domenica 8 marzo 2020

La Bambina della Sesta Luna - Moony Witcher

Una volta una diabetologa molto simpatica ci disse che uno dei libri preferiti di sua figlia era un certo "Nina, la bambina della sesta luna". Avendo a quel tempo già speso il nostro budget mensile per i libri in schifezze come "Bryan di Boscoquieto" e altre cose abiette che è meglio non citare neanche, non avevamo soldi per comprarci pure il romanzo di questa bambina e quindi niente...
E meno male! Perché anni dopo, finalmente, abbiamo trovato questo libro nella nostra biblioteca comunale, dove abbiamo potuto leggerlo gratis. E con gran soddisfazione. Sì, con grande soddisfazione, avete capito bene, ma non siamo soddisfatti tanto perché il libro è buono, quanto perché è brutto e non l'abbiamo dovuto pagare.
Siamo così contenti di non averlo dovuto pagare, di non aver seguito il consiglio della simpatica diabetologa!
Lo sappiamo che è un libro per bambini e che essendo rivolto a loro potrebbe risultare un po'... assurdo per degli adulti. Ma cercheremo comunque di recensirlo come se fossimo ancora dei bimbi. Eravamo dei bimbi estremamente esigenti ed antipatici, comunque, perciò non prendetevela a male: Nina può ancora essere la vostra eroina, anche se noi non le avremmo neppure rivolto la parola.
E con questa premessa, cominciamo con una nuova recensione spinosa.
 

1. La trama: La protagonista è Nina, una bambina di dieci anni piccina e secca secca ("dall'aspetto fragile" recita il libro) nonché saputella abbestia e semi-mary-sue ("dalla mente acuta" recita il libro, ma fidatevi, è una saputella) che non va a scuola ma viene istruita a casa e fa gli esami da esterna, visto che è ricca come Paperon de Paperoni e ha tutto quello che una bimba possa desiderare.
Sul palmo della mano destra ha una voglia rossa (una "voglia di fragola" dice lei) a forma di stella a cinque punte.
La simpatica piccina vive con le sue due zie a Madrid. Oh, poffarbacco, è orfana la poverina, come tutti i protagonisti del mondo? No, ma è come se lo fosse: i suoi genitori hanno un incarico importante che li porta all'estero di continuo.
E che che lavoro faranno mai questi due genitori, per essere giustificati dell'aver praticamente abbandonato la loro figliola? Quale misterioso incarico da spie con licenza di uccidere? Sono forse degli spacciatori colombiani? Sono bodyguards del presidente degli Stati Uniti d'America? Sono entrambi astronauti in missione su un pianeta extra-solare?
No.

"[..] I suoi genitori avevano avuto un incarico molto importante al Ferk, il Centro ricerche di Mosca noto in tutto il mondo per gli studi sulla vita extraterrestre. Vera e Giacomo erano due scienziati molto quotati ed apprezzati e quel lavoro lo avevano ottenuto dopo anni di sacrifici"

Ah. I genitori cercano di... contattare gli alieni. A Mosca. E quindi hanno lasciato la loro bambina in Spagna? Non potevano portarla con loro a Mosca?


"E il Ferk non era certo un luogo dove fare rimanere i bambini 24 ore su 24"
 

Oh. Ok. Quindi ci volete dire che questi due poveri cristi, Vera e Giacomo, lavorano ventiquattr'ore su ventiquattro, non vanno mai a casa, non hanno un posto dove alloggiare, ma stanno continuamente con l'occhio appoggiato ad un cannocchiale a scrutare il cielo alla ricerca di omini grigi? Bello. Poco credibile, ma... bello. Sembra sempre di più che questi qui abbiano smollato la propria figliola alle zie perché non la volevano tra i piedi, dandosi alla pazza gioia a Mosca, fra litri di alcool e dubbi accordi con spacciatori russi.
Ma torniamo alla nostra Nina!
Nina vive con le sue due zie (o prozie? Non è ancora chiarissimo) Andora e Carmen, nonché con due animali: un alano ("[...] di tanto in tanto accarezzava il suo amico fidato Adone, un alano nero di 85 chili che dormiva accanto a lei") e un gattino di nome Platone.
Quindi, ricapitolando, Nina ha i soldi che le escono dalle orecchie, i genitori che le lasciano fare quello che vuole perché sono a Mosca, non va a scuola e possiede sia un gatto che un cane enorme. Non sappiamo voi, ma questo è quello che da bambini avremmo reputato essere il paradiso.
Nina, però, non è una bambina come tutte le altre: ha ereditato dal nonno materno Misha poteri magici e capacità alchemiche, quindi a casa non studia solo matematica, geografia, italiano e scienze come noi poveri sfigati, ma anche alchimia e magia, così, come se fossero cose normali.
Ok, vogliamo diventare Nina sempre di più.
Un bel giorno, Nina riceve dal suo amato nonno Misha una lettera in cui le chiede di raggiungerlo urgentemente e in gran segreto a Villa Espasia, a Venezia. Figo figata.
Nina si prepara tutta per andare a stare dal suo nonno/maestro, ma la voglia a forma di stella sulla sua mano diventa enorme e nera, gli animali iniziano a fare scasso, il gatto gnaula disperato, il cane cerca di buttare giù la porta a zampate... Nina sembra in preda ad un trip andato malissimo e vede un uomo brutto nello specchio del bagno.

"[...]Si guardò allo specchio e vide, come immerso in una nuvola di fumo giallo, il volto di un uomo bruttissimo, calvo, con gli occhi piccoli grigi, un pizzetto nero sul mento e i denti gialli".

Poi la calma. Per un po'.
A poche ore dalla partenza avviene una disgrazia: il vecchio Misha schioppa.
Chissà perché ce lo aspettavamo dopo il trambusto di segni nefastissimi.
Arrivata a Venezia per i funerali del nonno, un notaio fa praticamente leggere a Nina (e agli spettatori) il testamento del vecchio.
La bambina ricca e viziata scopre così di aver ereditato Villa Espasia e il suo laboratorio alchemico. Così, perché non possedeva abbastanza roba.
Ma scopre anche una cosa non proprio bella: che dietro la morte di nonno Misha c'è il conte Karkon Ca' d'Oro, un alchimista e mago malvagio che vuole conquistare un certo Xorax, la Sesta Luna. Sesta luna di... cosa? Non c'è dato di saperlo.
Però il nonno faceva da mentore anche a quattro ragazzini veneziani: Cesco, uno spilungone occhialuto che ovviamente è qui per fare la parte dell'eroe, Fiore, che i suoi stessi amici (oh, che gentili!) chiamano svampita e che è un'appassionata d'arte, Roxy, una specie di bodybuilder nana detta la Maciste del gruppo ("Ehm, scusami... ma non so controllare molto la mia forza. Come vedi, i miei muscoli sono ben sviluppati") ed infine Dodo, colui che amiamo e rispettiamo, la rappresentazione di tutti noi, un ragazzino intelligente ma timido che non vuole, giustamente, morire e che per questo viene chiamato "codardo" dai suoi (oh, che gentili!) amici e bullizzato impietosamente, anche se *spoiler* a un certo punto verrà pure mangiato da un leone, dimostrando che aveva ragione lui, ma tanto continueranno tutti allegramente a canzonarlo come se essere mangiati dai leoni capiti tutti i giorni *fine spoiler*.
Questi magnifici quattro dell'apocalisse,hanno il compito ingrato, in cui ricaveranno ferite, botte, sanguinamenti e dolori sia fisici che mentali, di aiutare Nina nella sua missione. Eh sì, perché c'è una missione... fermare Karkon Ca' d'Oro, ovviamente!
Perché da sempre i Maghi Buoni come il nonno di Nina aiutano gli abitanti di Xorax a respingere il Male e, per farlo, possiedono uno scettro magico bruttissimo, con in cima un gufo d'oro obeso e dagli occhi rosa la cui specie risponde al nome di "gughi", e che tutti chiamano con l'altisonante nome di Taldom Lux (lo scettro ovviamente, non il gufo gughi).
Così iniziano le avventure di Nina, che dovrà scoprire piano piano i segreti del misterioso laboratorio del nonno, proteggere il Taldom Lux e la sesta luna, preparare magiche pozioni, bere sostanze palesemente velenose spacciandole per benefiche al fine di spingere i giovani lettori ad avvelenarsi, viaggiare nel tempo e nello spazio, combattere contro androidi e bullizzare Dodo, il più timido dei bambini che vorrebbe tanto non morire, ma che costringono comunque a fare cose folli contro la sua volontà. Tutto questo con una prosa praticamente logorroica (non abbiamo mai definito un libro così prima d'ora, ma siamo stati costretti) in cui succede tutto e il contrario di tutto in tipo tre pagine, con descrizioni appena abbozzate e un'azione serrata da film d'azione americano e scene horror di sublime, ineguagliabile inadeguatezza.
Riuscirà la bambina della Sesta Luna a fermare il potente e malvagio Karkon Ca' d'Oro? Lo scoprirete solo leggendo.
Leggendo questo e i SEI LIBRI SUCCESSIVI e noi non ne abbiamo le forze. Fatelo voi e fatecelo sapere.


2. La copertina
Questa è la copertina del libro che abbiamo preso nella nostra amata biblioteca comunale. Letteralmente, la abbiamo scannerizzata:

Ma che diavolo ha la faccia di quel gatto? E quello sotto è tutto collo?

Che cosa abbiamo da dire? Questa è un'insta-classic. Magica quanto basta, con una buona composizione, un sapiente uso dei colori. Lo stile con cui sono disegnati gli umani non è fra i nostri preferiti, ma non c'è nulla di cui lamentarsi: è una bella copertina.
Vorremmo visitare quel laboratorio. Vorremmo toccare il libro d'oro con il gughi abietto sulla copertina. Vorremmo leggere tutte le etichette di tutti i barattoli.
L'unica cosa che... ok... un po' fa paura è quel gatto. È brutto, si può dire? È brutto. Proprio brutto.

Ed ecco il retro della copertina, con un piccolo estratto dalla narrazione (che comunque è uno dei pezzi più bellini, fin qui eravamo intrigati, eh):




Ma il tempo passa, i libri vengono ristampati, nascono nuove edizioni... nascono nuove copertine.
Ed ecco alcune copertine moderne:



1. Questa è chiaramente la versione "prendiamo la copertina originale, ma appiccichiamola, più piccola, sulla copertina nuova".
Wow, che classe. Che innovazione. Che differenza! Che poi, ridiamo e scherziamo, ma non è mica brutta come copertina, eh. Quasi quasi rivaleggia con l'originale (considerando pure che l'originale è presente anche qui...).

Nina, la bambina col gatto inutile



2. Una copertina più minimale, ma con qualcosa di magico, in cui Nina regge il Taldom Lux (lo scettro col gughi) e il piccolo gatto Platone, che qui è messo mooolto meglio di com'era nella copertina originale. Almeno non fa paura. Copertina carina, ma niente di superlativo.




Karkon è verde, Platone è rosso, scappa Nina a più non posso!

3. Questa graziosa copertina racchiude in sé tutti gli elementi più importanti del primo libro (anche se non ricordavamo certo che Karkon fosse verde, ma vabbè) e, sebbene dia un feeling meno "magico", si tratta di un'illustrazione assolutamente adorabile. È quasi un peccato non aver visto questa dal vivo, bella grande, ma di avere solo questa minuscola immaginina.

Scusate le immagini piccolissime, ma su internet non abbiamo trovato altro...
Però una cosa ci incuriosisce: perché su tutte le copertine c'è il gatto (che non serve assolutamente a nulla nella trama), ma su nessuna il cane? Suvvia, un alano di ottantacinque chili avrebbe fatto la sua porca figura! Anzi, petizione per levare pure Nina dalla copertina e tenere solo il cane.

3. Cosa ci è piaciuto:
Che fosse un libro illustrato. Molte illustrazioni sono anche graziose, eh! Tutte in bianco e nero (o sarebbe meglio dire in scala di grigi) purtroppo, ma con un tipo di nostalgico, infantile tratto di matita che ben si accorda a una storia magica per bambini.
Ci è piaciuta molto anche la rappresentazione di un cane di taglia grande come giocherellone e dolce, invece che extra-protettivo, animalesco o aggressivo come al solito, e l'amicizia fra quest'ultimo e un dolce micino, che però occupa solo poche pagine. Poche righe, a dire il vero.
E poi... sì, ci sono piaciute anche le scene horror. "Come le scene horror?" Chiederete voi, un po' in preda al panico "Ci sono scene horror in un libro per bambini di otto anni?".
Sì, ci sono, e sono sublimemente fuori posto. Ad esempio, citiamo la scena che più ci ha sorpresi (non la più horror, magari, ma abbastanza sorprendente): *attenzione spoiler* una delle zie di Nina è stata sostituita da un androide con le sue fattezze, che da anni ormai spia la famiglia della bambina per conto di Karkon. All'inizio tutti credono che la zia sia morta (c'è un sacco di morte in questo libro, sappiatelo), ma poi scoprono che in realtà il suo corpo è ancora vivo, ma viene tenuto prigioniero. Nina e i suoi amici la trovano e cercano di liberarla, ma la zia non da alcun segno di vita... trovano però sul suo cuoio capelluto una cicatrice a forma di K (la K di Karkon, che quel cretino mette dappertutto, pure sui vestiti suoi e dei propri seguaci) e comprendono che alla zia è stato asportato chirurgicamente il cervello.
La zia è interconnessa all'androide, che ora è stato spento, e ragiona praticamente con il cervello dell'androide. Insomma, più o meno hanno estratto il cervello alla zia e lo hanno infilato in un robot, e se il robot muore, anche lei schioppa. Diteci se non è horror questo! Ma di quello bello però, non quello fatto a caso *Fine spoiler*.
Le scene spaventose di questo libro sarebbero state molto meno sprecate in un libro per ragazzini un pochino più grandi, comunque (diciamo 13-14 anni).
Un'altra cosa formidabile del romanzo sono i nomi degli artefatti e dei luoghi. "Pandemon Mortalis", il nome della spada di Karkon Ca' d'Oro, è semplicemente fighissimo, così come quello del "Taldom Lux". Il laboratorio del nonno, piazzato sotto un lago, si chiama "Acqueo Profundis". Ahh, i brividi! I nomi degli artefatti sono semplicemente fantastici.


4. Cosa non ci è piaciuto:

Da dove iniziare? Non vogliamo che questa recensione sia troppo lunga, quindi dovremo mantenerci brevi su questo punto e... non sarà facile. Non sarà affatto facile. Dovremo lasciare fuori qualcosa, perché di punti opinabili ce ne sono pure troppi...
Ad esempio le inesattezze scientifiche ci mandano in pappa il cervello. Questo dovrebbe essere un libro su scienza, magia e alchimia! Speravamo di imparare qualcosa di nuovo, non di disimparare roba.
Cominciamo dalla pagina uno, capitolo primo.
Sulla testiera del letto di Nina c'è una frase, scritta su un pannello di compensato, che dice:

"Noi, piccoli esseri dai cervelli grigi,
abbiamo tanto da imparare.
Noi, brevi vite senza una meta,
dobbiamo guardare il cielo e pensare."

Ehh... cominciamo male. Perché se lo scopo è quello di spingere i bambini a diventare edotti, non potete aprire il romanzo con un'inesattezza grossa come una capra obesa. I cervelli degli esseri umani (come pure di tutti i mammiferi) sono rosa, non grigi: il nostro encefalo diventa grigio solo quando muore.

Quindi cos'è questo, un auto-insulto? "Noi piccoli esseri dai cervelli morti"?
Proseguiamo...
Molto spesso, Nina e i suoi amici fanno delle pozioni che servono per tante cose diverse e le bevono. Peccato che siano fatte con roba palesemente velenosa! Ma che diamine... e se i bambini lettori li imitassero?
Ricordiamo, l'età consigliata per questo libro è di otto anni! Otto anni! A otto anni un bambino può ancora bersi la candeggina perché ha un bel profumo, figuriamoci se non si mette in bocca qualunque veleno perché crede che gli possa dare dei superpoteri!

Ecco alcune cose che vengono "consigliate" da questo libro, alcune imitabili (sebbene con conseguenze catastrofiche) e altre... un po' meno:

1. Lavarsi con 8 litri d'argento liquido e acqua salis (per purificare e dar luce bianca alla pelle). Considerano che il punto di fusione dell'argento è a 961,78 °C, se uno vuole morire è proprio consigliato.

2. Bere l'antimonio. Dal taccuino di nonno Misha "Disintossica da ogni veleno e dà la conoscenza perfetta [...] una dose è di 3 gocce". Da Wikipedia: "L'antimonio e molti dei suoi composti sono considerati tossici. Clinicamente l'avvelenamento da antimonio è molto simile a quello da arsenico. A piccole dosi provoca mal di testa e vertigini, a dosi più alte provoca attacchi di vomito violenti e frequenti e porta alla morte nell'arco di pochi giorni." B-bello. M-molto disintossicante, vediamo.

3. Bere potassio puro. Dal taccuino di nonno Misha "Fa parlare nel sonno e dà allucinazioni e premonizioni. 31 gocce sono sufficienti per ottenere l'effetto". Vi diciamo una cosa simpatica: l'intossicazione da potassio è chiamata iperkalemia e la gravità di questa condizione è molto alta. L'iperkalemia, se non trattata e ingravescente, può portare fino alla morte. A onor del vero, una sola assunzione massiccia non può uccidervi, ma 'sti bambini alchimisti mi danno l'idea (specie Nina) di essere capaci di farlo un giorno sì e uno no e rimanerci secchi...

4. Bere cinabro. A parte che il cinabro non si può bere, perché è solido, ma vabbé... il libro recita:


"Cinabro è il risultato della mescolanza
di mercurio metallico
o argento vivo con lo zolfo.
Bollire ed evaporare con due ore.
Bevendo otto sorsi di tale intruglio
i corpi si sollevano da terra". 

No, bevendo otto sorsi di tale intruglio i corpi SCHIOPPANO MALE.

È vero che il cinabro, chimicamente, è un'unione di zolfo e mercurio (come mai c'hanno azzeccato? Wow), ma è anche vero che il mercurio è tossico e lo zolfo, quando si unisce all'idrogeno o sta bruciando, puzza. E puzza tanto. La tossicità del mercurio è nota sin dall'antichità: i Romani erano infatti a conoscenza dei sintomi nervosi dell'esposizione all'elemento. I romani sì, ma evidentemente Moony Witcher, la scrittrice di questo libro, no. Oppure sta cercando di ammazzare i bambini?

5. Bere il rame. Quindici gocce, per l'esattezza, al fine di ottenere "forza vitale". Vabbé che il rame non è letale né particolarmente velenoso, ma... come si fa a berlo? Lo si dovrebbe squagliare, visto che in natura si ritrova solo allo stato solido, ma il suo punto di fusione è a 1084,4 °C. Non sappiamo voi, ma noi quindici gocce di metallo liquido a questa temperatura non ce le butteremmo in gola.

Ma vabbé, lasciamo stare un attimo le imprecisioni scientifiche. Andiamo a una cosa più interessante in un libro per bambini, ovvero gli animali fantastici.
Gli animali (e le piante) fantastici sono bruttissimi. Un incubo travestito da... incubo, visto che neanche le illustrazioni hanno intenzione di mascherare il loro aspetto.
Si tratta probabilmente dei character design più pigri, randomici e mal assortiti che abbiamo mai visto e come se non bastasse, al contrario di come avviene per gli artefatti, hanno nomi di cui probabilmente, pur non esistendo, si vergognano.
A parte il gughi (il GUGHI! È un uccello leggendario fortissimo e si chiama GUGHI!), un ciccione monopode (sì, ha un piede solo) troppo chiaramente ispirato ad un gufo, potete scegliere fra i seguenti orrori:

A. L'ondula, una farfalla arancione con la faccia da persona. CON LA FACCIA DA PERSONA. E no, non intendiamo che ha un faccino vagamente antropomorfo, tipo con gli occhietti, il nasino e la boccuccia, come l'ape Maia, no, viene proprio descritta come "farfalla dal volto umano". Umano. È molto specifico: ha una faccia da persona umana. Terrificante.

B. Il quaskio, un pesce minuscolo, dal nome sfigato e che manco sa nuotare, goffo in acqua quanto sulla terra, che però depone uova contenenti pietre preziose. Come si riproduce se nelle sue uova ci sono le pietre preziose e non i suoi figli? Non ci è dato di saperlo.


C. Il tintinno, un animale a forma di campana (oddio, è vuoto dentro? Speriamo di no, speriamo che la forma sia solo quella esterna) alto un metro e che quando cammina tintinna. Eh, giusto. Il tintinno tintinna.

D. Lo sbacchio. LO SBACCHIO. Questo essere satanico, per metà pokémon e per l'altra metà demonio, è un batuffolo bianco con orecchie e bocca gialle, che non sa camminare, ma salta soltanto su due zampe a molla e sputa bolle. Non sapendo camminare, i ragazzini lo devono portare in braccio dappertutto, ma non fatevi ingannare dalla dicitura "batuffolo", perché il mostro è alto tipo un metro e peserà probabilmente trenta chili oltre ad essere fastidioso, inutile e bruttissimo. Ah, e ha le labbra molto carnose. E il sangue giallo. E i ragazzini lo portano volontariamente dalla Sesta Luna alla terra, anche se porta più guai che altro ed è buono solo a farsi mangiare dai topi e morire.

Le piante neanche ve le raccontiamo. Vi diciamo solo i nomi, non abbiamo la forza per raccontarvele. Siete pronti? Fustaffa. Skiffio. No... non ce la facciamo.

Passiamo ad un altro punto. Sapete cos'altro non c'è piaciuto? La separazione netta fra male e bene, così netta che appiattisce completamente i personaggi e nasconde la realtà della narrazione. Avete presente, no, i cattivi portano tuniche nere e dicono "ah, siamo malvagi, amiamo le cose sporche e cattive" e i buoni dicono cose tipo "che bello, sì, l'amicizia, la libertà, i bambini di tutto il mondo"?
Ecco, questo libro è tutto così. E i cattivi sono tutti identici fra loro. Cambia un po' l'aspetto fisico, ma dentro sono tutti uguali.
Il problema è che, visto che Nina viene fatta passare per buona, buonissima, cavaliera santa dell'universo, i bambini potrebbero non vedere nei suoi comportamenti della negatività, anche laddove essa esiste. Un caso che salta immediatamente all'occhio è il modo in cui lei insulta il povero Dodo, il ragazzino timido del gruppo, costringendolo a fare anche quello di cui lui ha (giustamente, aggiungeremmo) paura. Nina non è una bambina buona. I suoi amici, in un modo o nell'altro, sono costretti a seguirla e supportarla, e quando dubitano di lei, perché lei racconta di cose assurde, la narrazione vorrebbe spingere il lettore a pensare che sia sbagliato dubitare dei propri amici anche quando dicono cose impossibili.
Noi invece diciamo che la fiducia va meritata e che non basta essere una bambina con una stella sul palmo della mano per avere in mano anche la verità.
E qui arriviamo all'ultimo punto che tratteremo nella sezione "cosa non c'è piaciuto", perché questa recensione sta diventando decisamente lunga. L'amicizia. L'amicizia in questo libro non sembra genuina, non c'è mai un vero momento in cui questi bambini si apprezzano e apprezzano la reciproca compagnia.
Nina conosce i quattro bambini, nel capitolo 3 del libro.
Nel capitolo 4, il giorno dopo, prepara una pozione per scoprire se le sono leali. IL GIORNO DOPO.
 

Dal libro:
"Infine agitò la bottiglia prima verso sinistra, per sette volte, poi a destra, per altre sette, pronunciando la formula magica: «Il mentitore cadrà se non dirà la verità. L'amicizia è salda e cara, se non si sputa la bevanda amara».
Soddisfatta esclamò: «Ora li metterò alla prova. Dovranno bere due sorsi ciascuno e se davvero mi saranno amici, non succederà loro nulla. Al contrario, cadranno a terra svenuti»
[...] «Ma cos'è? Sangue?» chiese timorosa Fiore.
«No, non è sangue. È una pozione. Se volete essere miei amici dovete bere, altrimenti io non mi fiderò di voi. Non sputatela. Dovete proprio ingoiarla [...]»"


A noi questa Nina non sembra una bambina buona. Ci sembra una maniaca del controllo manipolativa, che non lascia spazio a sani dubbi, visto che quei poveracci dei suoi compagni la conoscono, ricordiamo, da un giorno. Non basta essere carini per essere belli e, francamente, Karkon Ca d'Oro sembra più affezionato ai suoi bambini-robot di quanto Nina lo sia ai suoi amichetti.

Decisamente non è un buon messaggio in un libro per bambini.

Voto complessivo: 50 su 100. Se 100 Punti sono un buon libro, cinquanta sono a malapena un libro... ma che ci volete fare, siamo stati generosi perché ci piacciono i libri illustrati

A chi lo consigliamo: a un bambino/a di sette o al massimo otto anni a cui piacciono le cose fighe, la magia, le battaglie e le "sparatorie" fantasy. Lo stile è semplicissimo, proprio lineare lineare, e quando si hanno otto anni, a volte, si amano i romanzi in cui succedono 234244234 al minuto e non ci sono descrizioni. Ah, la fantasia sfrenata dei bambini, che colma le lacune immense dei libri brutti!

Dove potete trovare il libro: un po' dappertutto, comprese le vecchie biblioteche. Su Amazon lo trovate di sicuro, ma perché comprarlo (perché proprio questo libro, di tutti i libri del mondo?) quando potete leggere a scrocco? Evviva le biblioteche comunali! Recatevi alla più vicina e dateci dentro;

Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!


P.S. Suggeriteci libri da recensire che vi piacciono! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto).

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