I miei giorni sono molti
Ma i tuoi fogli sono tanti
e i racconti sono canti.
Li racconto e li rivivo,
li ricordo se li scrivo
e se non ricordo più...
beh, allora li racconti tu.
Quanti di voi conosceranno questa
filastrocca (che io ho sempre trovato bellissima e degna di nota?).
Non la conoscete? Non avete mai visto la melevisione? Il diario di
Tonio Cartonio o di... come si chiamava il suo sostitito? Ah, si,
Milo Cotogno. No? E va bene, tanto la filastrocca è comunque
godibilissima.
Caro diario, oggi è iniziato
proprio bene. Continuano ad uscire video promo di Hannibal, che sto
cercando di evitare come la peste perchè voglio vedere tutto quando
la terza stagione sarà finalmente ricominciata, ovvero tra quindici
giorni, e non voglio sapere tutte le cavolo di sorpresine in
anticipo, non voglio sapere che combina Chilton, né se Will si
fidanza con Chiyo o con il cane di Chiyo (opzione più probabile).
Perciò evitare, evitare, evitare come la peste twitter e tumblr (o
almeno andarci solo per pubblicare le proprie cose). Con la storia
del Tomahawk del Wendigo, io e LadyDarknessObscure siamo arrivate già
a cinquantadue pagine e mi chiedo se non sia il caso (più che altro
per invogliarmi a fare qualcosa) di fare uscire il romanzo breve a
puntate sul mio blog.
Potrebbe essere un'idea: gliene
devo parlare.
Testa di Cocco sembra avere tutta
l'intenzione, dopo anni di odio sfrenato dei cani, di prendersi un
pinscher (ma come si pronuncia? Pincer o pinzer? Tanto lei lo chiama
“Pincio Ppacco” e risolve così la situazione), il chè sarà un
bel da ridere quando lei passeggerà con quello e io con un
rottweiler.
Andiamo! I pinscher, se educati
male, diventano degli abbaioni rumorosissimi e sono sicura al cento
per cento che Testa di Cocco lo educherebbe male, così sarebbero
uguali, lui e lei: due cosi marroni e neri che urlano nelle stanze e
per strada come due pazzi, facendo venire voglia a tutte le persone
presenti di tirargli sulla faccia le ciabatte, i mobili e i gatti in
testa. Che poi, beh, Testa di Cocco non ha mai avuto un cane, solo
gatti (e con uno di questi ci dormiva, mentre oggi dice che toccare i
gatti porta le malattie... coerentissima, proprio).
Mio padre continua ad amare i
cani corso, ovviamente, ma la stiamo spuntando noi per quanto
riguarda l'idea del rottie. Yay!
Una volta lui amava molto i
lupoidi e considerava i molossoidi mediamente più pericolosi, ma con
un lento lavoro di convincimento e la presentazione di lui ai
dolcissimi molossoidi della città, anche lui adesso li ama senza
messi termini: ieri si è presentato a tavola, a braccia larghe, e ha
detto testuali parole:
«Voglio un molossoide».
Pausa di due secondi.
«Voglio un cane corso».
Io e mia sorella, sorridendo, in
coro
«No, papà, prendiamo un
rottweiler».
L'amico-collega-non si sa bene
cosa di mio padre, Accardo, deve portarci al canile, informandosi
sull'orario di apertura, ma sono già due giorni che aspettiamo che
ci dica l'orario. Vabbè, spero che se lo ricordi, perchè io voglio
iniziare ad andare a trovare la piccina a casa sua almeno almeno due
settimane prima di portarmela a casa (e non posso portarmela a casa
subito perchè: a. sarebbe stressante, b. Dobbiamo costruire ancora
la cuccia).
Per quanto riguarda la scrittura
in singolo è un periodo abbastanza fermo, ma si dovrà pur riposare
un po', no? Anche se per me riposare significa lavorare comunque, ma
su altre cose.
I pesci rossi stanno bene, sono
sani, forti e con i pancini rotondi, il ragno Kreacher ha fatto
un'altra muta, è bello e reattivo, e in generale io mi sento
abbastanza bene.
Mancano solo quindici giorni al
ritorno di Hannibal e io devo lavorare, lavorare, lavorare se voglio
vincere la scommessa con mia sorella.
Au revoir dunque! Ora esco a fare
una passeggiata e forse incontrerò il famoso Pincio Ppacco
dell'amica di mia madre (l'oggetto del desiderio di Testa di Cocco
stessa, un cane schizzato che abbaia a tutti i passanti). Possano i
pinci ppacchi abbondare nella vostra vita, se vi piacciono, e se non
vi piacciono possano allora scarseggiare.
Un pincio ppacco. |
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