Ieri sera abbiamo ascoltato,
subito dopo che avevo finito di scrivere la pagina di diario, le
vecchie, bellissime canzoni di Balto 2, il Mistero del Lupo. Oh, i
film di animazione di quel tipo sono qualcosa che si può apprezzare
molto, molto meglio quando si è più grandi, da bambini ci
piacciono, si, ma non ne vediamo la potenza fino in fondo. I lupi ci
affascinano, non è vero? È difficile rimanere indifferenti, è come
se fossero una proiezione della parte selvaggia di noi stessi, un po'
perchè siamo co-evoluti con i cani (e la versione selvaggia del cane
è il lupo) e un po' perchè... beh, è difficile capire il perchè.
O anche no, ma è una cosa complicata. Lo sguardo del lupo cattiva,
le sue movenze suscitano ammirazione, la sua voce è un canto
splendido e terribile.
I vecchi cartoni sui lupi li
catturano sicuramente molto meglio di quelli moderni: di recente ne
ho visto uno, non ricordo bene come si chiamasse, credo Alpha e
Omega, che era certamente carino ed intrattenitivo, ma che non aveva
la potenza narrativa e le atmosfere di vecchi film come Balto e Balto
2. Ricordate la bellissima “scena del lupo” in Balto, dove
compariva sua madre e si sentiva la voce di Boris (l'oca russa) che
diceva “Un cane non può fare da solo questo viaggio... ma, forse,
un lupo si”.
Balto si trascinava allora nella
neve, il nevischio che gli vorticava intorno, e incontrava sua madre,
la grande lupa bianca che ha persino ispirato un personaggio nelle
mie storie (la Grande Lupa Bianca appunto, lo spirito guida del clan
americano di licantropi di Raptor), una creatura nobile, possente,
più alta del grigio mezzolupo di quasi tutta la testa. E ululavano
insieme.
Era una delle sequenza più belle
e struggenti dei cartoni animati di quel tempo e sfumava
perfettamente in una scenetta comica quando i cani da slitta
pensavano che la voce di Balto che ululava fosse quella di un lupo.
Ecco, chi ricorda questa scena, a
questo punto non potrà che avere la pelle d'oca. Io un po' ce l'ho.
Così ci siamo messe a cercare la
vera storia di Balto e abbiamo scoperto che era un cagnolino
pacioccoso e bruno-rossiccio, niente a che vedere con il quasi
emaciato lupo del cartone animato, e che aveva per giunta un padrone.
Stamattina invece, mattinata
rilassante giù all'orto, come avevo anticipato ieri: ho separato la
mia pianta carnivora di sarracenia var. farhami in tre piantine più
piccole e dovreste vedere quanto son carine nei loro vasetti
separati! Danno proprio l'idea di avere più spazio per svilupparsi.
Fra l'altro, essendo state il mio
regalo di compleanno dell'anno scorso e rinvasate solo ora, era quasi
un anno intero che si trovavano nello stesso contenitore e questo
aveva causato una grooossa crescita in un vaso così piccino.
Appena finito di trapiantare mi
sono data ad una lunga e laboriosa attività, che però mi piace un
sacco: il diserbo a mano, in pratica sfilare le erbacce da in mezzo
alle erbe aromatiche e le bulbose (ho delle piante di fresia
splendide, davvero fuori taglia), stando accucciati e scegliendo con
cura. Ma non qualche erbaccia, parlo proprio di un tappeto di
infestanti perchè anche qui, purtroppo, era tanto che non curavo il
mio spazio delle aromatiche. Oh, e ho dimenticato di dirlo che lo
faccio a mano nuda... no, non uso mai i guanti da giardinaggio, anche
perchè ne avevo un paio, mai usati, che sono andati persi o forse
buttati da Testa di Cocco.
A proposito di aromatiche,
abbiamo messo a dimora anche l'artemisia, in un posto d'onore in
mezzo all'orto. E poi abbiamo migliorato i sostegni dei pomodori
insieme a papà, messo a terra un altro paio di piante di topinambur
e mangiato tante belle fave fresche. Ho trapiantato una piantina
grassa piuttosto derelitta che avevo a casa, e che ora ho lasciato in
campagna.
Papà mi ha fatto vedere il palo
d'acciaio che si è procurato da piantare a terra per quando terremo
il cane alla catena (So che lo pensate, ma no, non è una crudeltà
tenere il cane alla catena più di quanto lo sia tenerlo in un
recinto, tanto saremo con lui quasi sempre e lui starà alla catena
solo quando noi non ci siamo).
A casa ho iniziato a scrivere la
pagina di diario. Mi sento calma, rilassata. Dovrei lavorare, ma non
so se ho il tempo per farlo, magari oggi pomeriggio? Fra poco, se si
libera il piano di sopra, vado a fare un po' di salutare yoga, così,
se lo faccio al mattino, ho tutto il pomeriggio libero. Più tardi
continuerò il diario.
[Più tardi]
Ho visto un cortometraggio, caro
diario, che si chiama “La promessa”. L'ho trovato sul sito della
Almo Nature e... wow.
Ho pianto, giuro. Non una
commozione semplice semplice, proprio un pianto. La bellezza di quel
cortometraggio è infinita e mi ha fatto sentire bene, come respirare
aria pura, come osservare una distesa infinita: è una celebrazione
della vita, oltre che quella d un rapporto antichissimo che ha
cambiato noi e loro, umani e cani. La mia felicità, questa mattina,
è enorme, perchè quel che mi basta è questo: stare fisicamente
bene, il mio orto, magari qualcosa che colpisca le mie emozioni. Se
c'è questo, c'è tutto.
E prometto a me stessa una cosa.
Rispetterò sempre, sempre, la promessa.
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