"I draghi sono draghi proprio perché gli uomini non possono nulla contro di loro"
(Berserk)
Un tempo, si sa, i
draghi erano uno dei capisaldi del fantasy, insieme ad orchi, nani ed
elfi. E, molti secoli prima, erano anche un ottimo materiale per le
leggende.
Oggi non li usa quasi
più nessuno, si dice che siano inflazionati, che non vendano più... e
tutti scrivono romance teenager, invece di vecchie leggende.
E allora, vi direte, perché mai dovremmo imparare a scrivere di qualcosa che nessun altro scrive più e che per giunta non vende?
Oh oh, ingenui bambini,
proprio perché nessuno ne scrive più dovete imparare a farlo voi. E il
motivo per cui "non vendono" è che quasi nessuno sa come destreggiarsi
con questi difficili, ma splendidi, bestioni. I draghi vendono eccome,
se sono fatti bene.
Molti di voi
conosceranno Game of Thrones, giusto? Si, la serie tv. Lo sapete, vero,
che da quando sono comparsi i draghi (ehm, viverne che loro chiamano
"draghi") gli ascolti sono saliti e presto i draghetti (ehm, vivernucce)
sono diventati una parte insostituibile per l'economia della serie? Lo
sapete che persino noi, che di Game of Thrones non volevamo saperne,
abbiamo dato un'occhiatina a quelle puntate?
Bisogna dire che vedere
Drogon spazzare via in un incendio, in un tripudio di fiamme, un intero
esercito da solo è uno spettacolo raro nella televisione moderna ed
estremamente affascinante.
Perché in realtà i draghi non vendono, no... loro stravendono e se sono fatti bene sono più affascinanti di qualunque romanzo teen.
Perché in realtà i draghi non vendono, no... loro stravendono e se sono fatti bene sono più affascinanti di qualunque romanzo teen.
I draghi sono uno
stratagemma narrativo davvero antichissimo e sono presenti in qualunque
parte del mondo, anche se in forme diverse e persino con caratteri
psicologici diversi, ma tutti concordano su una cosa: sono creature in
parte rettili e sono estremamente pericolose. Non si sfida un drago a
cuor leggero, mai, altrimenti non parliamo più di un drago, ma di
qualcosa che ci somiglia vagamente, che ha ali e zanne magari, ma con un
cuor di lucertola...
Purtroppo in questi
ultimi anni abbiamo letto una gran quantità di libri o di storie in cui i
draghi vengono completamente snaturati ed è davvero una cosa brutta
considerato che, come abbiamo appena detto, i capisaldi della scrittura
dei draghi da rispettare sempre sono solamente due: sono creature in
grado di intimidire, pericolose, e sono in parte rettili.
In realtà, se
analizziamo meglio le storie create da chi di draghi se ne intende, chi è
capace di emozionare il lettore parlandone, scopriamo che nel mondo
della scrittura ci sono anche altre caratteristiche da prendere in
considerazione se vogliamo che il nostro bestione buchi davvero la
pagina.
Vi vedo già tutti presi
dalla lettura, come un cucciolo di drago che per la prima volta vede e
conta il suo oro, dicendoci "sbrigatevi, sbrigatevi, che devo fare
perché il mio bestione buchi la pagina?".
Perché cincischiare, dunque? Il vostro drago non lo farebbe, dunque non lo facciamo neanche noi.
Ecco dunque
immediatamente cinque dei trucchi narrativi (e soprattutto descrittivi)
più importanti da prendere in considerazione quando si parla di un
drago:
1. Il drago è
intelligente. Questo è un punto importante, anche se va spiegato meglio
prima di essere applicato... il drago non è intelligente esattamente
come un essere umano. In natura vi sono innumerevoli tipi di
intelligenze diverse e persino fra le persone se ne manifestano: non è
detto che un musicista dimostri un'intelligenza matematica, né che
qualcuno in grado di interpretare le emozioni delle altre persone sappia
anche disegnare. L'intelligenza è qualcosa di complicato da spiegare (e
noi la affronteremo meglio nel capitolo "come scrivere un personaggio
intelligente") e lo è ancora di più nel caso dei draghi. In che senso un
drago è intelligente? La Rowling, per citare un esempio, ha scritto dei
buoni draghi, ma non erano sicuramente geniali...
Innanzitutto i draghi
che compaiono nella saga di Harry Potter non sono fra i nostri
preferiti, sebbene siano un buon esempio. Sono terrificanti, potenti,
riescono bene nel loro compito di spaventare il protagonista e sono
sicuramente rettiloidi. Ma! C'è un ma. Sono solo antagonisti, non hanno
un gran ruolo nello svolgimento della trama. Sono un ostacolo da
saltare, non il grande mistero, non la grande paura, non la grande
saggezza nei cui occhi guardare. E anche loro sono intelligenti, sebbene
in modo diverso e probabilmente inferiore agli esseri umani.
Ma un drago non è mai stupido.
Il nostro consiglio?
Dare al vostro drago un'intelligenza superiore a quella umana. Fategli
vedere trame che gli umani non vedono, fategli scorgere i sentimenti nei
cuori degli uomini, dotatelo magari di una buona capacità matematica.
Ma non fate l'errore di dar loro lo stesso modo di pensare degli esseri
umani perché...
2. Il drago non è umano.
Non sente il bisogno di coprirsi, non ha le stesse brame degli uomini,
non gli importa di sporcarsi le zampe. Per i draghi uccidere è facile e
non si rammaricano di tali atti: sono primitivi, spesso predatori, ed è
nella loro natura togliere la vita. Potete tranquillamente creare un
drago dotato di alto senso morale, uno che non toglie facilmente la
vita, ma se dovesse essere costretto a farlo, ricordate, il drago non
passa notti insonni sul suo gesto.
I draghi pensano
trasversalmente e non lo fanno come noi. Spesso non conoscono la
gelosia, per loro la sessualità è legata quasi esclusivamente all'ambito
riproduttivo e alte questioni che noi non possiamo comprendere occupano
la loro mente. Alcuni di loro, a vostra discrezione, possono amare
l'arte o la scrittura, mentre altri essere brutali, ma tutti loro devono
mostrare una certa astuzia e non poter essere sconfitti dal cavaliere
di turno con il classico "trucchetto della lancia" (quello in cui il
cavaliere resta fermo aspettando che il drago gli balzi addosso per
sfruttare lo slancio del drago per impalarlo sulla lancia. Abbiamo visto
quel trucchetto in un film e la nostra indignazione non si è ancora
spenta).
3. Il drago, per
antonomasia, non si può domare. Come puoi domare un tale mostro?
Qualcuno più grosso, più forte, astuto e fiero di te? È impossibile,
come è impossibile afferrare il cielo con le mani e strapparlo via come
se fosse una coperta. Non stiamo dicendo che draghi e umani non possano
collaborare, anzi! Apprezziamo moltissimo le trame in cui umani e draghi
collaborano, ma preferiamo parlare di amicizia piuttosto che di
sottomissione. Ciò che è sottomesso non fa più paura: è la differenza
fra il cane e il lupo.
Facciamo un esempio?
Facciamo un esempio. Nel Ciclo dell'Eredità di Cristopher Paolini
(Eragon, Eldest, Brisingr ed Inheritance) i draghi si legano ad un
essere umano e hanno un rapporto psichico continuo con loro, potendo
leggere a vicenda i propri pensieri e persino vedere dagli occhi l'uno
dell'altro. L'intera storia è basata su questa interessante premessa,
quella dei Cavalieri dei Draghi (che poi Paolini non sia né il primo né
l'ultimo a scrivere di qualcosa di simile lo sappiamo bene), ma per
nostra fortuna i draghi non sono affatto sottomessi, non sono mai domati. Essi
sono pari, se non superiori, ai loro stessi Cavalieri: lo vediamo nelle
azioni degli elfi, che perdonano ai draghi qualunque cosa, ma non ai
loro umani, lo vediamo nella fierezza di queste immense, misteriose,
potentissime creature. E questo va benissimo.
Ora continuiamo a parlare di Eragon, ma del film tratto
dal libro. Nel film, Saphira (la dragonessa legata al protagonista,
omonimo del libro) è poco più che una grossa cavalcatura sputafuoco. Si,
certo, anche nel film parla, ma a parte il fatto di sembrare
psicologicamente un essere umano, tutto quello che dice asseconda
perfettamente i desideri del suo cavaliere.
E, udite udite, in un
punto del film viene detto che se il drago muore il suo cavaliere
sopravvive, ma se il cavaliere muore il drago lo segue. E perché mai
dovrebbe accadere qualcosa del genere? Non è qualcosa che nei libri
accade e sembra solo voler sottolineare ulteriormente come il "capo" di
questa relazione sia l'umano e non il drago.
Volete scrivere di
Cavalieri dei Draghi? Non fate questa cosa, non assoggettate il drago
all'umano: non solo non è bello perché snatura il drago, ma non è
neanche interessante... a questo punto potevate lasciargli un cavallo,
perché sarebbe stata la stessa identica cosa.
4. Il drago è
misterioso. Date almeno un mistero al vostro drago. Sono dei bestioni
magici? Bene, non rivelate fino a che punto arrivano i loro poteri. Nel
Ciclo dell'Eredità i draghi stessi non conoscono i confini delle loro
capacità e la loro magia si manifesta in modi davvero inconsueti.
Non sono magici? Date
loro delle armi o delle conoscenze segrete. Fateli vivere in luoghi
remotissimi. Fate in modo che il lettore stia incollato alle pagine nel
tentativo di scoprire tutto su quei draghi. E alla fine deludeteli. Ma
non del tutto: giusto un po'. Non dovete spiegare ogni cosa, quando si
tratta di draghi!
5. Il drago ha un
aspetto impressionante. Non importa che sia buono o cattivo, la prima
volta che il lettore ne legge la descrizione (tranne che non si tratti
di un cucciolo di drago), deve sentire che si tratta di una creatura
fighissima. Un piccolo trucco per far sentire ancora più piccino il
lettore potrebbe essere una descrizione da sotto in su, dalle zampe fino
alla testa, risalendo per il petto, le spalle, indugiando magari sulle
ali se il vostro drago le possiede. Più avanti in questo capitolo
parleremo meglio dell'aspetto dei draghi e delle loro tipologie, ma
ricordatevi che la prima impressione è assolutamente importantissima!
Non potete far passare l'aspetto di un drago sotto silenzio oppure
descriverlo a poco a poco, lungo la storia, come fareste come un essere
umano: la prima descrizione deve colpire come una fiammata in pieno
volto!
Altri trucchetti importanti per una bella descrizione dragonesca? Non abbiate paura di usare termini altisonanti!
Via libera ai petti
possenti che tre uomini non avrebbero potuto abbracciare, alle ali come
vele di immense navi interstellari, agli artigli che paiono giganteschi
coltelli di selce, alle squame che brillano come cascate di splendide
gemme o scintillano cupamente come carboni sul punto di spegnersi, a
occhi ardenti e millenari. Indugiate sulla descrizione delle ali e
della bocca, in particolare: ai lettori piacciono, aiutano a
visualizzare meglio la creatura e gli donano persino una maggiore
espressività!
I nostri draghi usano
anche le ali per gesticolare, ma ognuno crea le sue creature come vuole e
ognuno di voi può dare i tratti distintivi che desidera anche nel modo
di muoversi.
Ora sapete i trucchetti
base per creare un buon drago... ma ogni luce proietta la sua ombra ed
eccoci arrivati al nostro negativo: quali sono le cose da evitare
ASSOLUTAMENTE quando si crea un drago? Quali sono quelle cose che fanno
sembrare la vostra creazione imprecisa, come se non vi foste affatto
informati sui draghi o come se, ancora peggio, non ci aveste proprio
pensato?
Ecco le cose da non fare mai quando si scrive di draghi:
Ecco le cose da non fare mai quando si scrive di draghi:
1. Fuoco, fuoco, troppo
fuoco. Ahhh, fuoco. A chi cavolo può interessare un drago che in realtà è
un lanciafiamme vivente e non fa nient'altro nella vita a parte sputar
fuoco? Il fuoco è bello, è bello usarlo, è bello descriverlo, ma dopo un
po' diventa noioso anche perché c'è un limite massimo di vocaboli
utilizzabili per descrivere quanto il fuoco del vostro drago è
brillante, ardente, pericoloso, roboante, ruggente, iridescente,
pallido, vivace, letale, al calor bianco, fumoso, terribile, temibile,
caldissimo, bollente, tanto tanto tanto fuoco...
2. Drago cattivissimo.
Ma proprio malvagio. Un drago color notte malvagissimo che pensa solo ad
uccidere (magari è pure una viverna), con gli occhi rossi, che ammazza i
bambini e che tratta male i suoi sottoposti, se ne ha, non è
interessante. Manca di mistero, manca di complessità. Nessun malvagio
che si rispetti pensa di essere malvagio: loro pensano di stare facendo
bene. Ci sono delle eccezioni, certo, ma lasciatele (per ora), ai
professionisti. Che vogliamo fare, un altro Sauron? Sauron ce n'era uno,
punto. Non fate diventare il vostro drago un Sauron rettilesco, NO. NO.
Non guardatemi con quegli occhi NO.
3. Drago che parla per
enigmi. La tentazione di scrivere un drago che parla per enigmi, tipo
sfinge, è fortissima, ma sapete davvero inventare enigmi irrisolvibili? E
perché mai un drago dovrebbe parlare per enigmi? Pensateci bene prima
di scrivere indovinelli tipo "Cerca la cosa rotonda nella cosa che
scorre e che può essere dolce oppure salata" perché altrimenti i vostri
lettori (che hanno immediatamente capito che parlate di un anello
nell'acqua) leggeranno con in testa il pensiero "questo drago è scemo". E
poi, lo ripetiamo, perché mai una creatura primitiva, ferale e
brillante insieme, debba mai parlare per enigmi? Lasciateli alle sfingi.
O agli elfi. O a quelli che i vostri lettori leggeranno con in testa il
pensiero "questo scrittore è scemo".
4. Draghi fighi che non
sono fighi. Avete creato il più potente, complesso, malvagio, bellissimo
bestione sputafuoco del mondo? Bene, adesso dovete continuare a
perpetrare quest'idea di figaggine per tutta la storia. Il drago che è
figo alla presentazione deve essere figo per ogni singolo capitolo in
cui compare. Se pensate di non riuscire a tenere questo tenore per
tutta la storia, allora considerate di scrivere un drago meno figo sin
dall'inizio oppure, per favore, ammazzate il vostro drago dopo due
capitoli.
Adesso sicuramente
avrete in mente un abbozzo di idea, un ovetto di drago pronto a
schiudersi. Potete vedere vagamente il profilo delle sue corna, potete
quasi sentire la sua voce. Vi chiederete allora "ma che tipo di drago
voglio far nascere"?
Eh si, perché di tipi di
draghi ce ne sono davvero tantissimi! Niente vi vieta di mischiare le
caratteristiche di diverse razze, di giocare al piccolo Frankenstein con
i vostri bestioni sputafuoco (o sputaghiaccio, chi sa...), ma per
meglio giocare con l'autentica mitologia, è meglio conoscerla più a
fondo, ed ecco dunque diversi tipi di drago, in ordine alfabetico per la
gioia dei precisini che normalmente si strappano i capelli perché quasi
niente in questo libro è in ordine:
Anfisbena: Drago
con due zampe (quelle anteriori) e due teste. Solitamente acquatico,
talvolta nudo (senza squame). Talvolta viene rappresentato anche senza
zampe, ma voi non fatelo, non è figo.
Anfittero (Amphiphtere):
È un drago che non possiede alcun arto, eccetto per le ali, e viene
chiamato da alcuni anche drago-serpente. Possiede anche delle piume e le
ali possono essere membranose, ma più spesso simili a quelle degli
uccelli e con un'apertura massima di nove metri. La sua lingua è
generalmente lunghissima e la coda è piumata, ma se ne possono trovare
anche di squamosi. È un drago onnivoro a tendenza vegetariana e si trova
spesso nei pressi delle piantagioni datteri di cui è ghiotto. Sembra
simpatico, ma non fatevi ingannare: in genere è un ladro.
Coccatrice:
Quasi mai annoverata tra i veri draghi, è tuttavia un "parente stretto"
di questi ultimi. Somiglia ad un gigantesco (e brutto) pollo, con testa e
zampe di galletto, corpo squamoso, grandi ali membranose come quelle di
un pipistrello. Poiché possiede due piedi (di gallina) e due ali,
questa creatura è più simile ad una viverna che ad un drago. Sono
interessanti le sue origini: secondo alcuni, questa mostruosa creatura
nasce dalla testa di Medusa decapitata, secondo altri quando un uovo
deposto da un pollo di sette anni viene covato per altri nove da un
rospo o da un serpente. Purtroppo per noi, la coccatrice non sputa fuoco
(ma vi immaginavate quant'era bello un pollo gigante sputafuoco?), ma
possiede un alito velenoso sterminatore, capace di uccidere la fauna di
ampie porzioni di bosco.
È, ovviamente, il terrore di chi ha la fobia dei polli (questa gente esiste, eh!).
Drago asiatico:
Praticamente è il drago Shenron di Dragonball. Tipica creatura mistica
orientale, il drago asiatico ha un lunghissimo corpo da serpente,
ricoperto da grosse squame che possono essere di qualunque colore e
spesso anche da peluria sottoforma di criniera (che può fermarsi alla
testa o percorrere tutta la lunghezza del corpo) e di ciuffi in
corrispondenza dei gomiti e della punta della coda. Possiedono da due a
quattro arti piuttosto corti, ma non ali (sebbene si dica che gli
esemplari più anziani possano farsene crescere un paio). Pur essendo
attero è misteriosamente in grado di volare.
"Gli uccelli volano, i
pesci nuotano e gli animali corrono. Chi corre può essere fermato da
una trappola, chi nuota da una rete e chi vola da una freccia. Ma ecco
il drago. Non so come cavalchi il vento né come giunga in cielo."
(Confucio, citato da Jorge Luis Borges)
(Confucio, citato da Jorge Luis Borges)
Drago di Giaffa:
Un mostro marino greco, con un bizzarro aspetto che ricorda quello di
una balena crestata con una lunga coda. Si narra che venne sconfitto da
Perseo mentre ritornava a casa con i suoi stivali alati, mentre il drago
stava per divorare la propria vittima sacrificale, Andromeda, legata ad
uno scoglio. Nel film "Clash of Titans" (di cui abbiamo
disgraziatamente anche il DVD originale), il drago di Giaffa è stato
sostituito da una cosa che loro chiamano "kraken" (che non c'entra un
tubo con l'Antica Grecia) e che in realtà non è neanche un kraken, ma un
coso nero enorme, brutto, tentacoloso e che non si capisce bene che
cosa ci faccia lì e perché mai Ade ne debba possedere uno.
Nessuno si fila mai di striscio il drago di Giaffa, poveraccio, forse perché non somiglia molto ad un drago.
E così sfigato che non c'è neanche un'illustrazione da postare per lui e noi non abbiamo voglia di farne una.
Dragone: Un
drago serpentiforme, di grandissime dimensioni, con la lingua triforcuta
e l'aspetto nobile. Si avvolgono in spire e riposano in questa
posizione e non possiedono arti. Le loro uova sono dorate (secondo
alcuni il loro guscio è proprio fatto d'oro) e oblunghe. Anche questo è
un drago della Grecia antica dove era famoso per la sua infinita
saggezza e spesso si diceva che parlasse per bocca degli oracoli. Uno
dei dragoni più famosi fu Pitone, che venne ucciso presso una sorgente
sul Parnaso dal dio Apollo e dal luogo della sua morte sorse l'Oracolo
di Delfi.
Un minuto di silenzio per il saggio Pitone.
Drago marino:
Chiamati anche serpenti marini, sono creature assai complesse, crestate,
talvolta dotate di corti arti, ma più spesso serpentiformi, con pinne
possenti e una lunga coda muscolosissima. Forse il più famoso è quello
riportato sulla mappa della Scandinavia di Olas Magnus nel 1539, un
bestione lungo più di sessanta metri. Sono creature tipiche dei mari del
Nord, ma anche dei laghi scozzesi (sebbene per alcuni il Mostro di Loch
Ness non sia un drago, ma un plesiosauro o qualche altra bestia
preistorica).
Drago multiteste:
A qualcuno potrebbe ricordare l'idra, ma non è così. I draghi
multitesta sono generalmente immensi e rarissimi e il più famoso di essi
è senza dubbio il Grande Drago Rosso dell'Apocalisse, dalle sette teste
coronate e dalle dieci corna, che combatté nel cielo contro l'Arcangelo
Michele. Hanno quattro zampe, sei ali, corna arrotolate come quelle
degli arieti e una coda lunghissima.
Sarebbero probabilmente
dei grandissimi oratori e vi piacerebbe ascoltare le loro storie
narrate a più teste se solo non fossero malvagi e non mangiassero esseri
umani.
Drago occidentale:
Questa specie è nota anche come "vero drago" o "drago occidentale
standard" ed è l'immagine che quasi tutti voi collegano alla parola
drago. Possiede corna puntute, che possono essere dritte, lisce,
spiralate o ritorte su sé stesse come quelle di un ariete, quattro
zampe, due ali membranose simili a quelle dei pipistrelli, squame e
scaglie su tutto il corpo e l'innata capacità di sputare fuoco. Draghi
appartenenti a questa categoria sono ad esempio Draco di Dragonheart,
Saphira del Ciclo dell'Eredità, Sdentato di Dragon Trainer o Draghetto
di Dragonball.
Insomma, tutti i draghi che vi piacciono... e quasi sicuramente, se mai scriverete di un drago, scriverete di loro.
Idra: Drago
terricolo, terrificante, spesso ricoperto di spine e di colore scuro,
con una caratteristica unica che consiste nel possedere molte teste
capaci di ricrescere se vengono tagliate. Il suo sangue è poi in genere
velenoso o corrosivo. Nonostante non sia veloce e si tratti di una
specie piuttosto pesante, ha colli lunghi e mobilissimi che gli
permettono di raggiungere rapidamente gli avversari intorno a sé.
Nonostante oggi si
intenda con questo termine un drago terricolo, alcune antiche fonti
greche lo descrivono come un mostro marino.
"E poiché guerra
genera guerra, da guerra finta nasce guerra vera, da guerra piccina
guerra poderosa, non di rado suole accadere ciò che nel mito si racconta
del mostro di Lerna"
(Erasmo da Rotterdam)
Imoogi: Un drago
acquatico simile ad una grande lucertola, senza corna. Secondo noi ha
anche un nome buffo e adorabile, ma è una considerazione personale. Si
dice che delle ragazze umane vengano scelte dal dio del sole per
diventare Imoogi e che i poteri che vengono loro donati possono essere
usati nel giorno del loro diciassettesimo compleanno, quando finalmente
possono trasformarsi. Un marchio a forma di drago può essere visto sulla
spalla della ragazze ed è questo che può rivelare che si tratta di un
Imoogi in forma umana.
Lindwurm (o lindworm):
È il drago dell'araldica! Hanno due gambe, ma niente zampe anteriori e
niente ali, perciò hanno sempre l'aspetto rampante (come se potessero
farne a meno, poverini). Poco interessanti da scrivere nelle storie,
forse perché si muovono come tirannosauri ma senza le mini-zampine
anteriori carine. Possono avere tutti i colori (sono o non sono i draghi
dell'araldica?) e spesso hanno la coda terminante in una punta che
somiglia a quelle delle frecce. Alcuni li disegnano solo con le zampe
anteriori, invece di quelle posteriori.
Mushussu:
Piccolo drago babilonese, alto pressapoco come un cavallo, con collo
forte e zampe anteriori da leone e posteriori da aquila. È un drago
docile, buono, ed era considerato il compagno degli dei, sacro al dio
Marduk. È rappresentato sulla porta di Ishtar a Babilonia.
Neak: Drago
multiteste simile ad un cobra, con teste ornate da ampi cappucci
squamosi. Possono avere fino a nove teste e un numero dispari indica che
si tratta di un maschio, mentre se è pari si tratta di una femmina.
Sono forti e robusti, ma non possiedono alcun arto.
Vengono chiamati anche draghi "Khmer". Al che ci chiediamo se abbiamo forse un figlio di nome Pdor della tribù di Instar.
Piasa:
Mostruoso, ma piccolo, drago americano descritto per la prima volta nel
1673, è grande come un vitello, con corna cervine, occhi rossi e
luminosi, una gorgiera di pelo simile a quella delle tigri e
un'espressione terrificante. Il volto ha qualcosa di simile a quello
umano, ma l'intero corpo è coperto di squame e possiede una coda da
sirena, ma più lunga. Il suo nome in Algonchino significa "l'uccello che
divora gli uomini".
Fa paurissima perché
nonostante sia un drago antico è stato descritto da un prete francese
che l'ha visto sulle rocce del Mississipi e ha detto che ha la faccia da
essere umano. Non so voi, ma secondo noi fa paurissima una cosa così.
Serpente Arcobaleno:
Simile appunto ad un ofide, questo drago è lunghissimo e pesante, con
il corpo ricoperto di splendide squame iridescenti di ogni colore
dell'arcobaleno ed è visto come una figura creatrice. Le loro uova sono a
forma di goccia e hanno un guscio iridescente. Sono draghi rarissimi,
prima creatura fatta dal dio Mawu, e secondo le tradizioni degli
aborigeni australiani ancora oggi uno di questi splendidi draghi resta
attorcigliata sul fondo dell'oceano e sorregge il mondo. Secondo altre
leggende, fu proprio il Serpente Arcobaleno, adirato, a causare il
diluvio universale.
Sarebbe splendido
scrivere una storia con una di queste creature se solo si sapesse come
cavolo utilizzarle senza farle sembrare sprecate (rovinate tutto se
scrivete una storia in cui un Serpente Arcobaleno fa la spesa insieme
agli One Direction, non fatelo).
Salamandra:
Drago a quattro zampe, senz'ali, di colore scuro talvolta pezzato di
giallo, rosso o arancio. Il suo corpo è completamente invulnerabile alle
fiamme e la sua saliva schiumosa è letale e talvolta avvelena interi
villaggi cadendo nelle pozze di acqua potabile oppure sui frutti degli
alberi. Le salamandre realizzano i loro nidi nel fuoco e le loro uova
sono completamente rotonde.
Sono draghi perfetti
per storie comiche! Si, loro li potete scrivere che fanno la spesa con
gli One Direction (e li avvelenano per sbaglio).
Tarasco: Un
aggressivo e temibile drago francese, con la testa simile a quella di un
leone e un corpo squamoso, tarchiato, ricoperto di spuntoni. Sebbene
non possegga ali, il Tarasco ha ben sei potenti zampe ursine e la sua
coda è mobilissima e con essa può non solo colpire, ma anche afferrare
oggetti. Ogni anno a Tarascona, in Francia, si celebra la vittoria degli
antenati su questa bestia portando in giro per la città una bandiera
che la raffigura.
Leviatano:
Simile al drago marino, ma assai più grande, esiste un solo esemplare di
questo drago antico citato nella Bibbia. Siccome la Bibbia è vaga,
anche noi descriviamo vagamente questa creatura, ecco.
Viverna:
Chiamato talvolta anche drago d'India, questa creature si distingue dai
draghi occidentali perché possiede un paio di ali, ma solo le zampe
posteriori. Le zampe anteriori sono infatti ali modificate, proprio come
avviene con i pipistrelli. Le viverne si dividono in due sottospecie:
il drago di palude ed il drago di montagna. Il primo è pesante e più
lento, di colore nero, mentre il secondo è più agile, socievole e ha
squame colorate, generalmente di rosso o d'oro, e spesso possiede anche
una criniera. Le uova sono grandi e dure, grigie, e sembrano sassi
lisci. Alcune viverne possono sputare fuoco, altre acido.
Purtroppo tutti usano le viverne come i cattivi, nelle storie. E un po' ci vergogniamo di dire che è capitato anche a noi.
Molto bene! Avete scelto
il vostro drago? È importante scegliere caratteristiche caratteriali e
fisiche del drago a seconda della storia in cui dovranno essere
inseriti, come abbiamo già vagamente citato. E ora creiamolo, questo
drago! Facciamo una descrizione della scena in cui viene presentato!
Come introdurrete il
drago nella vostra storia? Sarà un protagonista, un antagonista, un
aiutante o una sempre splendida comparsa misteriosa che può o non può
avere alcun peso sulla trama? O magari qualcosa di ancora diverso, di
nuovo e mai visto!
Poiché siamo buoni,
abbiamo deciso di farvi un esempio così, su due piedi, cimentandoci
anche noi in un minuscolo esperimento di scrittura creativa. Prenderemo
un tipo di drago a caso... un Tarasco. E lo introdurremo come un tipo di
personaggio a caso... un aiutante. Lo faremo scrivendo in prima persona
dagli occhi di un normale, noiosissimo, tipico ragazzino protagonista
di libro fantasy medio.
Ci proviamo?
Pronti... via!
Pronti... via!
***
"Uscii in silenzio dalla
grotta, seguendo Ilda che reggeva la sua piccola spada nella sinistra.
Dopo la prolungata oscurità, il sole quasi mi ferì gli occhi e mi
schermai la faccia con la mano.
«È arrivato!» Esclamò Ilda.
Dalla sua voce trapelò
gioia, ma non riuscii a capire di chi stesse parlando finché non
abbassai il braccio. Di chi? Sarebbe stato meglio dire di cosa.
Sapevo che lo aspettavamo, ma non potei comunque contenere un sobbalzo e un passo indietro.
Ilda gli corse incontro dopo aver rinfoderato la spada.
Uno sbuffo potente si
levò da grandi narici dilatate e sei zampe si mossero nella nostra
direzione. Se la terra non tremò fui io che ne ebbi l'impressione.
Un corpo corazzato,
ricoperto di spuntoni lunghi come la mia mano, avanzò sotto il sole e
una pesante coda spazzò la terra come un maglio, sollevando sassolini e
rocce.
«Il tarasco che ci ha
mandato sir Aldobrando!» Esclamò Ilda, allungando una mano per toccare
il muso della creatura, irto di denti giallastri più grossi di pollici.
Il tarasco era più alto
di un cavallo e molto più lungo, con un grosso corpo da rinoceronte e
la testa leonina, dagli occhi color fegato che mandavano strani bagliori
iridescenti ad ogni movimento del capo. Aveva un'aria remota, come se
la sua mente fosse rinchiusa in uno scrigno di pensieri feroci, e non
dava segno di aver visto l'umana che ora lo aveva affiancato.
Ilda carezzava teneramente la linea del suo collo robusto, ma io non lo avrei voluto toccare per niente al mondo."
***
Ecco fatto. Il tarasco
non è certo un drago particolarmente nobile, perciò non è servito molto
impegno nel descriverlo, ma il risultato, per l'introduzione di quello
che è solo un aiutante, sembra buono no?
Adesso cercate voi di visualizzare il vostro drago. Ispiratevi e create. Ma per farlo avete anche bisogno di una...
Piccola bibliografia utile
Per non farci mancare
niente, ecco alcune opere che trattano di draghi da cui potete ispirarvi
oppure no. Sono tutte, ovviamente, affiancate dal nostro giudizio
personale.
Ciclo dell'Eredità
(Christopher Paolini): Quattro splendidi libri che raccontano la storia
dell'ultima dragonessa di Alagaesia, Saphira, e del suo Cavaliere
Eragon. A volte un po' ingenuo, ma sicuramente immaginifico e potente
sotto moltissimi aspetti, introduce ad un mondo fantasy "classico" e
insieme nuovo, con draghi, elfi, nani e stregoni. Può ispirare? Ma certo
che si! È una delle letture che consigliamo di più: i draghi di Paolini
vi incanteranno.
Ciclo di Pern o dei Dragonieri di Pern
(Anne McCaffrey): un intero ciclo fantascientifico dedicato alla
colonizzazione del pianeta di Pern, con un particolare accento sui
draghi che qui sono creature nate "in laboratorio". Non esistono draghi
selvatici in questi libri, in quanto gli umani li creano modificando
geneticamente le lucertole di fuoco, una razza indigena del loro
pianeta. È buono per ispirarsi? Dipende. Sicuramente si tratta di
un'ottima saga, ma è un fantascientifico, non un fantasy, quindi è perfetta se l'ispirazione che cercate non è magica.
Gli Animali Fantastici: dove trovarli
(J.K. Rowling): Un librettino agile, magico, davvero carino, ma ahinoi
troppo breve. Contiene al suo interno brevi descrizioni di tutte le
creature magiche del mondo di Harry Potter, compresi i draghi. Può
ispirare? Certo che si: noi abbiamo creato un paio di draghetti
"ibridando" diverse specie inventate dalla Rowling. Ma attenzione, è pur
sempre un libro cortissimo, quindi non può darvi più di tanto.
Lo Hobbit (J.R.R.
Tolkien): Un romanzo-fiaba dal sapore antico, che ha come protagonista
Bilbo, un delizioso Hobbit tranquillo che parte insieme a un gruppo di
nani scalmanati e allo stregone Gandalf per sconfiggere un drago, il
potente Smaug. Può ispirare? SI. Fatevi ispirare da Lo Hobbit, nessuno
sapeva creare draghi meravigliosi e terribili come lo faceva Tolkien,
anche se Smaug è l'antagonista.
Cronache del Mondo Emerso (Licia
Troisi): Una trilogia di romanzi fantasy molto guerresca, classica,
anche qui con draghi, nani, elfi e mezzelfi. La protagonista, Nihal, è
l'ultima mezzelfa della sua specie e porta con sé questo fardello
attraverso innumerevoli battaglie. Può ispirare? Ehm... no. Quando si
parla di draghi, qui, non ce la sentiamo di consigliarvi l'opera. I
draghi sono blandi, secondari, stupidi e alquanto domabili.
La ragazza drago
(Licia Troisi): Ancora un libro di Licia Troisi, che decide di
sovvertire completamente il suo stesso lavoro sui draghi, dando loro
intelligenza, capacità di parlare e un carattere completamente diverso
da quello che hanno nel Mondo Emerso. Seguiamo le avventure di Sofia,
una ragazza che ha in sé lo spirito di un antico drago verde, Thuban, e
che combatte insieme ad altri ragazzi nella sua stessa condizione contro
Nidhoggr, una grande viverna. Può ispirare? Ehhhh... sicuramente più
delle Cronache del Mondo Emerso. Senza dubbio può donarvi una grande
voglia, un potente zelo di... aggiustare le cose, scrivendo voi stessi
una storia di draghi, invece di continuare a leggere questa saga. Perché
si, la trama è buona, ma ci si poteva lavorare senza dubbio meglio.
Le Ali del Re (NadiaBolco):
Una storia non-pubblicata che potete trovare su Wattpad. Perché è nella
lista? Perché buttiamo un po' di tutto nel calderone e perché questa
meritava di starci senza dubbio, per via del fatto che è un approccio
abbastanza originale ai "dragonieri" e che può ispirarvi non poco nella
creazione del vostro mondo magico. I draghi sono trattati come creature
misteriose e intelligenti e ce ne sono di molte razze diverse, ma quello
che ci intriga è la trama: in un mondo un po' primitivo, una ragazza di
nome Moari deve partire alla ricerca del suo drago. Come abbiamo già
detto è una storia che sicuramente può ispirarvi e poi è gratis, quindi
perché non consigliarla?
Io sono il Drago (CactusdiFuoco):
fra molte storie di draghi, ne mancava una in particolare, che è per
l'appunto la nostra... la quale ha una caratteristica unica: è scritta
in prima persona da un drago. E non un drago qualunque, ma da un drago malvagio. Il cattivo è il
protagonista. E questa è la storia della sua vita. Può ispirare? È la
nostra storia, saremmo di parte se dicessimo di si. Ma rispondete a
questa domanda: quanto pensate che possa essere interessante
l'autobiografia di un drago sterminatore? Trattando della società dei
draghi, delle loro diversità, contraddizioni, e soprattutto della loro
magia, questa è la storia di Ermes Siegader To'Rvak, il drago che
estinse la sua specie.
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Ps. Le illustrazioni più
belle dell'articolo (insomma, quelle che non sono d'epoca o foto di
statue) le abbiamo fatte noi. Adulateci.
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