giovedì 28 maggio 2020

Recensione - Io, i miei desideri e il mio miliardario - Vol. 1 (Rose M. Becker)


Il mondo è strano, germoglietti.
Siamo certi di aver ribadito più di una volta che i romanzi rosa sono quelli che leggiamo di meno in assoluto, eppure tra i libri che sono stati recensiti in questa raccolta figurano già almeno un paio di esponenti di questo genere… contando quella di “Io, i miei desideri e il mio miliardario”, ovviamente!
C’era dubbio, con un titolo del genere, che si trattasse di un romanzo rosa? Siamo sicuri che lo avevate già capito appena ricevuta la notifica (ammettiamo che un horror con un titolo del genere sarebbe stato intrigante da esplorare, comunque), e probabilmente avevate capito già pure trama e finale prima che potessimo dire “Spine”.
Finale che noi non sappiamo comunque, lo precisiamo subito; almeno non dell’intera vicenda.
“Io, i miei desideri e il mio miliardario” è solo il primo di una serie di ben sei libri, che hanno tutti titoli uno più fantasioso dell’altro. Il titolo completo di questo libro è “Io, i miei desideri e il mio miliardario 1”. I seguenti sono “Io, i miei desiderio e il mio miliardario 2”, poi c’è il “3”, e così via fino al numero 6. Gioite, popolo!
Altro che Divergent, Insurgent e Allegiant. Altro che i colori delle 50 Sfumature! Qui c’è la classe vera. Ah, se solo ci avesse pensato la Rowling! Vi immaginate la soddisfazione di leggere “Harry Potter 1”?
La scelta, a giudicare dalla lunghezza di ogni volumetto – che sono in media una sessantina di pagine, settanta per il primo, che è il più lungo della serie – potrebbe venire dal fatto che in realtà sembra essere lo stesso romanzo tagliuzzato in libricini diversi per poterci fare più soldini e, se funziona, buon per la Becker.
Tre cose ci hanno spinto a recensire questo romanzo:
1) È gratis (al contrario dei seguenti, che comunque hanno prezzi modicissimi)
2) Copertina e titolo suggerivano una bruttura che dovevamo assolutamente condividere e commentare con voi
3) Sulla sezione libri di Google Play, dove lo abbiamo reperito noi, diverse persone avevano lasciato commenti per cui il libro gli era piaciuto, ma avevano lasciato cattive recensioni o si erano lamentati perché erano contrariati dal dover pagare per leggere il seguito.
No. Gli artisti hanno diritto a mangiare e a vivere fuori dalle scatole di cartone, perciò vanno pagati per il loro lavoro. E se una certa opera – di cui ti è stata data la possibilità di usufruire gratuitamente – ti piace, allora puoi dire che ti piace, ma non puoi pretendere tutto il resto gratis, compresa l’anima del creatore che vuoi perché pensi starebbe bene messa nel tuo centrotavola coi fiori spennacchiati.
Tra i vari commenti abbiamo un: “Perché solo il primo è gratis mentre gli altri constano” che è probabilmente un picco di filosofia, datoci da un anonimo Utente Google che però ha lasciato cinque stelle. È perplesso, date un biscotto e un’indicazione ad Utente Google.
Per rendere equa la questione siamo dovuti intervenire per poter dare un nostro giudizio spassionato, e per certi versi è un libro che ci ha sorpreso. Parliamone un po’!

1. La trama: Elena Lavigne è una studentessa d’arte sbadata, emotiva, difficile da prevedere – in primis a sé stessa. È un giorno importante per lei: incoraggiata dalla sua migliore amica, che al contrario suo è una ragazza alla moda, alla mano e che non mette i vestiti da gran gala con le scarpe da ginnastica, la ragazza è pronta per sottoporre i propri lavori ad uno dei galleristi più importanti della città nella speranza di convincerlo ad esporre le proprie opere di artista emergente.
Ci riesce? No. Elena ha appena il tempo di tirare fuori lo scartafaccio di lavori che si era portata dietro e spargere un po’ di fogli per la stanza prima che arrivi il signor direttore in persona, che non solo non da’ neppure un’occhiata ai suoi lavori, ma, ahimè, le guarda le scarpe.
Queste scarpacce da ginnastica sono importantissime per la trama, perché sono una sorta di portafortuna per la protagonista, un feticcio che porta sempre con sé. La salvano dalla sfiga? No. Ma la fanno sentire un po’ più tranquilla nelle situazione in cui è nervosa, almeno.
Il signore quindi guarda queste scarpe-pagnotte masticate dai cani, con le mosche che girano attorno, spuntare da sotto l’orlo del vestito e apparire proprio dove dovrebbero stare i piedi di Elena e strabuzza gli occhi.
«Disonore su di te e sulla tua mucca» Dice il gallerista sessantenne (forse parafrasiamo un po’) e, dopo averle ordinato di dileguarsi, proclama un editto per cui né Elena Lavigne né la sua gente, gli studenti d’arte, possano più cercare di farsi creare un’esposizione nella sua galleria.
Ammettiamo che all’arrivare del signore ci siamo incuriositi. Uomo? Check. Ricco? Check. Ha a che fare con la passione della protagonista e la tratta malamente al primo incontro? Altroché!
Stavamo forse per assistere a qualcosa di rivoluzionario, una storia d’amore proibita tra una studentessa d’arte e un vecchiaccio scorbutico? Il vecchio gallerista forse è così aspro con il prossimo perché la sua passione per l’arte ha finito per diventare solo un business, facendo avvizzire il suo cuore una volta appassionato? Elena avrebbe forse riesumato questo cuore facendo tornare viva la passione per l’arte e facendone sbocciare una inaspettata, quella per lei?
Ah, no. Lei esce dalla porta e se ne va, avvilita (e a ragione, visto che non le hanno neanche fatto aprire bocca), e così sfuma per sempre questo sogno d’amore.
Elena ha due amici: una brava, bella, intelligente e simpatica, l’altro scorbutico, non particolarmente brillante e lungo lungo, che continuerà ad uscirsene con una serie di frasi che rallegreranno la protagonista come un grattugia per il grana adoperatale sugli alluci.
La migliore amica di Elena decide di tirarle su il morale portandola al proprio mega party esclusivo, che si svolgerà quella sera stessa ed a cui saranno presenti tutti i ricconi e le persone influenti della città. Peccato che la buona intenzione della ragazza finisca solo con l’agitare Elena ancora di più dato che la giovane sa che mescolare lei e gli eventi d’alta società è una pessima idea.
La Lavigne ha ragione.
Non si oppone alla proposta dell’amica pur anticipando il disastro, perché lei non si oppone mai a niente, ma più o meno venti minuti dopo l’inizio del party è già riuscita a stracciarsi una spallina del vestito camminando sopra l’orlo dell’abito con i tacchi alti (sarà la prima ed ultima volta in cui non mette le Converse-amuleto) e corre in giro col reggiseno in bella vista; per di più, i suoi amici pensano che si sia ubriacata anche se non ha toccato un goccio. Elena corre a nascondersi nel guardaroba, dolce pudico bocciuolo di gelsomino, ma sbaglia porta e sbatte contro un tizio che non conosce e che la fissa incuriosito.
Perché è il guardaroba dei maschi.
Lui è bello come un divo, gentile, con occhi penetranti color del ghiaccio e, dato che è invitato al ricevimento, ricco da fare schifo. Affascinato dai piedi di ricotta di Elena e dall’ardore con cui questa donna povera è venuta a spiare i maschi che si cambiano, l’ultra miliardario decide di aiutarla. Non solo la salva a mezza caduta, acciuffandola al volo, ma si sfila il fermacravatta e dopo aver fatto un po’ di gesti con le mani e recitato delle paroline magiche sulla sua spallina stracciata, ne ha riconnesso i lembi con il fermacravatta ed una bella piega che fanno sembrare l’abito ancora più fancy.
«Ushi pushi pelushi!» Dice il miliardario per completare la magia (forse parafrasiamo un po’), ed Elena, con gli occhi a cuoricino, si sente percorrere da una scarica elettrica. Spoiler: Elena si sentirà percorsa da scariche elettriche con una frequenza allarmante accanto al suo affascinante salvatore, che chiameremo per questo motivo Pikachu.
Elena torna a casa presto, sentendosi tutta sottosopra. Vuole dimenticarsi del bel Pikachu, anzi, a dire il vero, le piacerebbe riuscire a dimenticarsi di tutte queste lunghissime ventiquattr’ore che sono state solo una serie di fallimenti inanellati.
Ma sembra che dimenticare non le sarà così facile: un paio di giorni dopo, mentre la sua migliore amica le occupa la casa a random, ad Elena viene recapitato un regalo inaspettato.
È una… «Fibidibula» la chiama la sua migliore amica, e qui non c’è parafrasi, stiamo riportando i fatti. In realtà è una fibula, una bellissima spilla d’oro decorativa che ornava le toghe in epoca romana, che lascia Elena senza fiato. Ma soprattutto, è un pretesto: Pikachu vuole rivederla per riavere indietro il suo fermacravatta e, chissà, conoscersi meglio...
Buuuh, volevamo la ship di VecchioXElena!
2. La copertina: Ce n’è una sola. Il convento passa questo: minestra o finestra.
Ce n’è una per questo libro e una, sempre la stessa, per tutti i libri seguenti di questa saga, di cui cambierà solo il colore e il numerino in alto, perciò è meglio rassegnarci subito.
Minestra. O. Finestra.

Monumenti, monumenti a caso!


La silhouette di una ragazza alla moda, che chiaramente non è Elena, viene sollevata dalla silhouette di un uomo alla moda, mentre minacciosi monumenti di New York si affollano sullo sfondo rosa. Siamo a New York, questo almeno l’hanno azzeccato, ma l’interazione tra le due personcine sembra lì soltanto per spoilerarti cose importanti della trama che ancora non hai letto e si risolveranno solo nei libri seguenti, perché a dire la verità non c’entra niente né con Elena, né con i suoi desideri, né col suo miliardario nel primo volume.

3. Cosa ci è piaciuto: Come dicevamo, è un libro che è riuscito a stupirci, perché abbiamo iniziato a leggerlo aspettandoci una cosetta ridicola e, invece, più si andava avanti più si è rivelato non essere affatto sgradevole. La scrittrice ha del potenziale: non è mai uscita dai binari con questo libro, ma da un’affermazione qui e una citazione lì si intuisce che è una persona creativa e che ha voglia di imparare e, in futuro, potrebbe fare ancora di più. Buona fortuna, Rose M. Becker!
Un’altra cosa che abbiamo apprezzato è che il “miliardario di Elena” è un bravo ragazzo, che si preoccupa delle emozioni di Elena e tiene conto delle sue passioni. È misterioso, tenebroso ogni tanto, ma non da’ quelle vibes da psicopatico criminale pronto ad accoltellare la protagonista ad ogni frase come ci è capitato di leggere per altri protagonisti maschili un po’ troppo spesso, anzi, sembra genuinamente buono.
La protagonista è piena zeppa di stranezze: compra foto di sconosciuti e inventa storie su chi siano, cosa facciano, e fa innamorare le foto tra loro, ha praticamente solo un paio di scarpe per uscire ed è una fissata dell’omeopatia che non sa tenere ordine nella borsetta neanche sotto minaccia. Però, anche se la fa sembrare fuori di melone, questo la caratterizza e la fa sembrare più vera, molto più di tutti gli altri personaggi.
*Spoiler*
Ci è piaciuta l’idea delle Secret Box e come sono state rivelate nella trama, che sono l’opera d’elezione creata dalla protagonista. Sono delle scatoline in cui si può sbirciare attraverso un “buco della serratura” finto o una fessura per vedere degli ambientini segreti creati al loro interno, uno diverso per ogni scatola, che possono essere delle stanzette in miniatura o altri tipi di ambienti. È una cosa nuova e che approfondisce un po’ la psicologia di Elena nella narrazione per una serie di motivi.
*Fine spoiler!*

4. Cosa non ci è piaciuto: Oltre alle Secret Box, citate dopo l’allerta spoiler, non c’è niente che risalti veramente nel libro. Durante tutta la lettura abbiamo avuto l’impressione di rileggere cose già lette e di sapere già l’andazzo della trama, e nulla ci ha contraddetti.
Personalmente, abbiamo trovato davvero difficile ricordare buona parte dei nomi dopo pochissimo che avevamo letto il libro perché non abbiamo trovato la scrittura dei personaggi particolarmente coinvolgente; la meglio tratteggiata è probabilmente Elena stessa, mentre tutti gli altri sono così poco unici che non sembrano persone vere: solo personaggi, fatti per essere bidimensionali e non lasciare Elena da sola troppo a lungo.
E se unisci questo al fatto che la signorina Lavigne rimarca possesso del suo miliardario già nel titolo, c’è poco spazio per i dubbi su come possa finire la storia, e noi non sentiamo il bisogno di continuare.
Tra le varie stranezze di Elena ce n’è una in particolare che ci ha reso difficile leggere il libro in santa pace, ovvero il modo in cui parla con sé stessa. Il modo in cui si viene bombardati dei suoi pensieri che commentano un po’ tutto, ma sono quasi ossessivi soprattutto nei primi capitoli, continua a distrarre il lettore dalla narrazione. È come avere una persona appoggiata alla spalla che ti parla mentre cerchi di seguire la storia senza poter fare nulla per farsi lasciare in pace.

Voto complessivo: 63 su 100. Complimenti libricino, ti sei classificato!

A chi lo consigliamo: È un libro breve e senza pretese, perfetto per una lettura sotto l’ombrellone o in un pomeriggio pigro. Lo consigliamo a chiunque voglia una lettura leggera e non impegnata, sia parlando di temi trattati che del poco tempo impiegato per leggere le sue settanta pagine, e che ami le storie d’amore.
Se leggete tutti gli Harmony che trovate sottomano, se siete sempre a caccia di storie romantiche su Wattpad e piattaforme colleghe, se tanto lo sapete già dalla pagina uno che Ciccillo e Cocò si amano alla follia e si sposeranno, ma è proprio questo che vi fa piacere il libro che state leggendo, allora questa lettura potrebbe davvero fare al caso vostro e farvi innamorare!
Anche a voi, persone avare, lo consigliamo anche a voi: è un libro gratis.

Dove potete comprare il libro?
Noi abbiamo potuto scaricare questo primo volume gratuitamente su Google Play, come già avevamo accennato nell’introduzione, ma vi basta fare una ricerca su Internet per trovarlo, in modo gratuito, praticamente su qualunque piattaforma che vi offra la possibilità di acquistare libri, come Kindle. Crediamo non ne esista una versiona cartacea, o perlomeno a noi non è mai capitato di incontrarla ad oggi.
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!


P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Hey, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)


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