mercoledì 20 maggio 2015

Pincio Ppacco

Caro Diario che mi ascolti
I miei giorni sono molti
Ma i tuoi fogli sono tanti
e i racconti sono canti.
Li racconto e li rivivo,
li ricordo se li scrivo
e se non ricordo più...
beh, allora li racconti tu.




Quanti di voi conosceranno questa filastrocca (che io ho sempre trovato bellissima e degna di nota?). Non la conoscete? Non avete mai visto la melevisione? Il diario di Tonio Cartonio o di... come si chiamava il suo sostitito? Ah, si, Milo Cotogno. No? E va bene, tanto la filastrocca è comunque godibilissima.
Caro diario, oggi è iniziato proprio bene. Continuano ad uscire video promo di Hannibal, che sto cercando di evitare come la peste perchè voglio vedere tutto quando la terza stagione sarà finalmente ricominciata, ovvero tra quindici giorni, e non voglio sapere tutte le cavolo di sorpresine in anticipo, non voglio sapere che combina Chilton, né se Will si fidanza con Chiyo o con il cane di Chiyo (opzione più probabile). Perciò evitare, evitare, evitare come la peste twitter e tumblr (o almeno andarci solo per pubblicare le proprie cose). Con la storia del Tomahawk del Wendigo, io e LadyDarknessObscure siamo arrivate già a cinquantadue pagine e mi chiedo se non sia il caso (più che altro per invogliarmi a fare qualcosa) di fare uscire il romanzo breve a puntate sul mio blog.
Potrebbe essere un'idea: gliene devo parlare.
Testa di Cocco sembra avere tutta l'intenzione, dopo anni di odio sfrenato dei cani, di prendersi un pinscher (ma come si pronuncia? Pincer o pinzer? Tanto lei lo chiama “Pincio Ppacco” e risolve così la situazione), il chè sarà un bel da ridere quando lei passeggerà con quello e io con un rottweiler.
Andiamo! I pinscher, se educati male, diventano degli abbaioni rumorosissimi e sono sicura al cento per cento che Testa di Cocco lo educherebbe male, così sarebbero uguali, lui e lei: due cosi marroni e neri che urlano nelle stanze e per strada come due pazzi, facendo venire voglia a tutte le persone presenti di tirargli sulla faccia le ciabatte, i mobili e i gatti in testa. Che poi, beh, Testa di Cocco non ha mai avuto un cane, solo gatti (e con uno di questi ci dormiva, mentre oggi dice che toccare i gatti porta le malattie... coerentissima, proprio).
Mio padre continua ad amare i cani corso, ovviamente, ma la stiamo spuntando noi per quanto riguarda l'idea del rottie. Yay!
Una volta lui amava molto i lupoidi e considerava i molossoidi mediamente più pericolosi, ma con un lento lavoro di convincimento e la presentazione di lui ai dolcissimi molossoidi della città, anche lui adesso li ama senza messi termini: ieri si è presentato a tavola, a braccia larghe, e ha detto testuali parole:
«Voglio un molossoide».
Pausa di due secondi.
«Voglio un cane corso».
Io e mia sorella, sorridendo, in coro
«No, papà, prendiamo un rottweiler».
L'amico-collega-non si sa bene cosa di mio padre, Accardo, deve portarci al canile, informandosi sull'orario di apertura, ma sono già due giorni che aspettiamo che ci dica l'orario. Vabbè, spero che se lo ricordi, perchè io voglio iniziare ad andare a trovare la piccina a casa sua almeno almeno due settimane prima di portarmela a casa (e non posso portarmela a casa subito perchè: a. sarebbe stressante, b. Dobbiamo costruire ancora la cuccia).
Per quanto riguarda la scrittura in singolo è un periodo abbastanza fermo, ma si dovrà pur riposare un po', no? Anche se per me riposare significa lavorare comunque, ma su altre cose.
I pesci rossi stanno bene, sono sani, forti e con i pancini rotondi, il ragno Kreacher ha fatto un'altra muta, è bello e reattivo, e in generale io mi sento abbastanza bene.
Mancano solo quindici giorni al ritorno di Hannibal e io devo lavorare, lavorare, lavorare se voglio vincere la scommessa con mia sorella.
Au revoir dunque! Ora esco a fare una passeggiata e forse incontrerò il famoso Pincio Ppacco dell'amica di mia madre (l'oggetto del desiderio di Testa di Cocco stessa, un cane schizzato che abbaia a tutti i passanti). Possano i pinci ppacchi abbondare nella vostra vita, se vi piacciono, e se non vi piacciono possano allora scarseggiare.

Un pincio ppacco.


Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi