lunedì 25 ottobre 2021

Recensione: Percy Jackson e il Ladro di Fulmini (Rick Riordan)

Ce lo avete chiesto in tanti! In particolare l’utente @cabin_13 su Wattpad, che vogliamo citare fra tutti perché… così, a caso. Giusto per dire il nome di uno di voi, amatissimi lettori!
Stiamo parlando di un libro che, teoricamente, è iconico… una specie di Hunger Games, di Harry Potter e la Pietra Filosofale, di Nihal della Terra del Vento (anche se quest’ultimo stona tantissimo citato nel novero, oh déi se stona! Come vedere un airone che passeggia fra le papere), insomma l’inizio di una serie mainstream per ragazzi. Una roba ossessionante, giusto? Giusto. Di quelle che quando le inizi da bambino ti risucchiano in una spirale in cui il tuo pensiero fisso è “voglio saperne di più”.
Solo che questa volta, il libro non l’abbiamo letto da ragazzi (o addirittura da bambini) e non siamo stati investiti dalla sua ondata di popolarità, quindi siamo quasi completamente esterni al suo fenomeno, e diciamo “quasi” solo perché l’abbiamo sentito citare in tv. Non è il nostro target, visto che siamo grandi. Non abbiamo neanche mai visto i film, quindi entriamo con cautela, guardandoci attorno e cercando di capire con cosa abbiamo a che fare.
La recensione di oggi sarà dedicata a Percy Jackson e il Ladro di Fulmini, il primo della serie di cinque libri dedicati tutti al nostro piccolo Percy (e agli dei dell’Olimpo), scritti dall’autore americano Rick Riordan.
Ora, germoglietti tenerini, lo sappiamo che per molti di voi questo è un libro caro al cuore e sappiate che le nostre parole non devono categoricamente farvi cambiare quello che sentite per esso, perciò vogliamo ricordarvi che la nostra recensione è estremamente personale. Sì, di solito non diciamo mai queste cose a inizio recensione, anche se sono ovvie. No, non le stiamo dicendo perché ci accingiamo a demolire il libro a colpi di palla demolitrice… ma stiamo per parlare di un libro che, da quanto ne sappiamo, ha aiutato molti bambini, ragazze e ragazzi più o meno grandi, ad accettare di più sé stessi. Stiamo parlando del primo libro di una saga che ha in sé variegata rappresentazione e che per forza di cose può dare a molti una sensazione di appartenenza, perciò parliamo di qualcosa di delicato e non possiamo direttamente buttarci, con la ruvidezza che ci contraddistingue.
Noi analizziamo tutto in base ai nostri, e solo ai nostri, gusti personali.
Quindi, sia che amiate Percy Jackson e il Ladro di Fulmini, sia che lo troviate un libro superficiale e infantile, buttatevi insieme a noi e fatevi quattro risate con la nostra ironica recensione spinosa ;)


1. La trama
Il nostro protagonista è Percy Jackson, un ragazzino di dodici anni che vive a New York con la madre Sally. Suo papà non si sa chi cavolo possa essere, perché come nella più cliché delle storie sugli orfani, la mamma non fa altro che dirgli cose tipo “Ah, era bello” “Ah, era bravo” “Ah, somigliava a te” oppure “Ah, è sparito per sempre, disperso in mare”. Normale no? A giudicare dalle ventordicimila opere incentrate su ragazzi che hanno padri importanti e misteriosi, sì.
Quindi, cosa rende il nostro piccolo Percy, ragazzino bianco con capelli scuri, unico? Cosa lo distingue da tutti gli altri undicenni/dodicenni prescelti e fra loro completamente identici?
Percy è dislessico. Ed è pure iperattivo e ha un deficit dell'attenzione. (Anche se, guardando gli altri protagonisti simili, alcuni sembrano esserlo pure, sebbene non apertamente... vabbé. Forse sono più illetterati che dislessici, giusto Eragon? Oppure più scemi che illetterati, giusto Harry? Oppure più... vabbé, avete capito).
Il nostro assolutamente originalissimo protagonista frequenta la Yancy Academy e i suoi problemi lo fanno finire sempre in mezzo ai guai. Apparentemente solo un insegnante sembra avere fiducia in lui, mentre ce n'è un'altra che è letteralmente un mostro mitologico che vuole ucciderlo e che lui sconfigge grazie all'aiuto di una penna che diventa una spada.
Allora, direte voi, è qui che inizia l'avventura! Percy ha una penna che diventa una spada, è una roba incredibile!
No. No, niente affatto, Percy penserà di essersi immaginato tutto, di esserselo sognato, ma inizia ad avere dubbi quando sente alcuni dialoghi sospetti fra Grover (il suo unico amico in questa scuola) e il professore-che-crede-in-lui (di cui al momento non ricordiamo il nome, scusate).
Insomma, forse se loro parlano di certi fatti, allora non si tratta solo di sogni...
Finché un giorno Percy non va al mare con sua madre, in un'adorabile casetta che gli ricorda la sua infanzia. Ah, il mare! Che nostalgia, che amore per quell'odore, per quella particolare luce, per il modo diverso in cui scorre il tempo quando si è vicini al mare... ma non divaghiamo troppo: aldilà della gioia di essere in questo luogo fantastico, c'è qualcosa che aspetta il nostro Percy.
Percy che si sveglia nel mezzo di un uragano! AHHHH! Percy che vede Grover, il suo amico di scuola, camminare su zampe caprine invece che gambe... bambine? Vabbé, gambe umane. AHHHHH! E poi quello che di sicuro non ci si aspetterebbe: un Minotauro. Anzi, IL Minotauro (sennò non lo scriveremmo con la lettera grande, se fossero una specie intera, giusto?), che sembra volerlo incornare e per buona misura gli ammazza la mamma, facendola sparire in un lampo di luce prima di essere a sua volta ammazzato (da un bambino dislessico, anche se in teoria è un mostro fortissimo) e sparire senza lasciare traccia.
Eh, che volete? Al giorno di oggi si usa così. Non ci sono più le plateali morti di un tempo...
Dopo tutto questo gran patatrac, questo guazzabuglio di cose che lascerebbero interdetto anche un pilota di Eva, Grover aiuta Percy a raggiungere il Campo Mezzosangue, un campo estivo per ragazzi “speciali”. Che c'è, non l'avevate capito che Percy era speciale?
E che cos'hanno di speciale questi ragazzi per essere tutti infilati nello stesso campo estivo? Sono forse in realtà dei changeling, fate scambiate alla nascita con neonati umani? Sono forse alieni sotto copertura che hanno dimenticato il loro passato? Sono forse tutti figli di Chef Rubio e destinati ad una carriera in cucina? No, sono semidéi e per la precisione figli di divinità del Pantheon greco e di esseri umani. Ma Percy è statunitense, che c'azzeccano gli déi dell'Olimpo?
Eh, avete mai letto American Gods, il celebre romanzo di Neil Gaiman? Una cosa del genere, ma per bambini: gli déi si spostano insieme ai popoli e ora stanno in America. Anche se nel libro è spiegato in maniera un po' diversa, che vorrebbe essere figa, ma fa storcere il naso per quanto Americo-centrici sono gli americani, che si credono addirittura “il cuore della civiltà occidentale”.
Quelli siamo noi italiani, mettetevi di lato. E ascoltatevi un po' di musica dei Måneskin, che è meglio.
Ma torniamo a Percy: qui lui scoprirà la vera identità del suo insegnante-che-crede-in-lui (è Chirone il centauro!) e incontrerà una tizia che si chiama Annabeth ed è... figlia di... Atena. Ovviamente. Di Atena, proprio lei, la dea della saggezza.
Allora... abbiamo un protagonista problematico senza i genitori che non sa chi è davvero, un migliore amico mangione e buffo e una ragazza super-intelligente... dove abbiamo già sentito questa formula? Ah, sì: HARRY POTTER!
Che poi, per carità, ci sta tutto copiare gli schemi che ci piacciono per scrivere una storia, ma magari farla sembrare di meno una fanfiction? Ma di questo ne parleremo più avanti...
Percy scopre chi è davvero (Harry, sei tu? Sei un mago?): è il figlio di Poseidone! Che in teoria non dovrebbe avere figli perché ha un patto con Zeus! Anche se pure Zeus fa figli in giro, come sempre! Nessuno qui rispetta i patti! Ognuno fa il cavolo che gli pare!
Succedono cose, bla bla, Dioniso dice a Percy una battuta di Severus Piton ("Bene, bene. La nostra piccola celebrità."), bla bla, i ragazzini vengono smistati nelle case a seconda del loro genitore divino, bla bla (ehi... ma... pure le case in conflitto? Come a Hogwarts? Si vede che è una formula che vende. Ora la copiamo pure noi, promesso), c'è una bulletta nemica (almeno non è un maschio! Bravo Rick Riordan, la reinterpretazione è la chiave!) che fa brutto a Percy, ci sono nuovi amici, si fa sport, si mangia, si dà fuoco al cibo e si annusa il fumo (davvero, eh! Questi sniffano il fumo. Ma è un particolare che ci è piaciuto), bla bla.
La storia entra nel vivo quando il nostro piccolo Harry... ehm, vogliamo dire Percy, viene a conoscenza che sul Monte Olimpo gli déi sono in tumulto e che una guerra potrebbe scatenarsi da un momento all'altro: è stata rubata la folgore di Zeus, una specie di arma iper-nucleare capace di spazzare via intere città, e il derubato è convinto che a farlo sia stato Poseidone (che per chi se lo fosse perso è il papà di Percy).
Tutti i bimbi mezzosangue (e pure quelli che dovrebbero sorvegliarli al campo) però, non ci credono: visto che devono essere stereotipici e puntare il dito contro chi non gli piace, sono tutti certi che a prendere la folgore sia stato Ade, il dio degli Inferi. Perché si veste di nero e sta sottoterra, gne gne! E te pareva che non doveva essere colpa del nostro dio preferito...
E Percy cosa può fare? Ben poco, direte, essendo solo un bimbo di dodici anni che non può neanche uscire dal Campo Mezzosangue, giusto? Sbagliato.
Percy riesce a farsi assegnare ufficialmente la missione di ritrovare la folgore (ma che sei scemo? Hai dodici anni e zero addestramento!), per scagionare il suo papà divino e per dimostrare qualcosa a sé stesso e agli altri, così, dopo una scena abbastanza figa in cui l'Oracolo gli predice il futuro (ciao oracolo che sta all'ultimo piano e ci si arriva attraverso una botola! Sei mica tu, professoressa Sibilla Cooman in versione essiccata?), insieme a Grover e Annabeth partirà per trovare Ade e convincerlo a restituire la folgore.
Lo troverà? Non lo troverà? Rimarrà per sempre a giocare in una sala giochi senza tempo? Riuscirà ad evitare di farsi trasformare in una statua di pietra? Userà il berretto dell'invisibilità che gli è stato dato, copiando ancora una volta quello che Harry Potter faceva con il mantello?
Lo scoprirete solo leggendo il libro!
(Ma chi vogliamo prendere in giro? Sappiamo tutti benissimo che ce la farà!).

2. La copertina
Troppe le copertine per essere analizzate in una sola recensione (che inizia fra l'altro a diventare un poco lunga, ehm, scusate...), recensiremo le più rilevanti e quelle che ci piacciono. Ecco. 
 
1. Quella che abbiamo noi:
In biblioteca ci hanno rifilato questa, c'è poco da fare. Immaginiamo che il ragazzo sulla macchina sia Percy Jackson, anche se zoomandolo non sembra per niente un ragazzino di dodici anni, ma tutt'al più il rapper Hell Raton. E poi mostrata così, scusate, sembra che sia davvero Percy il ladro, quando in realtà lui dovrebbe recuperarla soltanto, la folgore. Perché il protagonista buono dovrebbe cercare di far saltare in aria un palazzo così, a caso? Chi l'ha fatta 'sta copertina? Ma almeno l'artista l'ha letta, boh, una trama del romanzo?

Okay, diteci che questo qua ha dodici anni e non trenta

2.L'originale:
Questa è stata la prima cover! Un lavoro grafico certamente non perfetto, ma almeno adeguato e con i mostri giusti in copertina! Lo sfondo sgranato dietro le illustrazioni è strano, ma tutto sommato ci può stare, dài... 
Comunque il feeling generale è quello che sia la copertina di un libro fantascientifico che parla di un laboratorio dalla quale escono questi mostri.
Ma avete notato che c'è un commento di Eoin Colfer? DI EOIN COLFER? Sì, il tizio che ha scritto la (bellissima) saga per ragazzi di Artemis Fowl! Eoin, non sapevamo che avessi questi gusti...
Eoin... Eoin, no. NON FARLO. NON DIRLO.

3. Quella romena:
Sembra un libro per giovanissimi sulla mitologia greca, non lo prenderemmo neanche in mano sullo scaffale.
Vince il premio per la copertina meno accattivante della serie!
Sono ZEUS! E sono MUSCOLOSO! E i miei muscoli sono STRANI!

 
4. La UK cover:
Con un feeling che ci ricorda alcune vecchie cover di Harry Potter (embé, direte voi, è per una cosa ispirata da Harry Potter ed è pure edito in Gran Bretagna, che volete?) questa, ehm, splendida copertina ci propone una scarpa con le ali davanti ad un cerchio dorato con dei simboli e la figura nell'insieme ci ricorda, ovviamente, un boccino. E vedere un fulmine su questa cover, come su tutte le altre, ci ricorda che anche il fulmine fa parte dell'iconografia tipica di Harry Potter. Yay!
Sono la scarpa di Harry Po... ehm, di Ermes. Volevo dire di Hermes.



 
3. Cosa ci è piaciuto
Alcune idee all'interno della storia sono originali e intriganti, a partire dal bellissimo spunto per cui i ragazzi dislessici (e/o iperattivi) potrebbero essere in realtà dei semidéi greci, questo perché l'istinto guerriero e i riflessi pronti si traducono in questa smania di fare cose, di muoversi (l'iperattività!) e perché il loro cervello sia fatto per leggere automaticamente il greco antico, non l'inglese. Insomma, un'idea capace di far sognare i più piccini che soffrono di questi problemi, di fargli chiedere “chissà chi è il mio genitore divino...” (a costo di guardare i veri mamma o papà con sospetto... chi di loro sarà il genitore adottivo, eh?).
Interessanti anche alcuni adattamenti moderni degli déi o delle creature della mitologia greca, come la sedia a rotelle di Chirone che in realtà è magica (un po' tipo come un Tardis, più grande dentro) e che nasconde in realtà la sua metà equina, oppure l'Hotel Lotus, trasposizione moderna dell'isola dei lotofagi dell'Odissea, dove si perde la memoria giocando ai videogames e divertendosi fra gli sfrenati lussi dell'albergo invece che, come ai vecchi tempi, mangiando il frutto del loto, o ancora la divertente figura di Caronte che usa l'obolo (che tutti i defunti devono portare con sé nell'aldilà) per comprare vestiti firmati da cui è ormai dipendente. Persino il luogo in cui si trovano gli déi dell'Olimpo, al seicentesimo piano dell'Empire State Building, è veramente pittoresco e sembra ben integrato nell'atmosfera molto americana della narrazione.


4. Cosa non ci è piaciuto
Eccetto per le poche eccezioni che abbiamo scritto in “cosa ci è piaciuto”, c'è una totale assenza di originalità di questa serie, che gioca all'ottanta percento intorno a stereotipi e non approfondisce neppure davvero la mitologia greca.
Sembra che Rick Riordan, almeno in questo libro (gli altri non li abbiamo ancora nemmeno sfiorati), abbia pensato che fosse una buona idea informarsi sugli déi dell'Olimpo non leggendo i libri, ma guardandosi, che so, dei cartoni animati degli anni ottanta. Oppure chiedendo informazioni a dei bambini delle elementari.
Che poi, diciamocelo, ma alla fin fine ci rode tantissimo che entrambi i nostri déi preferiti, Dioniso e Ade, siano stati stereotipati MALE. Cioè, Dioniso! Ce l’hanno reso come un annoiato, bruttarello, americanizzato ometto che non c’ha sbatta di lavorare al campo mezzo sangue… e se pensate che questa possa essere una buona rappresentazione per lui, sappiate che Rick Riordan lo ha fatto somigliare molto più alla versione Disney di Filottete (il satiro che allena Hercules, ve lo ricordate?) e per niente a Dioniso, lo strafigo misterioso, selvaggio, carnale della mitologia greca, quello accompagnato dalle baccanti, donne urlanti che strappavano a pezzi gli esseri umani, quelle che mischiavano il sangue con il vino. Cioè, Dioniso è il dio dell'estasi, dell'ebrezza, della liberazione dei sensi, lo spirito divino di una realtà smisurata, un ibrido dalla multiforme natura che incarna opposti e circoli, l'animale e il divino, l'uomo e la donna, soprannominato lysios, “colui che scioglie”, inteso come qualcuno capace di liberare gli esseri umani dai vincoli dell'identità personale per metterlo in contatto con il divino.

'Nsomma, che c'azzecca con il Dioniso di Percy Jackson?
Che poi, eh, modernizzare gli déi è un’idea bella, bellissima! Ma lo è se lo sai fare, se sai reinterpretare il canonico originale per dargli quel twist che ti fa dire “figata assurda! Questo è un dio in vesti da mortale!”.
Un'altra cosa è la fine che fanno i mostri. O meglio, la fine che non fanno, visto che sono immortali, o più precisamente morti a tempo determinato: quando un mostro (per esempio il Minotauro oppure Medusa) viene ucciso da un eroe, dopo un tot di tempo ritorna in vita. Così, come se niente fosse, da qualche parte nel mondo, respawnando come un cattivo di basso livello di un videogame. Francamente questo sistema fa un po' videogioco e rende le uccisioni dei nemici fin troppo irrilevanti... se aggiungiamo questo al fatto che un bambino di dodici anni può farli fuori, si ha la chiarissima impressione che questi fantomatici “mostri” in realtà siano parecchio più deboli di un qualunque animale selvatico di taglia media e senza dubbio meno pericolosi di un essere umano e questa cosa indebolisce tantissimo la narrazione. Probabilmente lì fuori ci sono gatti più forti del Minotauro, per dire.
Niente ci ha tenuti in tensione davvero, niente ci ha fatti dubitare che l'eroe sopravvivesse o addirittura che non potesse vincere facilmente, tutti i cattivi sono deboli deboli deboli, come quando iniziate a giocare a Dungeons&Dragons e avete solo personaggi scarsi perciò per ottenere punti esperienza vi scontrate con i conigli, le rane e i goblin nani.
E un'altra cosa? Un'altra cosa: il ritmo della narrazione è troppo veloce. Mille cose al secondo e molte sembrano buttate lì completamente a caso, come se Rick Ricordan avesse avuto delle idee che considerava fighe e non gliene fregasse niente della trama, ma le avesse snocciolate una dietro l'altra. Per esempio, l'Hotel Lotus. Ora, come abbiamo detto prima, l'Hotel Lotus è una buona idea, davvero, e ci ha sorpresi positivamente, ma ha un impatto minimo sulla trama (quello di accelerare le cose, giusto per lasciare un solo giorno possibile per recuperare la folgore... ma perché si deve correre sempre in questo libro?) e non è che ci sia un vero motivo, nella trama, per cui 'sti poveri bimbi debbano essere rinchiusi nel Lotus, eh. È molto casuale. Ed è solo un esempio fra tantissimi che, per brevità, vi risparmieremo.
Un'altra cosa?
Non ci piace Percy. Non è che questo sia un difetto del libro, no! Non lo è affatto. Solo non piace a noi, che preferiamo eroi un po' meno... superficiali. Sì, Percy è terribilmente superficiale, apparentemente non gli interessa nulla, non cerca di approfondire niente, e poiché la storia è scritta in prima persona, con i suoi pensieri, sappiamo con certezza che non è che Percy non esterna i suoi interessi, è che proprio non ce li ha. Cioè, a parte mangiare schifezze (e si è lamentato dell'alimentazione gustosa e salutare del campo Mezzosangue, già questo non glielo perdoniamo) e bere coche cole, cosa fa nella vita? Mangia e dorme. Basta. La sua motivazione nel fare le missioni non è neanche chissà che, non cerca la gloria, cerca solo sua mamma (che potrebbe o non potrebbe essere ancora viva) e le sue amicizie non sono così profonde e belle come le si vorrebbe fare passare. Alla fine del libro, Grover e Annabeth sembrano solo due conoscenti un po' più intimi e in effetti le loro interazioni lasciano mooolto a desiderare: noi giravamo le pagine, una dopo l'altra, chiedendoci quando sarebbe arrivata la parte in cui, finalmente, 'sti tre bambini iniziavano a capirsi e rispettarsi reciprocamente. E invece niente.
Le dinamiche dei tre protagonisti sono quelle del Golden Trio (Harry, Hermione, Ron) di Harry Potter, rubate così come sono e appiattite, semplificate. E qui arriviamo alle dolenti note! Ahi ahi. Allora, sappiate che noi non siamo contro il “rubare” elementi da altre saghe, siano essi dinamiche relazionali, sottotrame o persino il carattere dei personaggi, ma! Ma queste cose devono essere fatte in modo da integrare con la propria trama le cose rubate... insomma, non si deve capire da dove viene l'ispirazione, quando finalmente l'autore rivela la fonte ai lettori questi ultimi devono essere sorpresi.
Rick Riordan ha effettivamente rivelato ai lettori di essersi ispirato alla saga di Harry Potter, solo che non si è sorpreso assolutamente nessuno. È come se (o almeno così l'abbiamo percepito) il nostro buon Rick avesse scritto la saga di Percy Jackson non perché aveva una storia da raccontare dentro di sé, ma solo per fare soldi facili cavalcando l'ondata di popolarità di Harry Potter e dando ai lettori questa impressione di familiarità (a volte pure un poco estrema) fra le pagine dei suoi libri.

Lui stesso ha detto, testualmente:
“I ragazzi hanno bisogno di letture come Harry Potter, per questo ho creato Percy Jackson”.

Poteva pure dire “Io ho bisogno di soldi, quindi ho preso gli elementi che funzionavano in Harry Potter e ho creato Percy Jackson”.

Il Worldbuilding, il mondo creato intorno alla storia, se in Harry Potter è ben fatto e riserva nuove sorprese di continuo, in Percy Jackson è invece scarno, poco approfondito e condito da descrizioni che spesso lasciano davvero a desiderare. E, a prescindere, i paragoni fra Harry Potter e Percy Jackson si sprecano: ne vedevamo duecento al secondo anche prima di sapere che Rick Riordan si era effettivamente ispirato alla saga della Rowling! Insomma, sono entrambe storie su ragazzini bianchi, con capelli neri e occhi verdi, destinati alla grandezza, speciali anche fra gli speciali (Harry ha sconfitto Voldemort, è importante tra i maghi, Percy è figlio di Poseidone, è importante anche fra i semidéi), hanno un amico buffo e mangione ma sempre pronto a supportarlo, entrambi diventano amici con una ragazza intelligentissima e sapiente dopo averle salvato la vita, si ritrovano in un posto magico che la gente comune non può vedere, vengono smistati in case... e così via. Insomma, persino gli antagonisti ad una certa sembrano copiati: nel primo libro di entrambe le saghe c'è un cane a tre teste e tutti e due vengono sconfitti con una modalità simile, anche se non identica (niente spoiler!).
Infine, non ci è piaciuto che il nome del protagonista sia Perseus ma lo chiamino “Percy”. Eddai, hai un nome figo, usalo!

Voto complessivo: 61 su 100. Complimenti, hai passato il test libro bello! Anche se di poco.

A chi lo consigliamo: A chi ha letto Harry Potter ed è sotto i quattordici anni di età. Se ne avete più di quattordici non garantiamo niente. A dire la verità non garantiamo niente in generale: leggete un po' quello che vi pare. Comunque non consigliamo la saga a tutti quelli a cui piacciono letture impegnate o sono puristi della mitologia greca, perché c'è il rischio di chiudere questo libretto con la voglia di chiamare al telefono Rick Riordan per dirgliene quattro.
Consigliamo di comprare questo libro anche a tutti quei genitori che hanno bimbi affetti da ADHD o dislessici e di regalarlo ai propri piccini: li farete sentire speciali, dei veri semidéi!


Dove potete comprare il libro?
È un libro ad alta reperibilità, perciò non vi sarà difficile trovarlo di persona in una libreria abbastanza fornita. Ma anche in una fornita poco, di solito c'è sempre lì, spiaccicata da qualche parte, almeno una vecchia copia di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo.
Se avete interesse nell’acquistare quest’opera online, potete trovarlo su quasi qualunque sito che venda libro.
Caso vuole che abbiamo anche un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro da lanciare in testa ai vostri figli che hanno appena finito di leggere la saga di Harry Potter, potreste dare un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla tranne che è più comodo perché vi basta far click dal link che vi lasciamo, mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo. Ecco il link!

Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!

Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!

P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)



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