sabato 10 febbraio 2018

Goldenwolfen o Aurolupus

Aurolupus
(Homolupus auratus)

INFORMAZIONI GENERALI E AVVERTENZE


Conosciuti anche come goldenwolfen, gli aurolupus sono una specie di mutaforma canino/primate molto spesso confusa con i veri licantropi (Homolupus homolupus) o con i lupi mannari (Lupus hominarium), ma capace di ibridarsi con entrambi. Sono estremamente rari e pericolosi, si consiglia perciò di non approcciarne uno (in particolare se non si ha esperienza con i licantropi) e, nel caso li si incontri, di denunciarli alle autorità competenti.
Si ricorda ai maghi che queste creature sono completamente immuni alla magia sia fuori che dentro il loro corpo e dunque che i vostri poteri, per quanto sviluppati, non possono in alcun modo né ucciderli né trattenerli. A causa della loro incredibile densità ossea e muscolare, anche i proiettili potrebbero non essere risolutivi nella loro uccisione.

ORIGINI


L'antenato più probabile dell'aurolupus è lo Xenocyon lycaonoides, un canide di grosse dimensioni vissuto nel Pleistocene, fra 1,8 milioni di anni e 30.000 anni fa, che si nutriva di antilopi, cervi, elefanti, cavalli selvaggi e probabilmente anche di uomini. Si suppone che gli xenocioni si siano incrociati con un primitivo “prototipo” di licantropo e abbiano acquisito così la capacità di mutare, seppure in maniera grezza. Con il tempo l'aurolupus ha affinato le sue capacità di mutazione, sebbene ancora modernamente non ami acquisire e mantenere la sua forma umanoide.
Secondo alcuni studiosi di questa primitiva specie di mutaforma, i manti più chiari che alcuni esemplari sfoggiano sono il risultato dell'incrocio con l'estinta razza di licantropi dei terrori bianchi (homolupus terribilis), da cui i moderni aurolupus hanno ereditato non solo alcune sfumature del mantello, ma apparentemente anche una maggiore instabilità mentale e aggressività maggiore rispetto a quella dei loro antenati xenocioni.
Un'altra specie che pare abbia contribuito alla creazione del moderno patrimonio genetico degli aurolupus è il purtroppo recentemente estinto piccolo lupo mannaro africano (Lupus hominarium africanus), da cui pare che abbiano ereditato la capacità di essere totalmente refrattari ad ogni genere di magia. Alcuni ricercatori sostengono comunque che gli aurolupus siano diventati refrattari alla magia all'inizio della loro evoluzione per via di una mutazione genetica spontanea e non per via dell'incrocio con il piccolo lupo mannaro africano.
Il primo standard completo della specie e delle sue razze venne stabilito ufficialmente dalla SPM (Società per la Protezione dei Mutaforma) il 18 Dicembre del 1898 ed è stato ancora rielaborato e catalogato nel 1980.

ASPETTO

Caratteri generali: L'aurolupus o goldenwolfen è un mutaforma di tipo licantropico di taglia medio-grande, dal pelo chiaro, forte e ben muscoloso, con ossatura pesante e struttura solida, finanche tarchiata. Tutto nella sua figura deve dare un'idea di forza grezza e incutere timore. Le orecchie sono erette.
È distinto in tre razze diverse: Supergoldenwolfen (gigante), Goldenwolfen (medio) e Scheggia (piccolo). La razza più comune e funzionale è il goldenwolfen (medio), più rari gli scheggia e considerati praticamente leggendari i supergoldenwolfen.

Misure fondamentali: L'aurolupus possiede quattro diverse forme di trasformazione, in ordine di altezza alla spalla: lupus, nativa, umana e plenilunio.

Supergoldenwolfen
Lupus (tipo lupino): preferite le femmine fra i 70 e gli 88 centimetri al garrese, maschi fra i 71 e i 93 centimetri al garrese. L'altezza minima richiesta è di 70 centimetri, non esiste un'altezza massima.
Nativa (tipo iena/lupo delle caverne): altezza preferita per le femmine fra gli 89 e i 150 centimetri al garrese, altezza preferita per maschi fra i 94 e i 160 centimetri al garrese. In realtà nell'aurolupus supergoldenwolfen la forma nativa può crescere ad altezze molto maggiori, ma solo temporaneamente, a seconda di quanto si sono nutriti prima di trasformarsi.
Umana (tipo umanoide): Altezza minima di 1,85 m, massima di 2,22 m sia per i maschi che per le femmine.
Plenilunio (tipo lupo/umanoide): Altezza minima di 1,90 m e massima di 2,50, sia per i maschi che per femmine. Si tollera un margine di -2 centimetri per le femmine dalle proporzioni ottimali e di +2 centimetri per i maschi dalle proporzioni ottimali. 
Un maschio di supergoldenwolfen (cieco) in forma nativa.

Goldenwolfen (medio)

Lupus (tipo lupino): Femmine fra i 63 e i 72 centimetri al garrese, maschi fra i 63 e i 74 centimetri al garrese.
Nativa (tipo iena/lupo delle caverne): altezza preferita per le femmine fra gli 89 e i 120 centimetri al garrese, altezza preferita per maschi fra i 90 e i 140 centimetri al garrese.
Umana (tipo umanoide): Altezza minima di 1,68 m, massima di 1,82 m sia per i maschi che per le femmine.
Plenilunio (tipo lupo/umanoide): Altezza minima di 1,80 m e massima di 1,97, sia per i maschi che per femmine. Si tollera un margine di -2 centimetri per le femmine dalle proporzioni ottimali e di +2 centimetri per i maschi dalle proporzioni ottimali. 

Scheggia (piccolo)

Lupus (tipo lupino): Femmine fra i 60 e i 64 centimetri al garrese, maschi fra i 63 e i 70 centimetri al garrese.
Nativa (tipo iena/lupo delle caverne): altezza preferita per le femmine fra gli 70 e i 110 centimetri al garrese, altezza preferita per maschi fra i 75 e i 115 centimetri al garrese.
Umana (tipo umanoide): Altezza minima di 1,50 m, massima di 1,78 m sia per i maschi che per le femmine.
Plenilunio (tipo lupo/umanoide): Altezza minima di 1,80 m e massima di 1,97, sia per i maschi che per femmine. Si tollera un margine di -2 centimetri per le femmine dalle proporzioni ottimali e di +2 centimetri per i maschi dalle proporzioni ottimali. La taglia da plenilunio di questa razza è identica a quella della razza media, avendo una capacità di espansione incredibile (pur, ovviamente, rimanendo molto più leggeri).

Testa:
La testa è a forma di cono, possente e lunga circa il 45% dell'altezza al garrese in forma lupina, nell'insieme asciutta e mediamente larga tra le orecchie. Il rapporto cranio-muso è del 50%-50% in forma lupus. La larghezza del cranio è di poco maggiore alla sua lunghezza. Le mascelle, superiore e inferiore, sono estremamente robuste e ricordano quelle di una iena.

La canna nasale è rettilinea, dalla base larga che va diminuendo moderatamente in larghezza dall'indietro verso l'avanti.
Le labbra sono fortemente pigmentate, da brune a nere, ben tese.
Dentatura potente e completa (42 denti). Gli incisivi superiori si articolano a forbice su quelli della mascella inferiore. Talvolta i canini superiori sono così lunghi da sporgere all'esterno della bocca. I denti sono quasi mai completamente bianchi, più spesso di un chiaro colore giallastro.


La lingua è ricoperta di papille filiformi, curvate a uncino verso la gola, la cui funzione è quella di permettere all’animale di avere un’adesione più sicura alle cose di cui si ciba, permettendogli pure di raschiare a fondo le ossa delle prede catturate. Le arcate zigomatiche sono ben marcate e si deve intuire con un solo sguardo un'ossatura potente.
Gli occhi sono di media grandezza, rotondi, di colore dorato o ocra che può diventare marrone in forma umana. Mai azzurri in un esemplare puro.
Le orecchie sono da medie a piccole. In tutte le forme ferali (non umane) sono triangolari, molto distanziate l'una dall'altra e attaccate alte, rivolte in avanti, senza pelo all'interno.


Collo:
Potente, lungo, molto muscoloso e con profilo superiore leggermente arcuato. È asciutto, sempre privo di giogaia e di pelle rilasciata intorno alla gola.

Corpo: Dorso potente; la groppa è larga, di media lunghezza, inclinata di circa 23° sull'orizzontale in forma lupina. Nella forma nativa la linea del dorso scende inclinata dalla “gobba” di muscoli e grasso sulle spalle fino al posteriore che è basso.
Il torace è spazioso, largo e ben disceso, con un petto ben sviluppato e costole cerchiate. In forma umana danno spesso l'impressione di lavorare molto sullo sviluppo della muscolatura del torso, sebbene quest'ultima non sia quasi mai definita.
I fianchi non sono rientrati in nessuna forma.
Le linee del corpo sono spesso definite come più simili a quelle delle iene che dei canidi.

Coda: Allo stato naturale è portata orizzontale come un prolungamento della linea dorsale, è pendente a riposo. È grossa, da medio-corta a corta, molto ben muscolata, e da alla silhouette dell'animale un aspetto primitivo.

Arti: Lunghi e ben articolati in forma umana e da plenilunio, mediamente lunghi in forma lupina, tozzi e muscolosissimi in forma nativa. La coscia è sempre di media lunghezza, larga e fortemente muscolosa. Può capitare che i goldenwolfen abbiamo braccia lunghe in proporzione rispetto a quelle di un essere umano di pari altezza. I piedi hanno dita forti, arcuate e ben chiuse. In forma nativa e da plenilunio possiedono lunghe unghie ricurve e fortemente pigmentate, di colore che può andare dal selce al nero. I cuscinetti sono di colore rosa scuro, oliva o bruno.

Andatura: Naturalmente portati al trotto, hanno un'andatura potente con buon allungo. Spesso, a causa delle loro proporzioni e del modo in cui muovono i piedi, sembrano goffi: nulla di più lontano dalla realtà, poiché queste creature sono assai agili (tranne che nella forma da plenilunio, dove i muscoli cambiano assetto e si innestano su ossa e cartilagine in modo da avere grande potenza, ma poca agilità e scioltezza) e capaci di cambi di direzione repentini.

Pelle e mantello:
La pelle non è mai molto chiara e il colore più comune è l'olivastro, subito seguito dal “maculato” (pelle bruna con estese chiazze olivastre). In rari casi la pelle può essere interamente bruna. Fra i supergoldenwolfen è comune che la pelle sia un po' più chiara dei loro simili di taglia piccola e media, ma anche in questo caso non sono mai pallidi.
Il pelo e i capelli sono fitti, duri, lisci con ammesse rare tracce di ondulazione. Sulla faccia, sui piedi e sui palmi il pelo è molto corto; fanno eccezione i maschi dominanti che esibiscono una folta barba sul mento e su tutta la linea della mascella inferiore, talvolta accompagnato da baffi.
La lunghezza della criniera e del pelo sulla coda e sulla schiena definisce il ruolo sociale all'interno di un branco ed è strettamente correlato alla produzione ormonale: più alto è il rango di un esemplare, più la criniera sarà lunga. Inoltre i maschi hanno generalmente il pelo un po' più lungo delle femmine.
Idealmente possiamo dire che l'esemplare più peloso sarà il maschio alfa e quello con il pelo più fine e corto sarà la femmina omega.
Gli aurolupus non hanno sottopelo e pertanto soffrono il freddo.
I colori ammessi per il manto sono: miele con focature rosso-bruno, brune o grigio chiaro, miele monocolore, dorato monocolore, dorato con striscia dorsale bruna/nera, grigio chiaro con sella e maschera dorate, isabella (mantello che deriva dal gene crema, che diluisce i colori giallo, oro e marrone, lasciando inalterato il nero di zampe e muso), sabbia, sabbia con criniera (capelli) bruni, ocra con marchi bruni, arlecchino giallo, fromentino. Raramente si incontrano esemplari di un color oro così chiaro da sembrare quasi bianco, ma sono spesso penalizzati rispetto ai loro fratelli più intensamente colorati. 

Illustrazione con i colori ammessi:


COMPORTAMENTO

Nevrile, reattivo, mordace, l'aurolupus ha un carattere difficilmente gestibile da un non esperto e anche gli esperti se la passano male: definitivamente si tratta di animali che non hanno nulla di domestico e se ne sconsiglia pertanto il tentativo di domesticazione da parte di chiunque.
Normalmente vivono in branchi fortemente gerarchizzati e amano combattere. Si tratta di uno dei pochi mutaforma con vere “mire espansionistiche”, disposto ad attaccare e uccidere altri branchi, anche di loro simili, allo scopo di prenderne i territori anche quando non ne abbiano alcun bisogno. La rarità di questa specie è dovuta principalmente alla facilità con cui branchi diversi si scontrano e uccidono vicendevolmente. La regola dei licantropi per cui non bisognerebbe mai rivelare la propria esistenza agli esseri umani è una di quelle a cui gli aurolupus non danno alcun peso, cacciando attivamente uomini e donne che sono fra le loro prede preferite.

Comunicazione:
Estremamente comunicativi, gli aurolupus parlano una loro lingua esclusiva, il Garou dei Figli delle Sabbie (Grogroorawleefaaa Uff) di cui sono in grado di pronunciare i fonemi in qualunque forma, compresa quella lupus. Quando cercano di parlare una qualunque lingua umana (cosa che solitamente sono in grado di fare solo quando hanno anch'essi forma umanoide) il loro accento sembra uno strano miscuglio di tedesco e spagnolo.
Il Garou dei Figli delle Sabbie, per essere parlato in maniera corretta, necessita anche di una particolare mimica corporea. La stessa frase, accompagnata da gesti diversi, può avere significati anche opposti.

Corteggiamento e riproduzione: Gli aurolupus si riproducono una volta l'anno, in primavera, quando le femmine (solo in presenza di maschi che stimolano il loro interesse) vanno in calore. Sia i maschi che le femmine sono poligami e una stessa cucciolata può appartenere fino a tre padri diversi. I maschi dominanti sottomettono quelli di rango inferiore montandoli e se qualcuno si ribella la situazione può sfociare in terribili combattimenti in cui i maschi fanno sfoggio di tutte le loro doti atletiche e della loro forza per fare colpo sulle femmine.
Sono sempre e solo le femmine a decidere con chi accoppiarsi, ma è quasi certo che sceglieranno sempre il maschio più violento e che ha inflitto il maggior numero di umiliazioni e ferite agli altri maschi del branco (o anche di branchi diversi), poiché la violenza le eccita sessualmente.
Avvicinare un branco di aurolupus durante il periodo riproduttivo è una pessima idea, specie se si è di sesso maschile: i maschi del branco cercano di sottomettere esemplari del loro stesso sesso di quasi qualunque altra specie. Anche le femmine a volte combattono con le altre femmine per il privilegio di accoppiarsi per prime o per più volte con il maschio Alfa. La femmina Alfa ha sempre diritto di scelta su qualunque maschio e si accoppia prima di tutte le altre, inoltre raramente combatte, perché quando lo fa è per uccidere.
I maschi non sono gentili durante l'accoppiamento, ma non lo sono neppure le femmine, e molti accoppiamenti ravvicinati possono debilitare un esemplare.
La gestazione dura circa tre mesi, alla fine dei quali i cuccioli vengono partoriti sul terreno aperto o in una grotta, a seconda di dove il branco si è stabilito in quel periodo e del tempo atmosferico. I cuccioli, ciechi e sordi, vengono curati molto poco dalla madre (che li allatta solamente, fra una battuta di caccia e l'altra) o dal padre, ma generalmente rimangono per tutto il loro tempo con la tata del branco, un esemplare (di sesso indipendentemente maschile o femminile) che ha come ruolo quello di proteggere tutti i piccoli del branco e lo fa con encomiabile ferocia verso i nemici e tenerezza verso i piccoli, che scalda, pulisce e istruisce.


Religione
Profondamente animisti, non credono che le divinità siano esseri puramente spirituali e hanno un interessante pantheon di creature che si manifestano attraverso fenomeni naturali, come i tuoni o il fuoco. La più potente delle loro divinità, alla quale offrono sacrifici umani e bovini, è la Grande Lupa di Sabbia, nata da una tempesta nel deserto, che è considerata la madre di tutti gli aurolupus, i quali non si considerano creati dalle stesse divinità che hanno creato gli altri animali.
I loro sciamani riassumono così la visione del loro popolo:
“Gli umani sono figli del fango, con un cuore di fango e un'anima d'aria. I licantropi sono nati dalla carne dei lupi e hanno un cuore di carne e spirito di ombre. I vampiri sono nati dalla carne dei morti, hanno un cuore di ghiaccio e non hanno spirito. Noi siamo figli della sabbia, con un cuore di carne, e il nostro spirito, come quello dei draghi, è fiammeggiante e immenso, terrificante. Siamo stati creati per dominare su ogni altra specie che caccia e che non caccia”.
Secondo la loro religione, tutte le vite hanno lo stesso valore, eccetto quelle degli aurolupus, che valgono molto di più. 



Aurolupus famosi

Furiacieca
Herzeleid
Furiadoro (figlia di Furiacieca)


Curiosità

  • Gli aurolupus hanno la straordinaria capacità di essere completamente refrattari alla magia.
  • La cosa che spaventa di più gli aurolupus (e qualcuno potrebbe obiettare dicendo che sia l'unica cosa capace di spaventarli in generale) è il fuoco, che essi temono ed adorano, dichiarando che sia la sostanza di cui sono fatte le loro anime. Un incendio può letteralmente paralizzare di paura un intero branco.  
  • Durante i pleniluni diventano così aggressivi da non riuscire a controllare l'impulso di combattere, pur essendo lucidi. L'indomani mattina ricordano esattamente tutto ciò che hanno fatto, al contrario di come avviene con molti licantropi e in particolar modo con quelli non controllati.
  • È molto raro trovare ibridi fra gli aurolupus e altre specie di licantropi, non perché non si accoppino anche con loro, ma perché quasi sempre li uccidono durante l'accoppiamento.
  • La saliva degli aurolupus contiene cariche batteriche che, a seconda dell'esemplare, possono essere letali per un essere umano. 
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