giovedì 20 marzo 2025

Caro Diario - Cose impossibili che però succedono, tartaruga edition

A volte, quando devono giudicare un romanzo, i recensori dichiarano che qualcosa è "sbagliato" perché irrealistico. "Quante possibilità ci sono che a questo personaggio capiti questa cosa?" Dicono, indicando quelle che sembrano incredibili coincidenze.

E poi, se guardate bene queste cose, quasi sempre sono perfettamente plausibili. Nomi che sembrano fatti apposta per un personaggio? Che c'è, non avete mai visto un proprietario di pompe funebri di nome Benedetto Riposo? Vi sembra che certi nomi siano soltanto strani, che nessuno chiama suo figlio così nella realtà? Peggio per voi, noi sappiamo in prima persona dell'esistenza di Veneranda Trota (non ironicamente uno dei nomi più belli esistenti) e Stornello Giorlando (uno di quei nomi in cui è naturale chiedersi quale sia il nome e quale il cognome. Ma poi, che nome fichissimo è, Stornello?! Altro che cringe, fatevi crescere una spina dorsale e innamoratevi delle diversità della vostra cultura).

"Ma no" diranno alcuni "Non parliamo solo dei nomi da Winx o da My Little Pony, parliamo di quei fatti che sembrano forzati, avvenimenti scritti solo per mandare avanti la trama! Cose che non succederebbero mai nella realtà!".

Ecco, era qui che volevamo arrivare. Adesso vi raccontiamo una cosa che sembra assolutamente fatta solo per mandare avanti "la trama", anche se non c'è nessun libro e stiamo solo parlando della nostra vita. Queste cose succedono, e succedono pure spesso, ma quella che è successa stamattina è così carina e assurda che volevamo raccontarvela (e ci è parso interessante incorniciarla in un contesto letterario perché, 'nsomma, noi parliamo di libri, è la nostra cosa).

Tutto è cominciato perché lavoriamo troppo: a furia di scrivere, abbiamo perso di vista l'orario, e quando abbiamo ri-guardato l'orologio era già passata l'una. E noi iniziavamo ad avere fame. Così abbiamo deciso, di comune accordo, di andare assieme a prendere qualcosa di pronto al gigantesco Conad (beh, solo uno dei Conad, di questi supermercati la nostra zona ne è piena) della nostra città.

Ovviamente non avendo la macchina ci andiamo a piedi, insieme al cane, e ci prendiamo dei pezzi di schiacciata tutta coperta di sesami, con dentro prosciutto e provola, che questa mattina era pure piacevolmente più imbottita del solito, con tre strati extra di morbido e succoso prosciutto.

"Mangiamola per strada" ci diciamo, uscendo dal Conad, e così facciamo. Per fare durare più a lungo quel bel momento idilliaco, in cui mangiamo schiacciata col prosciutto, beviamo Monster all'anguria e ci godiamo lo splendido paesaggio rurale (perché sì, il Conad è circondato da uno splendido paesaggio rurale), decidiamo di fare "il giro lungo", ovvero di non percorrere la stessa strada da cui siamo venuti, ma di prenderne un'altra che ci permetta di gustarci non solo il cibo, ma anche il clima mite della mattinata.

È proprio primavera, non c'è che dire: si possono vedere le rondini che attraversano il cielo come cutter su un foglio, tagliandolo ad alta velocità, nei pratini selvaggi davanti alle villette sbocciano fiori di crisantemi gialli, i delicati fiorellini blu della borragine, quelli gialli (che in realtà non ci hanno abbandonati per tutto l'inverno) dell'Oxalis pes-caprae, che noi chiamiamo sempre proprio così, con il nome scientifico, perché è troppo bello e perché non ci ricordiamo mai come dovrebbe essere chiamata in realtà (Wikipedia ci dice "acetosella gialla", cercandola adesso).

Un po' mangiamo, un po' diamo la crosta della schiacciata al cane. Parliamo di cose meravigliose, di libri in particolare, come Almost Blue di Carlo Lucarelli e il celebre Cent'anni di Solitudine di Gabriel García Márquez (a proposito, preparatevi, perché prestissimo posteremo una recensione!), quando all'improvviso il cane inizia ad annusare qualcosa che si trova dietro ad una recinzione.

L'ultima volta che ha guardato qualcosa così, aveva trovato un gattino (che ora vive con noi), quindi ovviamente abbiamo guardato: era una tartaruga.

E non una tartaruga qualunque, ma una che non vedevamo da almeno un decennio: una Emys orbicularis, la testuggine palustre europea.

Non abbiamo fatto foto, perché non avevamo con noi né la macchina fotografica, né uno smartphone. Peggio per voi, che avete sempre dietro quegli aggeggi infernali con internet dentro, e guardate le notizie catastrofiche ma non vedete le tartarughe, ecco.

Una foto di una Emys Orbicularis. Volevamo farvene vedere una, perciò l'abbiamo presa da Wikipedia. Quella che avevamo trovato noi era più bella, comunque.

Comunque, abbiamo preso la tartaruga e la stavamo guardando, non sapendo bene che farne... le Emys sono protette, non le si può tenere in casa, ma questa qui era davvero distante da qualunque lago, che è dove dovrebbero vivere, essendo animali palustri. E poi era vicinissima alla strada, si stava proprio affacciando con la testolina oltre un buco nella recinzione, scrutando il mondo con i suoi occhi gialli e perfettamente rotondi, curiosi, ignara del fatto che da lì poteva passare un camion e metterla sotto in qualunque istante... si sa, le tartarughe non sono animali particolarmente veloci.

"Che ne facciamo?" Ci siamo detti.

Ovviamente pensavamo a segnalare alle autorità la presenza di quel piccoletto squamato, ma... quali autorità? Chi si occupa, esattamente, delle tartarughe selvatiche che stanno troppo vicine alla strada?

È stato allora che qualcuno con un piccolo mezzo pesante (o sarebbe più corretto dire un mezzo medio? Una macchina col rimorchio? Siamo esperti di tartarughe, mica di autovetture... e forse manco di quelle) si è fermato vicino a noi. Un signore, dal finestrino, ci fa un gesto e ci domanda in inglese se la tartaruga fosse morte.

Rispondiamo (in italiano) che è viva.

Il signore scende dalla sua vettura e ci rivela che sua moglie si occupa proprio di questo tipo di animali.

"È una emys... emys..."

"Orbicularis" finiamo per lui.

Bom, entrambi sappiamo di cosa stiamo parlando. Ci da il numero di sua moglie, che è il capo della succursale locale del WWF, e si occupa specificamente di questo tipo di tartarughe. Non abbiamo più dubbi su cosa fare: decidiamo di dare l'animale a lui. Che, fra l'altro, ce lo chiede.

Così la bella tartaruga (che probabilmente, vista la forma del carapace e il fatto che si trovasse così lontano dall'acqua, è un tartarugo) è stata messa in una cassetta di plastica e portata via da quell'uomo.

Subito dopo, iniziamo a ridere. Quante erano le possibilità che trovassimo una tartaruga palustre lontana dall'acqua, e proprio all'inizio del periodo in cui iniziano a svegliarsi? Certo, sono cose che succedono, non è assurdo, è solo un bell'avvenimento.

Ma quante erano le possibilità che proprio in quel momento, mentre stavamo per discutere di cosa fare a riguardo, comparisse proprio il marito della responsabile della nostra succursale locale del WWF, che riconoscesse da lontano la tartaruga, che avevamo sollevato in aria in quell'esatto momento e che dunque lui aveva avvistato?

Assurda. Ma plausibile, poiché avvenuta.

Chissà dove tutto questo ci porterà, adesso... vedremo altre tartarughe? Contatteremo il WWF locale? Questo singolo, fortuito e incredibile evento, ci porterà a fare... che cosa, in futuro? È assolutamente meraviglioso il fatto che non lo sappiamo.

Ma sappiamo che domani incontreremo persone del nostro club del libro, e che magari racconteremo loro questa storia della testuggine. Magari vedremo altri rettili locali... e se vi sembra strana una cosa del genere, è perché non sapete che il nostro club del libro si riunirà alle terme. Terme naturali: un intero fiume di acqua calda. Ditemi se non sembra di stare in un libro fantasy, eh?

Forse, se credete che certi eventi siano impossibili, è solo perché non uscite lì fuori nel mondo abbastanza. Le coincidenze, le più belle, le più assurde, succedono continuamente, se fate cose. Innamoratevi del mondo e della sua natura, incontrate persone, ricordatevi che tutti siamo parte di un meccanismo immenso, che è il pianeta Terra.

Noi ne avevamo bisogno: un po' come quella tartaruga, siamo rimasti "in letargo" per un lungo periodo, dal punto di vista sociale. È arrivato il momento di rispolverare il cuore. Di parlare di libri. E, ovviamente, di fare succedere qualche altra cosa straordinaria.

 

Pace e amore, germoglietti! 

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