). L'Aspromonte, ai piedi del quale vivo, è assolutamente bellissimo, ma non è la mia terra e ho bisogno di sentire uscire dalle bocche della gente il mio dialetto, ho bisogno di mangiare le mie specialità, ho bisogno di sentire il calore del mio popolo.
Che poi, diciamocelo chiaro, i calabresi non sono affatto calorosi come li si descrive, sono solo... opprimenti. E sono davvero fissati con il cibo, eh, anche se la cucina non è speziata come si crede e il peperoncino non si usa tanto quanto si pensa (in Sicilia lo usiamo molto di più, e di qualità migliori anche). Non parlo di tutti, ma di una buona parte. Ed è un'opinione mia, eh, quindi è da prendere con le pinze, perchè so benissimo che ci sono calabresi validissimi... solo che sono rari.
Ma qui, nel mio piccolo paesino, persino gli oppidesi riescono a dire che gli oppidesi sono impiccioni, pettegoli e sostanzialmente inutili se non a crearti un'irritazione gastrica con le loro chiacchiere da quattro spiccioli.S-p-e-t-t-e-g-o-l-a-n-o  t-u-t-t-i.
Ma si può sopportare tutto questo se poi devi andare a funghi. Ah... i paesaggi aspromontani sono come il paradiso, non un paradiso puro e semplice, ma complesso e dall'odore grasso della terra e leggermente acidulo delle foglie in decomposizione, con il profumo delle foglie di fragola selvatica, delle felci bagnate dalla rugiada e dalla nebbia, e il terreno costellato di faggiole da mangiare ad ogni due passi. La luce penetra dalle fronde in un modo del tutto particolare, giocando con la nebbia e quasi muovendosi, sono lame tremanti di raggi solari che tagliano il terreno e segnano netti contrasti fra luci e ombre. Se un paradiso esiste, deve essere fatto così.
Insomma, date un'occhiata a queste foto!
 

Quando le scattavo pensavo... wow. Questi luoghi mi appartengono tanto quanto le coste soleggiate e i cannoli con la ricotta perchè ho deciso che non può essere altrimenti: bisogna fare proprio ciò che è bello, conservarlo nei ricordi (e nelle foto) e amarlo come se non ci fosse un domani perchè, pensateci, un domani potrebbe non sserci davvero.
Sto scrivendo un racconto sui funghi. Devo.
Fatevi ispirare dalla vostra terra anche quando pensate che non abbia nulla di buono. Guardate gli angoli, usate le lenti di ingrandimento, esplorate la gastronomia, esplorate le campagne, fatevi affascinare dalla storia dei vostri luoghi. Vedrete che amerete molto di più casa vostra.
E sarete più felici.

martedì 21 ottobre 2014

Iniziamo da qui

Primo post un pò lento perchè mi sto riprendendo da un periodo in cui sono stata davvero poco bene...
Insonnia, problemi gastrointestinali... brutta roba, genericamente parlando. Brutti pensieri, voci nella testa, per un momento ho pensato di essere impazzita, poi ho capito cosa non andava. Non è una paura facile da descrivere, perchè sembra quasi finta: in me si acuiva in compagnia e scemava quando ero da sola, di notte, e aveva picchi altissimi quando non doveva, mi faceva evitare la parola "religione" e pensare che avevo subito una maledizione. Ovviamente erano solo scherzi del mio cervello intossicato.
Non starò qui a tediarvi con il resoconto dettagliato (anche perchè trasformerò, ovviamente, l'intera vicenda in un racconto, elaborandola), ma voglio dire una cosa a chi, come me, ha sofferto di una terribile ansia serale, di incubi che sconfinano nella paura, del terrore di poggiare la testa sul cuscino: non è tutto dentro il vostro cranio, non state avendo un crollo nervoso (anche se può sembrare, a volte) , non siete deboli, non lo siete mai stati, ma avete mai pensato che le cause potessero essere fisiologiche?
Una flora intestinale alterata può portare conseguenze disastrose.
Stavo pensando persino di ricorrere allo psicologo quando ho scoperto che c'era qualcosa che non andava nel mio corpo.
E quindi via allo yogurt e alle diete depurative! Miei cari insonni cronici e spaventati, voi siete intossicati! Il corpo produce sostanza che, senza un aiuto corretto, non riesce a smaltire... e come faremmo noi, piccoli umani senza batteri buoni in pancia, a sopravvivere a questa cosa?
Allora via al consumo massiccio di yogurt con fermenti lattici vivi, enterogermina e tisane depurative alla menta, finocchio, tarassaco e rosmarino. Eliminate dalla vostra alimentazione formaggi di mucca (concessi invece quelli di pecora e capra), niente carne rossa, riducete al minimo gli zuccheri semplici e i cibi raffinati, dateci dentro con i risotti di zucca e aspettate.
Vedrete le cose migliorare giorno per giorno!
E questo è l'inizio, così poco fantasy, del mio blog.
Ma vabbè, volevo dare una mano d'aiuto...
Ne approfitto dunque per sganciare qualche link utile sulla disbiosi intestinale (che vi spiega in breve anche prchè va a contaminare il cervello...)
La Disbiosi: cause, sintomi e terapia
La disbiosi intestinale e l'equilibrio della flora eubiotica

A presto!

Lettori fissi