mercoledì 7 febbraio 2024

Acheronti

Gli acheronti (Homoacherontia absconditus) sono una specie magica generata artificialmente attraverso l'ingegneria genetica.

Storia

I laboratori Grimm hanno lavorato per anni su ibridi fra falene e umani capaci di utilizzare la magia, ma con risultati scoraggianti: più del 60% degli esemplari non sopravvivevano alla loro prima metamorfosi, la restante parte non riusciva ad utilizzare la magia e aveva un'aspettativa di vita media cortissima, di meno di due settimane. Il progetto di creazione degli acheronti attirò l'attenzione di Werhunter (Victor Lupis), che decise di finanziare il progetto, a patto che uno degli esemplari completi gli venisse ceduto; inoltre scelse personalmente alcuni dei nuovi scienziati del team. Da quel momento, le ricerche iniziarono a dare i loro frutti, grazie anche all'inserimento nel pool genetico degli ibridi di segmenti di DNA di altri quattro animali diversi, e alla scelta di soggetti di sperimentazione più giovani.

Il primo esemplare completo, una maschio di nome Mircea, venne ottenuto dal team della dottoressa Alda Bargero. Mircea aveva compiuto una prima metamorfosi, uscendo dal bozzolo ancora senziente e in buona salute, con un paio di ali funzionanti, un paio di antenne, e una sostituzione totale del sangue con l'emolinfa. Circa diciannove anni dopo, Mircea venne affidato al team della dottoressa Antoinette Sevvy, che da soli tre mesi era stata promossa come scienziata a capo del progetto, e grazie ai nuovi stimoli sperimentali venne avviato ad una seconda metamorfosi.

Sotto la guida della dottoressa Sevvy, Mircea fece enormi passi in avanti nella stabilizzazione del suo DNA e dei suoi poteri, arrivando ad esibire un uso della magia istintivo (senza studi pregressi) eccezionale, simile a quella dei draghi selvatici che si erano estinti migliaia di anni prima. Tuttavia, in seguito Mircea fuggì dal laboratorio, durante una missione in cui gli era stato richiesto di acquisire dei bersagli preziosi, e si reintrodusse in società.

Fortunatamente, tutte le ricerche per la creazione di Mircea non erano andate perdute, e i laboratori Grimm furono presto in grado di ricreare altri acheronti adulti e perfettamente funzionali.

A trentacinque anni dalla creazione di Mircea, la popolazione di Acheronti ammontava a circa seicento esemplari in tutto il mondo ed era considerata in crescita e con abbastanza variabilità genetica da considerarsi a tutti gli effetti una nuova specie ben riuscita.

Caratteristiche

Apparato circolatorio

Gli acheronti non hanno sangue nelle vene, ma un composto simile a quello nel sistema circolatorio degli insetti: l'emolinfa, un tessuto fluido più viscoso rispetto al sangue, che si compone di una frazione liquida (plasma) e una cellulare. Il plasma è composto al 92% da acqua, una densità di circa 1,1 g/cm³ reazione neutra o debolmente acida (pH 6-7) e ha proprietà osmotiche più intense di quelle del sangue. Sono presenti anche sostanze ad azione tossica, che hanno una funzione deterrente nella difesa dai predatori. Poiché l'emolinfa è più densa rispetto al sangue umano, la sua circolazione in alcune regioni del corpo potrebbe essere ostacolata dalla specifica conformazione morfoanatomica (in particolare nelle appendici quali le antenne e le ali), alla base di queste appendici sono perciò presenti porzioni di vasi e ampolle, dotati di fibre muscolari e in grado perciò di pulsare, autonomamente dal cuore, facilitando il flusso dell'emolinfa anche nelle regioni più distanti o "strette".

L'emolinfa della maggior parte degli acheronti è di colore magenta, ma per alcuni esemplari, che possiedono diversi quantitativi di carotenoidi nel plasma, è rosso, verde o giallo-verde.

Vista

Gli occhi degli acheronti adulti appaiono interamente rossi perché il colore dei globuli rossi nella retina può essere visto attraverso l'iride, che non ha pigmenti per oscurarlo. Gli acheronti esposti prolungatamente a luce intensa rischiano di perdere i fotorecettori a causa dell'apoptosi (dal greco antico: ἀπόπτωσις, romanizzato: apóptōsis, lett. 'cadere', l'apoptosi è una forma di morte cellulare programmata), diventando ciechi. Gli esseri umani hanno una visione notturna scarsa rispetto agli acheronti, in parte perché all'occhio umano manca un tapetum lucidum (tessuto dietro la retina che riflette la luce attraverso la retina, aumentando così la luce disponibile per l'occhio).

La lucentezza degli occhi, o eyeshine, è un effetto visibile del tapetum lucidum. Quando la luce colpisce l'occhio di una creatura dotata di tapetum lucidum, la pupilla sembra brillare. In condizioni di scarsa illuminazione, una torcia portatile è sufficiente per produrre uno splendore degli occhi altamente visibile agli esseri umani (nonostante la loro visione notturna inferiore). Poiché la lucentezza degli occhi è un tipo di iridescenza, il colore varia con l'angolo dal quale viene visto.

Gli acheronti possono percepire l'intera gamma di colori percepita dagli esseri umani (con alcune eccezioni: alcuni esemplari possono soffrire di daltonismo); i loro occhi hanno tre tipi di coni, in grado di rilevare il rosso, il verde, il blu ("tricromatici").

Gli occhi degli acheronti sono privi delle palpebre tipiche degli esseri umani, ma sono protetti da una membrana nittitante (dal latino nicto, nictare, cioè sbattere le palpebre), una terza palpebra trasparente che può essere calata sopra l'occhio per proteggerlo ed idratarlo mantenendo comunque la visibilità. A differenza di come fanno le palpebre umane, le membrane nittitanti si muovono orizzontalmente sopra l'occhio.

Metamorfosi

Gli acheronti puri vanno generalmente incontro a cinque trasformazioni post-embrionali durante il loro ciclo vitale, raggiungendo infine lo stato immaginale, o imago, quando fuoriescono per l'ultima volta da una crisalide.

  1. Larva: in questa fase l'acheronte somiglia ad un bambino umano, ma con la tendenza ad accumulare più grasso rispetto ad un bambino medio, nonché dotato di un formidabile appetito. Nonostante queste caratteristiche, legate alla genetica della specie, è bene controllare la dieta delle larve e non permettere loro di nutrirsi fino a divenire obese, poiché rimane comunque un pericolo per la loro salute come lo sarebbe se fossero bambini completamente umani. Le larve hanno spesso la pelle leggermente pigmentata di giallo o di verde, colori tenui e pastello, e con l'età acquisiscono una serie di pattern decorativi più scuri sulla schiena e sulle guance. Nel periodo precedente alla prima metamorfosi (intorno ai 16/18 anni), sulla pelle della larva iniziano a formarsi una serie di spine scure, in particolar modo sul retro del collo, sui fianchi e sui polpacci. Il 30% degli acheronti in fase larvale possiede inoltre una coda di colore nero, tipica solo di questa fase della loro vita, lunga da quindici a trenta centimetri, apparentemente priva di uso e vestigiale, sebbene possa muoversi e arrotolarsi su sé stessa.
  2. Prima crisalide: in questa fase, l'acheronte si impupa in una crisalide rossa e liscia; per farlo deve ricoprirsi di saliva, trovare un luogo sicuro e rimanere immobile finché la sua pelle non si sarà ispessita abbastanza da diventare la vera e propria crisalide. Generalmente, la posa scelta è quella che i faraoni hanno nei sarcofagi, con le braccia incrociate sul petto, ed è per questo che la crisalide di un acheronte viene chiamata scherzosamente anche "sarcofago" o "vampiro rosso". La crisalide, esternamente, continua a ritenere l'aspetto della larva matura, solo leggermente più gonfia, come se fosse scolpita da mano inesperta nel diaspro.
  3. Primo adulto: in questa fase, l'acheronte possiede quattro ali ed è in grado di volare. Alcuni acheronti non escono mai da questa fase e non si imbozzolano una seconda volta. Il primo adulto ha gli occhi interamente rossi, dotati di un tapetum lucidum di cellulosa coroidale, contenente cristalli altamente riflettenti. Sfoggia inoltre un collare di pelliccia che copre parte del collo e il muscolo trapezio, spesso fino alla base delle ali, e un paio di antenne pettinate (ovvero ricordanti nell'aspetto un fitto pettine) più grandi e vistose nei maschi. Le antenne di un acheronte adulto sono ricoperte di meccanorecettori (percepiscono il tatto e le variazioni di pressione), chemiorecettori (percepiscono informazioni provenienti da mezzo fluido), igrorecettori (percepiscono l'umidità dell'aria) e termorecettori (percepiscono la temperatura).
  4. Seconda crisalide: in questo secondo impupamento la crisalide è più grande e scura, quasi nera, e durante le ore notturne emette un leggero lucore rosato che proviene dall'interno (la superficie della crisalide non emette luce). Una persona umana che si avvicini troppo ad un acheronte in questo stato proverà senso di nausea, leggeri dolori muscolari e la sensazione che qualcuno le stia sussurrando parole incomprensibili in un orecchio. È durante questo stato che l'acheronte acquisisce la maggior parte dei suoi veri poteri magici.
  5. Secondo adulto o immagine: in questa fase, l'acheronte è un adulto completo. La pelliccia intorno al collo e i capelli sono fusi in un'unica criniera, solitamente di colore bruno e argento, che sulla schiena ha il tipico disegno presente anche sulle falene Acherontia atropos (il teschio), le dita di mani e piedi terminano in unghie ispessite e appuntite di colore nero, e la pelle stessa di mani e piedi si scurisce, divenendo di colore bruno/nerastro o, più raramente, rossiccio. Gli acheronti in questa fase sono altri circa venti centimetri più di quanto lo erano nella fase precedente, risultando in esemplari veramente imponenti e intimidatori. Possono avere un'apertura alare di oltre cinque metri, anche se generalmente si mantiene sotto i quattro.

Alimentazione

Durante tutta la loro vita, dalla larva all'immagine, gli acheronti possono nutrirsi di qualunque cosa si nutra un normale essere umano; tuttavia, per via di istinti atavici, fino ai sedici/diciotto anni un acheronte consumerà una grande quantità di foglie di solanacee (come il tabacco e le patate), mentre gli adulti tenderanno (anche per via del loro metabolismo accelerato) a volersi nutrire di liquidi zuccherini e frutta estremamente matura (a volte, addirittura marcescente).

Nonostante possiedano anche gli adulti posseggano denti robusti e affilati, essi hanno poco a che vedere con la loro dieta (che tende ad essere soffice, priva persino delle foglie dure che consumano durante la fase larvale), e sono principalmente strumenti di difesa.

Avversità

Nonostante la loro resistenza, e le enormi difficoltà che si potrebbero riscontrare nel riuscire ad ucciderne uno, gli acheronti possono essere colpiti da una serie di avversità e problemi più o meno gravi e tipici della loro specie.

  • Metamorfosi anormali: il ciclo vitale di creature capaci di andare incontro a mutazioni così radicali è certamente ricco di insidie, può così capitare che le metamorfosi siano incomplete o anormali. Viene detta protetelia la comparsa occasionale e prematura, nelle larve, di caratteri tipici degli adulti. Col termine isterotelia viene invece indicata la permanenza teratologica di caratteri larvali nelle pupe e nelle immagini.
  • Ali deformi: dopo l'uscita dal bozzolo, le ali degli adulti sono ripiegate su sé stesse e fragili, ma grazie alla pressione interna dell'emolinfa e al calore dell'aria, lentamente si distendono e induriscono. Può capitare però che le ali, per via di influenze esterne, non si distendano e dunque si induriscano nella posizione sbagliata: in tal caso rimarranno accartocciate in maniera permanente e l'esemplare non sarà in grado di volare fino alla metamorfosi successiva (e ovviamente se l'esemplare si trova già allo stato di immagine, la deformità rimarrà permanente).
  • Parassiti: alcune specie di vespe possono deporre le proprie uova all'interno dei bozzoli degli acheronti, per far sì che le larve divorino l'esemplare immobile che si trova all'interno. Purtroppo, senza un intervento di disinfestazione tempestivo, le larve delle vespe possono mangiare i tessuti molli dell'acheronte, uccidendolo o rendendolo invalido per il resto della vita.
  • Possessione spiritica: i corpi degli acheronti sono naturalmente più inclini ad essere permeati dalla magia e dunque posseduti e manovrati da energie esterne, qualora queste siano più forti di loro. Una possessione particolarmente potente può addirittura arrivare a danneggiare i corpi degli esemplari che ne sono affetti, oltre alle loro menti.

Riproduzione

La specie mostra dimorfismo sessuale. Gli acheronti femmina di questa specie appaiono più voluminose e sfoggiano addomi più grandi e robusti. L'addome di un maschio di Acherotia atropos è meno largo e il torso esibisce un netto contrasto fra il petto, estremamente robusto e muscoloso, e la vita sottile e asciuitta. Le antenne viste su un maschio sono più vistose di quelle viste su una femmina (al contrario di come avviene sulle vere falene Acherontia, dove è la femmina ad avere antenne più grandi). Il colore e i pattern non sono invece legati al sesso, e sono unici a seconda dell'esemplare.

Inoltre, le femmine di questa specie non hanno ghiandole mammarie, ed esibiscono un petto muscoloso, al pari dei maschi, ma meno vistoso per via dell'assenza di differenza fra il volume dei fianchi e quello del petto.

L'accoppiamento avviene normalmente in primavera, all'approssimarsi dei primi giorni caldi, e la fertilizzazione è interna. I genitali maschili sono interamente retrattili all'interno del corpo, e a riposo sono invisibili, protetti da un'apposita piega cutanea.

Le femmine depongono da cinque a venti uova, grandi come un pugno, che si schiudono dopo circa tre mesi liberando acheronti in forma larvale, simili nelle proporzioni a bambini cicciottelli di undici-dodici anni, ma di taglia molto più piccola (alti da diciassette a venticinque centimetri), che inizieranno a nutrirsi immediatamente di foglie, nonché di tutto ciò che mangerebbe un bambino umano.

Poteri

Gli acheronti possiedono una serie di abilità magiche e para-magiche, che li rendono avversari formidabili, difficilissimi da uccidere, anche grazie al fatto che una parte dei loro poteri è auto-attivante in caso di necessità, senza che l'esemplare debba volontariamente attivarli.

I poteri che accomunano tutti gli acheronti, e che non necessitano di studio da parte loro per essere appresi nella forma base, sono:

  • Guarigione accelerata: la guarigione accelerata consente agli acheronti di guarire a velocità molto maggiori di quelle di un normale essere umano. Possono guarire da ustioni, tagli e contusioni in un breve lasso di tempo. Tuttavia le ferite possono comunque mutarsi in cicatrici, specie se sono particolarmente gravi.
  • Termogenesi aumentata: gli acheronti hanno una temperatura corporea media di 39,3 °C, ma possono aumentarla volontariamente. La loro temperatura alta li rende però più sensibili al freddo e velocizza il loro metabolismo, costringendoli a nutrirsi molto spesso di sostanze altamente zuccherine.
  • Barriere di energia: gli acheronti hanno il potere di generare "scudi fantasma" anche involontariamente, per bloccare gli attacchi dei nemici. Questi scudi possono bloccare colpi di energia, colpi fisici e persino attacchi proveniente dal piano spirituale, e assumono tipicamente una forma sferica o piatta centrata su o attorno all'esemplare. Gli acheronti che hanno approfondito l'uso della magia, studiandolo, possono manipolare le proprie barriera di energia per dar loro forme specifiche e proteggere altri individui oltre a sé stessi.
  • Stridio terrificante: questo attacco omnidirezionale agisce principalmente sulla psiche di chi ne viene investito: la frequenza dello stridio è in grado di instillare nella mente degli esseri umani (e della maggior parte dei mammiferi) un terrore paralizzante. Il suono emesso è udibile fino a un chilometro di distanza e viene prodotto espellendo violentemente dell'aria che mette in vibrazione una piccola lamina situata all'imboccatura della faringe, simultaneamente all'uso delle corde vocali, emettendo un suono che è stato descritto come "simile ad un gruppo di anime torturate che piangono e si lamentano". La dottoressa Sevvy, nel suo libro "Riscrivere la vita e la morte", descrive lo stridio terrificante degli acheronti come "un suono simile al verso di una strolaga, ma molto più potente, e capace di donare una sua peculiare melancolia, nonché di farti sentire dietro i bulbi oculari il battito accelerato del tuo stesso cuore terrorizzato".
  • Luci sfarfallanti: qualora un acheronte in stato mentale alterato dovesse trovarsi in un ambiente illuminato artificialmente, le luci inizierebbero a spegnersi e riaccendersi rapidamente, talvolta fino a fulminarsi. Gli acheronti che hanno studiato più approfonditamente questo potere sono in grado di fulminare le luci e far calare l'oscurità all'interno di un edificio, portandosi in vantaggio grazie alla loro maggiore affinità con il buio, e rendendosi bersagli più difficili da individuare.
  • Intangibilità: in caso di pericolo grave ed immediato, un acheronte può momentaneamente scivolare nel regno spirituale e poi ricomparire in quello materiale, evitando in questo modo di essere toccati e feriti fisicamente. All'occhio dell'osservatore, il corpo dell'acheronte sembra semplicemente diventare semi-trasparente e intangibile per il tempo necessario ad evitare il colpo.
  • Teatro di ombre: un acheronte può inavvertitamente muovere la propria ombra invece che il proprio corpo. Questo potere, rudimentale e difficilmente controllabile negli esemplari che non ne hanno coscienza, è in realtà svantaggioso: può capitare che l'acheronte voglia muovere un braccio, ed invece del suo braccio fisico muova solo quello dell'ombra che proietta. Prendendo coscienza delle proprie capacità, ed allenandosi, un acheronte può arrivare a contorcere e mutare la forma della propria ombra a piacimento, facendola somigliare ad un grosso animale, a quella di un altro essere umano o a qualunque altra cosa desideri.
  • Aura di paura: un acheronte spaventato attiva involontariamente un campo magico intorno a sé, chiamato "aura di paura" o "fantasma nero". L'aura può estendersi fino a sei metri di distanza dal corpo dell'esemplare, e crea una sensazione di ansia in chiunque venga a contatto con essa. L'ansia può sfociare in un puro terrore se lo stato mentale della persona che subisce l'effetto dell'aura è già compromesso. Il motivo del nome "fantasma nero" è che spesso chi si trova influenzato dall'aura di paura di un acheronte, crede di vedere, con la coda dell'occhio, un'enorme zona nera e vuota posta sempre alle proprie spalle.
  • Vomito acido: un acheronte immobilizzato che voglia difendersi, emette involontariamente un getto di liquido caustico di colore rosso. In realtà non si tratta di liquido gastrico e duodenale, ma di emolinfa arricchita da una serie di sostanze caustiche e velenose, nonché da una corrente magica. Se a diretto contatto con gli occhi, il vomito acido di un acheronte può essere causa di cecità permanente. Il vomito acido di un acheronte può essere sparato fino a tre metri di distanza.
  • Connessione con i fantasmi: gli acheronti possono comunicare più facilmente con i fantasmi nodali e sembrano in grado di trovarli utilizzando le antenne. Nel caso di fantasmi nodali deboli, gli acheronti possono prenderne il controllo assoluto, manovrandoli come burattini e utilizzando i loro poteri; fantasmi nodali potenti possono invece ribaltare la situazione e possedere il corpo di un acheronte, trasformandolo in uno degli spettri più formidabili conosciuti: per questo motivo, nonostante l'evidente connessione fra fantasmi nodali e acheronti, si consiglia di evitare accuratamente di farli entrare in contatto fra loro.
  • Forza superumana: gli acheronti hanno una forza naturale media di una volta e mezza/due volte superiore a quella di un essere umano della stessa taglia, tuttavia possono brevemente "rinforzarsi" usando la magia, per spostare carichi maggiori o per colpire con calci e pugni più forti. Tuttavia, la loro struttura fisica non sempre è in grado di reggere l'urto durante l'utilizzo della forza aumentata magicamente, e le loro ossa si possono spezzare all'impatto. La guarigione accelerata permette comunque loro di non subire danni permanenti troppo estesi, ma capita spesso che gli acheronti si spezzino involontariamente le dita o le articolazioni di polsi e caviglie. Durante l'uso della forza superumana magica, un acheronte adulto può sollevare fino a cinquecentoventi chili con una mano sola, prima che l'articolazione delle dita, del polso e/o della spalla si spezzino.
  • Mimetismo olfattivo: gli acheronti possono mimetizzarsi chimicamente producendo, dalle ghiandole della pelle, acidi grassi simili a quelli presenti sul corpo della specie con cui desiderano confondersi. Sono particolarmente in grado di entrare in contatto con gli alveari senza essere attaccati dalle api.
  • Aura di attrazione/seduzione: gli acheronti sono anche in grado di produrre un cocktail di feromoni che li rendono particolarmente attraenti per gli esseri umani. In realtà questo potere involontario non nasce per la seduzione di altre specie, ma per il corteggiamento della propria, e si attiva generalmente durante il periodo riproduttivo; tuttavia può anche attivarsi per colpa di un forte desiderio di piacere a qualcuno. Il cocktail di feromoni emessi da un acheronte con la sua aura di attrazione attiva non attira solo gli umani, ma anche le falene, che finiscono per "attaccare" la faccia e il pelo sul collo e sulle spalle dell'esemplare, cercando di accoppiarsi con esso.

Acheronti famosi

Curiosità

  • La macchia bianca che ricorda un teschio, presente sulla schiena degli esemplari adulti, in realtà non mima un teschio umano, ma la vista frontale della testa di un calabrone.
  • Il morso degli acheronti è più forte nella fase larvale che nelle forme adulte.
  • Il nome della specie è stato scelto in riferimento all’Acheronte, uno dei fiumi infernali della mitologia greca, che doveva essere attraversato per raggiungere il regno dei morti, ma anche e soprattutto per la sua correlazione genetica con la falena Acherontia atropos.
  • Alcuni nomi che i laboratori Grimm hanno scartato per questa specie sono: "angeli della notte", "angeli falena", "demoni farfalla", "night-gaunts" (in onore delle visioni terrificanti di H.P. Lovecraft, i "magri notturni") o "spettri alati".
  • Curiosamente il nome "mothman" non è mai stato preso in considerazione. Il Mothman è una creatura leggendaria metà uomo e metà falena, di cui si parla in una popolare leggenda metropolitana diffusasi negli Stati Uniti durante la seconda metà del novecento.
  • Circa il 45% degli acheronti mostra qualche neurodivergenza (almeno se paragonati al modello di comportamento neurotopico umano).
  • La velocità di volo di un acheronte, nella sua forma immagine, è di 120–160 km/h.

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