giovedì 25 dicembre 2025

I racconti di Sangreal - Tubino di Natale

C'era una volta un piccolo occhi a tubo che non riusciva a trovare abbastanza da mangiare. Normalmente, gli occhi a tubo non hanno un nome, ma per ora lo chiamereno Tubino (perché sembrano tubi, oltre ad avere gli occhi a tubo).

Tubino era magro magro, e gli veniva difficile seguire la migrazione del plancton come tutti gli altri occhi a tubo facevano. Ogni volta che il Sole sorgeva, il plancton scendeva nelle profondità del mare, e ogni volta che il Sole tramontava, il plancton saliva fin quasi in superficie.

Il piccolo occhi a tubo inseguiva il plancton, notte e giorno, giorno e notte, ma era sempre troppo lento per raggiungerlo e a volte si confondeva anche: scendeva quando doveva salire e saliva quando doveva scendere. Non dormiva mai, perché aveva sempre fame, e il suo pancino vuoto lo spingeva a dare sempre la caccia al cibo.

Qualche volta riusciva a catturare, quasi per sbaglio, alcuni copepodi, ma la maggior parte delle volte filtrava l'acqua alla ricerca di piccoli crostacei e non trovava proprio niente.

Un giorno Tubino vide in lontananza un occhi a tubo gigantesco, così grande che non riusciva a vederne la punta della coda, anche se girava tutto su sé stesso, come una girandola.

Tubino si disse "Quello è un occhi a tubo veramente grande, di certo mi saprà dire come ha fatto a crescere così tanto!" e iniziò, faticosamente, a nuotare in direzione della sagoma bluastra in lontananza. Più si avvicinava, più ne vedeva la pelle argentea, le macchie scure che ne costellavano la pelle brillante, e si disse che non aveva mai visto un altro occhi a tubo così brillante.

«Amico, come fai a mangiare?» Chiese, ma l'altro occhi a tubo non lo capì, principalmente perché non era un occhi a tubo, ma un serpent rouge. Ma non era l'unico motivo: l'altro motivo era che Tubino stava parlando alla sua pancia, non alla sua faccia. E anche perché i due non parlavano la stessa lingua: Tubino comunicava muovendo il lunghissimo raggio della sua pinna come una frusta e gonfiando la sua bocca a forma di tubo (visto che era tutto a forma di tubo), mentre il serpent rouge parlava francese. Insomma, c'erano diversi motivi per cui i due non si capivano.

Ma guardando in basso, il serpent rouge vide Tubino e gli parve così buffo, ma così buffo, che iniziò a ridere.

«Che cosa sei, piccolo pesce?».

Tubino, che non parlava francese ma che finalmente aveva identificato la faccia del serpent rouge, nuotò verso l'alto. E che strana faccia, che incontrò! Era piatta, con due occhi frontali che non sporgevano dalla faccia, e sopra alla fronte (che fronte piatta e alta!) c'erano delle specie di "pinne" fitte, che coprivano il cranio. Oltre a non essere a forma di tubo, gli occhi erano anche molto grandi, rotondi, e di un azzurro chiarissimo e luminescente.

«Tu non sei un occhi a tubo!» Disse Tubino, sorpreso

«Che creatura strana e graziosa» rispose l'altro pesce

«E poi che razza di suoni fai? Perché mi fai questi suoni? Ma non stai mostrando le pinne minacciosamente, non mi vuoi mica spaventare! E allora perché fai suoni aggressivi?»

«Come mai ti muovi così, shakerandoti tutto? Che cosa adorabile!»

«Smettila di fare quei strani suoni!»

«Oh, ancora! Fallo ancora, fallo ancora!»

«Dimmi dove hai trovato da mangiare così tanto da essere diventato enorme! Ho fame!».

Il serpent rouge sollevò le mani per toccare Tubino. Tubino, però, non aveva mai visto delle mani, e men che mai aveva visto delle braccia: quelle del pesce-non-occhi-a-tubo erano lunghe più del corpo di Tubino (senza contare l'interezza del filamento della sua coda), diverse volte più spesse della sua circonferenza, e scintillavano d'argento.

«Ehi, ehi! Che cosa stai facendo, pesce gigante?!» Si lamentò Tubino

«Oh, sei felice? Sei eccitato? Chi è un bravo bambino!».

Il serpent rouge afferrò Tubino fra le mani, e a lui sentì di essere perduto per sempre... ma dopo un attimo, si accorse di non provare alcun dolore. Le dita spesse e forti del serpent rouge lo stringevano dolcemente.

«Ti porterò a casa, dalla mia amata. Lei ama le piccole cose graziose come te».

Tubino, che non mangiava da tanto tempo, si sentiva troppo debole per scappare dalle manone di quel serpent rouge gigantesco, e si fece portare via. Forse quel predatore lo voleva conservare e mangiare dopo? Voleva farlo a pezzi e prepararlo con delle alghe, oppure darlo da mangiare vivo ai suoi piccoli?

Ma Tubino si trovò inaspettatamente dentro ad una tana come non ne aveva mai viste: era costruita di plastica, quella sostanza strana, a volte rigida a volte simile a lunghe foglie scricchiolanti, che veniva abbandonata dalle navi di passaggio o che veniva trasportata dalle onde. Dentro, la tana era illuminata da decine di piccoli pesci lanterna, con le loro guanciotte che emettevano bagliori verde-azzurri. C'erano delle pietre di forma stranamente cubica impilate le une sopra le altre e in cima alcune gabbie fatte di filo finissimo, dentro a cui nuotavano minuscole creature.

Le pareti erano decorate da oggetti inchiodati e sospesi con l'ausilio di piccole corde fatte di fibra di kelp intrecciato, utensili di varie forme che Tubino non sapeva riconoscere.

In fondo alla casetta c'era un pesce che somigliava al mostrone che lo aveva catturato: lungo, argenteo, con la faccia piatta... ma con una differenza: il colore delle sue pinne non era di un rosso vivido, ma di un rosa spento.

«Amore mio» Disse il serpent rouge «Guarda cosa ti ho portato!».

La testa dell'altro esemplare si mosse lentamente, i suoi occhi come coperti da un velo. Quando vide Tubino, però, si illuminò immediatamente.

«Cos'è quello?»

«È un pesciolino che ho trovato fuori, mentre cercavo qualche gamberetto... è venuto da me e ha cercato di dirmi qualcosa»

«Oh... che adorabile creaturina! Ma che pancino magro!».

Il serpent rouge dagli occhi velati raggiunse una gabbietta, dentro cui nuotavano krill di tutte le dimensioni, la aprì, ci infilò dentro una mano e prese una manciata di minuscoli esemplari.

L'occhi a tubo scodò tutto eccitato: era cibo, quello.

«Fallo venire da me» Disse il serpent rouge dagli occhi velati, e il suo compagno aprì le mani, lasciando che Tubino andasse a mangiare i piccoli krill.

Le ore passarono, poi i giorni, poi i mesi, senza che nessuna di quelle creature sapesse che erano passati, poiché i serpent rouge non migrano fino a dove la luce del sole è visibile, se non durante il periodo riproduttivo, e Tubino non doveva più inseguire i copepodi durante la migrazione verticale, perché quei gentili giganti lo nutrivano con i crostacei più fini e nutrienti.

Piano piano, giocando con Tubino, il serpent rouge con gli occhi velati ritrovò la sua voglia di giocare e vivere, e anche la sua salute ritornò.

Un giorno (o forse era una notte) erano tutti a giocare nel giardino sul retro, costruendo pupazzi di sabbia, quando qualcosa iniziò a piovere dall'altro: erano fiocchi bianchi, che scendevano lentamente, ondeggiando nell'aria.

«È un miracolo!» Disse uno dei serpent rouge, alzando le mani.

Si trattava dei residui organici dell'immenso corpo di una balena morta, che stavano colando verso l'abisso, e che i due serpent rouge avrebbero potuto raccogliere ed utilizzare per nutrire i loro gamberetti.

Il più felice di tutti fu, ovviamente, Tubino: i due serpent rouge lo riempirono di coccole e di attenzioni, dicendogli che portava fortuna, e nei mesi avvenire lo rimpinzarono di un sacco di micro-crostacei.

Forse fu un miracolo di Natale. Non lo so. Credo di stare capendo a malapena che cos'è il Natale, ma sembra una cosa molto bella, piena di miracoli e di amore.

Ma da quello che ho capito, è un po' come la caduta di una balena, ma quando è inverno, e nel cielo c'è una stella cometa enorme (e facciamo finta che Tubino, che non è una stella, ma sembra una cometa, sia questa) e nasce un bambino magico (e sicuramente, ora che tutti e due i serpent rouge stavano bene, avrebbero avuto un sacco di avannotti, anche se non magici).

E questa è la mia storia sullo spirito del Natale che non è ambientata a Natale, ma che tutti i serpent rouge della mia zona conoscono fin da quando sono piccini.

Fine.

 

 


Tubino! È uno stylephorus chordatus.
Foto di Solvin Zankl/naturepl.com

NOTE PER I LETTORI (quelli che non vivono nelle profondità degli oceani): Tubino è uno Stylephorus chordatusun pesce molto particolare, con occhi di forma tubolare che esibiscono un curiosissimo colore verde fluo. 

Questi occhi incredibili gli permettono di vedere i colori anche nelle profondità marine (ed è così che per lui è possibile vedere le pinne rosse dei serpent rouge: per tutti gli altri, compresi i serpent rouge, il colore non è così ovvio.)

Lo sapevate, voi, che il rosso è il primo colore a scomparire, quando scendete in acqua e vi allontanate dalla luce solare? Fateci caso! 

Un saluto scientifico,

-Seraphin

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