Le lupe correvano
veloci. Le loro zampe, immense, scavavano piccoli solchi irregolari con
le unghie ogni volta che sfioravano la terra, lanciate ad una velocità
quasi irreali.
Cercavano di catturarsi
le une con le altre, con i denti, e scartavano per non essere prese o
per prendere le altre. Quando qualcuna veniva morsa, subito si rigirava e
da inseguita diventava inseguitrice.
Sembrava divertente, ma anche a suo modo brutale.
Mi sedetti su una sedia all'entrata della casetta, scrutando i loro allenamenti nel bosco.
E poi notai una cosa:
quando Lara correva teneva la coda in modo strano, piegandola troppo a
sinistra rispetto alle altre, e a grandissime velocità questo tendeva a
farla sbandare. Mi misi le mani a coppa intorno alla bocca e presi un
profondo respiro
«Lara!» gridai «Prova a tenere la coda più dritta! Più dritta!».
La grande lupa con il
pelo da iena si fermò un istante a guardare nella mia direzione,
sbuffando, poi si fissò la coda per un istante e riprese a correre. Non
sbandò più.
Quando Aida cercò di
morderla ad un fianco, Lara si voltò scoprendo le zanne e le assestò un
morso su un orecchia, facendola guaire, poi sghignazzò e si rotolò
giocosamente per terra un paio di volte prima di rialzarsi fulmineamente
per evitare che Ayita, correndo, la calpestasse.
Ayita sbuffò, scrollando la folta criniera e rallentando al trotto prima di allontanarsi dalle altre.
Rimasi ad osservare le
ragazze che si allenavano, impressionata dalla loro forza e mole. Erano
davvero gigantesche, eppure la disinvoltura e agilità con cui si
muovevano facevano pensare che avrebbero dovuto gestire una massa di
molto inferiore. E non era neanche la loro forma naturale! Se avessero
potuto trasformarsi fin dalla nascita, chissà cosa sarebbero state in
grado di fare!
Speravo che sarebbe bastato, contro tutti i bastardi pericoli vampireschi del mondo esterno.
Mi sarebbe piaciuto
unirmi all'allenamento: vederle così energiche mi faceva venire voglia
di sollevare pesi enormi ed azzuffarmi, ma sapevo che probabilmente non
sarei riuscita neppure a correre verso di loro senza inciampare. Forse
non era il caso.
Quando le lupe smisero
di allenarsi si fermarono tutte contemporaneamente, come se avessero
ricevuto una sorta di impulso mentale. La più riluttante era Lara, che
si era messa a cercare di assestare dei morsetti giocosi alla spalla di
Omaha. Quella non sembrava particolarmente divertita, sottraendosi ogni
volta alle fauci della compagna con sguardi torvi.
Andai loro incontro, sfregandomi le mani l'una contro l'altra.
«Siete fantastiche,
ragazze!» Sorrisi entusiasta, camminando verso di loro «Cioè, vedervi
trasformate tutte assieme... ehm, wow!».
Omaha scodinzolò verso
di me, poi scattò a pinzare un orecchio di Lara coi denti quando quella
le diede una spallata. L'altra lupa la lasciò finalmente stare, ma non
sembrava affatto pentita, scodinzolando lievemente.
«Non sembrate neanche
stanche» Dissi, affiancandomi ad Ayita mentre il resto del branco si
allontanava verso la casetta. Probabilmente avevano bisogno di
ritrasformarsi e vestirsi, ma non volevano lasciarmi del tutto da sola.
Ayita fece una sorta di brontolio basso che mi suonò, per qualche motivo, come un suono di approvazione.
«Quindi... direte presto ai maschietti che ci siete anche voi?».
Lei annuì piano, con le
narici che si dilatavano come se stesse analizzando qualche strano odore
anche mentre i suoi bellissimi occhi erano puntati su di me.
La presenza delle
ragazze-lupo mi rassicurava laddove molte altre cose più naturali e meno
zannute fallivano. Erano enormi, calde, pelose guardiane che mi
volevano bene, e contemporaneamente delle fantastiche amiche con cui
potevo parlare di cose umane. Erano probabilmente le uniche che
riuscissero a comprendere davvero il mio mondo bloccato tra il
sovrannaturale ed il comune.
Per quanto questo fosse
irrazionale – io non ero in grado di diventare un enorme animale forzuto
e lupoide – mi sarebbe piaciuto sentire di appartenere davvero al
branco. C'era qualcosa che gli invidiavo nel loro cameratismo e nella
loro sicurezza che, se fossero rimaste insieme, avrebbero prevalso su
tutto. Volevo provare una sorellanza come quella verso qualcuno... ma mi
accontentavo, si fa per dire, visto che ne ero felicissima, di essere
loro amica.
Improvvisamente vidi
Ayita drizzare le orecchie e voltare la testa verso una direzione
completamente opposta alla mia, sgranando appena gli occhi, gli arti
immobili come quelli di una statua estremamente realistica.
«Che c'è?» Chiesi, aggrottando le sopracciglia «Un pericolo?».
Lei scosse appena la
testa. Per un attimo sembrò combattuta, alterando occhiate a me e alla
cosa misteriosa che aveva attirato la sua attenzione, poi con un paio di
balzi lasciò il mio fianco e la sua enorme mole scura sparì nel bosco,
incredibilmente silenziosa.
Sentii il calore di lei sparire dal mio fianco, sorpresa.
«Ayita, ma dove vai?»
Esclamai, facendo un paio di passi verso le fronde degli alberi.
Deglutii e mi guardai intorno freneticamente, ma mi tranquillizzai quasi
subito. Se ci fosse stato un pericolo, Ayita non mi avrebbe mai
lasciata lì indifesa.
Un attimo dopo, il
corpaccione di Jacob nella sua forma umana e coperto solo da un mesto
paio di pantaloncini grigi entrò nella piccola radura di fronte alla
casa delle ragazze-lupo.
«Belarda» Ansimò, guardandomi con un mezzo sorriso preoccupato.
«Jake!» Esclamai,
correndogli incontro. Gli gettai le braccia al collo; era tutto il
giorno che ero circondata da gente gigante e mi sentivo una bambina.
«Stai bene?» Mi chiese lui «Il succhiasangue non ti ha... non ti ha fatto niente, vero?»
«No, no, sto bene! Oddio
Jake, ti aveva morso, come stai? Il vampiro, dov'è?» mi affannai a
controllargli il braccio, ma sembrava liscio ed intoccato, in contrasto
con il ricordo vivido che avevo del suo sangue che gli bagnava la
pelliccia.
Lui rise, come se la mia
preoccupazione fosse una cosa buffa «Il vampiro... l'ho spinto verso il
resto del branco, se ne staranno occupando in questo momento, e poi
sono tornato a cercare te, casomai ce ne fossero stati altri in zona» mi
mostrò il braccio con un sorrisetto «Sto bene, Belarda. Sono uno
tosto».
"Cosa pensavi ad attaccarlo da solo? Poteva ucciderti!"
Avrei voluto dirgli, ma tenni il becco chiuso perché sapevo esattamente
a cosa stava pensando: a salvare me. Sarebbe stato ingrato, e stupido,
così lo abbracciai più stretto e gli dissi: «Grazie Jake. Grazie».
Lui parve sorpreso, e mi
batté una mano sulla schiena impacciato «Ehi, di niente. Non devi
preoccuparti Belarda, sai? Un vampiro solitario non è un gran problema
per un branco numeroso come il nostro. Sarà facile per Sam e gli altri
farlo fuori»
«Peccato che io non sia
un branco di licantropi, quindi magari un filo di preoccupazione lo devo
avere» feci una risatina nervosa «E quello stava per fare fuori me. Non
ho mai visto un vampiro con un potere simile. È stato davvero, ehm,
inquietante». Mi staccai da lui, saltellando indietro di un paio di
passi per poterlo guardare meglio.
Si, il mio Jake stava
bene. Mi ero preoccupata a dovere per lui, ma sapevo che era inutile
corrergli dietro per tutto il bosco (senza riuscire assolutamente a
raggiungerlo) e rischiare di finire in bocca a mostri ancora in libertà
come l'orso-vampiro. Non avevo potuto fare altro che aspettare, con le
ragazze-lupo a distrarmi per fortuna: ero davvero felice che il mio
amico stesse bene.
«Neanche io sapevo che i
succhiasangue potessero fare cose del genere. Da brividi!» Jacob mi
sorrise, non sembrando particolarmente spaventoso «Cioè, si modificano
la faccia e poi...»
«Grazie al cielo non lo
sanno fare tutti i vampiri» sospirai «Credo che fosse il potere
individuale di quel tizio. Fossi in te mi chiederei come mai ha preso il
tuo aspetto e si è intrufolato in casa tua».
Jacob rimase in silenzio. Si grattò il collo e sporse in fuori il labbro inferiore, pensieroso.
«Comunque bella tenuta» Scherzai, dandogli una gomitatina
«I succhiasangue hanno... tipo dei poteri diversi per ognuno?».
Ah, già. Al branco dei ragazzi-lupo non avevo fatto da spia, quindi non potevano sapere l'orrida verità.
Proprio mentre mi accingevo a spiegargliela, con tempismo incredibile le ragazze-lupo uscirono chiacchierando tranquille dal casotto. Ovviamente non furono sorprese dalla presenza di Jacob, probabilmente i loro sensi acuiti avevano segnalato loro la sua presenza da un po'.
Proprio mentre mi accingevo a spiegargliela, con tempismo incredibile le ragazze-lupo uscirono chiacchierando tranquille dal casotto. Ovviamente non furono sorprese dalla presenza di Jacob, probabilmente i loro sensi acuiti avevano segnalato loro la sua presenza da un po'.
«Ehi, Black» Lo salutò
Omaha, aggiustandosi i capelli con una sventagliata come per una
pubblicità dello shampoo. Lara lo salutò sventolando la mano, e Aida
fece un saluto educato accompagnato da un cenno della testa.
Nessuna delle tre
sembrava particolarmente colpita dalla semi-nudità di Jacob, anche se
vedevo uno scintillio negli occhi di Omaha che mi spinse a mettermi
davanti al mio amico per schermarlo parzialmente.
«Ehi» Lui parve imbarazzato «Ehm... ciao, ragazze. Io stavo parlando con Belarda. Ma ora... stavamo andando via, vero Belarda?»
«No» dissi io scuotendo
la testa, diabolicamente divertita dalla situazione «Davvero, Jake, non
c'è bisogno di andare da nessuna parte»
«Beh, ci sono cose di
cui non possiamo esattamente parlare davanti a loro» mi esortò lui a
bassa voce, impaziente, acciuffandomi per un braccio e tirando un po'
verso il punto da cui era venuto
«Ragazze? È il momento?»
chiesi voltandomi verso le tre, ricambiando lo stesso gesto di Jacob
per trattenerlo e usando la mia migliore vocina supplichevole.
Sarebbe dovuto accadere
comunque, quindi perché non avrebbe potuto essere il mio Jacob a saperlo
per primo? E poi si, volevo solo vedere la sua faccia quando avesse
saputo per quanto tempo i maschietti-lupo si erano fatti prendere per il
naso.
Lara ridacchiò mettendosi le mani sui fianchi e guardando le ragazze ai suoi fianchi, con una faccia furba da cartone animato.
«Che succede? Che succede che non so?» Chiese Jacob, confuso.
Omaha avanzò con passo sicuro, un sorrisetto dipinto sulla bocca
«Ci sono diverse cose che non sai, Black» disse «Ma non sta a noi dirtele tutte»
«Di che cosa stai... stai parlando?» Jacob si guardò intorno, confuso «Parla come mangi».
La ragazza-lupo rise, scuotendo la testa
«Se parlassi come mangio» disse «Finiresti per farti molto male»
«È una minaccia?»
«Niente affatto. Solo una constatazione. Pensavamo di dirvelo prima o poi e forse questo è il momento giusto»
«Forse Ayita non vorrebbe» si intromise Lara «Magari pensa che non siano pronti»
«Oh, andiamo, non sono pronti? Lo deve sapere»
«Si, ma non ora. Aspettiamo Ayita»
«Ma lei è andata chissà dove in forma di lupo, noi non possiamo...»
«In forma di lupo?» chiese Jake, ad alta voce.
Calò il silenzio. Per
puro caso, Omaha si era lasciata sfuggire un'informazione importante,
anche se in effetti non era così terribile...
«Belarda può dirglielo, se vuole» Disse Aida, seria «Non ha l'influenza dell'alfa a fermarla. Su, Belarda, diglielo!».
Deglutii e guardai
Jacob, che sembrava molto, molto confuso. Mi rigirai i pollici, pensando
alle parole adatte, e alla fine mi uscì solo:
«Lo sai che le mie amiche sono licantropi come voi?».
Jake strabuzzò gli occhi e allargò le braccia
«Cosa?!»
«Siamo licantropi come voi, ha detto» scandì Lara «E lo siamo da molto più tempo di voi, se la cosa ti interessa»
«Ma non può essere!»
Jacob si infilò le mani in tasca «Insomma, tutti i licantropi sono
maschi. Lo dicono anche le leggende. Le ragazze non si trasformano»
«Le ragazze non si trasformano» lo scimmiottò Omaha «Oh, andiamo Jacob, cresci un po'. Sono solo vecchie leggende»
«Vecchie leggende che si sono dimostrate vere fino ad ora»
«Non avrebbe nessun senso che i ragazzi possano trasformarsi e le ragazze no»
«Ah si? E chi mi dice che non state raccontando balle?».
Lara avanzò fin quasi a sfiorare il naso di Jacob con il proprio, costringendolo ad indietreggiare
«Noi non raccontiamo balle» ringhiò, scoprendo i denti bianchissimi
«C-certo» Jacob nascose la sorpresa dietro un sorrisetto sornione «Come no»
«Mi stai dicendo che non ci credi?»
«Le ragazze non si
trasformano. Belarda deve avervi detto del branco e ora volete giocare a
fare le misteriose facendo tipo che siete licantropi pure voi. Ma
essere licantropi non è un gioco, non siete le principessine arcobaleno,
essere licantropi significa essere i protett...».
Jacob non riuscì a
terminare la frase perché Lara si era trasformata di fronte a lui,
facendo scoppiare i vestiti, e lo aveva atterrato sotto le enormi zampe
anteriori, pressandolo contro il suolo.
«Oh no, Lara» Gemette Aida, nascondendosi la faccia dietro le mani «Non di nuovo».
Jacob, con gli occhi
spalancati, tremava. Mi chiesi come mai sembrasse così spaventato, visto
che non solo lui conosceva i licantropi, ma un intero branco di quelli
erano suoi amici, finché non mi accorsi che non tremava di paura, ma per
contenere la trasformazione innescata dalla minaccia.
Lara gli ringhiava contro la faccia, con le zanne sguainate e vibranti: avrebbe potuto staccargli il naso in un solo istante.
«V-va bene» Balbettò
Jacob, fra un profondo respiro e l'altro, mentre il suo tremore iniziava
a scemare «Adesso ci c-credo. Siete licantropi anche voi».
Non appena ebbe detto
queste parole, Lara smise di ringhiare e si sedette, lasciandolo andare e
prendendo a leccarsi una delle zampe come avrebbe fatto un gatto.
Jacob si mise seduto, con gli avambracci poggiati sulle ginocchia, e scosse la testa
«Non ci posso credere» disse «Siete licantropi?»
«Preferiamo "ragazze-lupo"» lo corresse Omaha, facendogli l'occhiolino
«Da quanto?»
«Da più di un anno»
«E non ci avete mai detto niente?»
«No»
«Perché?»
«Anche noi abbiamo le
nostre leggende. E queste leggende dicono che non dobbiamo rivelare la
nostra presenza al branco dei ragazzi»
«Ma l'avete appena fatto...»
«Lo possiamo fare, in
caso di necessità. Ma voi non direte niente di noi ai vostri figli, così
il prossimo branco sarà ignorante riguardo alla presenza delle
ragazze-lupo»
«Perché? Non ha... non ha senso»
«Ha senso» gli assicurò Omaha «Lo capirai con il tempo, conoscendoci meglio».
Jacob scosse ancora la testa, poi mi guardò
«E tu, Belarda? Sei una ragazza-lupo anche tu?»
«No» ridacchiai «Proprio no»
«Però sapevi di loro»
«Si»
«Da quanto?»
«Da prima che tu ti trasformassi»
«Oh» lui parve avere
un'illuminazione e schioccò le dita «Ecco come hai fatto a indovinare
che ero un licantropo, al ballo! Le tue amiche sono tutte licantropi,
eh?»
«Già» annuii, arrossendo un po' «Cioè, no. Le mie compagne di scuola sono, uhm, normali»
«Che carina, Belarda. Una bugiarda carinissima»
«Non ti ho mentito»
borbottai «Semplicemente non te l'ho detto. Se mi avessi chiesto se
avevo delle amiche che si trasformano in lupi giganti ti avrei detto la
verità».
Jacob prese a ridere. Lara gli ringhiò contro e lui smise, incupendosi
«Che problemi ha la tua amica a macchiette?» mi domandò, indicando Lara con il pollice «Non ho mai visto un lupo così...».
Lara gli scattò contro e lo calpestò, poi si allontanò da lui scodinzolando. Jacob rotolò per terra e si rialzò in piedi.
«Vuoi la guerra?!» Le urlò contro «Beh, non l'avrai, perché io non combatto con le ragazze!».
Questa cosa parve fare
imbestialire Lara, ma la cosa più straordinaria era il sorriso sulla
faccia di Jake che suggeriva che, in effetti, farla imbestialire era
proprio la cosa che voleva.
«Botte! Botte! Botte!» Gridava ritmicamente Omaha, alzando i pugni.
Aida sospirò molto,
molto profondamente e mi guardò, sollevando le sopracciglia. Le
restituii lo sguardo insieme ad un'alzata di spalle.
«Jake» Protestai debolmente, scuotendo la testa.
Lui non mi ascoltò
neanche. Lara gli si fece incontro a passi pesanti ma rapidi, divorando
il terreno che separava ragazza-lupo da ragazzo-lupo in un soffio.
Jacob rimase fermo
dov'era, incrociando le braccia sul petto guardando con un sorrisetto
Lara. Era un sorriso strano, osservai, che stonava sulle sue labbra. Era
più sardonico che ironico, con una vena di crudeltà che stonava sul
facciotto che era stato del Jacob di solo qualche settimana fa.
Omaha ghignò senza smettere la sua litania di guerra.
«Botte! Botte! Botte!»
«Che vuoi fare, signorina, picchiarmi?»
«Botte! Botte! Botte!».
Lara era ormai ad un
centimetro dal volto di Jacob, il suo fiato caldo che gli investiva il
volto costringendolo a battere le palpebre, furiosa. Lui faceva ancora
il suo sorrisetto, ma capii che aveva incrociato le braccia per cercare
di mascherare in parte il tremito del suo corpo, forse di freddo, forse
di nervosismo.
Lara si accucciò di
fronte a lui, in una specie di grottesco inchino da gioco. Come i
cagnolini che vogliono corrersi attorno nei parchetti, solo che questa
era immobile e aveva iniziato lentamente a scoprire i suoi enormi, non
sottovalutabili denti, mentre si teneva bassa sulle zampe anteriori più
come un predatore pronto a scattare che come un cucciolo giocoso.
Le narici di Jacob si allargavano come se stesse annusando l'aria. Quando parlò sembrava ancora tutto tronfio
«Senti, piantiamola con
questa cosa, signorina lupa. Non voglio alzarti le mani, non sarebbe
corre... Eh no, molla lì! Guarda che costano!» Jacob emise una sorta di
ringhio-grugnito, prendendo la faccia di Lara tra le mani e cercando di
allontanarla con la sola forza fisica.
Lara era scattata in
avanti a velocità sovrannaturale e aveva addentato l'elastico dei
pantaloncini grigi di Jake, scrollandolo avanti e indietro.
«Dai che si strappano,
stramboide!» Esclamò lui, cercando di togliersela di dosso a spintoni.
Lara iniziò a tirare velocemente camminando all'indietro, facendo
incespicare Jacob e lui diede un colpo esasperato sulla guancia della
licantropa, che rispose ringhiando sordamente. Questo sembrò fare
aumentare esponenzialmente il tremito delle membra del mio amico.
Sembrava che tra la
forma umana di un licantropo e la sua forma ferale ci fosse un aumento
insormontabile di forza fisica: Jacob avrebbe solo potuto sognare di
avere la meglio su Lara, più esperiente ed in forma ferale, se non si
fosse trasformato a sua volta, ma questo sarebbe stato come ammettere
sconfitta ed "abbassarsi" a scontrarsi con lei.
«Botte! Botte! Botte!»
«Mollami! Si, okay, siete licantropi, quello che vuoi, ora mi lasci?»
«Jacob, te la sei cercata!» risi io ad alta voce.
Lara se lo stava
trascinando in giro come un pupazzetto: dato che Jacob non voleva
rovinare gli ennesimi vestiti era costretto ad assecondarla per evitare
di lacerarli. «Sei stato molto sgarbato con le femmine della tua
specie!»
«Ehi, non è colpa mia se
vogliono fare le misteriose! Io non... e piantala!». L'ultima parte
uscì come un mezzo ruggito «Finiscila, non posso rovinarli! E non voglio
picchiarmi con te!».
Lara lo guardò torva, ma
alla fine lo mollò con un brontolio. Si sedette di schianto dov'era, a
due centimetri da Jacob e lo guardò indispettita.
«Grazie» Sibilò lui, valutando i danni riportati dai suoi pantaloncini.
«Avete finito?» Chiese Aida, con un sospiro
«Avete finito?» le fece eco Omaha, delusa
«Si, abbiamo finito» decretò Jacob incrociando le braccia sul petto.
Lara incrociò le zampe
davanti a lei e fece dei suoni sconnessi e senza senso a bassa voce,
imitando sorprendentemente bene la parlata di Jacob. Lui si guardò di
lato con le sopracciglia aggrottate e lei imitò il suo stesso movimento.
«Che staresti facendo
adesso?» Chiese lui. Al suo primo "che", Lara si premurò di parlare al
suo avversario immaginario sorpassando in volume la voce di Jacob e
dicendo in tono molto arrabbiato: «Arrabbwu wababa babauuuu».
Okay, l'imitazione come
forma di derisione non era né originale né particolarmente brillante, ma
scoppiai comunque a ridere perché vedere un lupo gigante che usa
fa le imitazioni per prendere qualcuno in giro è... chi ha visto una
cosa del genere nella sua vita può capirmi. Non saranno in tanti, ma
possono capirmi. Quello fa ridere, ragazzi, seriamente.
Quel giorno imparai
molte cose, ma ciò che appresi con più chiarezza era che Lara e Jacob
erano due personalità che non sarebbero mai dovute venire a contatto.
Aida mi spiegò che i due
non si erano mai parlati tranne un saluto ogni tanto alla riserva, e
per di più le ragazze-lupo conoscevano Jacob e la sua famiglia solo
perché il nonno di Billy era stato un grande capobranco.
«Quindi sono una famiglia importante, nella gerarchia dei lupi, i Black?» Chiesi a bocca aperta.
Dietro di noi Jacob cercava di provocare Lara e lei gli faceva il verso come un husky sotto metanfetamine.
Aida annuì, parlandomi a
bassa voce «Non che le famiglie influiscano con le gerarchie, essere
alfa o beta o qualunque altro rango non dipende da quello, o non
dovrebbe. Non è una monarchia. Le donne-lupo e gli uomini-lupo della
tribù si risvegliano, come sai, nella loro vera natura di protettori
solo in presenza di un pericolo da cui devono proteggere la tribù.
L'ultima volta che è successa una cosa del genere il branco degli
uomini-lupo fu guidato da Ephraim Black e quello delle donne-lupo da
Arcadia Uley» fece una pausa di riflessione, ma non durò a lungo.
«Sai, noi lupe teniamo
conto della genealogia: così possiamo provare a prevedere chi si
trasformerà. È tutta questione di genetica. Per esempio, la famiglia
Uley si è divisa in due qualche generazione dopo Arcadia, ed al giorno
d'oggi abbiamo Sam Uley, che è l'attuale capobranco dei ragazzi-lupo, e
l'altra metà che è finita fusa ai Clearwater, con Sue Uley che ha
sposato Harry Clearwater, quindi stiamo aspettando che Leah si trasformi
ormai da un momento all'altro, specie con tutti questi vampiri che
bazzicano in giro. Ora che ci penso non so come abbiano fatto i maschi a
non accorgersi di un branco femminile, visto che sono due, un
uomo e una donna, gli anziani che durante le riunioni intorno ai falò
raccontano le leggende Quileute. E guarda caso, sono Billy e Sue! Chissà
se anche Seth...».
Che dire, Aida era una
che non si tirava indietro quando c'era da parlare di genealogia. Era
preparata. Rimasi ad ascoltarla anche se in quel minestrone di nomi mi
persi presto; iniziai a giocare di nascosto alla morra cinese con Omaha
quando Aida mi sembrava particolarmente distratta nei suoi elenchi.
Non potei fare a meno di
registrare che mio padre andava a pesca solo con la nobiltà dei
licantropi pur essendo un essere umano: dovevo aver preso questa cosa di
frequentare i mostri da lui.
Insomma, io, Aida e
Omaha avevamo potuto discutere di tutti i parenti di Jacob e di dettagli
per una nuova possibile quest a Dungeons&Dragons senza mai doverci
scomodare a guardare Jacob e Lara, e loro passarono tutto questo tempo
ad escogitare nuovi modi per farsi i dispetti a vicenda.
Molto maturi.
Lara gli aveva fatto le
imitazioni. Jake aveva fatto battutine sulla luna piena ed il ciclo.
Lara gli si era seduta addosso. Jacob le aveva tirato la coda e allora
lei si era alzata ed erano finiti praticamente a prendersi a capocciate
fino all'arrivo della santa, fantastica, paziente Ayita.
La ragazza-lupo si chinò con flemma a raccogliere un brandello della camicia esplosa di Lara.
La strinse tra l'indice ed il medio, sollevandola senza dire nulla.
Lentamente la mia amica a
macchiette e il mio amico mezzo nudo si ricomposero. Jacob aveva
stampato in faccia un sorrisetto nervoso e un po' scemo, come se fosse
stato in procinto di fare una battuta scema anche ad Ayita, ma non aprì
bocca. Le orecchie di Lara si abbassarono sul grosso capo, mentre
sgranava gli occhi e incassava appena la testa tra le spalle
istintivamente.
Ayita si avvicinò ad entrambi.
Gettò il brandello ai piedi di Lara, che ritrasse una delle zampone come se avesse avuto paura di scottarsi.
«Sai benissimo in cosa
hai sbagliato» Disse con calma, fredda come se avesse tuffato le parole
nell'azoto liquido «Quindi non aggiungerò altro, Lara». Con me era
sempre stata premurosa, ma vederla comportarsi come una mamma per le
ragazze-lupo si rivelò allo stesso tempo buffo ma prevedibile ed in
accordo con il suo carattere personale. Era l'alfa e ,da quel poco che
ne sapevo, prendersi cura del suo branco era il suo compito.
Ayita si voltò fisicamente verso Jacob, accennando un saluto educato con la testa.
«Ciao» Fece Jacob, quasi interrogativo, alzando una mano
«Buongiorno» Ayita
sospirò e lanciò un'occhiata eloquente alle ragazze, in particolare a
Lara «E così anche tu ora sai, ragazzo-lupo...»
«Non prendertela con
loro» mi feci avanti, anche se non mi piaceva espormi così ad Ayita in
modalità mamma lupo «Ho detto io a Jacob la verità. A questo punto è
meglio accelerare i tempi, bisogna essere pronti per quello che verrà. E
poi Jacob è mio amico».
Ayita mi sorprese con un
sorriso, mostrandomi i denti bianchi «Hai ragione, Belarda. È ora che
anche i maschi sappiano e possano combattere fianco a fianco con noi»
«Se lo avessi fatto io
mi avrebbe dato un pugno in testa» bisbigliò Omaha, abbastanza vicina ed
a voce non abbastanza bassa perché anche io la sentissi.
Ayita tese la mano verso Jacob «Io mi chiamo Ayita. Sono l'alfa del branco femminile dei Quileute».
Per un secondo ebbi
paura che Jacob dicesse qualcosa di stupido o provocatorio come aveva
fatto con Laura, ma tirai un sospiro di sollievo quando invece le
strinse la mano con una certa serietà.
«Jacob. Jacob Black».
Lei abbozzò un sorriso «Lo so»
«Ah. Okay. Quindi...»
Jacob sprofondò nuovamente la mano in tasca, stringendosi nelle spalle
«Ehm, sta succedendo qualcosa di serio. Mi hanno detto che le licantrope
non dicono mai ai licantropi di esistere tranne che in casi di
catastrofe o qualcosa del genere, quindi c'è una... qualche catastrofe
incombente?»
«C'è una minaccia, si,
per cui i branchi dovrebbero unire le forze» spiegò Ayita, composta e
regale «Ma preferirei parlarne mentre siamo tutti presenti, piuttosto
che dovermi ripetere».
«I'm blue da ba dee da ba day...!» Strillò
il cellulare di Aida, ad un volume indecente. Omaha improvvisò un
piccolo balletto a ritmo, che consisteva principalmente nel muovere gli
indici come lombrichini, mentre Aida chiudeva in fretta la chiamata
borbottando qualcosa a proposito di bloccare qualcuno.
«Scusate» Brontolò
imbarazzata, cacciandosi il cellulare in tasca «Mia sorella minore è a
casa con la febbre e per passare il tempo continua a cercare di farmi
scherzi telefonici»
«Ti capisco» disse Jacob, con una faccia compassionevole da "ci siamo passati tutti"
«Ah. Ma tu non hai fratelli minori» obiettò Omaha
«In effetti, a fare gli
scherzi ero io. Ma le mie sorelle mi prendevano a ciabattate, quindi ho
smesso». Lara emise uno sbuffo che poteva essere una risata alla
storiella come un "ben ti sta".
«Benissimo» Dissi io «Non ci resta che andare ad incontrare i ragazzi-lupo»
«E lo faremo» Annuì
Ayita «Ma dobbiamo fare le cose per bene. E quando dico che dobbiamo
essere tutti, intendo proprio tutti. Black, per favore, chiedi a tuo
padre di organizzare una riunione stasera. Non ti chiederò di farlo se
non te la senti, ma preferirei che a spiegare la nostra presenza ai tuoi
compagni di branco fossimo noi stesse, Billy e Sue».
Jacob alzò un
sopracciglio «Sai che non posso nascondergli niente se mi trasformo,
vero? O per le ragazze funziona in modo diverso e le femmine hanno la
privacy?»
«Niente privacy» Omaha scosse la testa «Funzioniamo allo stesso modo»
«Allora come dovrei fare?».
Ayita scosse piano la
testa «Ti sto solo chiedendo di evitarlo se puoi, in modo da rendere il
processo più pulito possibile. Ma so che non è semplice. Non fa niente
se non ci riesci»
«Farò del mio meglio, senza promesse» Jacob alzò le mani «Che riunione facciamo?»
«A tuo padre puoi rivelare quest'occasione. Lui e Sue sapranno esattamente cosa fare».
Io battei le palpebre,
increspando la fronte. Qualcosa non mi tornava, ma sembrava che Jacob
non ci avesse trovato nulla di strano, perché acconsentì con aria
decisamente più pacata rispetto al modo infantile in cui si era
comportato. Ayita era proprio brava a calmare i bollenti spiriti.
«Adesso noi ci riposiamo
due minuti e poi facciamo una ronda. Ci rivediamo al falò stasera» Si
raccomandò l'alfa calma, in tono gentile
«D'accordo. Allora,
vi... lascio alle vostre cose. Belarda, che vuoi fare? Vuoi venire con
me o rimanere con loro?» mi chiese Jake
Decisi che sarei andata
con lui, e glielo dissi, avvicinandomi a lui di un passetto. «Ci stiamo
un po' trascurando per ora. D'altronde, non sono di grande utilità alle
ragazze-lupo, qui. Vi dispiace, ragazze?»
«No, vai pure Belarda» mi rassicurò Ayita
«Ci mancherai» fece
Omaha, salutando Jake in punta di dita e facendogli l'occhiolino «Ma ci
vedremo al falò. Vedrai, sono cose speciali»
«Divertiti con questo
smagliettato» mi augurò Aida, mettendo in mostra i denti bianchi e
perfetti. Incredibile pensare quanto quegli stessi denti diventassero
enormi quando era in forma di lupo, non avrebbero mai potuto occupare la
sua bocca umana.
Dopo aver assicurato
alle mie amiche che lo avrei fatto, avrei cercato di divertirmi, mi
incamminai accanto a Jake, lasciandomi guidare. Mi sentivo una
bambinetta a camminargli accanto, saltellando per evitare sporgenze nel
sottobosco.
Come se non bastasse,
Jake emanava calore tutto intorno a sé come una stufetta vivente,
prendendo lo spazio circostante ed apparendo ancora più imponente.
Sembrava che quel ragazzo non smettesse mai di crescere.
«Se continui così» Dissi, allungandomi sulle punte per potergli arruffare i capelli «Diventerai alto come un grattacielo»
«Sembro più grande di te» mi rispose lui sfoderando un sorriso luminoso «Anzi, sono più grande di te»
«Siete tutti mostroni voi lupi. Persino le ragazze sono gigantesche»
«Ragazze-lupo» lui
scosse la testa, guardando un punto imprecisato davanti a sé. Lo aveva
detto con un tono strano, trasognato e allo stesso tempo divertito, un
po' come qualcuno che dice "fatine sberluccicanti". Era davvero così
strano? Eppure erano femmine della sua specie, se c'erano i maschi, era
davvero così incredibile che si trasformassero anche le femmine?
«Esistono» Gli dissi, stuzzicandolo «E voi vi siete fatti infinocchiare per generazioni con queste balle sui macho lupi»
«Un po'» ammise lui, aggiungendo con una risata «Ma ammettilo, è strano!»
«Non così strano, visto il contesto. Non più strano di un vampiro o un serpente bicefalo»
«No, questo è davvero strano. Aspetta, esistono i serpenti con due teste?»
«Sai cosa è strano?»
gli dissi, rimettendo la discussione in carreggiata. Lui batté le
palpebre ed io indicai il suo corpaccione atermico che se ne stava
dritto e tranquillo in mezzo al freddo.
«Io?»
«Si. Beh, voi indiani-lupi in generale. Non stupirti poi troppo, ragazzone»
«Aspetta che lo sappia
Quil, che ci sono delle ragazze che si trasformano in lupi. Ragazze a
cui esplodono i vestiti quando si trasformano...»
«È vero! Ora che ci penso, visto che crescete così avrete gli ormoni a mille»
«Quil è il pervertito
del gruppo» fece lui, cercando di svicolare. Si vedeva che era
improvvisamente imbarazzato anche se non voleva darlo a vedere, e trovai
la cosa adorabile.
Ah, il mio Jake poteva
anche abitare il corpo del Big Foot e crescere più veloce di un
palloncino riempito ad elio, ma dentro rimaneva ancora un bambino della
sua età, nonostante tutte le sceneggiate da duro. Anzi, si vedeva che lo
era anche per via di quelle.
«Senti, Jake» Gli
dissi, guardandomi i piedi «Quanto hai sentito della mia conversazione
con il falso Jacob? Il vampiro, insomma»
«Non molto» ammise lui,
guardandomi preoccupato. La sola menzione del succhiasangue gli scavò
una rughetta tra le sopracciglia, e non potei biasimarlo. Quel coso
aveva parlato a suo padre, era stato in casa sua e aveva quasi mangiato una sua amica.
«Sai delle moto?».
Lui scosse la testa. Quando gli spiegai del mio progetto, si illuminò di entusiasmo genuino.
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