Labrador: metà dei geni di Asdrubale. |
martedì 31 marzo 2015
Asdrubale
venerdì 20 marzo 2015
Reliosar Crawford
-Storia ancora in progresso-
mercoledì 18 marzo 2015
Sto pensando di denunciare Testa di Cocco...
mercoledì 11 marzo 2015
Mini pagina di diario di ieri
lunedì 9 marzo 2015
La gola suonava cantava suonava suonava
domenica 8 marzo 2015
Glasamael Crawford
Nome: Glasamael Crawford
Soprannomi: -nessuno (per ora)
Sesso: Maschio
Specie: Merfolk comune (Maregens vulgaris majestic)
Provenienza: Oceano Pacifico
Glasamael Crawford nasce in un villaggio senza nome collocato in una conca oceanica, all'interno del palazzo reale. Primogenito di Jack Crawford e Phyllis Crawford, la coppia reale, è destinato ad ereditare il trono del padre. Porta grande gioia ai due genitori in quanto primo figlio, e anche crescendo porta loro molte soddisfazioni che sollecitano le loro tenere attenzioni. Viene cresciuto sin da piccolo negli ideali “cavallereschi” di onore, forza, lealtà e galanteria. Ama giocare all'interno del grande palazzo, nonostante non ci siano altri bambini.
Tuttavia subito dopo gli arriva il secondo fratellino, Reliosar, ed è lì che per la prima volta il piccolo Glasamael si carica del peso di una vera responsabilità. “Quando sarai grande” Gli dice la madre “Dovrai prenderti cura di tutto il tuo popolo, perchè sarai il loro re, come adesso ti prendi cura di tuo fratello”.
Anche se non è facile prendersi cura del nuovo arrivato, il piccolo si fa forza per il suo popolo e si impegna per giocare e tenere sempre contento Reliosar.
Comunque è l'unica cosa che gli viene richiesta, ovviamente supportato dai genitori, e lui ha molto tempo libero per esplorare il palazzo e giocare. In quanto principe ha chi gioca sempre con lui, il suo paggio Saneol, un ragazzino gracile appassionato della classificazione delle alghe che lo aiuta nelle sue lezioni di botanica.
È per lui che comincia a coltivare una piccola aiuola in giardino, mettendoci più tipi di alghe possibili per fare contento Saneol, anche se spesso non sa gestire le alghe infestanti che si propagano per il giardino reale. I genitori approvano tuttavia lo spirito di iniziativa del bambino (“Eh, che bello, che bello” disse il padre) e incoraggiano (quasi costringono) anche gli altri fratelli ad avere una loro aiuola.
I fratellini di Glasamael nascono tutti a distanza di un anno l'uno dall'altro, perciò la responsabilità si fa sempre più gravosa. Alla nascita di Gadus, il quinto fratello, Glasamael è condiserato abbastanza grande per cominciare ad essere istruito seriamente e gli viene assegnata un'equipe di professori che hanno il compito di istruirlo sulle singole materie.
Si dimostra un buono studente, appassionato in particolar modo della storia dei re passati da cui vuole prendere esempio e superare in grandezza per il popolo, l'onore e mamma e papà.
Nel frattempo nasce Sashimi, il sesto fratellino.
A sei anni la nonna, madre di Re Jack e donna di grande vanità, decide che è il momento di vestire in modo adeguato il principino che è ormai in grado di sopportare un abbigliamento reale. Infatti i nobili hanno l'obbligo, a seconda della loro posizione sociale, di indossare un certo numero di accessori dolorosi come ostriche attaccate alla coda in ricordo di quando, durante le guerre, i re dovevano essere i primi a battersi e soffrire per il bene delle loro terre.
La saggia nonna, che gli impartisce lezioni clandestine sul mondo degli umani, lo concia per le feste, ma lui subisce senza piccarsi troppo. Dalle sue lezioni rimane incuriosito sul mondo degli umani e i suoi abitanti, ma con l'andare dell'età deciderà che non è questo granchè e lascerà perdere.
A sette anni Glasamael, con la coda che fa male per il suo popolo, vede nascere il suo ultimo fratellino, William. Dopo poco tempo la madre muore per colpa degli umani, cosa che lo porterà a provare odio e paura verso la terraferma; ne rimane profondamente afflitto e viene preso in custodia momentanemante dalla Regina Madre con i fratellini, che se ne occupa in modo rigido ma affettuoso. Il padre, distrutto dal dolore, sembra incapace di prendersi cura di loro.
Col passare degli anni, il dolore si attenua e il senso di responsabilità verso i fratelli prevale, spingendolo a cercare di riempire il vuoto occupandosene, mentre re Jack torna a fare da padre.
A dodici anni prende i pidocchi d'acqua, passati dal fratellino Mermael che amava giocare nel fango e che ha contagiato tutti gli altri, tranne il più piccolo che si è salvato perchè era rimasto avvoltolato nel mantello del padre piuttosto che andare a giocare con loro.
I pidocchi d'acqua, al contrario di quelli terrestri, non attaccano la testa, ma si aggrappano alle squame e fra i loro interstizi, dando alla coda un aspetto disordinato e opaco e causando un gran prurito. Riuscirà finalmente a liberarsene grazie all'aiuto della nonna, che gli offrità un rimedio naturale e a lui tutt'oggi sconosciuto.
Crescendo ha una consapevolezza più chiara dei suoi obblighi verso il regno; il padre lo istruisce su come guidarlo e la nonna rafforza gli ideali di onore e regalità che già erano importanti nella testa del giovane erede Crawford.
Entra in conflitto con Reliosar e Irideo, i due maggiori fra i fratelli più giovani, che rivendicano anch'essi la possibilità di essere scelti come sovrani e trovano ingiusta la tradizione per cui è esclusivo del primogenito il diritto al trono. L'idea troppo ribelle e anticonformista viene malaccolta dal padre che seda immediatamente la lite a suon di ceffoni non appena ne viene a conoscenza.
Raggiunta l'età di quindici anni, i fratelli escono per visionare la costruzione di un nuovo giardino in città, accompagnati dal padre. L'unico a non venire con loro fu il fratello più piccolo, allora novenne, che preferì rimanere a casa a coltivare la sua aiuola di fiori rossi.
La sua, è l'unica aiuola che possa ormai chiamarsi con questo nome, in quanto le erbacce di Glasamael si sono impadronite di tutti i pezzetti di terra confinanti tranne quello di William, che ci combatte strenuamente.
Durante la gita lui e gli altri cinque vedono per la prima volta un uomo con i tentacoli al posto della coda e sebbene molto spaventati si accingono a salutarlo. Lo straniero ricambia, presentandosi col nome di Hannibal e informandoli del fatto che fosse uno stregone e un mercante di merci rare e magie. Mermael manca di rispetto allo stregone, il quale non esita a picchiarlo duramente e ad affermare di essere malvagio, spaventando tutti i fratelli.
[Il resto della vita è un "work in progress": lasciateci ancora inventare un pò di avventure su di lui e poi sarà completo!]
Curiosità:
- Il suo fratello preferito è Mermael, il quartogenito.
- La sua cosa preferita della terraferma è che ci sono posti dove non ci sono umani.
- La sua coda, pinna dorsale e squame somigliano a quelle dell'Odonus Niger, il “Balestra nero” (che però è blu/azzurro, non nero)
Odonus niger, il "Balestra Nero" (in realtà, come vedete, è azzurro) |
venerdì 6 marzo 2015
Il copione della seconda stagione di Hannibal! + Tutto il resto...
giovedì 5 marzo 2015
Giorno breve n.2
Insomma, visto sembrerà meno orribile di come l'ho detto! E farò tre versioni: matita, acquerello e bicolore.
martedì 3 marzo 2015
Troppe cose da fare
lunedì 2 marzo 2015
Ermes Om'Ta
(Did you get lost, wanderer? If you're looking for this page in English, you can find it HERE!)
ERMES OM'TA o LA VENDETTA DI ERMES
Tipologia: Setta segreta
Nome della setta: Ermes Om'ta
Etimologia: La parola Om'ta viene dall'Horniano antico (la lingua un tempo parlata sull'Isola di Horn Blu) e significa “vendetta”. Ermes è il nome del signore che essi servono, o che credono di servire, e che, potenzialmente, potrebbe essere stato il più potente, o forse colui che ha più abusato del suo potere, fra tutti i draghi.
Ermes Siegader To'Rvak fu chiaramente uno dei più grandi, ed infami, draghi della storia.
Dopo la sua dipartita, nella Grande Battaglia del Tempio, alcuni dei suoi servitori umani si prefissero il compito di completare l'opera del loro grande signore. Si può dire che fossero degli autentici fanatici, come degli spasimanti che anelavano di diventare dragonieri legati al Maligno (questo il soprannome che diedero, poco fantasiosamente, ad Ermes), e che non potendo realizzare il proprio sogno di potere, si legarono invece gli uni agli altri in una sorta di “fanclub” che inizialmente ebbe davvero poche ripercussioni sulla società del tempo, in quanto non era del tutto chiaro quale in effetti fosse quest'opera da completare. Il fondatore dell'Ermes Om'ta fu Mattheus Braunson, ex fanatico satanista, che vide nella figura del grande drago oscuro un'incarnazione del male e decise di servirlo, incapace di realizzare che Ermes era ormai morto. Scrisse anche il primo “grande libro” delle regole, un'operà a metà fra un ordinamento costituzionale ed un grimorio, che venne chiamato “Il Volere dell'Oscuro” e fu adottato a mo' di Sacra Bibbia anche da diversi altri gruppi oltre agli Ermeti stessi.
La setta crebbe, più che altro grazie all'organizzazione di tornei ed altre attività ricreative che convinsero la gente ad iscriversi come ad un insolito “club” dove era d'obbligo portare tuniche scure e seguire regole strane ma divertenti.
Il gran numero di persone presenti nella setta nascose il suo “nucleo oscuro” che si occupava dello studio di materie arcane e di arti magiche come la negromanzia, con lo scopo di riportare in vita Ermes. Purtroppo per loro, non ci fu molto da fare: nessuno può tornare dalla morte, essa è la frontiera ultima di questa esistenza, ed essi non riuscirono a fare quello che si erano prefissi, ma riuscirono comunque a nascondere il corpo di Ermes, senza demordere nel loro proposito di trovare, in un futuro anche lontano, un rimedio alla morte stessa.
Curiosamente, infatti, il cadavere del grande drago nero non si decompose, come ci si sarebbe aspettato: rimase fresco come nel momento della sua dipartita, solo immobile e freddo e silente.
Passarono gli anni e gli Ermeti, scoraggiati, ma non sconfitti, decisero di sostituirsi ad Ermes stesso, invece di cercare di rianimarlo, ed iniziarono a sabotare l'Impero in ogni modo possibile, incendiando i campi, uccidendo i contadini, creando e risvegliando mostri di piccola taglia e sguinzagliandoli per le strade delle città.
La Setta iniziò ad operare anche una scrematura fra i suoi adepti, in parte perchè molti di loro si allontanarono di propria spontanea volontà da quello che non sembrava più un posto divertente e in parte perchè adesso era necessario avere individui capaci: si preferirono maghi e guerrieri, ma non disdegnarono finanziatori abbienti.
Matthew Braunson era ormai morto da tempo quando gli Ermeti fecero stupidamente la loro prima dichiarazione pubblica riguardo alle loro vere intenzioni, quando furono immediatamente riconosciuti come colpevoli degli “incidenti pubblici” degli ultimi sette anni e come tali perseguiti dalla legge.
Fu così che gli Ermeti divennero fuorilegge e dovettero trovarsi dei posti molto riservati per loro riunioni.
E il loro numero crebbe, crebbe a dismisura reclutando spostati e folli maniaci della conquista che tramavano nel buio, finchè non furono davvero in grado di sferrare un'offensiva.
Non potendo riportare in vita Ermes, decisero di crearne uno ex-novo, una creatura metà drago e metà uomo (poiché notarono che, per qualche motivo ignoto, era impossibile replicare un drago completo), che chiamarono “Ermes Junior”, con un misto di ingegneria genetica e magia oscura.
La nuova creatura non aveva quasi nulla dell'imponenza dell'Ermes originario, era grande poco più di un cavallo, con il collo più corto ed una fisionomia vagamente antropomorfa, ma aveva la brama di potere del suo “genitore” e fu istruito per divenire il signore del mondo al punto tale che considerò qualunque creatura, persino i draghi, come inferiore a lui.
Contenti di ciò, gli Ermeti attaccarono subdolamente l'impero, di nuovo attraverso una serie di piccoli atti di ribellione, poi decidendo di uccidere i nuovi dragonieri, rapendoli e giustiziandoli uno alla volta, di fronte ad un modesto pubblico.
Convinsero uno dei dragonieri, Mark McWoodland, a schierarsi dalla loro parte: egli accettò credendo forse che quello fosse il suo destino poiché si era schiuso per lui proprio l'uovo deposto centinaia di anni prima dal grande e oscuro Ermes, da cui era nato un cucciolo che fu chiamato “Shadow” (ombra).
Ci fu grande festa presso gli Ermeti, per la nascita del legittimo erede di Ermes, e persino Ermes Junior ne fu felice, benchè molti fossero dell'opinione che egli fingesse e aspettasse il momento giusto per uccidere il vero erede e prenderne il posto. Ciò, però, non accadde: Ermes Junior prese, è il caso di dirlo, sotto la sua ala protettiva il piccolissimo Shadow e iniziò ad addestrarlo a fare “quello che i draghi fanno”, attività come sputare fuoco, volare e altre specialità tipiche della loro antica specie.
Mark McWoodland, tuttavia, non era contento di come le cose stavano andando: gli Ermeti gli avevano promesso il potere e non stavano mantenendo la parola data, stavano solo aspettando nell'ombra che il suo drago crescesse e che Ermes Junior avesse un qualche colpo di genio che gli permettesse di conquistare il mondo e tutto questo gli sembrava davvero azzardato e poco professionale.
Mark scomparve, fuggendo sulla terraferma insieme al suo drago dopo aver seminato le guardie Ermete e aver permesso di fuggire alla principessa Ollia, che era ostaggio dell'Ermes Om'Ta ormai da anni.
Per ben due anni non ci fu modo di ritrovarlo: era scappato in America, riuscendo chissà come a superare la barriera che impediva di abbandonare l'isola di Horn Blu. Poi, incredibilmente, ritornò.
Invece di adirarsi con loro, Ermes Junior li accolse di nuovo a braccia aperte e si concentrò con ancora maggiore zelo sull'educazione del piccolo drago, che in quei due anni non sembrava essere cresciuto molto e, al contrario del leggendario e crudele padre, mostrava un carattere dolce e sottomesso.
Shadow crebbe in fretta sull'isola, divenendo robusto e aggressivo, ma il suo entusiasmo era tale che una mattina scappò dal covo nella quale si addestrava al sicuro, per attaccare da solo un piccolo convoglio che scortava uno dei messageri reali. Rimase ferito nella collutazione e dovette fuggire a piedi, con le ali che dolevano.
Il suo dragoniere, Mark, andò su tutte le furie e litigò con Ermes Junior, accusandolo di incuria verso la creatura più preziosa al mondo, ma Ermes Junior era più forte e lo ferì per dimostrargli la propria superiorità, poi ordinò che venisse allontanato per qualche tempo, lui e il suo drago, finché non avesse ritenuto che quelle teste calde si fossero raffreddate abbastanza.
Mark e Shadow furono costretti ad una sorta di libertà vigilata per qualche tempo, ma in essi cresceva il malcontento e iniziarono a covare l'idea di fuggire da quella che per loro stava diventando una gabbia, un freno ai loro poteri.
Ermes Junior li fece richiamare circa tre mesi dopo e affidò loro la missione di attaccare una piccola città.
Ermes e Mark ubbidirono, finalmente contenti di potersi sfogare, e si gettarono nella battaglia: senza riportare neppure un graffio, uccisero dodici dei più preziosi cavalieri del regno, ne decapitarono i destrieri e ne esposero le teste bardate sulle mura di cinta. Si racconta che la ferocia di Shadow fu tale che chiunque lo avesse visto in quel giorno non avrebbe potuto fare a meno di credere che il grande Ermes era tornato.
Mark, non sazio, battè le campagne circostanti alla ricerca dei fuggiaschi e li fece a pezzi, mentre Shadow, con le zampe lorde di sangue, iniziava a chiedersi se quella fosse o non fosse la cosa giusta da fare, anche se lo avevano cresciuto in virtù di quello. Uccidere era il potere, ma era giusto uccidere?
Quando Mark tornò, Shadow gli espose i suoi pensieri, ma non lo convinse immediatamente: rimasero sotto il controllo degli Ermeti, e furono la loro arma più potente, per ancora sette mesi.
Ermes Junior, che nel frattempo era cresciuto ancora di più, non era soddisfatto dell'impiego del suo dragoniere, sebbene fosse stato sanguinario abbastanza da consegnargli più potere di quanto mai ne ebbero gli ermeti, e lo rimproverava di non dare abbastanza alla setta, di dover “liberare l'oscurità che c'era in lui”.
Mark e Shadow a quel punto fuggirono di nuovo, inseguiti da metà della guardia ermete, e fecero proprio quello che Ermes Junior gli aveva chiesto: ammazzarono senza pietà quegli uomini che li volevano riportare indietro (sebbene la leggenda voglia che Mark non uccise direttamente nessuno di loro, facendoli cadere in una serie di trappole), li disposero al suolo in un cerchio e scrissero con il loro sangue “No, idiota, no” al centro del cerchio.
Ermes Junior, furente, seppe di essersi spinto troppo oltre, ma anche di dover eliminare Mark e il suo drago Shadow prima che quest'ultimo diventasse adulto.
Shadow e Mark, lontani dal covo degli Ermeti, vissero nelle campagne, dando la caccia agli animali selvatici e in particolar modo ai lupi mannari, che una volta avevano attaccato Mark mentre dormiva e lo avevano quasi ucciso, se non fosse stato per l'intervento tempestivo del drago, che aveva scacciato la bestia grazie alla pura forza fisica.
Nel frattempo, Ermes Junior si dedicò completamente agli esperimenti di genetica e magia oscura per la creazione di un esercito di ibridi, unica cosa che avrebbe potuto tenere testa a quei pazzi del dragoniere e del drago, ma non sempre un genio del male riesce a fare cose impossibili e lui non vi riuscì: ebbe solo miseri ibridi avi-umani incapaci di volare e più leggeri e deboli degli uomini comuni, gli altri esperimenti morirono prima ancora di essere completamente formati e non vi furono di fatto passi avanti nella creazione di un esercito sovraumano.
Fu inviato un gigante albino a ritrovare Ermes e Mark per convincerli allora a tornare indietro, ma in quel periodo il Cavaliere Nero, come lo avevano soprannominato, aveva deciso di unirsi alla causa dell'Impero ed era protetto da altri dragonieri come lui.
Contemporaneamente nacque Aureo, un drago bianco, che fu preso dagli Ermeti come presagio nefasto e dall'Impero come splendente luce di speranza, che alla nascita si unì immediatamente al suo dragoniere, Nadia, una ragazza italiana neppure maggiorenne.
Il gigante albino li trovò, ma non poté attaccarli: essi erano protetti da una scorta imperiale, nonché da Mark e Shadow, che si erano ritrovati nel ruolo di balie per i piccoletti.
L'albino, di notte, provò a convincere Mark a venire via con lui, ma dovette invece fuggire quando l'uomo, molto pacatamente, gli dichiarò di voler tagliare la testa a lui e ad ogni singolo Ermete si fosse messo sulla sua strada.
Dopo una serie di scaramuccie, gli Ermeti si ritirarono quasi del tutto, attendendo tempi migliori e continuando con il loro minuzioso lavoro di sabotaggio.
Il leggendario Ermes si risvegliò nell'anno 2006, dimostrando al mondo di non essere morto affatto, e scioccò in egual modo sia i suoi nemici che gli Ermeti, i quali non erano pronti ad accogliere con tutti gli onori il loro maestro “rinato” e presi da una sorta di frenesia, alcuni adepti si presentarono presso di lui portandogli doni a casaccio e scusandosi ossessivamente.
Ermes non capiva neanche chi fossero quelle persone e che cosa volessero da lui, ma non appena comprese, si adirò molto: quello che loro stavano facendo non solo non era nobile, ma era anche insensato. Passi la viltà, ma lui non aveva chiesto che loro facessero tutto questo! Ed erano stati anche incapaci nel farlo, non gli avevano consegnato il mondo al suo risveglio, gli avevano solo portato stupidaggini e parole vane.
Così Ermes uccise e divorò tutti loro meno uno, il giovane Tantalo, che fu incaricato di portare ai suoi compagni il messaggio: il Signore dell'Inferno è vivo e non ci ama. Anzi, ci sterminerà tutti.
L'Ermes Om'Ta perse gradualmente ogni potere faticosamente guadagnato, Ermes Junior venne ucciso dal giovane drago bianco Aureo, e ad oggi non si sa nulla di tutti loro.
Curiosità:
- Tutti gli Ermeti devono tatuarsi almeno una variante del simbolo della setta, il drago nero circondato da due cerchi e sormontato da due sei. In molte delle varianti, il tatuaggio comprende anche la parola “Om'Ta”.
- La tipica uniforme degli Ermeti è una semplice vestaglia con gli orli rossi, munita di cappuccio. Per i rappresentanti maggiori, è richiesto che non si indossi nulla sotto di essa; si può fare eccezione per un singolo capo di biancheria, ma solo se di colore nero.
- Gli Ermeti si vantarono di essere gli artefici dell'estinzione del dodo, ma nessuno sa se questa informazione sia vera o meno
- Il libro delle regole originale degli Ermeti, “Il Volere dell'Oscuro”, dichiarava “nessuno di noi può amare una donna”, inteso forse dallo scrittore come un invito alla castità, ma che fu espresso e compreso tanto male che la quantità di relazioni omosessuali presenti nella setta costrinse il consiglio a eliminare questa regola, non ponendo limiti alle relazioni degli adepti.
- Uno dei più recenti libri delle regole dell'Ermes Om'Ta dichiarava esplicitamente che innamorarsi del Cavaliere Nero, Mark McWoodland, è un reato da punirsi con la morte.
Uno dei tatuaggi tipici degli Ermeti
🌵🎨Tutti i disegni in questa pagina (e molto probabilmente anche in tutte le altre pagine, se non diversamente specificato) sono stati realizzati dalle nostre artiste, Furiarossa e Mimma. Potete vedere altri loro lavori e/o supportarle (e supportare così anche tutti i Cactus di Fuoco ;)) sulla loro pagina Patreon. Diventate patroni delle arti!🌵🎨