giovedì 13 dicembre 2018

Recensione - Nihal della Terra del Vento

Ed eccoci ritornati alla rubrica delle recensioni!
E dopo aver fatto una delle nostre recensioni preferite (e anche quella che il pubblico ha apprezzato di più, ovvero quella delle avventure del gatto gnaulone, che poi è in realtà uno gnomo cattolico,Il gatto che aggiustava i cuori), ritorniamo carichissimi con la recensione di *rullo di possenti tamburi*...
"Nihal della Terra del Vento" di Licia Troisi, un libro che da bambini abbiamo amato davvero tanto, ma che è contemporaneamente, come tutta la saga del Mondo Emerso, un buco di trama gigante rivestito da altri buchi di trama più piccoli e condito di scontri lunghissimi e glitchanti... ma di questo ne parleremo più avanti, meglio non spoilerarvi tutto subito!
Per vostro sommo gaudio, recensiremo tutti e tre i libri della saga! Contenti, eh? Tenetevi forte, perché sarà una recensione lunghissima rispetto al solito, con tanta roba da dire. Cominciamo!



La copertina del libro che racchiude tutta la trilogia. Noi abbiamo questo bestione da 1284 pagine!


1. La trama: La storia si svolge nel Mondo Emerso, questa specie di continente che viene spacciato per il pianeta intero (una sorta di pangea), ma è chiaramente troppo piccolo per essere il mondo intero, diviso in tante terre che hanno nomi da fantasy pigro. Eccole elencate una ad una perché non potete perdervele, sono semplicemente i nomi più pigri mai inventati da uno scrittore fantasy:
  • la Terra del Vento (perché c'è sempre vento, in quanto è una grande pianura così, senza frangivento).
  • la Terra delle Rocce (perché ci sono tante rocce).
  • la Terra della Notte (perché lì è sempre notte, sul serio).
  • la Terra dell'Acqua (perché c'è tanta acqua, un sacco di fiumi e laghi ed è tutto un'acquitrino che ci rimani impantanato e ci vivono le ninfe dell'acqua dentro agli alberi perché se ci fossero stati solo umani avrebbero un attimo bonificato tutto o in alternativa sarebbero ammuffiti).
  • la Terra del Fuoco (perché c'è tanto fuoco: ci sono i vulcani. Solo qui, in nessun'altra parte del Mondo Emerso).
  • La Terra del Mare (perché è vicino al mare)
  • La Terra dei Giorni (questa non sappiamo spiegarla bene bene, supponiamo ci siano tanti giorni... no, sul serio).
  • La Grande Terra che sta al centro del continente e in realtà è la terra più piccola di tutte. Ah ah, che scherzone! 
Ok, in questo Mondo Emerso, dove tutto è compartizzato e in un posto ci sta il vento mentre in un altro l'acqua, ci sono tante razze diverse di esseri senzianti. Quante? Non ci è dato di saperlo. Comunque... in questo guazzabuglio di razze c'è la protagonista, Nihal! E nessuno è come Nihal: grandi occhi viola da alieno supplicante, orecchie appuntite da elfo Dobby, capelli blu da... i mammiferi non dovrebbero avere i capelli blu, ma tanto lei è l'eroina quindi può.
Nihal è una bambina pazza che vive in una delle tante città-torri della Terra del Vento, Salazar, e il suo passatempo preferito è rompere le ginocchia degli altri bambini (giocare alla guerra, secondo lei) colpendoli con la sua spada di legno e buttarli dalle finestre (no, sul serio) per farli atterrare sui miseri raccolti dell'unico orto che ci sta in tutta la torre. Altri suoi passatempi includono: rompere le cose, così suo padre deve pagare, dimenticarsi di cucinare perché lei è speciale e non è come le altre bambine che non sono pazze e non hanno i capelli blu, impedire ai suoi compagni di gioco di fare la parte gli eroi quando giocano, facendogli invece interpretare sempre dei brutti mostri che vogliono distruggere lo stile di vita americano della Terra del Vento, i Fammin.
Un giorno Nihal rompe le scatole così tanto a suo padre (che non ha i capelli blu, che sono i capelli di sua madre che è morta, ed è un armaiolo) che ottiene di avere un pugnale vero. Ora, se noi fossimo un armaiolo con una figlia pazza che rompe le ginocchia dei bambini e ci fa pagare i danni, non le daremmo un pugnale, ma lui pensa che sia una buona idea.
Per fortuna, poco tempo dopo arriva un bambino tutto sciatto, spettinato, con una tunica bbrutta di quattro taglie più grandi: si chiama Sennar, è un apprendista mago e grazie ad un trucco magico riesce a vincerle il pugnale, per buona pace di tutti i bambini della torre-città.
Nihal non si arrende! O meglio, si arrende e piange tantissimo (non è poi così dura come vorrebbe dar a credere), fa le lagne e rompe le scatole a suo padre, che però avendo probabilmente riconosciuto che Nihal è pazza e vuole uccidere i suoi compagnucci, rifiuta di darle un altro pugnale.
Nihal allora si incaponisce a voler imparare la magia, così potrà andare dal bambino sciatto e rompergli i denti magicamente per riavere la propria arma con cui picchiare i compagnucci. Rompe le scatole a suo padre (di nuovo) così tanto che alla fine ottiene davvero di andare a studiare magia: nel bosco vive Soana, una maga sorella di Livon (il papà di Nihal, quindi praticamente andrà da sua zia) che fa gli incantesimi alle armi che l'armaiolo vende.
Nihal parte tutta baldanzosa, ma scoprirà, GASP!, che Sennar il bambino sciatto è proprio l'apprendista di Soana, l'unica maga della Terra del Vento da cui avrebbe potuto studiare e che viveva per giunta vicino alla torre di Salazar. Chi se lo sarebbe mai aspettato? (Noi).
Allora Nihal si mette a studiare con Sennar. E diventano amici, perché alla fin fine Sennar è uno a posto anche se si veste con dei sai a rombi e ruba i coltelli alle bambine.
Ovviamente, Nihal non ha un cavolo di attitudine per la magia, ha paura del bosco e per diventare maga viene aiutata da alcuni folletti, perché lei è la protagonista e può, mentre chiunque altro in teoria dovrebbe fare la prova da solo.
Comunque bla bla bla, Nihal studia la magia, bla bla bla, Sennar è un chiacchierone che quando non gli parli ti dice tutta la sua vita, bla bla bla, Soana parla a Nihal di sua madre ma non gli parla davvero di sua madre, il tempo passa, bla bla bla.
Nel frattempo Livon crea una spada. E non una spada qualunque, ma una fatta di *rullo di tamburi* cristallo nero! Che no, non è un cristallo colorato di nero, è solo un altro nome pigro (come quelli delle località geografiche) per descrivere un materiale molto duro. E poi il signor Livon piglia questa spada che può tagliare qualunque cosa e la da a sua figlia Nihal.
Ora Nihal potrà tagliare le ginocchia di qualunque creatura, e non solo dei suoi compagnucci di giochi!
Ora Nihal è felice.
E qui inizia la vera storia.
Tutto cambia all'improvviso quando la Terra del Vento viene attaccata dagli eserciti del Tiranno (oh, che nome fantasioso per un tiranno!), il despota che già ha conquistato quattro delle otto Terre che compongono il Mondo Emerso. A nulla vale la resistenza dell'esercito dei popoli liberi, né dei maghi che cercano di proteggere le città con incantesimi.
Due fammin, disegnati da Paolo Barbieri
Il povero Livon muore credendo di salvare sua figlia, urlandole di scappare da fermo in mezzo alla stanza invece di acchiapparla sotto un braccio (tanto lei pesa tipo venticinque chili con tutta la spada) e scappare lui stesso, trafitto da due mostruosi Fammin. Sua figlia procede a ammazzare i due fammin dimostrando che suo padre avrebbe anche potuto salvarsi.

La città di Salazar viene distrutta. Nihal rimane orfana.

Così la nostra protagonista dai capelli blu decide di diventare un vero guerriero e difendere gli innocenti che rischiano di cadere sotto il potere del Tiranno!
Lascia Salazar, ormai distrutta, e viaggia insieme a Sennar e Soana. E qui incontra, inaspettatamente... l'ammmore!
Insomma, incontra un tizio. Un cavaliere biondino, dalla faccia a uovo (non ce lo siamo inventati, viene proprio descritta a forma di uovo), di nome "Fen". Ma non è un cavaliere qualunque, nononono! È un cavaliere di drago. Il che significa che non è un comune "cavaliere di cavallo" ma cavalca un drago (non esaltatevi tutti, però, qui i draghi non sono creature intelligentissime e fichissime come in Eragon o nei nostri libri, qui sono bestioni macinaguerra sputafuoco... più o meno...) e quindi Nihal si deve obbligatoriamente innamorare di lui. E, già che c'è, decidere di diventare pure lei un cavaliere di drago.
Ah, a proposito, Fen è il moroso di Soana e ha un fracco d'anni più di Nihal, quindi siamo tutti a pensare che si tratti di una cotta adolescenziale (anche se *spoiler* quando Fen morirà Nihal si dispererà come neanche voi vi disperereste se vi morisse tutta la famiglia e tutto perchè un belloccio è stato abbrustolito *fine spoiler*).
Nihal si allena un sacco, con Fen e senza Fen, e nonostante pesi venticinque chili con tutta la spada (e cinque chili sono di orecchie e capelli) diventa una guerriera fortissima. Decide di entrare nell'Accademia Militare (wow, che nome originale per un'accademia militare!), ma il Supremo Generale dotato di cagnolino vezzoso dice "No, sei una femmina quindi niente!".
Allora Nihal si apposta su una colonna dentro all'Accademia per giorni e giorni e nessuno riesce a farla scendere. Sopravvive grazie al cibo che Sennar le invia con degli uccelli, ma tutti noi ci chiediamo, durante la lettura, dove questa signorina faccia i suoi bisognini e quanto puzzi ormai quella colonna (o quella ragazza).
Alla fine il Supremo Generale si scoccia di avere tutta la cacca e la pipì di ragazzina sul pavimento del piazzale e le concede di entrare nell'Accademia se sconfiggerà i suoi dieci migliori allievi.
Quando si dice "misoginia"!
Nihal, ovviamente, sconfigge i dieci allievi, anche se peserà ormai molto meno di venticinque chili con tutta la spada per via della sua lunga permanenza su una colonna a mangiare fettine di pane e formaggio mandate con un uccello (avete idea di quanto poco possano trasportare gli uccelli in volo?). 
Così Nihal entra nell'Accademia dove (ovviamente, visto il tipo di romanzo) viene trattata malissimo perché è una donna, ma alla fine riesce a farsi rispettare, diventa la più forte di tutti e va pure in battaglia.
Mille peripezie avvengono, mille combattimenti lunghissimi e poco realistici pure per un fantasy, morte e distruzione, realizzazioni mistiche e storie di re e regine, di elfi e ninfe, di mezzelfi e di altra roba fantasy. Poi Nihal verrà inviata da un Cavaliere di Drago per l'apprendistato definitivo. Riuscirà ad ottenere un drago tutto suo? Riuscirà a vendicare la morte di suo padre? Che cosa succederà alla sua amicizia con Sennar? Si baceranno?
Se rispondessimo a tutti questi interrogativi, questa non sarebbe più la trama del libro, ma il suo riassunto, quindi per ora basta così. Dovete soffrire come noi e leggere il libro se volete saperlo.

2. La copertina:
Ci sono diversi "arrangiamenti" per la copertina di questo libro, quasi tutte variazioni dello stesso disegno di Paolo Barbieri, uno dei più talentuosi illustratori italiani, che noi abbiamo conosciuto proprio per le sue illustrazioni delle storie di Licia Troisi. Tuttavia questa copertina è uno dei suoi lavori che amiamo di meno. Perché? Prego, osservate.
Per la barba dei merluzzi! Come diavolo è vestita Nihal? Vuole andare in battaglia conciata in quel modo? Con un reggiseno di pelle e pantaloni traforati? Santiddio, datele un'armatura! Nihal viene descritta come indossante un corsetto di pelle, in battaglia, che già di per sé non è un'armatura adeguata, ma che diavolo sarebbe quello? Un reggiseno e un corsetto di pelle non sono la stessa cosa. E poi, per una che ha rinnegato la propria femminilità, questa Nihal è piuttosto provocante, non credete? Per non parlare del fatto che in realtà lei non indossa l'elmo perché gli elmi le stringono le orecchie, troppo grandi per potercele infilare dentro. A parte la posa statica e lo sfondo che boh, questa copertina è menzognera (che di per sé non è un gran problema: avete visto dalle nostre recensioni passate che un sacco di copertina lo sono) e sembra fatta per attrarre i maschietti con la bava alla bocca, anche se in teoria a leggere di più questa saga sono state le ragazzine (dai nove ai sedici anni, se non erriamo, o almeno sono quelle che conosciamo noi).

Una curiosità: Inizialmente la copertina del libro doveva riportare il nome dell'autrice completo (Felicia Troisi) e Nihal non doveva avere l'elmo, probabilmente perché così sarebbero state visibile le orecchione a punta!
Modernamente, per fortuna, c'è la possibilità di beccarsi un libro con una copertina senza dubbio più sobria, anche se quella che vediamo qui non può essere Nihal: dove sono le sue orecchione "smisurate"? Queste sono solo misere orecchiette a punta che potrebbero essere tranquillamente umane! E poi manca anche il seno prosperoso che viene descritto nel libro.
Ad ogni modo, questa edizione è quella che preferiamo.



3. Cosa ci è piaciuto: Ci ha fatto ridere un sacco. Lo sappiamo, non è un libro comico, ma che importa? Ci è piaciuto che ci abbia fatto ridere! Un'altra cosa che ci ha colpiti è il fatto che, in un modo o nell'altro, i personaggi e le situazioni ti rimangono fortementi impressi in mente. A distanza di anni dalla lettura (i più grandicelli di noi l'hanno letto nel 2006!) ci ricordavamo benissimo chi erano Nihal, Soana, Livon, Sennar, Fen, Ido e quasi tutti gli altri personaggi. È una specie di... meme letterario.
E poi è una lettura leggera, quando volete solo svagarvi è consigliabile: a dispetto di quello che vorrebbe farvi credere, con le sue guerre e le sue stirpi estinte, non vi sentirete mai tristi né sarete costretti a ragionare più del dovuto durante la lettura.


4. Cosa non ci è piaciuto: Eh, un sacco di roba non ci è piaciuta. La quasi totale assenza di descrizioni. Le azioni non sono descritte, le creature non sono descritte, i luoghi sono... gneh... un poco descritti, ma non chiaramente. Quanto sono alti i draghi? Abbiamo provato a miscurarli dalle azioni dei personaggi, dal modo in cui si muovono intorno a loro, ma a volte sembrano alti venti metri e altri sembrano degli zerbini con le squame. Oarf, uno dei draghi, ha un "mantello verde", quindi ha la pelliccia? Ma poco dopo viene detto che è squamoso! Insomma, quel poco che è descritto è confuso.
Show, don't tell, "Mostrare e non dire", così raccomandano i grandi scrittori: meglio dire "Il cielo era azzurro, striato da poche nubi bianche, e il sole brillava forte" piuttosto che "c'era bel tempo"... ma in questo romanzo è tutto il contrario: ci viene detto quando un personaggio è forte, invece di descriverlo nell'atto di fare una prodezza fisica, o che Sennar è un mago straordinario, invece di mostrarci cosa sa fare con i suoi poteri, interi periodi di tempo, anche lunghissimi, vengono liquidati con poche parole. "Viaggiarono", "combatterono", "discussero delle sorti della guerra". Sembra un po' un riassunto, così. In questo libro succede tutto e il contrario di tutto, ma solo perché la storia scorre troppo velocemente, non essendoci descrizioni, e questo ammazza il pathos eccome! E poi il lettore rimane così, spaesato, senza riferimenti temporali. È difficile ricordarsi quanti anni hanno i personaggi in un dato momento, crescono davvero troppo in fretta!
Quando una storia non ha grandi descrizioni, di solito punta sul sensazionalismo, sui colpi di scena. Ecco, questo libro non ha colpi di scena, neanche uno piccolino piccolino, la trama è semplice e lineare, tutto e tutti sono esattamente quello che sembrano.
E poi l'ambientazione. Oh no, l'ambientazione. Dovrebbe essere un classico mondo fantasy, ma è così semplificato, destrutturato, che è meno che fantasy: è surreale. No, meno che surreale. C'è un solo grande deserto, che si chiama Grande Deserto. C'è una foresta di pietra, che si chiama Foresta di Pietra. "Il tramonto del ventesimo giorno di viaggio giunsero alla piana di Therorn", si, va bene, ma che cavolo è la piana di Therorn? Non viene descritta, non è mai stata accennata prima, perché diavolo dovrebbe interessarmi il fatto che è la piana di Therorn? E tutto è buttato così, senza nessuna spiegazione o con pochissime, vaghe, spiegazioni che non stanno in piedi neanche se le appiccichi con la colla. Una delle cose più belle del mondo fantasy (e da scrittori di fantasy lo sappiamo bene!) è che puoi inventare TUTTO. E allora perché non divertirsi a farlo? Puoi dare spiegazioni fantastiche (o persino scientifiche!) a qualunque cosa, puoi inventarti ordini di cavalieri, creature incredibili, strani fenomeni atmosferici, nuove categorie di persone, lavori che nel nostro mondo non esistono, parole magiche e misteri arcani... invece nel Mondo Emerso sa tutto di fin troppo conosciuto e se non è qualcosa che esiste anche nel nostro mondo è qualcosa che è stato chiaramente preso in prestito da altri romanzi fantasy. Niente novità, niente approfondimento, niente innovazione. Il contrario del mondo di Harry Potter.
E poi c'è la protagonista. Oh, la protagonista, quante cose si potrebbero dire su Nihal della Terra del Vento! Non le elencheremo tutte perché servirebbe troppo spazio e poi cosa scriviamo nelle prossime recensioni dei libri del Mondo Emerso? Possiamo cominciare dicendo che è pazza fracica e picchia i suoi compagnucci, ma questo lo sapete già. Poi piange. Piange un sacco, madonna quanto piange! Se gli altri piangono, se gli altri si dimostrano deboli, per lei sono femminucce, ma lei nooo, lei è forte, è dura, non è come le altre donne (nel senso che è misogina pure lei? Che è sta cosa contro le altre donne? Nihal, guarda che non sei migliore di nessuno) quindi quando piange è solo un evento eccezionale, lacrime quasi virili sgorgate in casi estremi. Vero? VERO? E invece no. Perché Nihal, che si crede superiore a tutto e tutti, piange continuamente e per qualsiasi sciocchezza. Piange quando le fregano il pugnale, piange un sacco per il suo amore non corrisposto (ma poi certo, tu sei una bimba, che vuoi che Fen sia un pedofilo?), piange perché è in una stanza troppo piccola, piange perché ha Fen davanti a sé, piange perché non ha Fen davanti a sé. Piange quando viaggia, piange quando si ferma. A un certo punto, dopo una battaglia, questa sta dentro una casetta a piangere di notte, al buio, si taglia i capelli con la spada e pensa ai suoi stessi occhi troppo grandi. Pensa ai suoi stessi occhi troppo grandi.

Voto complessivo: 41 su 100. È il secondo dei libri che recensiamo che non riesce a raggiungere la sufficienza (60), e ha un voto inferiore persino al precedente (il Gatto che aggiustava i cuori) che ha beccato un 59! Congratulazioni! *suono di trombetta triste*


A chi lo consigliamo: Se proprio proprio siete costretti a comprarlo, oppure ve lo ritrovate a casa senza neanche sapere come ci è arrivato, potete darlo in pasto alle bambine, dagli otti ai dodici anni, a cui piace il fantasy! Si sentiranno più adulte nel leggere questo libro (parla di grossi temi come la guerra, il destino, la realizzazione personale, la voglia di liberarsi dal pregiudizio contro il loro genere che le vede come deboli) e contemporaneamente voi genitori potrete stare tranquilli perché in realtà è una storia leggera leggera, quasi cartoonizzata (i combattimenti nei cartoni per bambini raramente fanno paura!) e che a loro piacerà un sacco. Per gli adulti, invece, non è un granché, specie per quelli abituati al grande fantasy: Licia Troisi ha fatto un minestrone di elementi classici, molto poco originali, che vi annoieranno dopo poche pagine. Quanto ai maschietti con la bava alla bocca che già erano pronti ad assaltare il libro dopo aver visto quella copertina saranno delusi: non c'è neanche una scena osé, la sensualità di tutte le scene è zero spaccato e l'unica storia d'amore "importante" non è corrisposta.

Dove potete comprare il libro?
Lo potete facilmente trovare in molte librerie, è una serie fantasy davvero popolare (per qualche motivo... oh, forse perché è l'unica dannata serie fantasy italiana che gli editori hanno pubblicizzato e su cui hanno puntato sul serio? VERO EDITORI? PUBBLICATE ANCHE LA NOSTRA ROBA, EDITORI!), ma se non vi va di scollare le chiappe dalla sedia lo trovate anche su Amazon (oh oh oh, notiamo che ha la nuova copertina, mentre il secondo e il terzo libro hanno mantenuto quelle vecchie...) o in quasi qualunque altro store online.



Alla prossima con la recensione del secondo libro delle Cronache del Mondo Emerso: la missione di Sennar.

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