Caro Coso,
è giovedì e fa caaaaldo. Antonio, portami il Nestea.
Se tutto va come sperato, dopo qualche esortazione, qualche esitazione e qualche Ma sììì, che può succedere di male?, frase
che ovviamente non avrei dovuto pensare perché porta inevitabilmente a
disastri, questa pagina dovrebbe essere la prima di una versione un po’
diversa delle rubrica Caro Diario sul blog dei Cactus di Fuoco, dato che
è scritta da un altro dei componenti della squadra: Mimma!
Ammetto che spero di rimanere più spontanea possibile nello scrivere le
mie pagine di diario anche se ora si contempla la possibilità di una
lettura da esterni (cioè, quei quattro micetti che frequentano il blog);
per il perseguimento di questo scopo mi scorderò di tutti voi e quindi
se scriverò parole del tutto inventate, roba senza contesto, frasi che
mi scordo di finire, rambling filosofico-emotivi, grammatica di Dio e
similari, beh, vorrà dire che ci sarò riuscita e avrete letto il genuino
diario di questa persona sconosciuta. Nota prima di iniziare: la mia
gatta si chiama Morrighan. Ve lo dico perché non sono certa che la
chiamerò mai così nelle avventure a seguire.
Ecco, da ora non esistete più.
Prufi mi annusa i piedi. Ora si è aggrappata al tiragraffi che la mia
geniale unità genitoriale femminile ha attaccato alla porta penzoloni,
così anche la gatta è penzoloni quando cerca di farsi gli artigli e
ondeggia per tutta la casa.
Stanotte ho dormito
abbastanza male, caro Coso, perché il mondo ha fatto scattare tutti i
suoi allarmi nello stesso momento. C’era una bimba che urlava e piangeva
come un’ossessa dopo l’una di notte, lanciando alla luna stridii di
aquilotta ferita e suoni bavosi. Non solo ero sveglia nel mio letto, ma
la cosa è andata avanti abbastanza da farmi venire il dubbio e farmi
considerare se andare o meno a vedere se qualcuno le stava facendo del
male, perché è vero che i bambini piangono molto sonoramente e molto a
lungo e non sempre è qualcosa di preoccupante quanto vorrebbero farlo
sembrare loro, ma siccome le sue parole erano del tutto incogrue e
appiccicaticce non avevo contesto. Grazie alle stelle a un certo punto
ha smesso. E ha iniziato il cane.
Per stanchezza ogni tanto mi addormentavo nel mezzo dei wooo wo wo woooo
e i sogni non dovevano essere piacevolissimi, perché ricordo un tizio
vestito da Demogorgone che cercava di spaventarmi nel mio panorama
onirico e credo di non averla presa benissimo (gli ho dato botte,
forse?) finché non mi svegliavo di nuovo. È andato avanti una cosa come
due ore, ormai dovevano essere forse le quattro del mattino, prima che
la smettesse.
Si è alzato pure papà dall’altra
stanza per venire a controllare che nessun ladro fosse venuto a
derubarci spaventando i cani, ma tutt’ora non ho idea di che cavolo
avesse quel canuzzo perché non abbiamo visto pericoli. Quindi, una volta
che Pix il poltergeist si era allontanato dal quartiere e aveva
lasciato stare i cani avrei dormito dormire serena. No? No. Perché gli
occhi mi sono caduti sulla radio che Testa-Di-Cocco lascia sempre
accesa, a prescindere, e c’erano scritte azzurre e rosse e gli occhi mi
facevano pupi pupi nel buio. Hello. Radio. Insert Disc. Chtulhu fhtagn. Mi sono alzata, l’ho spenta dal tasto Off, mi sono riseduta e la bastarda impossessata si riaccende da sola. Hello.
Ho staccato la spina e finalmente sono riuscita a dormire e ho sognato coccole.
Ha sto vizio bruttissimo Testa-Di-Cocco che non so come cacciarglielo:
lascia tutto acceso, elettrodomestici, luci, e li accende anche quando
non c’è bisogno di accenderli. Mentre scrivo ce l’ho qui di lato che
mangia una pappina – e no, non è vecchia – composta da polveri marroni,
yogurt alla fragola e pezzi di banana, e forse ci ha sparso un paio di
cereali gialli di dubbia origine. Oggi voleva lasciare la gatta sola a
casa con l’aria condizionata a temperature da Siberia, con tutte le luci
accese “così non si sente sola”. E che gran risate che si fa con le
luci la gatta, i migliori companeros! La logica era incontestabile.
A parte questo e il caldo, la giornata è continuata molto bene, anche
se non sono riuscita a finire niente. Però ho giocato a Love Nikki,
chiacchierato con le mie amiche (mainly su Internet, perché le mie
amiche che stanno nel mio stesso paese sono una a Londra, e sono
felicissima per lei perché ha sempre voluto viaggiare, e l’altra si sta
trasformando rapidamente in una hikikomori e vedo più il suo gatto che
lei), passato il mio tempo con i cani e la gatta, disegnato e letto il
mio libricetto di Stranger Things. Hopper sei tutti noi, con più panza e
parolacce e camicie da boscaiolo e segrete backstory strappalacrime.
Testa-Di-Cocco ha portato una ciotola gialla di noci e agli e ride da
sola e dice, tra le lacrime “Misericordia”. Misericordia per davvero. Ha
anche dato una noce a mia sorella, ma le ha raccomandato di non
mangiarne “i nozzula”, il gheriglio, l’interno. Non ci è chiaro cosa
dovremmo mangiare, mentre lei si lamenta che “queste noci non hanno
sapore delle noci” e “puzzano di aglio”. Viene il dubbio che non stia
mangiando una noce.
Oggi ho meditato un poco in
campagna, sotto le robinie, ed è stato molto rilassante, e ho scoperto
che c’è una brutta youtuber che ha un nome tipo brooke e che voglio
punire in qualche modo perché abusa il suo sole di dobermann, e lui non
se lo merita. Amo i miei pets, mi fa venire una gran rabbia pensare che
qualcuno potrebbe mai fare del male ad un animale qualunque, figurarsi
il proprio! La sola idea di fare qualcosa del genere ai miei animali e
le conseguenze mi fanno insieme una tristezza infinita e voglia di
prendere a calci la maldida da qui a Timbuctu, e nel frattempo godere
delle bellezze del viaggio insieme ai miei animali. Alla fine avrei pure
delle gambe da reverse fenicottero, ma vabbè.
Oh, è
arrivato anche mio zio Longu Ammatula! Non ha imparato niente nell’anno
in cui non ci siamo visti, ha detto le esatte cose che ha detto il giorno in
cui era ripartito per Londra (e quelli prima) e la sua presenza
significa ritardi nei miei lavori, perché di sicuro si presenterà di
sera mentre lavoro per parlarmi di Lionardo, i lioni e la saturazione
dei colori. Cose che so già abbondantemente.
Ma doveva proprio avvenire questo scambio? Londra, ridammi Francesca e riprenditi Longu!
O almeno così direi se fossi più egoista, perché in realtà sono troppo
contenta che lei possa finalmente viaggiare come voleva fare – ha preso
una borsa di studio! Finalmente una cervellona come me! – e, se questo
volesse dire realizzare il suo desiderio nella folle, colorata,
inarrestabile ruota della mentalità magica, mi sorbirei volentieri anche
zio Longu.
E per ora basta.
Pensiero del giorno: a volte quando descrivi qualcosa le parti tristi
prendono buona parte dei racconti, e magari la giornata sembra parecchio
peggio di quello che è. Da quello che ho scritto sembrerebbe una
giornata schifosa. In realtà tutti questi sono mini-momenti che mi fanno
ridere nel pensarli ora, e tutto il resto di ciò che non ho scritto non
l’ho scritto perché è stato davvero meraviglioso, tipo il bambino che
ho fatto giocare con Mami il cane oggi o la bellezza di ogni singolo
fiore e pianta che abbiamo passato camminando, o quanto è bella e buona
l’acqua fresca da bere – e da buttarsi in testa – quando fa così caldo, o
quanto io mi senta grata e felice quando parlo con i miei amici.
Libro letto al momento: Buio sulla città di Adam Christopher
Serie guardate al momento: Hannibal in spagnolo, prima serie di Yu-Gi-Oh.
Notte, Coso.
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