Quando sgattaiolai al mio posto, Mike mi lanciò un'occhiataccia terribile. Mi sentii arrossire.
«Scusa» Mimai con le labbra, incassando la testa fra le spalle.
In risposta, lui mimò un «Ti uccido!» prima di ritornare a fissare lo schermo.
Non avrei saputo dire se il resto del film fosse stato mediocre oppure
no, perché avevo la testa altrove. Ripensavo alla nostra vittoria sulle
vampire, al fatto che i Volturi ci avevano inviato delle spie, ai poteri
di un negromante. Pensavo alla possibilità di un esercito di morti e ci
pensai così tanto e così intensamente che finii per spaventarmi dei
miei pensieri e mi affrettai a ragionare su qualcos'altro.
Guardai i miei amici. Mike sembrava davvero molto assorbito dal film,
con le labbra assottigliate e il collo piegato un po' in avanti. Jessica
era più annoiata, giocherellava con un pop corn e di quando in quando
se lo lanciava da una mano all'altra.
Undertaker
stava rilassato, appoggiato contro lo schienale, con un approccio
piuttosto neutro nei confronti del film: non sembrava divertito né
annoiato. La luce cangiante dello schermo che si rifletteva sulla sua
faccia seria lo faceva sembrare surreale e pericoloso.
Un negromante. Non potevo smettere di pensarci.
Quando finalmente uscimmo dalla sala, inspirai a fondo. Il cielo era
nero come inchiostro, l'aria fresca. Non ero riuscita a godermi per
niente la proiezione.
«Che figata, eh?» Domandò
Mike, dandomi una pacca su una spalla non appena mi ebbe raggiunta «Non
te l'aspettavi che un film dell'Asylum potesse essere così figo, vero?».
Che ne sapevo io dei film dell'Asylum?i averne mai visto un altro in
vita mia. Sorrisi nervosamente, ma lui si accorse subito della mia
patetica finta
«Non ti è piaciuto?» chiese,
rattristandosi immediatamente «Dovevo scegliere un film migliore. Una
cosa più cupa, magari, penso che fosse possibile scegliere un horror,
non mi ricordo bene quale. O forse non hai capito bene le scene finali
perché a metà film eri fuori e...»
«Le è piaciuto» lo interruppe la voce profonda di Undertaker «Sta solo pensando a qualcosa che le ho detto»
«Ah» Mike parve immediatamente nervoso e si fece piccolo piccolo (come
se non fosse già un nano di fronte alla mole mostruosa del wrestler) «E
che cosa le hai detto?»
«Una cosa molto personale».
Senza aggiungere altro, Taker ci superò con il suo passo lungo e si
infilò di nuovo in macchina, seguito da Jessica che gli stava chiedendo
consiglio, mi parve, sul colore adatto di smalto per le unghie da
abbinare alle scarpe che avrebbe portato ad una festa prossima.
«Jessica ha un fegato grosso come un bisonte» Commentò Mike, raddrizzandosi «Voglio dire, come fa a... a... parlargli così?»
«Ha un fegato grosso come un bisonte» confermai «Non ha paura di niente»
«Che ti ha detto l'Undertaker?»
«Una cosa molto personale» confermai «E sono un poco distratta perché continuo a pensarci»
«Ti ha detto, tipo, che ti vuole in WWE?» parve speranzoso «E in tal caso, posso venire come tuo compagno di tag team?»
«Anche se fosse» ridacchiai «Non credo che possa assumere gente»
«Che ne sai? È una leggenda, magari se ti consiglia...»
«Non sto neanche in piedi, Mike. Faccio schifo come sportiva»
«Quindi che ti ha detto?» insistette lui, spalancando gli occhi come un gufo
«Una cosa che non ti riguarda!» sbottai, per poi aggiungere «Anche se
capisco la curiosità. Ma ora andiamo in macchina, salviamolo dalla
chiacchiere di Jessica, ti pare?»
«Già. Ormai ne avrà
abbastanza di rosso carminio e di rosa sfavillio, di perla graziosa o
di qualunque altra cosa vi mettiate sulle mani voi donne...»
«Ehi! Ci sono anche maschi che si mettono lo smalto! E io» alzai una
mano per mostrargli le falangi «Non me le faccio le unghie»
«Francamente non ho mai visto un uomo farsi le unghie di rosa sfavillante. Nere. Blu. Ma rosa sfavillante?».
Quando rientrammo in macchina, Jessica stava mostrando tutti i
cosmetici che aveva nella borsetta ad Undertaker, che aveva la stessa
identica faccia neutra che aveva tenuto per tutta la visione del film.
Non annoiato, ma neanche interessato. Probabilmente stava proiettando
qualche incontro interessante dentro il suo cervello e se lo stava
godendo.
«Io dico che non dovresti mai mettere il carminio con il giallo limone» Disse all'improvviso.
Ops, non stava proiettando un incontro dentro il suo cervello.
«Jessica, lascialo in pace!» Esclamò Mike, mettendo in moto la macchina
«È un wrestler, che vuoi che gliene freghi dei trucchi?»
«Senti, Mike» replicò Jessica, divertita «Hai presente che la settimana scorsa siamo andati al Bella Italia a mangiare?»
«Si, certo che me lo ricordo»
«E ti ricor... ah, lasciamo perdere» Jessica fece un gesto con la mano «Non capiresti»
«Cosa? Cosa non capirei?»
«Lascia stare»
«Eddai! Ora me lo devi dire»
«Sono curiosa anche io adesso» mi intromisi «Che è successo al Bella Italia fra voi due?»
«Niente, abbiamo mangiato insieme» mi spiegò Mike, ruotando lo sterzo per imboccare un'altra strada «Non capisco che c'entra Undertaker»
«Niente, abbiamo mangiato insieme» mi spiegò Mike, ruotando lo sterzo per imboccare un'altra strada «Non capisco che c'entra Undertaker»
«Io non c'ero, comunque» ci tenne a chiarire il wrestler
«Dai, Jessica!» la pregai «Che volevi dire?».
Io e Mike continuammo a pregarla di svelarci quello che aveva iniziato a
dire per almeno una dozzina di minuti, ma lei fu irremovibile. Era
molto più brava di me a rimanere ferma sulla sua idea, non c'era che
dire.
«Ve lo dico» Disse lei alla fine «Se venite con me alla serata karaoke»
«D'accordo» disse Mike, di slancio «Quando?»
«Stasera»
«Come stasera?»
«Stasera. Con Angela e un altro paio di ragazze. Se fate con me la
serata karaoke, vi svelo il mio segreto» lei fece l'occhiolino.
Mike mi guardò. Io deglutii. Una serata karaoke improvvisata?
«N-no?» Dissi con voce tremante «E poi mica ci possiamo portare dietro Undertaker?»
«Io non canto» dichiarò serio il wrestler
«Visto?».
Jessica sogghignò.
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