sabato 23 maggio 2015

Non dimenticare la Promessa


Ieri sera abbiamo ascoltato, subito dopo che avevo finito di scrivere la pagina di diario, le vecchie, bellissime canzoni di Balto 2, il Mistero del Lupo. Oh, i film di animazione di quel tipo sono qualcosa che si può apprezzare molto, molto meglio quando si è più grandi, da bambini ci piacciono, si, ma non ne vediamo la potenza fino in fondo. I lupi ci affascinano, non è vero? È difficile rimanere indifferenti, è come se fossero una proiezione della parte selvaggia di noi stessi, un po' perchè siamo co-evoluti con i cani (e la versione selvaggia del cane è il lupo) e un po' perchè... beh, è difficile capire il perchè. O anche no, ma è una cosa complicata. Lo sguardo del lupo cattiva, le sue movenze suscitano ammirazione, la sua voce è un canto splendido e terribile.

I vecchi cartoni sui lupi li catturano sicuramente molto meglio di quelli moderni: di recente ne ho visto uno, non ricordo bene come si chiamasse, credo Alpha e Omega, che era certamente carino ed intrattenitivo, ma che non aveva la potenza narrativa e le atmosfere di vecchi film come Balto e Balto 2. Ricordate la bellissima “scena del lupo” in Balto, dove compariva sua madre e si sentiva la voce di Boris (l'oca russa) che diceva “Un cane non può fare da solo questo viaggio... ma, forse, un lupo si”.

Balto si trascinava allora nella neve, il nevischio che gli vorticava intorno, e incontrava sua madre, la grande lupa bianca che ha persino ispirato un personaggio nelle mie storie (la Grande Lupa Bianca appunto, lo spirito guida del clan americano di licantropi di Raptor), una creatura nobile, possente, più alta del grigio mezzolupo di quasi tutta la testa. E ululavano insieme.

Era una delle sequenza più belle e struggenti dei cartoni animati di quel tempo e sfumava perfettamente in una scenetta comica quando i cani da slitta pensavano che la voce di Balto che ululava fosse quella di un lupo.

Ecco, chi ricorda questa scena, a questo punto non potrà che avere la pelle d'oca. Io un po' ce l'ho.

Così ci siamo messe a cercare la vera storia di Balto e abbiamo scoperto che era un cagnolino pacioccoso e bruno-rossiccio, niente a che vedere con il quasi emaciato lupo del cartone animato, e che aveva per giunta un padrone.

Stamattina invece, mattinata rilassante giù all'orto, come avevo anticipato ieri: ho separato la mia pianta carnivora di sarracenia var. farhami in tre piantine più piccole e dovreste vedere quanto son carine nei loro vasetti separati! Danno proprio l'idea di avere più spazio per svilupparsi.

Fra l'altro, essendo state il mio regalo di compleanno dell'anno scorso e rinvasate solo ora, era quasi un anno intero che si trovavano nello stesso contenitore e questo aveva causato una grooossa crescita in un vaso così piccino.

Appena finito di trapiantare mi sono data ad una lunga e laboriosa attività, che però mi piace un sacco: il diserbo a mano, in pratica sfilare le erbacce da in mezzo alle erbe aromatiche e le bulbose (ho delle piante di fresia splendide, davvero fuori taglia), stando accucciati e scegliendo con cura. Ma non qualche erbaccia, parlo proprio di un tappeto di infestanti perchè anche qui, purtroppo, era tanto che non curavo il mio spazio delle aromatiche. Oh, e ho dimenticato di dirlo che lo faccio a mano nuda... no, non uso mai i guanti da giardinaggio, anche perchè ne avevo un paio, mai usati, che sono andati persi o forse buttati da Testa di Cocco.

A proposito di aromatiche, abbiamo messo a dimora anche l'artemisia, in un posto d'onore in mezzo all'orto. E poi abbiamo migliorato i sostegni dei pomodori insieme a papà, messo a terra un altro paio di piante di topinambur e mangiato tante belle fave fresche. Ho trapiantato una piantina grassa piuttosto derelitta che avevo a casa, e che ora ho lasciato in campagna.

Papà mi ha fatto vedere il palo d'acciaio che si è procurato da piantare a terra per quando terremo il cane alla catena (So che lo pensate, ma no, non è una crudeltà tenere il cane alla catena più di quanto lo sia tenerlo in un recinto, tanto saremo con lui quasi sempre e lui starà alla catena solo quando noi non ci siamo).

A casa ho iniziato a scrivere la pagina di diario. Mi sento calma, rilassata. Dovrei lavorare, ma non so se ho il tempo per farlo, magari oggi pomeriggio? Fra poco, se si libera il piano di sopra, vado a fare un po' di salutare yoga, così, se lo faccio al mattino, ho tutto il pomeriggio libero. Più tardi continuerò il diario.

[Più tardi]

Ho visto un cortometraggio, caro diario, che si chiama “La promessa”. L'ho trovato sul sito della Almo Nature e... wow.

Ho pianto, giuro. Non una commozione semplice semplice, proprio un pianto. La bellezza di quel cortometraggio è infinita e mi ha fatto sentire bene, come respirare aria pura, come osservare una distesa infinita: è una celebrazione della vita, oltre che quella d un rapporto antichissimo che ha cambiato noi e loro, umani e cani. La mia felicità, questa mattina, è enorme, perchè quel che mi basta è questo: stare fisicamente bene, il mio orto, magari qualcosa che colpisca le mie emozioni. Se c'è questo, c'è tutto.

E prometto a me stessa una cosa. Rispetterò sempre, sempre, la promessa.




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